Bello l’articolo di Mario Lavia su Democratica di oggi 1^ maggio.
In esso si evidenzia come e qualmente Matteo Renzi, qualunque cosa faccia, sbaglia, perché lui è lui ed a lui non si applicano le normali categorie di giudizio applicabili agli altri.
Tutti parlano ma, se parla lui, deve stare zitto e, se sta zitto, ci si chiede cosa voglia dire e perché non parli chiaro.
Sostiene con forza la linea ufficiale del Partito (l’unica finora votata), ma è evidente che lo fa per distinguersi e portare dunque un attacco al Partito stesso ed ai dirigenti che di quella linea paiono invece impiparsi altamente.
Ma, santiddio, perché Renzi esiste?
L’abbiamo già detto mille volte: perché è l’unico che esprima una linea politica e non una critica alla linea altrui, come invece fanno tutti gli altri dirigenti, anche i più pensosi ed ideologicamente attrezzati.
E allora mi viene in mente Socrate, per contrastare il quale l’establishment ateniese del 400 a.C. non seppe trovare altro che il processo e la condanna a morte.
Ecco, un bel bicchierone di cicuta ed il problema è risolto alla radice.
Quale la colpa? Esistere ed essere poco controllabile, proprio come Socrate. Non importano meriti acquisiti, seguito popolare, storia, macché!, il sistema non tollera la sua presenza e, pur con una condanna evidentemente spropositata, recide il ramo che non vuole piegarsi.
Non so se Matteo apprezzerà il paragone, ma a tanto siamo arrivati e non si vede altra via d’uscita per la pace del Partito ed il bene dell’umanità.
La pace, sì, la pace eterna!
Caro Ernesto,
mi avvilisce constatare che tutta l’elaborazione della mia vita intorno al dubbio, alla tolleranza, all’impegno rispettoso delle idee degli altri con il convincimento di non cadere mai nella retorica dogmatica, si riveli adesso acqua sporca da buttar via. Non ti sembra che questo tuo atteggiamento così acritico e insofferente ricordi molto l’infame “credere, obbedire e combattere”? Per me il dubbio e la critica perenne sono il sale vitale di ogni istituzione che voglia agire nel reale per cambiarlo spero in senso positivo. Come fai a considerare le obiezioni di Cuperlo come vuota e stentorea metodologia del nulla? Gianni è stato uno dei principali artefici della campagna per il referendum e per le elezioni politiche. Pur criticando in tante parti il programma e l’azione di Renzi non si è mai sottratto ai suoi doveri di militante del partito, mai, pagandone anche le conseguenze e non candidandosi al parlamento come segno di grande rispetto e umiltà verso la linea prevalente nel partito. Oggigiorno Renzi si comporta come un piccolo ras, rinnegando per l’ennesima volta tutte le promesse di collegialità e di ascolto degli altri che aveva fatto a più riprese, compresa l’ultima il giorno delle dimissioni. Chiunque esprime un dubbio è un gufo, è un detrattore, è uno che rema contro, è un nemico del popolo. Non vedi che ormai si sta comportando nello stesso modo in cui si è comportato negli ultimi decenni D’Alema? Non vedi che è preso dalla stessa paranoia di autoreferenzialità? I due si equivalgono e, come ironia della storia, Renzi sta distruggendo quel poco del partito che era sopravvissuto al dogmatismo dalemiano. Eppure abbiamo un governo che è sicuramente uno dei migliori che abbia visto la nostra storia repubblicana. Abbiamo un segretario che si muove con un’attenzione e un rispetto della migliore tradizione democratica e socialista. Abbiamo delle personalità operative di grande valore come Manconi o Realacci che vengono invece messi da una parte per far posto a burocrati ottusi come Andrea Romano o Andrea Marcucci. Faccio nomi simbolici per chiarire il mio pensiero e per cercare di far capire perché non posso aderire a questo spirito iper combattivo da magnifiche sorti e progressive. Il partito intorno a noi è distrutto, renditene conto, non esiste più nei territori, e tu te la prendi proprio con coloro che cercano di capirne le cause e con passione e sofferenza lavorando per ricostruirlo. Marcucci applaudirà il giorno in cui avremo un governo 5 Stelle-Lega; io applaudirò il giorno in cui avremo un governo del Presidente e un Renzi che se ne va con Macron lasciando in pace la sinistra.
