Caro Sergio.
In età avanzata gli innamoramenti sono pericolosi, ma lo sono di più le infatuazioni. E tu, scusa se te lo dico, vai soggetto a queste ultime. Ti infatuasti, a suo tempo, di Renzi. Poi, credo per la vicenda “Unità”, hai preso a detestarlo. Dopo di che ti sei infatuato prima di Orlando (?) e poi di Cuperlo. Io l’ho letta la sua relazione e contro le mie abitudini (detesto i discorsi lunghi, chiunque li pronunci!), seppure facendo diverse pause, sono andato fino in fondo. Vuoi un mio giudizio? Bellissima relazione, nella forma (Cuperlo dovrebbe fare lo scrittore, ma proprio di professione), ma assolutamente deludente nella sostanza. Intendiamoci, contiene diversi aspetti condivisibili (ci mancherebbe, considerando il “malloppo”!), ma per me contiene soprattutto vecchie, stantie e inconcludenti teorie tanto care a Gianni. Che volendo insistere nel riproporcele dimostra sì di essere convinto di ciò che dice ma continua ad ignorare i tantissimi, la stragrande maggioranza, che non la pensa come lui. Perché, gira e rigira, la questione è sempre quella, Matteo Renzi. E qui torniamo a quello che per me rimane il “peccato originale” della sinistra nella quale Cuperlo e altri continuano ad identificarsi, l’avere cioè affossato il referendum sulle riforme, spingendo a votare No, per “tarpare le ali” a Renzi e impedirgli di prendere il volo! Perché lo sappiamo bene tutti, caro Sergio, che se avesse vinto il Si, com’era logico e giusto che fosse, oggi saremmo qui a raccontare e raccontarci un’altra storia! Rileggiti, ti prego, l’Unità del 10.12.2016 (se non ce l’hai te la mando io), quella in cui pubblicasti in prima pagina la lettera di Teresa Vergalli e nella rubrica “lettere” la riproduzione di quella di dimissioni dal PD di un iscritto “storico”, quel Primo Panaro di Vado Ligure “nauseato” dal brindisi di certi “compagni” per la vittoria del No. E sullo stesso tema rileggiti, per favore, la mia lettera (v. sotto) di dura contestazione a Cuperlo, che ti ho inviato e che tu hai pubblicato su l’Unità. E se credi vai anche ai miei successivi commenti, sempre molto critici, a volte aspramente, su dichiarazioni di Cuperlo che hai postato sul Blog. In particolare, ti ricordo il mio netto dissenso verso lui per l’esito, molto ambiguo e mai definitivamente chiarito, della sua intermediazione tra Renzi e Bersani sulla nota questione delle modifiche all’Italicum. Ricordi? Su di lui la penso sempre allo stesso modo, da tanto tempo, e devo dire che non mi ha mai dato un motivo per cambiare idea.
Vedi, caro Sergio, l’aspetto per me più sorprendente della fase politica attuale e il costatare che mentre una parte di “certa” sinistra vorrebbe tirare il “colpo di grazia” a un Renzi che, clamorosamente sbagliando, ritiene politicamente “moribondo”, a rivalutarne la figura e riconoscerne i meriti sono personaggi politici che non ti aspetteresti. Mi riferisco a Guido Crosetto, che politicamente è lontano anni luce dalle mie, dalle nostre, idee ma che è persona seria e soprattutto onesta intellettualmente, il che lo pone al di fuori del contesto politico per collocarlo in quello umano. Dopo aver letto qualche suo post su FB, in cui esprimeva apprezzamento per Renzi, l’ho sentito stamane a Omnibus dichiarare, riferendosi alle ambiguità comportamentali del M5s, come in realtà colui che voleva eliminare i privilegi negli apparati statali fosse proprio Renzi (tant’è che se li è inimicati!), mentre agli stessi Di Maio “lisciava il pelo”! Per dirti il rispetto che provano per lui anche certi avversari politici. Gli altri, temendolo, hanno cercato di infangarne la figura in tutti i modi, e tu sai come e quanto. Quello che si ostinano a non voler capire e accettare Cuperlo, Orlando, Emiliano e altri è che il19% scaso delle ultime politiche è costituito al 90% (almeno) da elettori che hanno votato PD per Renzi e che se Renzi lascia il Partito e se ne fa uno suo quei voti se li porta dietro quasi tutti! Dove si dimostra che gli ideali in politica contano fino a un certo punto perché il valore vero sono le persone che li incarnano e come li perseguono.
