Spero che troviate un po’ di tempo per leggere questo contributo del compagno Camillo Cavanna da Arona. E’ davvero molto utile e, a mio avviso, anche molto piacevole da legger.
Sergio
Caro compagno Sergio ,
mi permetto inviare alla Tua attenzione queste miei considerazioni presentate all’Assemblea Provinciale del PD.
Alcune personali riflessioni, incentrate sulla situazione politica corrente, sul prossimo Congresso Nazionale e, più diffusamente, sul significato dei termini, quanto mai attuali, di “sovranismo” e “populismo”.
La nostra situazione politica è allarmante, allertiamoci! Bisogna pensare al peggio per evitarlo.
A oltre settanta anni dalla riconquista della democrazia avvenuta con la guerra di liberazione culminata il 25 aprile 1945, la democrazia in Italia è tornata ad essere ancora in pericolo !
Nessuna conquista può dirsi definitiva. La democrazia non è manna caduta dal cielo.
“La democrazia è una parentesi nella storia dell’Umanità”, ammonisce Walter Veltroni, il padre del nostro Partito Democratico, nato nell’ottobre 2007 dalla fusione di forze progressiste, popolari e democratiche, eredi di coloro che, combattendo uniti nel CLN il regime, conquistarono la libertà e la democrazia.
In tutti i Paesi dell’eurozona, tranne che in Italia, sono stati arginati i nazional populismi.
L’Unione Europea è minacciata dall’internazionale sovranista, che mira a demolirla; per salvarla dobbiamo conquistare l’Unità Politica Federale, cioè gli Stati Uniti d’Europa.
I partiti nazional populisti, giunti al governo del nostro Paese grazie a promesse irresponsabili e ingannevoli, mirano, usandolo come un grimaldello, al default del nostro Paese, a demolire l’Unione Europea e all’uscita dall’euro.
Ritengo necessaria l’unione di tutte le forze democratiche, progressiste ed Europeiste del nostro Paese, così da costruire un’ampia alleanza per affrontare le prossime elezioni Europee del 26 maggio 2019. Occorre, allo scopo, coalizzarsi in una sorta di Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) preventivo.
Sono convinto che la vera sfida che farà risorgere il partito democratico, salvando il nostro Paese e la stessa Unione Europea, sarà la competizione non solo fra progressisti e reazionari, ma anche fra europeisti ed antieuropeisti, i cosiddetti sovranisti.
Il nostro Partito Democratico resta l’unico baluardo alla deriva nazionalpopulista e perciò, in primis, deve farsi promotore e parte attiva di questa unione, necessaria per prevalere in questo importante appuntamento alzando la bandiera dell’Unione Europea, ovvero dell’Unione politica Europea!
All’insegna però di un’Europa che va oltre l’unione monetaria e conquista l’unità politica federale.
Diversamente, potrebbe interrompersi il cammino verso la Federazione degli Stati Uniti d’ Europa, un’Europa Federale: il sogno di Altiero Spinelli, di Ernesto ed Ada Rossi, Eugenio Colorno e Ursula Hirschmann, delineato nel “Manifesto di Ventotene”, dove si trovavano confinati dal partito fascista nel 1941.
Senza l’Europa l’Italia non si salva, ma neppure l’Unione Europea si salva senza l’Italia.
Il nostro Congresso nazionale – Deo gratias! – si celebrerà prima delle elezioni Europee!
Così avremo il nostro nuovo Segretario, legittimato della forza necessaria per affrontare al meglio queste storiche elezioni Europee.
Le elezioni del nuovo segretario e della nuova assemblea avverranno in fasi successive: la prima avrà inizio nei circoli, dove gli iscritti eleggeranno i propri delegati, tra coloro che si saranno candidati (al momento i candidati sono 7).
L’ultima fase culminerà con le primarie, aperte agli iscritti e agli elettori, dove si sfideranno i tre candidati più votati. Il nuovo Segretario dovrà ottenere la maggioranza assoluta, il 51%.
In mancanza della maggioranza assoluta, il Segretario viene eletto dalla nuova assemblea.
Al ballottaggio i due candidati più votati alle primarie,
Chi meritevolmente risulterà eletto, sic stantibus rebus, confido vorrà praticare il più che mai necessario monito di Camillo Prampolini: “Uniti siamo tutti, divisi siamo nulla”; superando le deleterie e litigiose correnti, non più tollerabili !
