Ma come si può tacere di fronte alla prima pagina del Manifesto di domenica 22 luglio (“E così Fiat”), alle dichiarazioni di Airaudo, Bertinotti, Enrico Rossi?
Come si può ancora avere rispetto per questa cosiddetta sinistra, e sindacato annesso, che non ha ancora capito nulla dell’evoluzione delle relazioni industriali nel XXI secolo?
Solo rancore, invidia, assonnata nostalgia, ma soprattutto tanta crassa ignoranza di come la tecnologia, il progresso tecnico e scientifico hanno modificato tutto nella nostra vita, nella fabbrica, negli uffici, nel mondo, insomma.
Davvero questi cercano ancora la fessura del gettone nell’Iphone e si incazzano con la buonanima di Steve Jobs se non ce la trovano.
Hanno perso tutti i treni, hanno visto passare la storia e loro pensavano fosse un film …
Hanno rinunciato a misurarsi con il progresso, anche con i suoi aspetti meno accattivanti e più drammatici ma che, perdio, una sinistra ed un sindacato decenti devono accettare di affrontare, senza chiudersi in un assurdo fortino impenetrabile, in cui non si entra e da cui non si esce.
Sergio Marchionne non è stato né un santo né un benefattore, ma un manager di qualità di una grande azienda, che ha lavorato per tenere in vita prima e far crescere poi, in condizioni date particolarmente difficili, riuscendoci.
Su questo non si può discutere: sono fatti, riscontrabili e misurabili.
Ma il sindacato (CGIL) non ha saputo fare altro che montare uno scontro ideologico (buoni solo a quello) sull’applicazione del WCM, ovvero del sistema di produzione senza scorte, senza magazzini, pilotato dalle richieste dirette del mercato (sto semplificando un po’, ma credetemi sulla parola), sistema applicato in tutte le fabbriche del mondo, e non solo quelle di automobili.
La tecnologia della fabbrica oggi non può permettersi sistemi diversi, pena la chiusura per scarsa competitività, con annessi licenziamenti collettivi e problemi sociali conseguenti.
Non piace? Peccato, uno può essere innamorato delle diligenze, ma difficilmente ne troverà una per farci un viaggio.
Non lo si capisce? Bisogna studiare, informarsi, girare il mondo, confrontarsi, e non restare chiuso in un ufficio confortevole.
Si può gestire? Si DEVE gestire, entrando nel merito e partecipando allo sviluppo delle relazioni industriali.
Marco Bentivogli della FIM-CISL ha scritto proprio questo sul Sole-24Ore, il che dimostra che, se il sindacato vuole capire e giocare la partita vera, ha tutti i mezzi per farlo.
Non tutti l’hanno capito e adesso tocca discutere con chi si lamenta dei posti di lavoro persi nell’auto (come se l’automazione, l’informatica, tutto, fosse come negli anni Settanta) invece di rallegrarsi perché è stato evitato il fallimento dell’Azienda e la conseguente perdita di TUTTI i posti di lavoro.
Inoltre, nel caso FCA si è tenuta in Italia la lavorazione di modelli ad alto valore aggiunto (economico e di manodopera) piuttosto che quella di modelli più semplici ed economici.
È purtroppo inutile cercare di entrare nel merito: qui non si tratta tanto dello scontro, come dice Michele Serra, tra due sinistre diverse (non facciamola tanto grossa!), quanto dello scontro tra chi vuole ancora giocare nel futuro e chi vive ancora in un passato, che dopotutto non era neanche tanto attraente (ma “loro” però avevano tanto potere di interdizione!).
Questa fantomatica e sedicente sinistra è un oggettivo intralcio allo sviluppo, già di per sé molto complicato, delle nostre società occidentali.
Finiranno, come pare ormai chiaro, con i populisti, con Casaleggio e Di Maio.
Buon viaggio e auguri a chi continua a preoccuparsi di rimanere nel mondo civile.
Ernesto Trotta
3 Comments
Caro Ernesto,
ti pensavo in ferie con Sergio Staino, visto il tuo lungo tacere in questo mese, ma mi fa piacere che finalmente scrivi e condivido totalmente quello che argomenti. Comunque è difficile far capire a quella sinistra del “manifesto”che le catene di montaggio nelle fabbriche non esistono più, al loro posto ci sono i robot che non si ammalano,non protestano, non fanno pause e costano meno degli operai ed adesso anche degli impiegati. Non si potrà, per ragioni economiche, tornare alle catene di montaggio tradizionali e quindi gli operai e gli impiegati saranno sempre di meno purtroppo. Forse quindi sarebbe più utile pensare di gestire la tecnologia al posto di Rifiutarla genericamente e poi subirla supinamente. Difficile spiegare queste cose alla Camusso a Landini e compagni, ma possiamo sempre sperare che prima o poi questi personaggi vengano “sostituiti” dai soliti robot.
Io personalmente penso che abbia ragione Bill Gates quando dice che bisogna tassare i robot: potrebbe essere una strada per creare posti di lavoro in più. Un caro saluto a tutti e soprattutto un buon ritorno a Sergio e a coloro che hanno già fatto le ferie tanti auguri a chi le farà. Antonio De Matteo .
Bravi, buona argomentazione .
Camillo Repetti
Bravo Enzo,
condivido al 100% ed è per questo che mi convinco sempre di più che sarà necessario , rischio estinzione, abbandonare questo PD così com’è oggi e lavorare per un nuovo contenitore PDE Partito Democratico Europeo, un partito trasnazionale Europeo, per uscire da un provincialismo insopportabile, ridare nuova linfa e nuove prospettive alla sinistra europea, alle forze antipopuliste, alle forze progressiste Europee fondate sullo sviluppo sostenibile e la solidarietà.
Non possiamo perdere altro tempo, alzi la mano chi ci vuole stare.
un abbraccio
Gianni Moscatellini