Un abbraccio.
Silvano
Caro Sergio.
Ho letto gli “estratti” della relazione di Cuperlo pubblicati su l’Unità di oggi. Seppure accorato, il suo invito a Renzi mi suona “stonato”, perché un conto sarebbe parlare di sconfitta se alla prova referendaria il partito si fosse presentato unito e compatto, in un clima da “tre moschettieri” per intenderci, mentre sappiamo bene che invece le cose sono andate molto diversamente. La guerra contro Renzi è stata scatenata non appena lui, vinte le primarie, ha manifestato l’intenzione di “svecchiare” il quadro dirigente del partito e i nostri “gerontocrati”, con i loro vassalli, vassallini e vassalliferi hanno immediatamente impugnato le armi. La “vera” campagna per il No l’hanno fatta la minoranza Pd, la Cgil, l’Arci e l’Anpi, assieme a tutti i fuorusciti del Pd e all’estrema sinistra. Sono fermo nel mio convincimento che la causa prima della sconfitta sia da ricercare qui. Quindi dire, come fa Cuperlo, che “dobbiamo prendere atto della sconfitta” e trarne le conclusioni, con ciò di fatto chiedendo le dimissioni di Renzi e la convocazione del congresso, lo considero solo una manifestazione di disonestà intellettuale! Ma anche la sua volontà di trovare una strada per “riunire” le varie anime della sinistra la considero illusoria oltre che irrealizzabile. Mi basta, e avanza, l’esperienza de “l’Unione” e dello sciagurato esito che ebbe. Mi ero illuso che il ragionamento fosse diverso e sensato quando, nell’incipit, aveva evocato la necessità di arrivare ad una “nuova sinistra”. Pensavo, sbagliando, che avesse raccolto la calda esortazione che fa Veltroni nella sua, sempre intelligente, analisi odierna. Ma nel prosieguo non fa altro che riproporci idee e formule che si rifanno alla “vecchia” sinistra. Personalmente avevo creduto che il “nuovo” fosse rappresentato da Renzi e che nel partito “i vecchi” dovessero aiutarlo nell’opera di rinnovamento, nella consapevolezza che quella fosse l’unica strada percorribile, pur prendendo atto che questo avrebbe significato per loro essere gradualmente emarginati dai ruoli più significativi. Invece, lui e gli altri hanno fatto di tutto per soffocare il neonato nella culla! Dire, come fa Cuperlo, che “la responsabilità di una scissione ricadrebbe sul leader e sul gruppo dirigente”, oltre che una palese falsità, lo considero un indecente tentativo di legittimare l’inqualificabile comportamento suo e della minoranza del partito! Per questo, per la loro incredibile presunzione che li porta, citando il compagno Davolio, a “ritenersi i dottori mentre sono la malattia”, ritengo sia impossibile trovare fra noi un punto d’incontro e quindi non riesco a vedere possibilità alcuna di convivere nello stesso partito.
Ma voglio dire qualcosa anche a Franceschini e Orlando. La smettano con i loro giochetti da prima repubblica perché noi, gli iscritti/elettori, non – li – sopportiamo – più!
Un abbraccio.
12 Comments
Bravo Silvano,
ho stampato la relazione di Cuperlo, prima di leggere la tua risposta, per leggermela con calma, visto il polpettone. L’ho fatto perchè ritengo giusto documentarmi sulle diverse opinioni.