Ben venga il benefico pluralismo delle idee; Don Lorenzo Milani insegna: “Se scambio una lira ho sempre una lira, se scambio un’idea ho due idee!”.
Correnti di idee, dunque ! Non correnti per mero personalismo, basato sulla competizione personale, anziché la fraterna solidarietà, saldata dai comuni atavici valori che seguono la stella polare del Progresso Umano!
Sentiamo echeggiare, da un po’ di tempo a questa parte, i termini “sovranismo” e “populismo”. Non perché siano diventati di moda, ma per l’importante significato che nascondono; credo, infatti, che proprio il loro combinato disposto preluda al default del nostro Paese e attenti alla nostra stessa democrazia!
Riguardo al primo, ricordo che grazie alle forze progressiste guidate da Carlo Azeglio Ciampi e da Romano Prodi nasceva l’Euro, che inizia a circolare dal 1° gennaio 2002.
Con l’euro abbiamo perso parte della sovranità – vaneggiata ora da coloro che, dichiarandosi sovrani-sti, mirano a reintrodurla nei confini degli antichi staterelli – non solo per evitare il declino del Paese in tempo di globalizzazione, ma anche allo scopo di giungere a un’unica sovranità, più progredita e pro-spera: quella della federazione degli Stati Uniti d’Europa!
Pertanto è un ossimoro, un inganno l’affermazione dei sovranisti di volere un’Europa diversa.
In realtà essi, aspirano a disgregare l’Unione Europea, ritornando alle antiche nazioni.
La sovranità si fonda su 2 pilastri: la stampa della moneta e l’esercito (il primo tentativo di costituire un esercito europeo, denominato CED, risale al 1954 e fallì per l’opposizione della Francia).
Per la prima volta nella storia, la conquista dell’unità monetaria precede quella politica, definita “La Zoppia Europea” da Carlo Azeglio Ciampi.
Poter dire “Civis Europaeus sum”, significa garantirsi da qualsiasi violazione dei propri diritti fondamentali, così come accadeva un tempo dichiarando il proprio status di “Civis Romanus”.
Al di fuori di Roma c’era la barbarie, al di fuori dell’Europa c’è lo stesso rischio.
Declineremmo a sudditi delle superpotenze mondiali, nell’ambito della globalizzazione.
Riguardo invece al “populismo”, Norberto Bobbio diffidava dei movimenti che, disdegnando la democrazia indiretta, furono prodromici di sistemi totalitari. La democrazia si fonda sulla rappresentanza parlamentare, partitica (art. 49 della Costituzione) e sindacale (art. 39). La democrazia è parlamentare, quindi indiretta o, diversamente, tale non è, e ciò sin dai tempi dell’antica Grecia del-l’ateniese Clistene (570 a.C.) e di Pericle (495 a.C.
Ritengo indispensabile non disperdere i nostri atavici valori fondanti, un passo al giorno sulla strada giusta, la strada del progresso umano, e che ora coincide con l’obiettivo della Federazione dell’Unione Europea !
Il cammino dei democratici sulla strada del progresso umano viene da una lunga storia; gli albori dei progressisti possono metaforicamente risalire al 109 a.C., da quello Spartacus che lottò per la liberazione dalla prepotenza dell’uomo sul¬l’uomo, antesignano dell’emancipazione sociale.
Purtroppo è più facile abbagliare che illuminare; occorre portare luce, far prendere coscienza e conoscenza, far capire che fuori dall’Euro e dall’Unione Europea il nostro Paese fallirebbe.
Se il nostro titolo del debito pubblico diventa “Junk bond”, cioè spazzatura, non sarà più negoziabile e ciò ci porterà automaticamente fuori dall’euro!
Illuminanti, al riguardo, le valutazioni delle agenzie di rating: secondo Moody’s siamo già a un punto dal downgrading a spazzatura; Standard & Poor’s recentemente ha lasciato il Paese a due punti, ma ha dato l’outlook negativo; secondo l’agenzia cinese Dagong siamo invece già spazzatura.
Diceva Winston Churchill: “La Storia dovrebbe illuminare l’anima, ma troppo spesso viene offuscata dalla memoria corta”. E Cicerone: “Historia est magistra vitae”. Tuttavia Antonio Gramsci ammoniva: “La storia insegna, ma non ha scolari”.
Ricordiamo che il governo Berlusconi nel novembre 2011 si dimise dopo aver distrutto valori e valore. Il Paese era allora sull’orlo del dissesto.
