Carissimi,
com’era immaginabile l’intervista a Renzi che ho pubblicato ieri e le mie riflessioni hanno creato un buon dibattito. Trovate le varie risposte sul blog cliccando qui. Di seguito quella per me più significativa scritta da Gianni Cuperlo.
Grazie per l’attenzione,
Sergio
com’era immaginabile l’intervista a Renzi che ho pubblicato ieri e le mie riflessioni hanno creato un buon dibattito. Trovate le varie risposte sul blog cliccando qui. Di seguito quella per me più significativa scritta da Gianni Cuperlo.
Grazie per l’attenzione,
Sergio
Caro Sergio,
ho letto come sempre con cura la tua mail di ieri e ho sentito il dovere di provare a scavare un po’ nella vicenda. Te lo scrivo perché ho trovato molto più che assennato il tuo ragionare in merito alla legge Zan e d’altra parte la tesi “meglio una legge, seppure imperfetta, che nessuna legge” ha segnato decine di altri momenti e decisioni nella storia della sinistra. Però ci sono alcuni punti che è giusto considerare e che non debbono – questa almeno è la mia sensazione – condurre a semplificare troppo la situazione per come si presenta ora. Dunque, esiste una questione di merito e una di numeri. Parto dalla prima. Il testo attuale è già il frutto di una lunga e non facile mediazione che si era realizzata nel passaggio alla Camera. In particolare l’articolo 1, oggetto ora di una possibile revisione sollecitata dalla Lega e sulla quale vi è stata l’apertura di Italia Viva, non contiene solo una formula linguistica (l’identità di genere e non solo), ma definisce un impianto normativo diverso dalla soluzione adottata nel 2018 dal testo Scalfarotto a cui si vorrebbe fare ritorno e che prevedeva una specifica dell’odio contro omosessuali e transessuali alla legge Mancino. La legge Zan – e spero di aver compreso nel modo giusto – compie un passo in avanti sul fronte della tutela delle persone oggetto di atti discriminatori e violenti in relazione alle diverse condizioni e percezioni di sé (ad esempio, introducendo il riferimento alla condizione transgender che, altrimenti, da qualunque forma di tutela potrebbe rimanere esclusa).
Un pezzo del Parlamento e della cultura (non solo a destra) contesta la legittimità di una autodeterminazione sul fronte del genere (e su questo, capisco si possa aprire una riflessione dalle implicazioni molteplici e, confesso, fuori dalla mia portata), ma ciò non toglie che la legge, per come è scritta e pensata, non toglie alcun diritto a nessuno, semplicemente ne garantisce qualcuno in più a chi oggi ne è privo e questa è una cosa che la sinistra dovrebbe impegnarsi a difendere. Sugli altri 2 articoli oggetto della richiesta di modifica (il 4 sul pluralismo delle idee e la libertà di scelta e il 7 che prevede l’istituzione della Giornata nazionale contro l’omofobia…non ti annoio perché mi paiono questioni tutto sommato più semplici nella loro evidenza). Invece, sui numeri. Italia Viva suggerisce di trattare le modifiche per avere certezza che il testo, pure tornando alla Camera, passi in via definitiva e aggiunge (sempre Italia Viva) che coi voti segreti vi sarebbero di certo senatori del Pd e dei 5 Stelle ben contenti di affossare la legge (si suppone, in parte per un dissenso di merito e in parte per scaricarne la colpa su Renzi). Ora, per chiarezza, se tutti i gruppi che hanno votato a favore del testo alla Camera lo facessero pure al Senato la legge passerebbe e stop, fine della paura e delle polemiche. E’ evidente che mancando i 17 voti di Italia Viva la maggioranza a favore non c’è più. Quanto al tema dei voti segreti: bisognerebbe che il Pd (che è disponibile) e le altre forze favorevoli al testo attuale si impegnassero a non richiedere alcun voto segreto. E’ chiaro che la destra si butterebbe a pesce sull’occasione (nel senso che sarebbero loro a chiederli), ma a quel punto conterebbe molto il modo della maggioranza di condurre la battaglia, intendo dire che aiuterebbero sia la determinazione a tenere botta nel voto segreto sia la pressione che potrebbe arrivare da fuori (Sergio, mi dicono che le piazze del pride sia a Milano che a Bologna erano impressionanti per la presenza e la consapevolezza sul tema della generazione più giovane). Quelle piazze chiedono a chi crede in una legge saggia e utile di condurre la battaglia e non ritenerla persa o compromessa in partenza.
