Caro Sergio,
Brusca, uno dei responsabili della strage di Capaci, esce dal carcere dopo 25 anni. Un tempo lungo. Per un reato orrendo. Sulla rivista Frigidaire, tanti anni fa (o Freezer?), ricordo l’intervista all’avvocato difensore di alcuni brigatisti. (“Loro sanno – diceva – che sono socialista”). L’avvocato parlava dell’ergastolo, “istituito inaccettabile, che distrugge la persona”. Parole folgoranti, per me. La differenza tra lo stato di diritto e il potere mafioso di tipo tribale e patriarcale, o altre forme autoritarie e violente, è questa: uno stato di diritto applica i suoi principi anche a chi li ha combattuti.
Poi certo, da qualche parte c’è il bla bla “in galera e buttar via la chiave”. Repubblica che ieri fa il titolo “caccia ai complici”, a proposito di un caso giudiziario tragico (quello della funivia) ma ancora tutto da chiarire, che richiederà lunghe indagini (non di “caccia”). (Occorrerebbe forse un intervento per salvare Repubblica dall’imbarbarimento e dalla disalfabetizzazione). C’è il “tutti ladri” usato per conquistare il potere che diventa “eh no bisogna fare attenzione alle persone” quando al potere ci si vuole incollare (l’eterna commedia degli arrivisti ignoranti). Certo, c’è tutto questo. Ma quella vecchia intervista resta in me, come un barlume di civiltà.
Un caro saluto,
Maurizio Puppo
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Io sono contro la pena di morte ed a favore della pena rieducativa. Credo anche che chi collabora con la giustizia e quindi con lo stato democratico, solidale ed egualitario abbia diritto allo sconto di pena. Non si può negare, secondo me, al “collaboratore/trice di giustizia” il premio promesso anche se trattasi di un pericoloso assassino come Giovanni Brusca. Mi piacerebbe conoscere le motivazioni di chi la pensa diversamente da me sulla legge per “i pentiti” voluta dal giudice Falcone, che sicuramente non protesterebbe per la scarcerazione per fine pena del suo assassino Giovanni Brusca. Buona giornata a chi legge Antonio De Matteo MI