Un abbraccio
Sergio
Ernesto Trotta
3 May 2018 at 13:30
Caro Sergio,
tu esalti tanto il dubbio e la tolleranza, ma non mi pare tu abbia tanti dubbi nei confronti di un ex-Segretario, ex-Premier, che ha onestamente, ripeto onestamente e senza colpi di mano, fatto il suo lavoro.
Non ti piacerà il suo operato, va bene, ma dubbio e tolleranza lasciamoli da parte.
Ognuno di noi ha tanti dubbi e poche certezze, cionondimeno, valutando al meglio con la propria coscienza, si prendono posizioni politiche e non si resta nel limbo dell’incertezza. Si può sbagliare, ma questo lo si giudica dopo.
Io non manco di rispetto a nessun dirigente: dico solo che in quasi dieci anni (Renzi non è nato ieri, la prima Leopolda è del 2010) nessuno ha saputo portare una proposta politica alternativa a quella di Renzi, che infatti ha vinto tutte le competizioni interne (eccetto la prima, a dimostrazione che la storia non va a senso unico).
Solo interdizione, anche dal tuo caro Cuperlo, che prima del referendum ha contribuito non poco alla sua depotenziazione, con tutti i distinguo ed i sofismi fatti sulla legge elettorale ed il ballottaggio.
Per non parlare di Manconi, o del da me sempre stimatissimo Realacci che, dopo un’infinità di legislature, possono anche contribuire in altro modo alla vita del Partito.
Ti rendi conto che stai parlando di persone dell’altro secolo, come te e me, e non di gente NATA dopo Berlinguer?
Questo Partito deve uscire dai vecchi schemi, dalle eterne diatribe D’Alema-Veltroni, che tanto hanno contribuito al radicamento di una perenne litigiosità senza alcun senso politico.
Tu vuoi che la sinistra sia lasciata in pace, l’hai scritto, e non ti rendi conto che la pace è, come appunto dicevo, quella eterna. L’estinzione, come i socialisti francesi, o la ghettizzazione, come quelli inglesi.
Ma che pace! qui il mondo del populismo ci sta mangiando, ci sta distruggendo, e noi dobbiamo trovare il modo di resistere e di contrattaccare, altro che acconciarci alle loro condizioni.
Lo ripeto, tra noi e M5S, uno è di troppo: alla fine resteranno o loro o noi.
O riusciamo a disinnescarli o loro otterranno il loro obbiettivo, peraltro da sempre dichiarato: toglierci di mezzo.
Macron in Francia ha trovato il modo, con l’aiuto di una legge elettorale decente, di avviare una stagione riformista.
Noi ci abbiamo provato anche prima di lui.
Io non me la sento di guardare con sufficienza a quell’esperienza. Mi piacerebbe farla come PD, ma forse è davvero impossibile.
La sinistra qui da noi c’è già: si chiamava LeU ed ha preso quattro voti in croce. A me questa prospettiva non interessa.
Sergio Staino
3 May 2018 at 16:05
Figurati a me. Ho cercato di lavorare con Renzi proprio per prendere le distanze da questo tipo di sinistra, purtroppo mi sembra di esser cascato dalla padella nella brace.
Sergio
Ormai credo di aver perso l’ orientamento, la comprensione del lessico politico e dei fondamentali di un dibattito democratico.
Ascolto Renzi da Fazio, con (mia) serenità mi sembra che dica cose assolutamente ragionevoli, condivisibili, nella sostanza conformi alla linea deliberata dalla Direzione del Partito.
Sfonda porte che dovrebbero per noi essere già abbondantemente aperte ( la abissale diversità tra PD e M5S, non per le offese ricevute ma per la inconciliabile natura, la visione, il concetto di democrazia, l’ Europa, la questione migratoria, le alleanze internazionali, le ricette socioeconomiche, i diritti civili, l’ oscenità dei due forni, il legame padronale con la Casaleggio, dobbiamo aggiungere altro?), ripropone un concetto di elementare igiene democratica, chi ha perso le elezioni deve stare alla opposizione, costruttiva, leale si ( non come quella che abbiamo subito in questi anni) , non può riassumere le redini del paese, ne va addirittura della convivenza civile , sarebbe una forzatura invisa a più della metà dell’ elettorato.
