Avvenire, 21 ottobre 2018
Staino saluta con un abbraccio: «Jesus» non merita il microscopio
Caro Direttore,
non te la prendere troppo: ci abbiamo provato. È stato bellissimo trovarmi sulle pagine del tuo giornale, in mezzo ai tanti articoli che ogni giorno ci parlano delle sofferenze del mondo, delle lotte degli umili contro l’infamia, lo sfruttamento e l’ingiustizia. Un giornale attento alle grida di dolore che si levano dalle parti più lontane e nascoste del mondo e che, per questo, troppo spesso vengono dimenticate.
Certo il mio Jesus non risponde completamente ai canoni tradizionali: suona il basso, legge “internazionale” e ha la mamma ancora giovane che forse vede su Netflix qualche serial di troppo, ma, nelle mie intenzioni, mantiene tutta la carica rivoluzionaria contenuta nel messaggio evangelico. Per questo mi piaceva, da non credente, essere al fianco di quel grande rinnovamento che osserviamo oggi nella chiesa cattolica guidata da Francesco. Non pensavo assolutamente che qualcuno potesse prenderla così male anche se so benissimo che la satira e il fumetto, con la loro ironica ambiguità, possono facilmente risultare poco comprensibili da chi, per età e formazione, non è abituato a frequentarli.
Le prime lettere e i primi messaggi arrivati anche a me non lasciavano promettere bene, ma speravo fossero sparute figure rancorose che si trovano sempre dentro ogni comunità. Uno di questi messaggi, nella sua cattiveria mi ha fatto anche sorridere: «aspetto il giorno», mi diceva, «di vederla bruciare nelle Fiamme dell’inferno accanto a quell’attorucolo che oggi siede sul seggio di San Pietro». Ovviamente non ho battuto ciglio e sono andato avanti sorretto dalla tua amicizia e dalla stima che mi hai sempre dimostrato.
Ma adesso è troppo. Adesso le voci dissonanti, a volte al limite della volgarità sono troppe ed investono, sfruttando strumentalmente il mio lavoro, la tua figura, il valore del giornale da te diretto, fino, oserei dire a colui che oggi guida il mondo cattolico. È chiaro che in questa situazione è ben difficile lavorare: prendere la matita in mano sapendo bene che qualunque cosa io disegni verrà passata sotto microscopio alla ricerca di punti o sfumature che possano esser letti come offensivi o blasfemi, fa sì che venga a mancare quella serenità di fondo che permette di far incontrare il sorriso fraterno laico con un sorriso fraterno cattolico.
Per questo, caro Marco, è forse meglio chiudere qui o se vogliamo essere ottimisti, sospendere qui la nostra esperienza comune.
Un augurio di buon lavoro e un abbraccio forte a te e ai lettori che mi hanno seguito con affetto e curiosità fino a oggi,
Sergio Staino
Caro Sergio,
quando abbiamo avviato questa collaborazione, giusto un anno fa, pensavo a tutto meno che a metterti in una condizione che ti avrebbe tolto serenità… E invece è andata in questo modo. Ti ringrazio per la tua schiettezza e il tuo rigore morale. E mi dispiace, mi dispiace davvero.
Così come mi dispiace che altre persone, turbate e in qualche caso eccitate anche solo dall’idea di un «ateo che disegna per “Avvenire”», abbiano perso la loro serenità fino a concepire e scrivere invettive come quella che citi. Anche passandosi parola. Terribile, ma purtroppo per me non sorprendente. Proprio come la lente da microscopio ostile che hai sentito addosso, soprattutto per dimostrare che “Staino deride Gesù”, sebbene il “tuo” Jesus abbia fatto e faccia pensare e sorridere in modo dolce o amaro sulla vita, sulle ingiustizie, sul prezzo dell’amore per la verità, sulle scelte dei potenti, e mai sia oggetto e vittima di sberleffo, come fu fin sulla croce… Sappi, però, che non somigliano, quelle parole arse e brucianti, ai pensieri e alle parole di tanti cattolici accanto ai quali io cammino dentro le pagine di questo giornale “uguale e speciale”, ma prima ancora, e ormai da una vita, nella Chiesa e sulle strade del mondo. Strade che non sono solo nostre e lungo le quali incontriamo e affianchiamo donne e uomini che vengono da altre direzioni, ma hanno voglia di parlare la stessa lingua, di riconoscere il bene, di capirsi e di appassionarsi insieme per l’umanità e soprattutto per i più poveri e i più piccoli. Ognuno porta la luce che ha, e accende quella che trova o che gli viene donata lungo il cammino. Tu sei così.