In tale frangente, con lo spread alla soglia di 575 punti base, eravamo situati sull’orlo del baratro e si rischiava il default. Il Financial time invocava: “In God’s name, go!”
Lo spread alto è il centro di irradiazione del male i governi virtuosi sostenuti dal PD, avevano ridotto lo spread a circa 100 b.p. ora dopo l’insediamento di questo governo, siamo di nuovo ad alto rischio con lo spread risalito a circa 300 b.p. !
E purtroppo lo spread tende a salire ulteriormente e paurosamente per la sfiducia dei mercati, legata alla solvibilità dei nostri titoli di stato, e per la recente bocciatura da Parte della Commissione Europea della manovra finanziaria 2019 presentata da questo Governo.
La Commissione ha infatti avviato la procedura di infrazione per deficit eccessivo, che aumenterà ulteriormente a causa di questa manovra, ritenuta dannosa e insostenibile anche da tutti gli istituti Economici preposti.
L’Italia è seconda solo alla Grecia, avendo un rapporto debito/Pil vicino al 132% (contro il 60% richiesto dall’Europa).
Il rischio default è quindi reale e ciò grazie a questo governo di nazional populisti, che procede in spregio alle regole comuni dei trattati Europei e, non potendo mantenere le promesse elettorali ingannevoli, ha già pronto l’alibi del suo fallimento, addossando la colpa all’Europa ed ai vincoli dei trat-tati Europei.
Basti pensare che, ogni mese, l’Italia deve collocare sui mercati 40 miliardi di titoli di Stato, vale a dire circa 400 all’anno.
Purtroppo da gennaio 2019 si esaurisce il Q.E. e, ciò che più preoccupa, con il novembre successivo il salvifico Mario Draghi concluderà il suo incarico.
Il nostro Paese potrebbe ricorrere all’OMT, aiuto però condizionato a una sorta di commissariamento, tramite la Troika (UE, BCE, FMI), come successe per la Grecia, subendo un’impietosa austerità.
Ma i nazional populisti hanno già dichiarato di rifiutare l’aiuto della Troika, così l’alternativa sarebbe il fallimento del Paese e l’uscita dall’Euro e dall’U.E!
Continuiamo perciò con forza, anche per evitare il peggio, il nostro cammino, con l’alzabandiera dell’Unione Europea, ma mirando, con tutte le forze democratiche e europeiste del nostro Paese e prima che sia troppo tardi, a sconfiggere alle elezioni Europee del prossimo maggio 2019 l’alleanza dei governi sovranisti e antieuropeisti di cui anche il nostro governo fa parte. Diversamente, con Euripide canteremo: “Europa talamo d’Ade”.
Continuiamo a seguire, come sempre – voglio ripeterlo – la stella polare del progresso umano, verso gli Stati Uniti d’Europa, per costruire una società migliore, più giusta, ispirata ai valori di solidarietà, libertà, uguaglianza, una società con al centro le persone, i diritti civili e sociali, il mercato al servizio dell’uomo e non viceversa.
Ringrazio sentitamente per l’attenzione. Con cordialità.
Camillo Cavanna
Arona, 27 novembre 2018
3 Comments
Grandi manovre e grande confusione nel campo del centrosinistra, tanto per cambiare.
Posizionamenti, pretattiche, congresso, legge proporzionale delle europee, elezioni regionali e comunali, tutto congiura per un gran casino, tanto per usare un termine tecnico.
Il PD viaggia pericolosamente sull’orlo di una nuova scissione, le altre formazioni più piccole, reali o potenziali che siano, cercano un posizionamento sia qui che a Bruxelles, favorite dalla legge proporzionale.
Un leader forte ma in quarantena (Renzi), altri potenziali leader sono giustamente in cerca di visibilità.
Non si vede come se ne possa uscire in modo onorevole.
Forse non se ne uscirà affatto.
Io credo che si dovrebbe fare uno sforzo per evidenziare le cose che accomunano piuttosto che quelle che dividono.
Sarà una banalità, ma permetterebbe un approccio molto più concreto e pragmatico.
Che vuol dire?
Semplicemente che alle elezioni amministrative si dovrebbe puntare tutto sulla figura dei candidati, persone forti e conosciute dalla platea più ampia possibile, mentre alle europee si dovrebbe comunicare UNA idea guida, chiara, lineare, comprensibile a tutti.