Ribadisce, Renzi, e ne ha il diritto, che la bocciatura referendaria ha bloccato il paese e l’itinerario delle riforme, che oggi se avesse vinto il Si non ci troveremo in questo stallo ( e non avremo il perpetrarsi dei conflitti Stato Regioni, il Cnel, il bicameralismo castrante etc. etc.), ma si è perso, per cui ancor più che siano i vincitori a proporre e decidere , quelli che in sei mesi avrebbero fatto le riforme istituzionali …; insomma, Renzi pecca forse di garbo istituzionale e prudenza nei confronti di Martina, lo riconosco, ma se oggi mettessimo ai voti tra gli iscritti ( e facciamolo una buona volta! ) questa linea, stravincerebbe, checchè ipotizzi Zanda.
Dunque ascolto tutto questo e … il giorno dopo il delirio.
E’ vero, Renzi non dovrebbe esistere, parlare, pensare. Non so se la cicuta sia la soluzione, valuterà lui.
Detto questo non mi sottraggo, e l’ ho fatto in altri interventi, alle critiche: ha gestito malissimo il Partito, non ha saputo riformarlo, ha indugiato su collaborazioni di profilo non eccelso, senza scadere nelle offese, però, caro Sergio, ha consentito una tragica gestione delle liste elettorali, spesso è ineducato, tutti argomenti veri, sufficienti a ritenerne non eludibili le dimissioni vere e l’ apertura, con un vero Congresso, di una fase gestionale nuova, condivisa se possibile, comunque chiara e legittimata da un patto di onestà tra tutte le anime del Partito.
Ma da qui a negargli agibilità politica, o contestarne la linea proposta solo perchè promana da lui, ce ne corre. E caro Sergio, da ultimo la tua speranza di un Renzi che voli via verso altri lidi macroniani ( tra l’ altro temo che raccoglierebbe più voti dello stesso PD), mi sembra suicida, per tutta la sinistra, per il futuro del paese . Facciamo il Congresso, votiamo, rispettiamone l’esito .
P.S. oggi ho rinnovato l’iscrizione al Partito, Laurentino 38, Roma, una mitica “periferia”.
Con piacere ho constatato un boom di iscrizioni; ieri mi ha chiamato una mia zia, da sempre elettrice Democratica, ma ora vuole iscriversi, la spinta finale gliela ha data l’ articolo di Natalia Aspesi su Repubblica di due giorni fa.
Insomma, c’è vita sulla nostra terra.
Caro Sergio, perdonami ma concordo pienamente con quello che dice Salvatore . Nel nostro circolo c’è molta discussione e solo chi non li frequenta pensa che non esistano. Esistono e discutono su quello che dice Renzi Martina Cuperlo e tanti altri. A volte le discussioni sono contrastanti ma nessuno ha mai detto che Renzi deve sparire anzi casomai il contrario. Sergio il tuo livore contro Renzi sappiamo tutti da dove ha origine ( l’Unita ). Anche per me è stato un dispiacere quando abbiamo dovuto chiuderla ma questo non mi autorizza a mettere in discussione il partito.
Lo dico francamente anche a me Renzi in alcuni suoi atteggiamenti sta sulle palle ma una cosa è certa io lo reputo l’unico rivoluzionario di questo secolo e non per le ottime riforme fatte dal suo governo ma perché è l’unico che dice la VERITÀ ad un paese che non la vuole sentire e la verità è sempre rivoluzionaria anche quando va contro alcuni interessi consolidati e sono certo che le sconfitte sono dovute a questo. Potremmo fare centinaia di esempi li conosciamo tutti.
Scusami se sono un po’ rude nei tuoi confronti ma anche a me piace la Verità.
Grazie per l’opportunità che ci dai attraverso questo blog
Marco bs
Da renziano della seconda ora mi permetto di esprimere le mie perplessità sull’attuale Renzi, che pure continuo a stimare ritenendolo uno dei pochi capaci di avere una visione complessiva dell’impegno civile in questa nostra Italia. Ciò che non mi convince in primis è l’opposizione o meglio l’acquiescenza alle tronfie dichiarazioni di vittoria dei Salvini e dei Di Maio. Vince le elezioni chi riesce a governare, non chi ha preso più voti. Si è costretti all’opposizione, non la si sceglie. Se è possibile numericamente un governo PD – 5S allora sono loro ad aver vinto ed anche numericamente la somma delle percentuali supera il 50%. Altra cosa ovviamente è verificarne la concreta fattibilità programmatica ed operativa. Ed allora mi par giusta la disponibiltà al confronto magari aspro ed intransigente con i 5S. L’accordo Lega 5S è crollato sull’operatività (leggasi poltrone). Ritengo che il ruolo emergente del PD sia dovuto al suo ottimo programma, l’unico attuabile rispetto alle favole degli altri schieramenti. Fa bene Renzi a rivendicare i meriti; fa male ad arroccarsi quasi a voler punire un elettorato che ci ha voltato le spalle. Vale per lui la metafora del bimbo che si porta via il pallone; metafora tante volte da lui stesso evocata.
