Chi conosce Roberto Benigni, chi lo ama, chi si è innamorato insieme a lui di Dante e della Costituzione, del Cioni e di Troisi, chi vuole bene a questo straordinario attore, oggi sa che è lui – non il pubblico, non i poveretti che insultano e ripetono “300.000 euro” come un disco rotto – ma LUI che non meritava una serata del genere.
Lungo, lunghissimo, infinito, stanco, ripetitivo, monocorde, mai un guizzo, mai un momento di stupore.
E un aggettivo che costa da morire attribuire a lui: banale.
Ieri il pubblico dell’Ariston non si è alzato in piedi non perché è stupido o incolto.
Ma semplicemente perché il Benigni di ieri sera non lo meritava.
Capita. E il massimo onore che possiamo attribuire all’uomo e all’artista meraviglioso che è ed è stato è riconoscerlo.
3 Comments
Era così diverso dal monologo sull’inno nazionale, o sulla Costituzione, o sul Paradiso, o Paolo e Francesca?
Questo pubblico, che impazzisce per Al Bano e Romina, è così raffinato da sdegnare la Bibbia?
Non sarà che abbiamo consumato anche Benigni e adesso ci sembra banale?
Meditiamo, gente, meditiamo su cosa siamo diventati noi…
La nostra società è impostata sui quiz con le risposte orientate e stabilite tra cui scegliere. I sondaggi sono organizzati con lo stesso criterio. Non ci chiedono di risolvere un problema con le nostre conoscenze, ma di scegliere tra le risposte preparate con una croce. In politica ci chiedono di votare a favore o contro qualcuno e non scegliere tra chi risolve meglio i nostri problemi.
Il pubblico negli spettacoli è scelto e guidato, tante’ che applaude su richiesta: basta che qualcuno cominci a battere le mani. In questo mondo si afferma sempre di più il ” parlare con la pancia ” che io traduco (scusate la parolaccia ) con il culo. Quando si sostituisce la suddetta parte del corpo con quella che si trova al lato oposto del nostro corpo è difficile produrre qualcosa di buono. Forse è arrivato il tempo di utilizzare la propria testa e cosi confermeremo che Benigni resta un grande anche quando spiega la bibbia che non è un testo molto razionale. Buona giornata a tutti. Antonio De Matteo Pescara
Puo’ capitare a tutti la serata storta, anche ai grandi artisti come Benigni.
Il suo prologo è stato lungo, stanco e ripetitivo, sempre alla sua altezza invece la lettura del cantico dei cantici.
Probabile che la direzione del festival gli abbia assegnato un lasso di tempo da coprire e lui non era in serata.
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