Quando ho letto la tua lettera ho avuto la conferma di quello che sospettavo prima ancora di leggerla, e sono totalmente d’accordo. La canzone è sempre la stessa. Una specie di sinistra che non smette e non perde il vizio della autoreferenzialità, con l’illusione di avere davanti a se praterie di persone con la maglietta del Che e tutte iscritte ai circoli “Umberto Eco”.
Davide Faraone sul Foglio di ieri si chiedeva ” Ma quanto contano le leadership forti in questa società ce lo siamo chiesti? Ci siamo chiesti come mai hanno perso i partiti senza leader?”, ecco noi siamo quelli che bruciamo un leader a stagione e Renzi è stato bruciato prima ancora che iniziasse il suo percorso. Da una minoranza del 34% come la SPD? Macchè, la ns. raggiunge a mala pena il 3%. Ma il fatto più dirompente non è nel numero che una dittatura della minoranza vorrebbe imporre, ma nella inverosimile campagna denigratoria che sono stati capaci di articolare trascinando e mobilitando con essi tutte quelle caste, lobby, corporazioni diffuse nella ns società perchè intaccate nei loro mediocri interessi del proprio orticello.
E allora? Allora prima di ogni filosofica e sociologica nonchè storica analisi della ns sinistra, del PD ecc. c’è da affrontare questo problema, senza mezzi termini. Io da tempo dico W il Centralismo Democratico, è troppo bolscevico? Bene, cambiamogli nome, facciamo come il Centro destra e i Grillini, deciso un leader sosteniamolo fino in fondo se teniamo alla ns comunità e al ns partito e chi non è d’accordo, esprima pure la sua posizione, ma non stia a dirompere e denigrare ogni possibile e difficile costruzione di riforme sostanziali per il ns Paese, con lo spirito che coinvolge la ns vita privata per conquistare certi obiettivi, e cioè il PASSO DOPO PASSO. Perchè illudere le persone e pretendere di avere tutto e subito è una pura chimera che ci farà sempre perdere.
Un caro saluto
Gianni Moscatellini
Gianni, c’è un’unica cosa che inficia il tuo ragionamento: Renzi si è bruciato da sé. D’Alema ha fatto fuori Occhetto, Veltroni, Prodi e compagnia bella ma Bersani e Renzi si sono bruciati da soli per loro incapacità: politica del primo e caratteriale del secondo. Mi dispiace perché Renzi aveva tutte le possibilità per fare crescere una sinistra del terzo millennio in Italia ma ha fatto scelte guardandosi solo allo specchio o poco più in là. Lo so che è dura accettarla ma la storia non la cambi. Io ho la coscienza a posto: da una posizione, a mio avviso, di sinistra, ho cercato di fare di tutto perché il segno politico di Matteo si compisse ma gli ostacoli più grossi venivano da lui. Mi piacerebbe molto che adesso tornasse e desse una mano a un lavoro più collegiale visto che il suo decisionismo astratto è stato deleterio. Lo riconosca e si rimetta al lavoro, alla pari con gli altri.
Un abbraccio
Caro Sergio,
con quante persone Berlinguer discusse il compromesso storico prima di pubblicare gli articoli su Rinascita?
O l’appoggio all’occupazione di Mirafiori? O il disgraziato referendum sulla scala mobile?
Con quanti Togliatti discusse la solidarietà a Mosca sull’Ungheria?
O quanta DC aveva dietro Moro nel suo avvicinamento al PCI? Ha pagato con la vita il suo isolamento.
La storia dimostra che un leader si forma delle idee, le discute con un sempre presente “cerchio magico”, come vi piace dire adesso, di persone molto vicine, e la propone al Partito. Se il Partito le rigetta, si dimette e se ne va.
Un leader è un leader se si prende le sue responsabilità, senza nascondersi dietro un falso unanimismo di facciata.
Allora mi dispiace, ma la storia non è quella che presenti tu, ma è quella della più grande, mai vista, operazione di demolizione di un leader che ha avuto il torto di non mollare e che per questo ha pagato fino in fondo.