In secondo luogo la posizione renziana mi pare non osservare il principio di responsabilità con un comportamento da “duro e puro” di infausta memoria. Ogni formazione politica deve misurare la bontà delle proprie prese di posizione con le conseguenze che ne deriveranno sui ceti sociali, dei quali pretende la rappresentanza. Particolarmente cruciale diventa questo principio per noi che vogliamo rappresentare gli interessi delle classi più deboli. Il discorso sarebbe lungo ma in estrema sintesi: per noi sarebbe una tragedia un bicolore Lega-5S oppure una vittoria della Destra, come purtroppo è probabile si verifichi in elezioni anticipate. Bene dunque l’operato di Martina, peraltro condiviso dai, da me stimatissimi, Fassino e Chiamparino esponenti di quella tradizione riformista piemontese concreta ed efficace. Un primo importante passo si è compiuto in Direzione con una soluzione certo di compromesso ma che lascia sperare in fasi unitarie capaci di ricostruire davvero il partito, il cui sfascio viene da tempi remoti per l’insufficienza di apparati dirigenziali indegni eredi delle migliori tradizioni riformatrici. Poche ultime parole di simpatia per Cuperlo, persona di grande spessore troppo spesso sacrificato.
Analisi semplice, saggia, concreta e, soprattutto, onesta. Sono molto molto d’accordo con te, grazie. Mi dispiace quando qualche compagno dice candidamente che un Fassino, un Veltroni o un Orlando abbiano pensato all’incontro con i grillini solo per avere delle poltrone, è un’idiozia di una cattiveria incredibile.
Sergio
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Bello l’articolo di Mario Lavia su Democratica di oggi 1^ maggio.
In esso si evidenzia come e qualmente Matteo Renzi, qualunque cosa faccia, sbaglia, perché lui è lui ed a lui non si applicano le normali categorie di giudizio applicabili agli altri.
Tutti parlano ma, se parla lui, deve stare zitto e, se sta zitto, ci si chiede cosa voglia dire e perché non parli chiaro.
Sostiene con forza la linea ufficiale del Partito (l’unica finora votata), ma è evidente che lo fa per distinguersi e portare dunque un attacco al Partito stesso ed ai dirigenti che di quella linea paiono invece impiparsi altamente.
Ma, santiddio, perché Renzi esiste?
L’abbiamo già detto mille volte: perché è l’unico che esprima una linea politica e non una critica alla linea altrui, come invece fanno tutti gli altri dirigenti, anche i più pensosi ed ideologicamente attrezzati.
E allora mi viene in mente Socrate, per contrastare il quale l’establishment ateniese del 400 a.C. non seppe trovare altro che il processo e la condanna a morte.
Ecco, un bel bicchierone di cicuta ed il problema è risolto alla radice.
Quale la colpa? Esistere ed essere poco controllabile, proprio come Socrate. Non importano meriti acquisiti, seguito popolare, storia, macché!, il sistema non tollera la sua presenza e, pur con una condanna evidentemente spropositata, recide il ramo che non vuole piegarsi.
Non so se Matteo apprezzerà il paragone, ma a tanto siamo arrivati e non si vede altra via d’uscita per la pace del Partito ed il bene dell’umanità.
La pace, sì, la pace eterna!