Esempi?
Alle regionali bisogna concentrarsi sui nomi come Sergio Chiamparino in Piemonte, Giovanni Legnini in Abruzzo, Massimo Zedda in Sardegna. Sono persone di primissimo piano, capaci di attirare voti da tutto il fronte di centrosinistra, dai tanti pentiti del M5S, dagli astenuti ed anche da parecchi del centrodestra, stufi di Salvini, Berlusconi, Meloni e fascistume vario.
Servono liste civiche, col nome bene in vista, ed i partiti in secondo piano.
Alle europee invece bisogna spingere sull’idea forza dell’integrazione europea e della prospettiva degli Stati Uniti d’Europa, a partire dagli Stati Fondatori e senza aspettare tutti e 27 gli Stati.
Ogni Partito corra con la sua lista ed il suo simbolo, ma aggiunga al simbolo il “bollino azzurro” con le stelle e la scritta “per gli Stati Uniti d’Europa”.
È una scelta che non vincola la futura appartenenza a gruppi diversi, purché europeisti, che eventualmente cercheranno accordi dopo le elezioni, ma accomuna su un sentimento federalista forte, visibile (ed anche vincente, secondo me). È quello che si aspettano decine di milioni di europei con la testa sul collo.
Insomma, puntiamo su cose concrete piuttosto che sui massimi sistemi. Non abbiamo paura delle cose semplici; non perdiamoci in bizantinismi.
Nelle regionali gli avversari non schierano figure particolarmente attrattive (né la destra salviniana né tanto meno il M5S): noi abbiamo ottimi candidati. Valorizziamo loro piuttosto che i Partiti.
In Europa, più che marcare le differenze tra PSE, ALDE, Verdi, Radicali, Macroniani, PPE, …, serve evidenziare la comune volontà di integrazione. Facciamolo senza ritegno.
Gli altri possono contrapporre solo sovranismo, nazionalismo, provincialismo, cose del passato, gioco in difesa, catenaccio.
Noi possiamo ancora creare emozione con la proposta di un’integrazione più spinta.
Non c’è tempo per complesse elaborazioni politiche comuni: il “bollino azzurro” è basilare, semplice, è un‘idea che si può condividere in pochissimo tempo.
La partita si può giocare: questa marea montante oggi è più fuffa che altro. Non permettiamogli di consolidarsi.
Buon anno a tutti.
Ottime idee, caro Ernesto, ma fino a quando siamo d’accordo solo io te, Camillo e qualcun altro possiamo scrivere solo la letterina a babbo Natale via e-mail sempre. Io penso ad esempio che bisogna cominciare a raccogliere intorno ad un’idea le firme e poi presentarle ai partiti soprattutto al partito democratico Italiano. Oppure formare dei comitati ad hoc per chiedere a gran voce il rafforzamento dell’Europa con la formazione della Unione Stati Europei ( USE ) che prevederà la diminuzione della sovranità degli Stati membri a favore della USE alla quale sarà affidato un esercito e la sua gestione. Lo stesso sistema secondo me dovrebbe valere per l’elezioni Regionali. Come si è fatto a Milano con l’elezione del sindaco Sala, e prim’ancora Pisapia, che si attivini i comitati per coinvolgere i cittadini. Cosa possiamo fare noi sul blog di Sergio oltre alla meritoria diffusione delle idee?
È necessario che il popolo del PD si muova e presto per avvitare che populisti/ sovranisti continuino a sfasciare la nostra bella Italia insieme all ‘Unione Europea. Naturalmente sono pronto e mi auguro di poter vagliare altre idee e che alla fine insieme possiamo sceglierne una da realizzare. Buona serata a tutti Antonio De Matteo
Ciao a tutti!Impeccabile analisi del compagno Cavanna.
Dopo di che andiamo oltre. Vorrei dire ad Antonio che con quello che dice Trotta siamo d’accordo non solo “io e te e pochi altri…” ma molti di più,spero e credo… Io sono quasi sempre d’accordo con lui e inoltre mi mettono allegria la sua ironia e il suo sano senso dell’umorismo! Per quanto riguarda me, da un po’ sono convinta che quello che è più importante e decisivo in questo momento e’ vincere le elezioni europee a maggio.Concentriamoci su questo e diamoci da fare il più possibile.E’ l’unica cosa che farà veramente la differenza.
Buon Anno a tutti