Il video di Luigi Di Maio sull’aereo a noleggio della Presidenza del Consiglio ha avuto oltre 4 milioni di visualizzazioni, le condivisioni sono ben oltre 100.000. Al netto del merito e del contenuto del video questi numeri confermano l’incredibile efficacia dell’azienda – partito dei 5Stelle e sottolineano il fallimento assoluto della cultura organizzativa che il Pd ha messo in campo nel corso degli anni. Abbiamo deriso per molto tempo il partito – azienda di Berlusconi, il quale però ha governato per 20 anni. Ora con elitaria sufficienza guardiamo con ironia, mista a preoccupazione, al metodo Casaleggio – Grillo.
La verità è che in questi anni il Pd non ha investito nulla sulla necessità di costruire e rafforzare nella società un nuovo soggetto unitario della democrazia moderna e ha ceduto alla tentazione di investire tutto su un ridicolo sistema di correnti in lite tra loro perché è proprio da questa lite che spesso deriva la giustificazione dell’esistenza.
Avremmo bisogno di un partito moderno, plurale, senza correnti e invece abbiamo solo correnti senza partito. Ecco un altro motivo per andare presto al Congresso: azzerare questa folle struttura e avviare la costruzione di una nuova e moderna forma di partito che metta al centro le persone, gli individui con le loro idee. Un partito che abbia l’ambizione di associare le persone nei luoghi della vita ed insieme costruisca nella rete una infrastruttura moderna per creare connessioni, contatti, forza organizzata. Potremmo chiamarla la Rete dell’Italia. Un nuovo arcipelago utile ad ascoltare, elaborare, decidere e combattere. Un arcipelago di idee e persone che sulla base della fiducia nell’altro aggreghi le diversità, per rafforzare la democrazia. Lo dico perché ciò che mi impressiona oggi del Pd è l’assoluta sfiducia che caratterizza le relazioni di chi di questo partito fa parte. Così non si va lontano. Occorre sconfiggere ogni conservatorismo e aprire una fase del tutto nuova della nostra vita.
Il modello 5 Stelle non può essere il nostro modello per mille motivi, primo fra tutti il fatto di manipolare le persone alle quali dice di voler dar voce, ma occorre in fretta superare un’arretratezza drammatica del nostro modo di essere nella società moderna inventando nuove forme di aggregazione nella società e ripeto una intelligente e nuova forma di presenza nella rete per ascoltare, creare e avviare battaglie culturali e delle idee. Dobbiamo smetterla di avere paura, osare e costruire. Anche per questo mi batterò al Congresso.
E’ in questo modo che si possono restituire dignità e potere alle persone, a coloro che fanno parte di una comunità, rafforzando la democrazia interna con un modus operandi tutto nuovo. Bisogna infatti chiudere l’umiliante fase nella quale gli iscritti vanno bene quando devono discutere (ovviamente le sconfitte) ma vengono ignorati quando bisogna decidere, magari le liste dei candidati alle elezioni.
6 Comments
Caro Sergio,
da tempo non scrivevo sul tuo blog, perché anche in me stava prevalendo lo sconforto. Ha certo ragione Zingaretti, ma con una precisazione, che del resto è implicita nel suo discorso. E’ essenziale avere forme di organizzazione e comunicazione che tengano il passo con quella dei 5S e di altri. Tuttavia, occorre prima decidere cosa comunicare, e su quali priorità discutere. Ad oggi,ciò che merge dalle dichiarazioni e posizioni degli esponenti del Pd è desolane, del tutto impari alal sfida che abbiamo davanti. Quindi occorre un congresso (non primarie!) preparato con una fase di studio e riflessione, che porti a proporre delle tesi su temi fondamentali. Per fare questo occorre affidare a persone e/o gruppi competenti la stesura di proposte programmatiche che escano dal vago, evitino le frasi fatte, e vadano al cuore delle questioni; poi si potrà, si dovrà discutere di come cmunicare il progetto di società in modo semplice, anche con slogans efficaci se serve, senza la puzza al naso, ma purché dietro siano riconiscibli dei contenuti e il tipo di societàche abbiamo in mente, nonché gli strumenti per realizzarlo con poltiche coerenti e non effimere..
Per far questo occorre ciò che oggi non c’è: smettere di fare direzioni dove non succede niente, dove il bilancino del potere (?) èla stella polare dei comportamenti. Significa, quindi, eliminare la rete di protezone dietro la quale si annidano le correnti e i capi e i sottocapi, e rischiare. Quindi, dal congresso, osì concepito, deve uscire una struttura capace di affrontare e gestire le sfide della politica, quella vera.
Io sono molto scettico, devo dire; forse solo una ritrovata sintonia con il mondo della cultura, con le associazioni, le organizzazioni non sclerotizzate, un mondo oggi sconfortato e impotente o quasi di fronte all’immensità del compito, può dare una spinta in questo senso; ma dove è tutto questo?
Infine, una preghiera: non usate più parole come partito “plurale”, campo largo etc., sono espressioni usurate dalla loro inutilità e inefficacia, che non bastano a mascherare il vuoto. Abbiamo capito che il partito deve essere plurale, che il campo deve essere largo, che l’alleanza con i moderati è il futuro, oppure no, il futuro è a sinistra, ma per favore dite come fareste davvero, e da oggi.