Caro Ernesto,
mi avvilisce constatare che tutta l’elaborazione della mia vita intorno al dubbio, alla tolleranza, all’impegno rispettoso delle idee degli altri con il convincimento di non cadere mai nella retorica dogmatica, si riveli adesso acqua sporca da buttar via. Non ti sembra che questo tuo atteggiamento così acritico e insofferente ricordi molto l’infame “credere, obbedire e combattere”? Per me il dubbio e la critica perenne sono il sale vitale di ogni istituzione che voglia agire nel reale per cambiarlo spero in senso positivo. Come fai a considerare le obiezioni di Cuperlo come vuota e stentorea metodologia del nulla? Gianni è stato uno dei principali artefici della campagna per il referendum e per le elezioni politiche. Pur criticando in tante parti il programma e l’azione di Renzi non si è mai sottratto ai suoi doveri di militante del partito, mai, pagandone anche le conseguenze e non candidandosi al parlamento come segno di grande rispetto e umiltà verso la linea prevalente nel partito. Oggigiorno Renzi si comporta come un piccolo ras, rinnegando per l’ennesima volta tutte le promesse di collegialità e di ascolto degli altri che aveva fatto a più riprese, compresa l’ultima il giorno delle dimissioni. Chiunque esprime un dubbio è un gufo, è un detrattore, è uno che rema contro, è un nemico del popolo. Non vedi che ormai si sta comportando nello stesso modo in cui si è comportato negli ultimi decenni D’Alema? Non vedi che è preso dalla stessa paranoia di autoreferenzialità? I due si equivalgono e, come ironia della storia, Renzi sta distruggendo quel poco del partito che era sopravvissuto al dogmatismo dalemiano. Eppure abbiamo un governo che è sicuramente uno dei migliori che abbia visto la nostra storia repubblicana. Abbiamo un segretario che si muove con un’attenzione e un rispetto della migliore tradizione democratica e socialista. Abbiamo delle personalità operative di grande valore come Manconi o Realacci che vengono invece messi da una parte per far posto a burocrati ottusi come Andrea Romano o Andrea Marcucci. Faccio nomi simbolici per chiarire il mio pensiero e per cercare di far capire perché non posso aderire a questo spirito iper combattivo da magnifiche sorti e progressive. Il partito intorno a noi è distrutto, renditene conto, non esiste più nei territori, e tu te la prendi proprio con coloro che cercano di capirne le cause e con passione e sofferenza lavorando per ricostruirlo. Marcucci applaudirà il giorno in cui avremo un governo 5 Stelle-Lega; io applaudirò il giorno in cui avremo un governo del Presidente e un Renzi che se ne va con Macron lasciando in pace la sinistra.
Un abbraccio
Sergio
Caro Sergio,
tu esalti tanto il dubbio e la tolleranza, ma non mi pare tu abbia tanti dubbi nei confronti di un ex-Segretario, ex-Premier, che ha onestamente, ripeto onestamente e senza colpi di mano, fatto il suo lavoro.
Non ti piacerà il suo operato, va bene, ma dubbio e tolleranza lasciamoli da parte.
Ognuno di noi ha tanti dubbi e poche certezze, cionondimeno, valutando al meglio con la propria coscienza, si prendono posizioni politiche e non si resta nel limbo dell’incertezza. Si può sbagliare, ma questo lo si giudica dopo.
Io non manco di rispetto a nessun dirigente: dico solo che in quasi dieci anni (Renzi non è nato ieri, la prima Leopolda è del 2010) nessuno ha saputo portare una proposta politica alternativa a quella di Renzi, che infatti ha vinto tutte le competizioni interne (eccetto la prima, a dimostrazione che la storia non va a senso unico).
Solo interdizione, anche dal tuo caro Cuperlo, che prima del referendum ha contribuito non poco alla sua depotenziazione, con tutti i distinguo ed i sofismi fatti sulla legge elettorale ed il ballottaggio.
Per non parlare di Manconi, o del da me sempre stimatissimo Realacci che, dopo un’infinità di legislature, possono anche contribuire in altro modo alla vita del Partito.
Ti rendi conto che stai parlando di persone dell’altro secolo, come te e me, e non di gente NATA dopo Berlinguer?
Questo Partito deve uscire dai vecchi schemi, dalle eterne diatribe D’Alema-Veltroni, che tanto hanno contribuito al radicamento di una perenne litigiosità senza alcun senso politico.
Tu vuoi che la sinistra sia lasciata in pace, l’hai scritto, e non ti rendi conto che la pace è, come appunto dicevo, quella eterna. L’estinzione, come i socialisti francesi, o la ghettizzazione, come quelli inglesi.
Ma che pace! qui il mondo del populismo ci sta mangiando, ci sta distruggendo, e noi dobbiamo trovare il modo di resistere e di contrattaccare, altro che acconciarci alle loro condizioni.
