Io, Staino, l’amarezza e un nuovo sorriso
Marina Corradi, Avvenire, 1 ottobre 2017
E’ il creatore di Bobo, il marxista leninista con gli occhiali sopra a un grosso naso, sempre perplesso circa l’evolversi dei tempi e gli sbandamenti del Partito, o di ciò che ne rimane. E’ da quarant’anni vignettista per l’Unità , l’Espresso e molte altre testate e programmi televisivi. E’, tuttora, da alcuni mesi, anche direttore dell’Unità, benché il giornale al momento non esca in edicola. Ed è perfino presidente onorario della UAAR, Unione atei e agnostici razionalisti. Eppure Sergio Staino, toscano di Piancastagnaio, 77 anni, da oggi la domenica pubblica una sua striscia su Avvenire. Titolo: “Hello Jesus”. C’è di che fare sobbalzare molti lettori: dei nostri, e dei suoi. Come nasce questa idea, e questa collaborazione?
“Già otto anni fa – risponde – ho messo mano a questo mio Gesù, ma non ho mai pubblicato le strisce. Solo ora le ho proposte a Avvenire, giornale di cui ho stima. Trovo che il giornalismo cristiano abbia uno sguardo aperto sulla realtà. Devo dire anche che io sono cresciuto, come tanti, in un oratorio, e con dei preti simpatici. Se ci credevo? Ero un bambino che si voltava di scatto, sperando di vedere l’angelo custode. Mio nonno, anarchico e non credente, mi fece mandare a dottrina: “Da grande, deciderà lui..”. E infatti da ragazzo ho deciso: mi sono ritrovato incapace di credere a qualcosa di non materiale, di non scientificamente dimostrabile. Sono stato poi appieno un sessantottino, un figlio dei fiori, e contro la famiglia tradizionale. Con tutto ciò quando incontravo don Ernesto Balducci, mio amico e conterraneo, mi diceva: “Guarda, Sergio, che tu in fondo sei più credente di me”.
Però mi pare di capire che lei di fatto non è credente.
“No. Per me Gesù è un bellissimo personaggio storico, il primo dei socialisti, il primo a combattere per i poveri. Lo dico sempre, quando vado nelle scuole a parlare: non mi toccate Gesù, che ha fatto tanto bene al mondo…”
Però il punto è che Gesù sosteneva di essere morto e risorto…
Staino sorride, da toscano la mette in facezia: “Massì, va bene, Gesù aveva questa sua idea fissa…”
Lei quindi riesce a prescindere dal Gesù figlio di Dio, e a considerare semplicemente l’uomo?
“Sì. E mi incuriosisce la vita di quell’uomo fino ai trent’anni, quando era il figlio di un artigiano e di una madre apparentemente come le altre. E’ su questo Gesù della vita privata che mi concentrerò soprattutto nelle strisce per Avvenire. Vede, io che credevo da ragazzo nel libero amore mi ritrovo oggi con una famiglia in sostanza tradizionale, due figli, tre nipotini che amo molto. Mi dico perfino: Sergio, sei diventato di un tradizionalismo orribile. Ma è bella, questa realtà familiare in cui mi trovo, e così il Gesù che ho immaginato somiglia a mio figlio quando aveva vent’anni, e portava i capelli lunghi. Giuseppe e Maria sono invecchiati e sono molto preoccupati di quel figlio che parla di andare nel deserto e fare il profeta, invece di mettersi a lavorare nell’aziendina di famiglia. E c’è un promoter televisivo che si fa avanti con proposte allettanti, e ha la faccia di Grillo, e le corna del diavolo…”
Visto che sfiora l’argomento, cosa rimane a Sergio Staino della sua lunga passione politica?
“Amarezza, moltissima. Continuo a arrabbiarmi molto. Eppure sono sempre convinto che la democrazia non può essere messa in discussione. Le grida dei leghisti e dei grillini proprio non le sopporto. Io immagino uomini impegnati in politica che al mattino sorridano alla prima persona che incontrano, chiunque essa sia. Vedo tanti, e anche fra i giornalisti, che al mattino si alzano e si chiedono: chi è il nemico, oggi? Hanno sostituito il sol dell’avvenire con la forca”.
Lei, in questo equivoco non è mai caduto?
“Sì, anche io ho avuto uno sbandamento, ai tempi della battaglia contro Craxi. Ma quando vidi il lancio di monetine di cui fu oggetto, a Roma, davanti all’hotel Raphael, mi risvegliai. Capii che dallo scontro politico si era passati alla aggressione alla persona. Al Raphael vidi il primo “vaffa” della storia della Repubblica”.