Grazie, caro Sergio, per le parole che riservi ai nostri lettori e al nostro lavoro. Grazie per la limpida preoccupazione per il nostro Papa. Grazie per il tuo abbraccio di saluto in forma di “striscia”. Lo ricambio con altrettanta forza, perché so che non resterai svenuto… Diranno che ora sei senza avvenire, ma non è vero.
Marco Tarquinio
14 Comments
Carissimo Compagno Direttore Sergio e Carissimo Direttore Marco,
il mio cattolicesimo socialista (già PCI) mi fa commuovere alle Vostre parole, perché, comunque, parlano di speranza in mezzo alla cattiveria imperante (spesso, nascosta dietro quello strano fenomeno tecnologico che é il “social”).
Buon lavoro a tutti e due.
Sergio Cassanello
C’è veramente da sorridere, caro Sergio. Augurare di bruciare all’Inferno (mi raccomando, con l’iniziale maiuscola!) a un non credente. Ho sempre pensato che se Gesù Cristo ritornasse oggi, farebbe la stessa fine di allora.
Grazia
Caro Sergio,
che peccato che solo dopo l’addio hai deciso di dipingere Cristo per quello che è: il più grande uomo della storia, indipendentemente dalla sua divinità.
L’avessi fatto anche prima non ti avremmo solo e sempre criticato. Invece ti sei perso in una serie infinita di vignette blasfemo, col solo intento di diffondere la tua ideologia da comunista mai pentito.
Non hai avuto la maturità di accettare le inevitabili critiche (al Manifesto o all’Unità avrebbero mai concesso uno spazio per Codamozza, di Leo Ortolani, fumettista cattolico noto soprattutto per Rat Man? Io non credo).
Caro Sergio,
è un vero peccato.
Jesus-bassista mi ricordava moltissimo il protagonista del bel romanzo di John Niven “A volte ritorno”.
All’inizio avevo fatto fatica ad abituarmi al turpiloquio e l’intero catalogo delle bassezze umane (droga, alcoolismo, prostituzione, accattonaggio) mi era sembrato un tantino forzato. Poi la storia (come le tue strisce) mi aveva coinvolta.
Perché è un Vangelo attualizzato; perché il personaggio Jesus Gesù è veramente credibile nei panni del musicista frikkettone amico di emarginati e sconfitti dalla vita; perché l’autore (come te) ci consegna un ritratto fedele e senza sconti dello strapotere delle multinazionali e delle feroci e intolleranti contraddizioni che abitano le ideologie contemporanee.
L’ironia nei confronti delle religioni (tutte) e il comandamento, “amate”, rivolto a tutti gli uomini di buona volontà, sono una lezione che solo il Figlio di Dio, con la sua innocente coerenza, può rendere credibile.
Non saranno certo la blasfemia o l’apostasia i peccati che Dio, se esiste, giudicherà tali.
Complimenti a te e complimenti al Direttore dell’Avvenire, Marco Tarquinio, per le sue parole di sostegno e, prima ancora, per averti offerto l’opportunità di valorizzare il tuo laicismo, autenticamente tollerante e “illuminato”.
Non prendertela troppo: per certi individui è più facile tentare di spegnere la luce che splende in un’anima come la tua piuttosto che riconoscere il buio pesto che dimora nella propria.
Un abbraccio
Raffaella Zuccari
Caro Sergio,
In fondo lo sapevi ed aspettavi solo che accadesse: i cattolici sono, per definizione, intolleranti.
Del resto, mentre le figure più aperte, come lo stesso Papa, si mostrano attente, ed anche coinvolte, verso le battaglie contro le ingiustizie e la povertà, sono completamente sordi verso le battaglie di civiltà che coinvolgono l’etica pubblica e privata: alla difesa dei migranti, il Papa ha fatto seguire un attacco durissimo contro l’aborto ed i poveri ginecologi che lo praticano, non certo a cuor leggero.
Si fa presto a dire Curia, ma, in realtà, la religiosità cattolica è ancora impregnata di medioevo, di ritualità, di paura della morte, contraltare alla paura di una vita autentica, libera e felice.