Lo ripeto, tra noi e M5S, uno è di troppo: alla fine resteranno o loro o noi.
O riusciamo a disinnescarli o loro otterranno il loro obbiettivo, peraltro da sempre dichiarato: toglierci di mezzo.
Macron in Francia ha trovato il modo, con l’aiuto di una legge elettorale decente, di avviare una stagione riformista.
Noi ci abbiamo provato anche prima di lui.
Io non me la sento di guardare con sufficienza a quell’esperienza. Mi piacerebbe farla come PD, ma forse è davvero impossibile.
La sinistra qui da noi c’è già: si chiamava LeU ed ha preso quattro voti in croce. A me questa prospettiva non interessa.
Figurati a me. Ho cercato di lavorare con Renzi proprio per prendere le distanze da questo tipo di sinistra, purtroppo mi sembra di esser cascato dalla padella nella brace.
Sergio
ConConcorcordo
Concordo con Trotta. La vignetta di Vincimo sul Foglio di oggi rende bene l’idea.
Ormai credo di aver perso l’ orientamento, la comprensione del lessico politico e dei fondamentali di un dibattito democratico.
Ascolto Renzi da Fazio, con (mia) serenità mi sembra che dica cose assolutamente ragionevoli, condivisibili, nella sostanza conformi alla linea deliberata dalla Direzione del Partito.
Sfonda porte che dovrebbero per noi essere già abbondantemente aperte ( la abissale diversità tra PD e M5S, non per le offese ricevute ma per la inconciliabile natura, la visione, il concetto di democrazia, l’ Europa, la questione migratoria, le alleanze internazionali, le ricette socioeconomiche, i diritti civili, l’ oscenità dei due forni, il legame padronale con la Casaleggio, dobbiamo aggiungere altro?), ripropone un concetto di elementare igiene democratica, chi ha perso le elezioni deve stare alla opposizione, costruttiva, leale si ( non come quella che abbiamo subito in questi anni) , non può riassumere le redini del paese, ne va addirittura della convivenza civile , sarebbe una forzatura invisa a più della metà dell’ elettorato.
Ribadisce, Renzi, e ne ha il diritto, che la bocciatura referendaria ha bloccato il paese e l’itinerario delle riforme, che oggi se avesse vinto il Si non ci troveremo in questo stallo ( e non avremo il perpetrarsi dei conflitti Stato Regioni, il Cnel, il bicameralismo castrante etc. etc.), ma si è perso, per cui ancor più che siano i vincitori a proporre e decidere , quelli che in sei mesi avrebbero fatto le riforme istituzionali …; insomma, Renzi pecca forse di garbo istituzionale e prudenza nei confronti di Martina, lo riconosco, ma se oggi mettessimo ai voti tra gli iscritti ( e facciamolo una buona volta! ) questa linea, stravincerebbe, checchè ipotizzi Zanda.
Dunque ascolto tutto questo e … il giorno dopo il delirio.
E’ vero, Renzi non dovrebbe esistere, parlare, pensare. Non so se la cicuta sia la soluzione, valuterà lui.
Detto questo non mi sottraggo, e l’ ho fatto in altri interventi, alle critiche: ha gestito malissimo il Partito, non ha saputo riformarlo, ha indugiato su collaborazioni di profilo non eccelso, senza scadere nelle offese, però, caro Sergio, ha consentito una tragica gestione delle liste elettorali, spesso è ineducato, tutti argomenti veri, sufficienti a ritenerne non eludibili le dimissioni vere e l’ apertura, con un vero Congresso, di una fase gestionale nuova, condivisa se possibile, comunque chiara e legittimata da un patto di onestà tra tutte le anime del Partito.
Ma da qui a negargli agibilità politica, o contestarne la linea proposta solo perchè promana da lui, ce ne corre. E caro Sergio, da ultimo la tua speranza di un Renzi che voli via verso altri lidi macroniani ( tra l’ altro temo che raccoglierebbe più voti dello stesso PD), mi sembra suicida, per tutta la sinistra, per il futuro del paese . Facciamo il Congresso, votiamo, rispettiamone l’esito .
P.S. oggi ho rinnovato l’iscrizione al Partito, Laurentino 38, Roma, una mitica “periferia”.
Con piacere ho constatato un boom di iscrizioni; ieri mi ha chiamato una mia zia, da sempre elettrice Democratica, ma ora vuole iscriversi, la spinta finale gliela ha data l’ articolo di Natalia Aspesi su Repubblica di due giorni fa.