Una specie di “Assassinio sull’Orient Express”, dove ognuno, dentro e fuori il Partito, tutti i media classici e moderni, ha vibrato il suo colpo all’alieno rompicoglioni.
Adesso stiamo meglio?
Mamma mia, Ernesto. Io c’ero e c’eri anche tu quando Togliatti si è schierato con l’URSS contro l’Ungheria e anche quando ci siamo schierati con l’URSS contro Dubcek, troppo piccoli per quando Togliatti ha fatto la svolta di Salerno etc, fuori da me l’idea di negare ad un leader la sua capacità decisionale ma quando il suo comportamento quotidiano, al di là delle grandi scelte, mina con il suo atteggiamento la fiducia nei confronti di una larga parte del partito e di tanti nostri elettori, allora le cose cambiano. Gli insulti che si è preso Renzi me li sono presi anche io per aver tentato di stargli vicino e per aiutarlo, e come me tantissimi altri compagni. Giorno per giorno, però, lui ci ha tolto la terra sotto i piedi e ci ha lasciati in mutande a difendere un leader disorientato quale ormai era diventato. Mi dispiace questa tua voglia di metterlo a tutti i costi sull’altare ma l’unica cosa che può servire a Renzi per ritornare sull’altare è quella di prendere atto di quel che è successo, di capire i suoi errori perché gli attacchi che ha ingiustificati che ha ricevuto riusciamo a capirli anche noi benissimo, e aiutare tutto il partito a uscire dall’impasse in cui siamo finiti. Quanti attacchi violentissimi hanno caratterizzato l’ascesa di Di Maio? Eppure, come vedi, non sono serviti a fermarlo, purtroppo per noi e per la civile Italia.
A presto
Per “attacchi violentissimi a Di Maio” intendi le blandizie della Gruber, o di Floris, o di Formigli, o persino della Berlinguer? Per non parlare di Travaglio, Scanzi, Padellaro, Gomez, Paragone e della garbata simpatia riservatagli dal Corriere, o anche da La Stampa e Repubblica con i loro illuminati editorialisti?
Tutto pur di creare un contraltare all’odiato PD dell’odiatissimo Renzi?
Ora ci sono riusciti: ci hanno portato al 18% e aspettano che andiamo da loro col cappello in mano e soprattutto con un leader più carino e meno invadente.
Quieta non movere, adelante con juicio, tutto cambi perché nulla cambi, calati junco, …: la cultura popolare italiana è piena, non a caso, di espressioni idiomatiche che descrivono molto bene la diffidenza nazionale verso il cambiamento.
E il mugugno è il suo naturale complemento.
Noi (il PD) in 4 anni abbiamo piantato molto casino, è vero.
Pensa tu, abbiamo messo la fiducia sulle unioni civili. Roba da matti furiosi!
Abbiamo pagato per l’attivismo a volte un po’ scomposto, ma non per questo dobbiamo rientrare nei ranghi. Ormai abbiamo dimostrato che anche in Italia le cose, pur a spinte ed a strattoni, si possono fare. E qualcuno le deve fare.
Preferirei fossimo noi, piuttosto che Berlusconi, Salvini o Di Maio/Casaleggio.
Non perdiamo tempo; prepariamoci per bene, ché tra non molto toccherà di nuovo a noi.
Caro Sergio
non sono d’accordo. Io non sono un tifoso del “culto della personalità” ma lo stillicidio subito da Renzi prima dentro la sua comunità ( il peggiore) poi dall’esterno è stato micidiale, non era mai successo.