Quello del lanciare, per i cristiani è un argomento delicato. Monetine o pietre, comunque dovrebbe farlo solo chi è senza peccato…
“Vero, e lo condivido. Ecco, c’è questo lungo amore e battaglia fra la tradizione cristiana in me, figlio di un carabiniere del Sud sfuggito al bracciantato e di una madre che andava in chiesa, ma nipote di un anarchico. Le racconto una storia: mia madre, praticante ma di famiglia comunista, prima del 18 aprile ’48 andò a confessarsi. Un giovane prete le domandò: “Ma lei cosa vota, il 18 aprile? Se non vota come dice la Chiesa non posso darle l’assoluzione”. E mia madre, rossa come un peperone: allora, reverendo, l’assoluzione se la tenga… Tanti anni dopo raccontai questa storia a un caro amico, Carlin Petrini, quello di Slow Food e Terra Madre. Petrini ricevette poco dopo una lunga telefonata di papa Francesco. E gli riportò la faccenda della assoluzione mancata di mia madre. “Dica alla madre di quel suo amico – rispose il Papa, sorridendo – che quella assoluzione se la vuole gliela dò io….”
Immagino che Francesco le piaccia.
“Amo di lui prima di tutto le sue radici di figlio di migranti, che respiro in famiglia, perché mia moglie è peruviana figlia di italiani immigrati. Trovo che quest’uomo sia per il mondo una boccata di ossigeno”.
Torniamo al suo Gesù. Ma se lei lo incontrasse che cosa gli direbbe?
Ci pensa un attimo. Poi: “Gli direi di venire a cena con me. A tavola, è il modo più bello per stare con gli amici”.
E di cosa gli parlerebbe?
Esita. “Non c’ho pensato. Credo che gli parlerei di ciò che mi angoscia nello scenario politico oggi, di questa Catalogna che vuole dividersi dalla Spagna e mi fa temere nuovi fantasmi nazionalisti, e del referendum e del dramma dei curdi invece, di cui non importa niente a nessuno….”
E per un attimo tu che ascolti ti immagini l’ex sessantottino con i capelli bianchi e quel commensale a tavola, che discutono e si appassionano circa il mondo dell’Anno Domini 2017.
Senta, Staino, ma cosa direbbe Bobo, il suo famoso uomo di sinistra pensoso e ironico, a sentire che lei disegna per Avvenire?
Sorride Staino: “Bobo sarebbe contento. Avrebbe qualche problema Molotov, il suo amico comunista”ortodosso”…
E lei cosa direbbe per presentarsi ai lettori di Avvenire?
“Semplicemente, sono qui, eccomi. Vede, io da molti anni sono quasi cieco, per una malattia che mi ha colpito. E’ una vita che combatto strenuamente per continuare a disegnare, ciò che mi piace di più al mondo. Prima disegnavo a mano, poi ho scoperto il fantastico mondo della tecnologia. Non mi sono mai arreso. Comunque, quelli che mi vengono davanti io non li vedo. Allora li abbraccio, li stringo. Questo farei, con i lettori di Avvenire”. E chissà come la prenderanno i suoi amici della UAAR, che ancora non sanno niente.
12 Comments
Caro Sergio,
un vero laico non rifugge la religione, né tanto meno la religiosità, sentimento difficile da definire, ma presente in ogni persona sensibile e cosciente della propria limitatezza di essere umano.
Vai, porta la tua intelligenza a quel pubblico cattolico, forse poco abituato a sorridere, soprattutto riguardo a sé stessi.
Gli farà un gran bene uno sguardo razionalista, ma rispettoso del sentimento personale e del bisogno di trascendenza.
Dobbiamo, noi di sinistra, dare concreto esempio che mai più la religione deve costituire un elemento di divisione politica.
Date a Cesare … e date a Dio … E’ il primo precetto della modernità.
Non mischiare mai le cose pubbliche (res publicae) riguardanti l’organizzazione della vita associata, con i sentimenti e le esigenze personali e spirituali.
Non c’è bisogno di essere credenti per essere buoni, ma bisognerebbe essere buoni per essere credenti.
Questo non capita sempre, e allora diamo l’esempio: noi ci siamo sempre, dovunque ci si batta per l’uguaglianza, la libertà e la giustizia.
Auguri per il tuo nuovo impegno.
Ernesto Trotta
Torino
Sergio, pensa come sarebbe bello il mondo se ci si potesse sedere a tavola con chiunque, anche con Salvini, Grillo e Forza Nuova. Ma non succederà, quelli hanno le corna, c’è poco da fare. Allora sediamoci noi, cialtroni cattolici, comunisti con la testa nelle nuvole, atei agnostici come era la nostra adorabile boccalona Margherita e facciamoci delle letture varie. Col Vangelo parteciperà Jesus che ha predicato solo tre anni, ma cazzo ne ha dette di cose!
Da cattolico praticante non posso non applaudire a questa intervista carica di considerazioni non banali su Gesù Vero Uomo. Spesso purtroppo ci si divide tra la bigotta della domenica e l’ateo mainstream che scialacqua la non esistenza di Dio solo perché fa figo. Ma è stato Immanuel Kant a dimostrare che scientificamente non si può dimostrare né l’esistenza né l’inesistenza di Dio.