Infine, se si andasse alla mediazione con la Lega su quei punti quale certezza vi sarebbe che una destra che solo domenica scorsa ha sottoscritto la Carta dei Valori europea più reazionaria da decenni si porrebbe nello spirito di mantenere la parola? Tanto più che si entra nel semestre bianco, che ci saranno le amministrative nel mezzo e subito dopo la sessione di bilancio che molte cose, quasi tutto, paralizza per un paio di mesi. Il pericolo di assistere a quel punto a una legge, per altro imperfetta, e per di più dirottata su un binario morto non si può escludere. Col risultato che, giunti lì, ci ritroveremmo nella seguente condizione: di non avere condotto la battaglia sul testo licenziato dalla Camera e di ritrovarci con un pugno di mosche in mano, senza legge e avendo deluso un movimento largo che nel paese è più che maturo per un piccolo grande balzo di civiltà (siamo il solo paese, o quasi, in Europa a non disporre di una normativa sul tema). Ah, un’ultimissima nota: se poi, come alcuni sostengono, la mossa di Italia Viva e del suo leader risponde anche ad altre logiche o obiettivi (dal trattare con la destra sul futuro capo dello Stato a non so che altro) penso che siano questioni in capo a quel partito e al suo leader. Mi limito a condividere con te, vecchio amico e uomo attento sempre alle ragioni degli altri, una preoccupazione corredata di qualche argomento. Tutto qui, ma forse non è pochissimo.
Un abbraccio.
Gianni
10 Comments
Vedi, Sergio, io dovrei evitare di ascoltare le sirene (in questo caso un post su FB) e tornare sul tuo blog, perché poi trovo sempre materiale in abbondanza per incazzarmi! Quel tal Nicola (che certo ha un ruolo all’interno della “ditta”) con la faziosità che contraddistingue chi è contro Renzi “a prescindere”, tra altre facezie afferma che basterebbero i voti dei partiti che l’hanno approvato alla Camera e il DDL Zan passerebbe anche al Senato. E pure Cuperlo cade nello stesso, marchiano errore! Loro dovrebbero invece chiedersi come stava il M5s il 4 novembre 2020, cioè in politica un’era geologica fa, quand’è stato approvato alla Camera il decreto e come sta ora, disperso in mille rivoli. E chiedersi anche il senso della richiesta fatta da alti prelati pontifici perché vengano apportate modifiche ad alcuni articoli. A maggior ragione, se passerà la richiesta di voto segreto, che certo la destra farà se non verranno accolte le sue richieste di modifica, sono così sicuri nel Pd che i cattodem e i consimili del M5s voteranno per l’approvazione? E allora, di cosa stiamo parlando? Chi, tra Nicola e Gianni, è in grado di garantire una tenuta dei 5s, sulla stessa linea passata alla Camera, ora che il movimento è frantumato in non so quanti pezzi? E del Pd? Capisco che per chi ha indicato in Conte “un grande leader della sinistra” tutto sia ritenuto possibile, ma insomma non esageriamo, a tutto ci dev’essere un limite!
Un caro saluto.
Eh caro Cuperlo, io i conti li so fare, e se sommo Pd+M5S+LeU+IV ottengo 136 voti al senato, con la maggioranza a 161.
Se aggiungiamo che Il M5S è disperso in mille rivoli e che non ha nemmeno un rappresentante politico con cui parlare e che da tutto il mondo femminista dem e dal mondo cattodem sono arrivate aspre critiche (e per altro alcune ben motivate, come quelle di Francesca Izzo), dubito fortemente che la maggioranza di cui lei parla ci sia davvero.