Renzi antipatico? Ma come fai ad essere simpatico se decenni di programmi di sinistra e Ulivo degli ultimi 20 anni che erano rimasti stagnanti sulla carta lui li realizza in 1000 gg. ? Ma come fai ad essere simpatico se cerchi di rompere quel cerchio mortale di caste, lobby, corporazioni? Queste battaglie non le fai con i “simpatici” e dormienti. E non aver avuto in quel momento il sostegno TOTALE del proprio partito, della propria comunità è stato micidiale. Soprattutto facendo prevalere con intelligenza il passo dopo passo, con possibili correzioni di errore strada facendo. NO, si è preferito mirare all’obiettivo di farlo cadere a tutti i costi per poi ricominciare a fare cosa? A far ritornare la “ditta” ? Illusione pura di gente miope e appunto come sostengo spesso, solo autoreferenziale.
Caro Sergio, dai retta, se non ci fosse stato tutto questo ora staremmo a vedere un’altro film.
Con affetto
Gianni Moscatellini
Secondo me, al di là degli errori di Renzi (solo chi NON fa NON sbaglia, e lui ha voluto fare persino troppo!), se non ci decideremo tutti a prendere atto che, al di là dei dissensi interni al PD (comunque deleteri per come si sono manifestati), lui ha subito l’attacco concentrico di tutti i POTENTATI che compongono il “Sistema Paese”, credo che non ne verremo a capo. Il perché di questo attacco, in forme e asprezza mai viste prima? Userò un similitudine da far west. E’ come se Renzi si sia seduto ad un tavolo del poker dove vecchi “bari”, usando carte truccate e d’accordo fra loro, erano soliti spennare i “polli” di passaggio. Il nuovo giocatore ha preteso di usare un mazzo di carte nuove e loro, capendo che avrebbero dovuto giocare “pulito” e rischiato di perdere, hanno deciso di rovesciare il tavolo. Un po’ folcloristico, ma penso renda bene l’idea.
Per chiarezza, la lettera che ho riportato in calce al mio commento sulla relazione di Cuperlo è stata pubblicata su l’Unità del 08/02/2017.
Ah, dimenticavo. Dopo aver rovesciato il tavolo, ovviamente hanno estratto le colt e cominciato a sparare!
Bella metafora, non la “la mucca nel corridoio” di bersaniana memoria.
Complimenti per le lucide e argomentate riflessione degli amici Ernesto, Silvano e Gianni, avete detto cose che io pensavo e penso tuttora sui compagni filosofi e scrittori, ma senza palle per amministrare neanche il loro condominio, non li voterebbe nessuno.
Scusate lo sfogo un pò brutale ma non ne posso più di sta gente.
Repetti Camillo
Io non vi capisco. A chi ti riferisci Camillo quando parli di filosofi di cui non ne puoi più? Ma ti sembrano frasi da dire? Ti ricordi il fascismo quanti professori, intellettuali e filosofi ha fatto fuori proprio con queste affermazioni pseudo-proletarie? Tu te li devi ciucciare perché pongono problemi importanti altrimenti anche io comincerò a dire che non ne posso più di pragmatici che pensano solo al lavoretto del giorno dopo senza guardare dove andiamo a finire.
Sergio
Sergio, non mi riferivo di certo a te , ma a Cuperlo in particolare e non c’entra con quelli che venivano fatti fuori, qui stiamo parlando all’interno del PD e non credo che nessuno, neanche l’odiato ex segretario volesse far fuori fisicamente come dici tu, nessun oppositore interno, ma fargli capire che la nostra gente molto pragmatica vuole fatti anche nel quotidiano.
Da quello che sento dagli altri amici che scrivono sul tuo blog, mi sembra che non sono una voce isolata.
Ciao, con simpatia.
Camillo
Ciao Sergio,
io ho votato Renzi , ma non voglio perder tempo a cercare le colpe di qualcuno e per questo ho deciso insieme con un ragazzo del PD di creare un comitato di quartiere. Siamo una decina di persone e stiamo elaborando uno statuto. Noi proviamo ad organizzare la società dove vediamo. Vi informerò sugli sviluppi . Caro Sergio soprattutto non arrabbiarti alla nostra età non ci fa bene. Un abbraccio a tutti Antonio De Matteo