Quindi… Che ventata d’aria fresca questa stima da non credente di Gesù!
MT
Caro, siamo tutti in Cina per il congresso di Slow Food e abbiamo letto della tua collaborazione con Avvenire. Il commento di Luciana Castellina: “Bravo, si è spostato a sinistra”. Ti baciamo.
Cinzia Scaffidi
Carissimo Sergio,
ieri vederti su “Avvenire” è stato molto bello e divertente. Ora, oltre alle eccellenti pagine di esteri e spesso di cultura ho un motivo in più per metterlo in mazzetta.
Far sorridere (e sorridendo farli pensare) gli “infedeli” è missione meritoria e lodevole.
Un abbraccio
Valter Vecellio
Ma cosa sarebbe la sinistra senza Luciana Castellina??
Ci è tanto di aiuto in questi momenti di smarrimento …
Bello sapere che c’è sempre qualcuno che ha le idee CHIARISSIME!
Pensavate mica che D’Alema fosse solo?
Saluti ai compagni cinesi.
È una cosa bella. Pasolini ti amerebbe.
Bravo Sergio.
Gesù il primo socialista della storia! Bellissima intervista caro Sergio! Ecco quanto scriveva Camillo Prampolini, uno dei padri del socialismo riformista, uomo della mia terra reggiana, nella predica di Natale del 1897, rivolta ai cattolici che uscivano dalla messa della vigilia: “Voi potete andare in chiesa ogni giorno, voi potete ogni giorno confessarvi e comunicarvi, voi potete recitare quante preghiere volete, ma se assistete indifferenti alle miserie e alle ingiustizie che vi circondano, se nulla fate perché esse debbano scomparire, voi non avete nulla in comune con Cristo… voi non avete diritto di chiamarvi cristiani”. Voglio venire a tavola con te, Sergio, per gustarmi la tua adorabile compagnia.
Sergio, bellissima intervista!
Grazie, un abbraccio.
Silvano
Ciao Sergio, sono Cathia del Circolo Uaar di Venezia. Perché mai un ateo dovrebbe rinunciare a fare il proprio lavoro di vignettista e autodiscriminarsi? Hai fatto bene ad accettare la proposta di Avvenire non tacendo la tua visione della non credenza, e poi in fondo mi sa che in quella testata di atei ce ne sono già tanti! E in Uaar tanti “talebani”!
Con la tua intelligenza saprai usare la giusta dose di ironia che è motore di riflessione per tutti. Buone vignette!
Un bacione grosso da Cathia
carissimo Sergio, questa bella intervista l’ho condivisa su Facebook scrivendo di avere te, vecchio comunista, come modello e mito perché in effetti, pur essendo più anziana di te di qualche anno, seguo il tuo pensiero come una scolara.
In questo periodo di confusione, di dubbi e incertezze anche su chi votare “dei nostri” nei cui pensieri non ti riconosci, avere e stimare un amico non credente come te che, come me, ammira l’uomo Gesù e ci farebbe volentieri una chiacchierata a tavola, mi conferma il convincimento che il “restiamo umani” invocato dall’amico Alex Langer è l’unica strada da percorrere, la sola ancora di salvezza per chi è smarrito.
Ammetterai che un comunista umano è quasi un ossimoro per certi pregiudizi, come un comunista che scrive sul giornale cattolico l’Avvenire!
Basta credere che l’Intelligenza, oltre la Bellezza, salverà il mondo ed ecco che la cosa si fa possibile, un grande abbraccio dall’amica palermitana Rosanna.
Carissimo Compagno Direttore,
in riferimento – generale – alle Tue strisce su “Avvenire”, mi hanno raccontato questa che devo riferirTi, come fossimo in un’osteria emiliana o toscana: insomma un covo di socialcomunisti scomunicati (ricordaTi che io, per quanto perplesso, mi professo ancora cattolico, apostolico, romano, ma già militante del PCI):
Un uomo entra in una chiesa, si accosta al confessionale. Si sposta una tendina ed una voce suadente gli chiede: dimmi, figliolo, quante volte? L’uomo si schermisce e risponde: no Padre, sono venuto ad essere consolato, perché mi è morto il cagnolino. Risponde la voce suadente: Ma, figliolo, è nella natura delle cose. Fattene una ragione. Continua, allora, il confitente: Padre, mi consolerebbe molto poter seppellire il cagnolino in un funerale accompagnato da Lei. Risponde la stessa voce: Figliuolo, ma cosa dici e chiedi? Non è ammissibile!
Seguita l’uomo: Sono disposto a sobbarcarmi tutti gli oneri ed i costi della cerimonia funebre: ho stanziato non meno di diecimila euro, salvo ulteriori costi.
La voce suadente risponde: Oh, figliolo, dovevi dirmelo subito che il cagnolino era cattolico!.
Trovo la storiella molto graziosa, non so Tu.
Ciao
Sergio Cassanello