Renzi i conti li ha sempre saputi fare. Cirinnà ci stava per mandare allo sbaraglio anche con le unioni civili.
Una persona se crea una levata di scudi a destra ed a manca, tutte le volte che interviene in un dibattito, come può guidare un grande esercito, come il PD? Io penso che un simile essere umano si deve accontentare di fare il ” battitore libero”, che a volte può scovare la selvaggina; oppure fare il capo di un piccolo partitino di sui fedelissimi.
I grandi condottieri sono amati, acclamati dalla maggioranza del loro esercito e rispettati comunque dalla minoranza che non gradisce, ma si oppone in silenzio e senza odio. Così può essere la vita, secondo me, per ognuno di noi, e bisogna farsene una ragione. Buona giornata a chi legge Antonio De Matteo Milano
Caro Sergio,
è da tempo che ti seguo con affetto e ti auguro lunga vita perchè in tanti abbiamo bisogno del tuo spirito, del tuo entusiasmo e anche della tua fiducia nel prossimo. Per quanto mi riguarda, per anni ho negato quanto amici mi dicevano su Renzi, non volevo che fosse come in effetti è: un ego enorme, un disprezzo per gli altri enorme (gli ho scritto dicendogli che avrei votato per lui se avesse fatto pubbliche scuse a Ignazio Marino per la porcata politica ma soprattutto umana fattagli a Roma: niente), un contaballe a raffica (stai sereno) : ha distrutto il PD che faticosamente in tanti abbiamo cercato di costruire.
Fidarsi ora di lui e Salvini è come affidare le tue pecorelle al lupo perchè le sorvegli. E’ ancora grazie a lui e ai suoi leccapiedi se il governo traballa, per i voti che ha in Parlamento e in Senato.
Mala tempora currunt
Un abbraccio a te e a Bobo
Paolo
Obiettare alle considerazioni di chi è stato umiliato da Renzi alle primarie
è fin troppo facile. E tu non hai certo bisogno di suggerimenti.
Cori saluti,
Giulio
Caro Sergio,
condivido totalmente le riflessioni di Gianni Cuperlo.
Ciao,
Andrea
Caro Sergio,
non ti sarà certamente sfuggita, nella quantità di commenti suscitati dal tuo post su Renzi, Minzolini, e la legge Zan, l’abissale differenza di “tono” tra quelli che apprezzano la tua correttezza intellettuale e giudicano quanto sta avvenendo alla luce di soli parametri politici e quelli che invece contestano la tua posizione e attaccano il tentativo di trovare una via d’uscita onorevole ad una situazione che rischia di lasciare noi tutti con il classico pugno di mosche in mano (e, come al solito, Renzi è un bersaglio perfetto …).
Da una parte è evidente uno sforzo di razionalità e pacatezza, dall’altra c’è solo animosità, astio e soprattutto riproposizione acritica e spesso anche un po’ ottusa di argomenti che non hanno reale valenza politica.
Questa mancanza di capacità (e volontà) di analisi politica nel campo “antirenziano” (per semplificare), campo interno alla sinistra (non dubito infatti che chi scrive sul tuo blog si consideri di sinistra …), mi mette addosso uno scoramento senza fine e mi toglie le residue speranze di riuscire mai a creare una proposta politica vincente per il Paese.
Per carità, è già successo con l’Ulivo, con l’Unione, con Veltroni, e con Renzi, ovviamente, ma adesso avremmo davvero un bisogno folle di presentarci non dico uniti, ma almeno convinti che l’unico orizzonte perseguibile è quello riformista; e che il massimalismo costituisce un pericolo ancora maggiore della scelleratezza dei cinquestelle che, come è ormai chiaro, alla lunga si sono suicidati.
Il PD balbetta, va a rimorchio, si intesta battaglie perse, pensando che, mentre Draghi governa, si possa così recuperare il consenso perso presso un popolo genericamente scontento, anzi incazzato, che però non ha nulla a che fare con il popolo di quarant’anni fa, che aveva ben altra educazione politica.
