Questa riflessione ci arriva da Achille Occhetto, una delle più illustri vittime del matador Maximo. Molto bella, a mio avviso.
Caro Sergio
condivido in pieno la difesa della Bonino da parte di Macaluso. Usa lo stesso argomento con cui io spingo gli indecisi a scegliere con tolleranza. I miei complimenti ad Emanuele. Anche perché tacciare di destra una coraggiosa militante, che si è distinta sugli spalti della lotta per i diritti civili, odiati più di ogni altra cosa dai reazionari, è per davvero il colmo. La Bonino, assieme a Pannella, ha avuto il merito, ai tempi del referendum sul divorzio, di spingerci all’azione, quando nel Pci c’erano ancora tante incertezze. Anche io, come uomo di sinistra, vedo significative differenze con i radicali sulle politiche economiche. Ma oggi quello che ci unisce è di più di quello che ci divide. E quello che ci divide, o meglio, su cui non concordiamo pienamente, non ci consente di lanciare vergognose invettive. Chi lo fa si muove nella tragica scia delle accuse di social fascismo lanciate contro i socialdemocratici, che contribuirono a ritardare l’unità nella lotta contro il nemico principale, il nazismo. Oggi non possiamo non vedere che il mondo è diviso tra sovranismi reazionari da un lato, e, dall’altro, democratici che vogliono contrastare i limiti, e anche le gravi storture, della globalizzazione guardando avanti, in una prospettiva di solidarietà e cooperazione internazionale. Qui passa oggi la distinzione tra destra e sinistra. Tra chi dice meno Europa e chi dice più Europa. Si può dirlo in modi diversi, più o meno radicali, ma non si può scambiare il vicino più moderato come l’unico nemico da battere.
Ti abbraccio
Achille
2 Comments
Grazie Achille, hai espresso con concisione e fermezza quanto molti di noi condividono. Non per nulla sei stato l’ultimo segretario del P.C.I. La polemica sul ruolo dei radicali è davvero aria fritta e anch’io ho riscontrato esistere uno spazio di recupero del consenso al CS proprio in quella direzione. Teniamoci cara quell’alleanza. Ciao Giovanni
Caro Occhetto, sono veramente contento che tu contribuisca con il tuo pensiero ad alimentare questo spazio di riflessione. Ovviamente, senza scoprire l’acqua calda, tu sei un personaggio che ha fatto la storia di questo Paese. Ti conosco e ti frequento da quando guidavi la Fgci (anni 60) in quanto iscritto a quella Federazione. Sarà interessante se, una volta terminate questo periodo elettorale, tu ricordassi in questo blog, in chiave storica, alcuni fatti avvenuti in questo sessantanni in Italia e nel mondo e ne tratteggiassi i contenuti politici sottostanti. Sempre che tu ne abbia voglia. Intanto come dimenticare quelle dolorosissime lacrime bolognesi che, secondo me, hanno “bagnato” la strada da te tracciata che ci portava fuori da un utopia (che io non ho abiurato) e ci trasportava all’interno di un progetto di crescita culturale che puntava al riconoscimento di una grande forza di sinistra quale forza democratica di governo. Il progetto è riuscito ed il Partito Democratico ne è lo strumento. Sbaglio? Se no, perché e per “cosa” quelle lacrime, che per noi comunisti sono state un pugno nello stomaco, un esempio di grande senso di appartenenza? Intanto ti giungano le mie più sincere congratulazioni per quello che sei e che hai rappresentato e, ne sono convinto, continuerai a rappresentare.