Guido Clemente
Caro professore Guido Clemente,
concordo con quanto da lei sostenuto a proposito del congresso PD. In particolare sulla sua proposta: “occorre un congresso preparato con una fase di studio e riflessioni, che porti a proporre delle tesi su temi fondamentali. Per fare questo occorre affidare a persone e/o gruppi competenti la stesura di proposte programmatiche che escano dal vago, evitino le frasi fatte e vadano al cuore delle questioni”. Naturalmente mi auguro Che il professore sia disponibile a far parte di questi gruppi e che la direzione del partito democratico sposi la sua idea a partire dal futuro candidato alla segreteria del PD Nicola Zingaretti. Spero però che i professori competenti ( ovviamente anche i non prof. ) abbiano la sensibilità e la pazienza di ascoltare le persone comune, come me, evitando la matita rosso/blu che stronca qualsiasi colloquio con le esigenze dei cittadini. Il bravo medico, per me, è colui che ascolta il malato e cerca di risolvere i suoi dubbi, le sue perplessità, i suoi dolori. Il “luminare”che ti accoglie dicendo: “mettiti nelle mie mani ed io ti guarirò” per me è sicuramente una persona da evitare. Io non ho nessuna verità in tasca e penso che la verità sia personale: ognuno di noi ha la sua che cambia in base alle nuove condizioni di vita. La filosofia che permette agli essere umani una convivenza decente ed equilibrata e’ quella che usa il compromesso per creare l’algoritmo per lo sviluppo della vita sul nostro pianeta.
Sicuramente non possiamo dare una soluzione a tutti i
problemi del mondo, ma creiamo dei pilastri su cui costruire la casa del partito democratico e poi possiamo anche capire chi può abitarla quella casa e chi deve cercarne un’altra. Sono fiducioso e ed immagino e spero che il blog di Sergio Staino possa aiutare la costruzione del nuovo partito democratico. Buona serata a tutti. Antonio De Matteo.
Ma scusate, in tutti questi anni di dominio delle correnti(reale) Zingaretti dov’era?
Anche lui conia un nuovo nome da dare al nuovo raggruppamento senza correnti, ma lui non ha anche una sua corrente i zingarettiani, specialmente nel Lazio e quindi cosa propone?
Continuiamo a parlare di filosofia quando ci vorrebbe il lanciafiamme, così le correnti non le eliminiamo mai.
Dovrebbero fare un passo indietro tutti quelli che hanno in questi anni azzoppato la dirigenza uscita dalle primarie che adesso fanno schifo per ritornare ai vecchi congressi con tesi muffe e superate.
Povero PD, spero che Renzi si decida a formare un raggruppamento fuori dal PD così anche se non maggioritario, sarà sicuramente un movimento leggero e magari con fedeli amici e sostenitori e non capi corrente rancorosi perché non riescono neanche a vincere una partita a bocce.
Repetti Camillo
Camillo, ma perché questo atteggiamento? Tutti predichiamo di ritrovare una coesione nel PD superando le correnti e i limiti della dirigenza di Renzi e tu, appena uno parla, gli dici di stare zitto. Addirittura ti innamori dell’idea dell’ennesima scissione, questa volta ad opera di Renzi. Guarda che è una bella tristezza, sai.
Cari tutti, non chiedo un partito leninista bensì un normale partito dove tutti si remi nella stessa direzione, voluta e determinata dalla maggioranza. Tutto questo è mancato ma non illudiamoci che questo spieghi la batosta elettorale, che ha radici ben più profonde. leggere “Il secolo breve” di Hobsbawm è il mio consiglio altro che partito plurale, cambiare nome e altre bischerate come accapigliarsi su primarie si o no o contare sui saggi consigli di qualche accademico prontamente smentito da altro accademico di altrettanta chiara fama. La realtà, a mio parere, è che da troppi anni è venuta meno l’idea di partito organizzato e pronto a rappresentare le esigenze della propria base sociale. E’ il momento di smetterla con congressi determinati dai pacchi di tessere cammellate o da cammellieri alle primarie; occorre contare sulla base dei voti raccolti sul territorio, come si tentò (senza riuscirci) di fare con i DS. Conta di più un circolo con tante tessere e pochi voti o viceversa? Lo stesso discorso vale per le primarie. Il reale consenso sul territorio deve essere la base della rappresentanza a che realmente sia democrazia.
Caro Camillo,
chi esce o uscirà dal PD farà la fine di Bersani e compagni, ma poi un ex segretario del PD che abbandona la nave che si trova in pericolo si può paragonare solo ad un disertore come Schettino condannato a 15 anni di carcere per aver abbandonato il suo equipaggio e la sua nave. Gli uomini o le donne diventano “grandi” quando dimostrano le loro capacità nella difficoltà. Garibaldi ha Realizzato l’unità d’Italia con quattro “straccioni” contro l’esercito borbonico attrezzato e ben pagato.
Io considero Renzi un grande dirigente del PD, ma se dovesse decidere di uscire dallo stesso , non solo non lo seguirei, ma lo considererei un “quaquaraqua”. Chi crede in una idea la realizza, o per lo meno ci prova, anche in condizioni estremi. Considerare il PD la casa Dell’imprenditore onesto e dell’operaio è sicuramente un’idea vincente e maggioritaria nel partito e quindi Renzi perché dovrebbe ”scappare”? Non devi temere il confronto se la tua idea è “forte”: prima o poi si affermerà. Caro Camillo non vorrai mica diventare ad una certa età un “disertore” come Bersani?
Io sono sicuro di no e quindi per usare un termine caro a Trotta “ En Marche” nel partito democratico però. Buona serata a tutti Antonio.