E’ un errore colossale (a mio parere), perché Draghi è un’opportunità soprattutto per “noi”, e così corriamo il rischio di regalarlo alla destra (anche se lui non si presterà di certo …).
Nell’immaginario popolare la sinistra non è vista come il motore delle riforme, ma solo come un moloch che protegge l’establishment.
Non voglio essere troppo tranchant, ma qui scendono in campo i Ferragnez con i loro 30 milioni di followers, e noi non abbiamo il coraggio di dire loro che, se vogliono parlare di politica, debbono “apprenderne” almeno i fondamentali e non vomitare insulti generici “acchiappa-clic”.
Blandirli non va bene, perché questo ci toglie la capacità di analisi e la possibilità di comunicare correttamente con un pubblico lontano dalla politica e ancora troppo sensibile alle sirene dell’antipolitica.
Devo averlo già detto, ma nei prossimi mesi ci giochiamo il prossimo decennio e puntare su Mario Draghi non è un ripiego, è una fortuna mai vista.
La sinistra vuole o no capire che DEVE trovare un’unità di intenti intorno alle riforme possibili e non intorno ai sogni infantili di certi dirigenti? Che il popolo è ampio, imprevedibile, volubile, soggetto a mille suggestioni e che solo con la concretezza si può sperare di conquistarne il consenso?
Basta così, altrimenti mi ripeto.
Una preghiera: tu, ti piaccia o no, sei un influencer (non è un’offesa, sai quanto ti apprezzi …): adoperati per questo “rammendo” (come dice Renzo Piano). Ne abbiamo tutti un bisogno tremendo (spiegalo anche a Cuperlo, riportalo a terra, altrimenti lascia che “voli alto come un falco” …, mentre noi, qui a terra, rimettiamo ordine nell’accampamento).
Concludo con alcune riflessioni sugli influencer:
https://ilquadernodiet.blogspot.com/2021/07/la-politica-e-laustralia.html
Stammi bene (con tutti i lettori del blog).
Ernesto
Grazie, è un bel casino
Caro Sergio e caro Ernesto,
mi piacerebbe essere bravo come lo era “Fortebraccio”, il nome d’arte del grande giornalista Mario Melloni ,che scriveva tutti i giorni sul giornale “l’unità“ dei “trafiletti” ironici sull’allora società, per dire semplicemente quanto segue.
Guarda sti ricchi come soffrono e stanno male. Beati i poveri che non hanno tutti questi problemi: a loro basta un po’ di pane ed acqua e vanno a letto contenti e sereni. Naturalmente tra i “ricchi” mi ci metto anch’io…Pensate, quando ero piccolo mio Papà lavorava 15 ore al giorno nei campi e a casa non avevamo i servizi igienici,dormivamo tutti in una stessa camera e ci mancava pure l’acqua potabile. Ora a Milano abito in un appartamento di tre locali più servizi da solo ho tre televisori,un bagno un antibagno un frigorifero pieno di tutto e di più (a volte devo buttare la roba che scade). Oh tutto questo non me l’anno regalato. Ho lavorato quarant’anni, partendo da pastorello e attraversando tutte le categorie,operaio,sindacalista,impiegato quadro, dirigente in un’azienda metalmeccanica. Poi ho perso la moglie a 48 anni e contemporaneamente il lavoro, ma sono riuscito a resistere e a far laureare mio figlio. Ora sono vecchio, ma non mi sento né deluso, né felice, ma semplicemente ho vissuto nel migliore dei modi, secondo me,la vita che mi è capitato e non quella che avevo sognato. La vita è un casino!! ma l’importante è saperla affrontare con serenità e passione. Il mondo da quando è nato migliora e sempre migliorerà aldilà della delusione nostra cari,Ernesto, Sergio,Massimiliano e tutti coloro che leggono su questo meraviglioso blog, favoloso diffusore di idee sparse e preziose. Ogni tanto ricordiamoci che esistono i poveri e mettiamoci nei loro panni, per me non è difficile: mi basta solo tornare indietro nel tempo. Grazie per l’attenzione e un caro saluto a tutti e tutte Antonio De Matteo Milano
Molto bello, grazie