Insomma, c’è vita sulla nostra terra.
salvatore
Caro Sergio, perdonami ma concordo pienamente con quello che dice Salvatore . Nel nostro circolo c’è molta discussione e solo chi non li frequenta pensa che non esistano. Esistono e discutono su quello che dice Renzi Martina Cuperlo e tanti altri. A volte le discussioni sono contrastanti ma nessuno ha mai detto che Renzi deve sparire anzi casomai il contrario. Sergio il tuo livore contro Renzi sappiamo tutti da dove ha origine ( l’Unita ). Anche per me è stato un dispiacere quando abbiamo dovuto chiuderla ma questo non mi autorizza a mettere in discussione il partito.
Lo dico francamente anche a me Renzi in alcuni suoi atteggiamenti sta sulle palle ma una cosa è certa io lo reputo l’unico rivoluzionario di questo secolo e non per le ottime riforme fatte dal suo governo ma perché è l’unico che dice la VERITÀ ad un paese che non la vuole sentire e la verità è sempre rivoluzionaria anche quando va contro alcuni interessi consolidati e sono certo che le sconfitte sono dovute a questo. Potremmo fare centinaia di esempi li conosciamo tutti.
Scusami se sono un po’ rude nei tuoi confronti ma anche a me piace la Verità.
Grazie per l’opportunità che ci dai attraverso questo blog
Marco bs
Da renziano della seconda ora mi permetto di esprimere le mie perplessità sull’attuale Renzi, che pure continuo a stimare ritenendolo uno dei pochi capaci di avere una visione complessiva dell’impegno civile in questa nostra Italia. Ciò che non mi convince in primis è l’opposizione o meglio l’acquiescenza alle tronfie dichiarazioni di vittoria dei Salvini e dei Di Maio. Vince le elezioni chi riesce a governare, non chi ha preso più voti. Si è costretti all’opposizione, non la si sceglie. Se è possibile numericamente un governo PD – 5S allora sono loro ad aver vinto ed anche numericamente la somma delle percentuali supera il 50%. Altra cosa ovviamente è verificarne la concreta fattibilità programmatica ed operativa. Ed allora mi par giusta la disponibiltà al confronto magari aspro ed intransigente con i 5S. L’accordo Lega 5S è crollato sull’operatività (leggasi poltrone). Ritengo che il ruolo emergente del PD sia dovuto al suo ottimo programma, l’unico attuabile rispetto alle favole degli altri schieramenti. Fa bene Renzi a rivendicare i meriti; fa male ad arroccarsi quasi a voler punire un elettorato che ci ha voltato le spalle. Vale per lui la metafora del bimbo che si porta via il pallone; metafora tante volte da lui stesso evocata.
In secondo luogo la posizione renziana mi pare non osservare il principio di responsabilità con un comportamento da “duro e puro” di infausta memoria. Ogni formazione politica deve misurare la bontà delle proprie prese di posizione con le conseguenze che ne deriveranno sui ceti sociali, dei quali pretende la rappresentanza. Particolarmente cruciale diventa questo principio per noi che vogliamo rappresentare gli interessi delle classi più deboli. Il discorso sarebbe lungo ma in estrema sintesi: per noi sarebbe una tragedia un bicolore Lega-5S oppure una vittoria della Destra, come purtroppo è probabile si verifichi in elezioni anticipate. Bene dunque l’operato di Martina, peraltro condiviso dai, da me stimatissimi, Fassino e Chiamparino esponenti di quella tradizione riformista piemontese concreta ed efficace. Un primo importante passo si è compiuto in Direzione con una soluzione certo di compromesso ma che lascia sperare in fasi unitarie capaci di ricostruire davvero il partito, il cui sfascio viene da tempi remoti per l’insufficienza di apparati dirigenziali indegni eredi delle migliori tradizioni riformatrici. Poche ultime parole di simpatia per Cuperlo, persona di grande spessore troppo spesso sacrificato.
Analisi semplice, saggia, concreta e, soprattutto, onesta. Sono molto molto d’accordo con te, grazie. Mi dispiace quando qualche compagno dice candidamente che un Fassino, un Veltroni o un Orlando abbiano pensato all’incontro con i grillini solo per avere delle poltrone, è un’idiozia di una cattiveria incredibile.
Sergio