In fondo, questi cattolici sono tristi e non sanno ridere.
Non tanto perché non possono ridere, come filosoficamente pensava U.Eco, nel Nome della rosa, bensì perché gli manca una cultura della vita come liberazione, come manifestazione di energia e gioia, perché spingendo avanti la liberazione è la religione stessa a non avere più senso.
Ed ecco che bisogna impedire ogni contaminazione con gli avversari ed i diversi: la religione perde ogni carattere di emancipazione umana e si caratterizza solo come etica del limite, invalicabile e spartiacque…
Aborto, fine vita, procreazione assistita, famiglie di fatto: questo è il recinto che discrimina, ed ecco perché un Salvini può impunemente mostrare il Vangelo senza correre il rischio di essere accusato di blasfemia: uccide inermi, ma difende gli embrioni e la famiglia tradizionale.
Col tripudio di ogni moralista, come i cattolici ferventi: fate come dico e non come faccio io.
Io posso anche avere una doppia moglie, ma difendo la monogamia!
Tu, tutto questo lo sapevi, e quindi non ti scomponi!
Come ho sostenuto in un incontro con Gad Lerner, qualche giorno dopo la tua visita, non è solo il socialismo ad avere fatto fallimento, è stato, soprattutto, il Cristianesimo a trasformarsi nel suo contrario..
Secondo me, in maniera irreversibile, senza avvenire!
Un abbraccio
Gerardo Vespucci
@ Raffaella Zuccari:
«è un Vangelo attualizzato; perché il personaggio Jesus Gesù è veramente credibile nei panni del musicista frikkettone amico di emarginati e sconfitti dalla vita»
Eppure si spartirono le sue vesti, perché affatto logore o di basso costo.
Eppure Cristo affascinò scribi e farisei per la sua preparazione scritturale e la profondità delle sue risposte.
L’immagine di un Cristo freakkettone è l’antitesi dell’immagine evangelica. Non si è vicini agli ultimi e agli sconfitti dalla vita abbassandosi alla loro miseria, ma elevando la loro miseria al punto da divinizzarli. Ed è questa la buona novella: siamo chiamati tutti ad essere divinizzati da un così grande Dio.
«L’ironia nei confronti delle religioni (tutte) e il comandamento, “amate”, rivolto a tutti gli uomini di buona volontà, sono una lezione che solo il Figlio di Dio, con la sua innocente coerenza, può rendere credibile.»
Gli uomini di buona volontà non hanno bisogno di irridere il Figlio di Dio, anche se non credono nella Sua divinità. Sono troppo impegnati a cercare le risposte che cercano in ragione della loro buona volontà, per perdersi in riduzioni semplicistiche.
«Non saranno certo la blasfemia o l’apostasia i peccati che Dio, se esiste, giudicherà tali.»
Insomma un Dio fedele ma insensibile al grido dei più disperati. Un Dio in cui non potrei mai credere… Per fortuna non c’è blasfemia o apostasia che può allontanarci dal Suo amore, se realmente pentiti di averle proferite o anche solo pensate.
«Complimenti a te e complimenti al Direttore dell’Avvenire, Marco Tarquinio, per le sue parole di sostegno e, prima ancora, per averti offerto l’opportunità di valorizzare il tuo laicismo, autenticamente tollerante e “illuminato”.»
Quantomeno, cara Raffaella, sei consapevole che quello di Staino è laicismo e non laicità… Ti invito a leggere in un qualunque dizionario la profonda differenza che intercorre tra i due concetti. Laicisti furono i regimi comunisti, per intenderci. La laicità è per pochi: tutti uomini di buona volontà.
Un abbraccio, cara Raffaella
Sono sempre più orgogliosa di esserti amica! Ilaria
Caro Sergio, inutile che te lo dica: sei bravo. Sei intelligente e anche callido che inserisce una nota in più sull’intelligenza. Hai fatto la cosa giusta anche se secondo me entrare in quel mondo felpato e nascosto poteva essere ‘furbo’: fargliela in casa loro, sui loro tappeti. Dove anche l’umanità va a farsi benedire (leggi fottere) e salta fuori l’orrido animale sfuggito a Darwin, ovvero il mondo dei cattolici che urlano ‘dagli al rom!’ o ‘sporco negro torna a casa tua!’. Ora mi si aggiunge la reazione alle tue vignette davvero impresentabile, ma prevedibile dei salvinisti (nuova tipologia che oltraggia il papa più vicino a tutti e che oggi finalmente c’è e lotta insieme a noi). Ma come si fa a trovarsi coinquilini di una disumanità così inarrestabile e convinta di stare dalla parte del giusto che è sempre il più ricco, il più fascista e il più cialtrone perché appena può ti frega e se ha un minimo appiglio anche fasullo, ti ricatta e ti sbatte in un tweet pieno di fuffa molto frequentata. Ma perché li chiamano social??
Ciao Amico. Resisti che forse ce la facciamo a togliere di mezzo anche le scorie di questo recente passato che ha intorbidato l’acqua e ci ha ammorbato facendoci credere al miracolo del plin plin.
Fulvia
Complimenti per il saluto ai vescovi, ai cieini del presente. Ma te l’hanno pubblicato? Non l’ho capito. Se sì questo direttore non è uno qualsiasi dei catto ma ciò che io riconosco nella sua risposta: un grande manipolatore, intelligente che ti apprezza ma ti vede come fragile pecorella in balia di fragili sentimenti che non hanno retto all’assalto dei catto-integralisti. Mentre lui resiste perché li conosce bene e li vuole ‘redimere’ e forse voleva farlo, osando, con te.
Fulvia S.
Carissimo Sergio.
Ma come?! Non sapevi che la maggioranza di tutti i cristiani (cattolici, ortodossi, avventisti, T.d.G., …) sono dei talebani??
Ma cosa ti aspettavi, che ti stendessero il tappeto rosso? Davvero pensavi che la cosa avrebbe potuto funzionare? Suvvia!!!
Comunque, meglio così!! Molto meglio così!! Mettere insieme atei e credenti è come mettere insieme la scienza con la fede: IMPOSSIBILE!!
Loro (i cristiani) non si fanno problemi ad appendere i loro rosari e crocifissi sullo specchietto retrovisore dell’auto, perché sanno benissimo che gli atei sono democratici e pluralisti. Ma io, invece, mi guardo bene dall’affiggere il logo dell’UAAR sul lunotto della mia auto, perché so per certo che prima o poi mi troverò con il lunotto sfondato e con le quattro ruote tagliate!
Gaetano Salvemini diceva di loro (anni ’50): “Essi (i cattolici) rivendicano le loro libertà in base ai nostri principi (laicisti), e negano le nostre libertà in base ai loro principi (religiosi)”. E sono ancora così!!!
Un abbraccio,
Angelo C.
Caro Sergio,
con l’affetto e la stima che ti porto: hai sbagliato.
Non si molla mai.
Pensa se padre Puglisi si fosse fatto turbare dai nemici.
Pensa se si fosse scoraggiato Mandela in carcere.
Pensa se mamma Impastato si fosse bloccata di fronte a casa Badalamenti.
Pensa se persino io, quando hanno ricoperto la macchina di mia mamma di uova marce, facendole trovare un messaggio minaccioso “tenga a casa sua figlia chè sappiamo dove abitate”, mi fossi sconfortata e invece non avessi reagito ridendo con un “ma quanti idioti circolano”?
E tu ti fai intimorire non da Dio, al quale non credi, ma dagli idioti, a cui dai tutto sto credito?
A sto punto scommetti e credi in un Dio che per quanto assente è meno insidioso degli idioti, ma non ti curar per nulla degli idioti stessi.
Torna sull’Avvenire, Staino. E, come si dice a Palermo, futtitinni.
Gli idioti fan colore, non timore.
Tua affezionatissima, Mila
Mila Spicola
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Cara Mila,
le cose non stanno come le presenti tu. La realtà è che il giornale non è il mio e che non dipendeva da me la scelta di continuare. Avrei potuto continuare condizionando la striscia in modo che non suscitasse maggiori dissensi ma anche così non credo: è proprio la mia presenza di comunista ateo su quel giornale che viene usata per mandar via l’attuale direttore e cambiar linea al giornale. In definitiva, se continuavo, le conseguenze non le pagavo io ma altri e questo non sta bene. Non sono uno che si arrende se le conseguenze ricadono sulla mia persona ma così sarebbe stato troppo comodo. Avrei dovuto far passare Tarquinio come un orrido censore oppure lo avrei costretto a dimettersi in mia difesa, io invece mi dimetto perché lui continui a lottare nel terreno che è suo e non mio.
Ti va se posto questi due nostri messaggi o li lasciamo personali?
Un grande bacio
Sergio
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1. Sta a Tarquinio capire se continuare a dare spazio a un punto di vista differente e quanto può tirar la corda senza che si spezzi.
Non conosco la natura e la quantità del “dissenso”.
Ma anche il dissenso è una forma di vitalità.
Benvenuto il dissenso, purchè fruttuoso: sia quello di Staino su Avvenire, se dissenso è. E benvenuto il dissenso a Staino, se dissenso è.
Se sono punti di vista divergenti aiutano, se son sterili prese di posizioni, o idiozie, o contrasti, boh, forse aiutano comunque. Per capire a che punto sia la notte.
2.Per noi comunisti il personale è politico, dunque fanne quel che credi.
Un abbraccio grande
Mila
Caro Sergio,
Gesù Cristo fu ucciso da quelli che credevano e si aspettavano un dio diverso che proteggesse i loro desideri e i loro interessi.
“I cattolici“ che ti costringono ad andar via dal giornale che considerano di loro proprietà sono gli eredi degli assassini di Gesù Cristo. Sono tanti i credenti cattolici, forse la maggioranza, che credono in un dio benefattore e protettore dei loro progetti: basterà pregare ed offrire una parte dei loro guadagni.
Facciamo qualche esempio:
1 ) il mafioso di turno ruba ed ammazza e poi si purifica con la preghiera e l’offerta alla Chiesa cattolica che spesso accetta;
2 ) il politico corrotto prende “ le mazzette” e poi corre a pregare ed offre parte dei suoi sporchi guadagni a quel dio che lui si immagina buono e generoso nei suoi confronti;
3 ) la mia vicina di casa, cattolica e milanese DOC, racconta a tutti che Milano era buona e generosa prima che arrivassero
“i meridionali” e poi va in chiesa a pregare il suo dio affinché Milano ora non venga colonizzata anche dagli extra comunitari e per maggiore sicurezza vota Salvini ed ammira Trump;
La suddetta setta di cattolici penso sia maggioritaria nella Chiesa cattolica attuale e prima o poi cacceranno anche il direttore dell’avvenire e papà Francesco che sono ostaggi nelle loro mani.
Papa Francesco ed il direttore dell’avvenire dovrebbero respingere le tue dimissioni; ma non possano: rischiano il loro posto. Faccio un appello a Papa Francesco: Cristo si è immolato per la pace ,la libertà e l’uguaglianza tra gli essere umani, tu accogli nella tua chiesa i non credenti ( anche gli ex comunisti come me ) che non credono in un dio mafioso è corrotto; ma pensano che se c’è un Dio aiuterà gli esseri umani che sono per la pace,la fratellanza e l’amore per il prossimo. Voglio essere provocatore fin infondo. Carissimo papà Francesco se io fossi al tuo posto farei parlare nelle chiese anche i non credenti e non solo il prete che impone la sua predica senza contraddittorio.
Caro Sergio mi auguro che quelli che ti cacciano dal agiornale “cattolico” mi scomunichino: così mi sentirò più vicino a quel Dio che cerco ma non trovo. Un grande abbraccio Sergio e tranquilo: l’inferno non esiste e se esiste è pieno di tutti coloro che si inventano un dio che protegge i loro progetti ed interessi. Antonio De Matteo Milano
Contributi satirici: sul finale del post di cui indico il link due vignette divertenti, entrambe di Franco Portinari.
https://fany-blog.blogspot.com/2018/10/il-jesus-di-staino-saluta-avvenire.html
Caro Staino,
sono un credente, con limiti, difetti e debolezze assortiti, ma credente – beh, per questo mi spiace ancor più che ci sia gente come quella che ti ha offeso costringendoti a ripensare la collaborazione con Avvenire – gioco di parole persin troppo facile, ma i “ microscopici” ( moralmente ed intellettualmente) non saranno proprio loro? – un abbraccio! – Gian Carlo Caselli
[…] La vicenda riassunta in poche essenziali battute è questa: Staino ha deciso di interrompere la sua collaborazione con il quotidiano Avvenire e spiega in una lettera le motivazioni del suo abbandono. Alla sua missiva risponde il direttore del quotidiano della Cei Marco Tarquinio. Ma lasciamo la parola a loro copia-incollando di seguito le due lettere riprese dal blog del disegna… […]