Caro Bobo,
se c’è un elemento positivo di questo “post 5 marzo” è che finalmente anche in Italia ci sprovincializziamo e vengono messe in evidenza le grandi discriminanti su cui si orienta la politica a scala globale: sovranismo/internazionalismo; chiusura/accoglienza; autocrazia/democrazia. Con una aggiunta specifica per l’Europa e l’Italia, a causa della peculiare situazione di debito pubblico che ci portiamo appresso, che è la questione dell’euro e del nodo “spesa pubblica”.
Mi pare evidente che a partire da Trump per arrivare alla Brexit, a Macron, alla Grosse Koalition tedesca, ai sommovimenti dell’Est Europa, siano queste le linee di frattura su cui si definiscono gli orientamenti, mentre la distinzione destra-sinistra resta ma non è più da sola sufficiente a capire e soprattutto ad orientare. (en passant, Sanchez – nuovo vessillo della sinistra di casa nostra – guida un governo di minoranza che si regge per ora solo grazie ad una alleanza dei vari indipendentismi).
Quindi, per tornare all’Italia, se il Pd pensa che per fare opposizione basta dichiarare “di destra” il governo Conte, a mio avviso sbaglia completamente. Non perché il governo Conte – o meglio Salvini – non esprima posizioni di destra ma perché non è su questo fronte che il Pd riuscirà a riguadagnare consensi se non costruirà una posizione chiara e convincente sulle altre grandi questioni discriminanti.
Pensare che basti far apparire Conte “di destra” per riprendersi i consensi dei 5S “di sinistra” significa non aver capito la profonda evoluzione politica e sociale in corso, perché molti degli elettori passati ai 5S già da tempo antepongono alla discriminante destra-sinistra altre questioni e lo si vede, plasticamente, nel forte consenso che hanno le posizioni anti-migranti in quel movimento.
Ed anche nella “sinistra-sinistra”, tra quelli per cui “il Pd è ormai di destra”, non sono pochi, tra i dirigenti ma ancor di più nell’elettorato, quelli che sull’immigrazione la pensano come Salvini o sull’euro la pensano come Savona o in politica estera preferiscono Putin a Bruxelles. Da qui bisogna ripartire.
Felice Cappelluti
4 Comments
Molto bene …questo testo lo stampo e lo studio . Finalmente c’è qualcuno che apre una finestra intelligente . E’ proprio su quelle questioni che la sinistra democratica italiana e europea si e’ Arenata sulla spiaggia della politica come le balene. Bisogna riuscire a riprendere il “mare aperto delle questioni che sono all’ ordine del giorno nel mondo, diversamente si “ muore “ li sulla spiaggia , dando la colpa a qualcuno . Così facendo così si aprono praterie ai vari Salvini e company…Sto constatando che all’ interno dell’ Anpi ci sono posizioni di sinistra che su Europa, immigrazione e altro , condividono le posizioni di Salvini, ecc.
Era ora che si cominci a criticare l’Anpi, non come istituzione, ma come gruppo dirigente che ho avuto il dispiacere di sentire da iscritto, ora ex, ad un congresso provinciale a Milano.
Una cosa disgustosa la presa di posizione nell’Anpi di una corrente maggioritaria di sinistra radicale che osteggiava allora il governo Renzi e il PD.
Grazie anche a loro che si è data una informazione distorta delle riforme fatte da Renzi e in special modo da quella del lavoro, così facendo hanno aiutato la destra e i 5 stella ad andare al governo.
Adesso non lamentatevi e fate un bel esame di coscienza.
Camillo Repetti
Ho sentito D’Alema l’altra sera nella trasmissione della sette “otto e mezzo”. Loro sarebbero troppo deboli per fronteggiare la situazione governativa, ma il PD ci doveva provare a fare l’accordo coi 5 Stelle. Ma non è lo stesso personaggio che invocava la scissione del PD già alla festa provinciale de L’Unità a Firenze del 2015? Se la scelta la facevano Cuperlo o Speranza avrebbe dato una mano. Poi nella campagna per il Referendum istituzionale, probabilmente perchè si sentiva ringiovanito si è fatto promotore della campagna per il no, una campagna molto utile a chi ci avversava e l’ha fatta promettendo soluzioni facilissime per le riforme necessarie all’Italia. Poi ha partecipato alla deleteria scissione del PD. Ha promosso la sua ricandidatura al parlamento, ma gli elettori, che dovevano essere, stando alle sue previsioni a due cifre, proprio non hanno gradito. Perché si ostina a sferrare dei colpi contro la sua forza, per la quale ha avuto oneri e onori, ed ora non procura che danni? Perché non sceglie il riposo? Potrebbe farlo assieme a molti dei promotori di Leu! Sarebbe già un primo passo. Giorgio Bottoni.
D’Alema appartiene a quegli uomini che non sanno perdere e quindi mediocre. Gli uomini diventano grandi quando superano ostacoli da tutti ritenuti insormontabili. A Massimo non interessava e non interessa far vivere il compromesso storico di Berlinguer, ma il suo unico scopo era quello di rimanere alla guida del partito dettando le sue leggi. Il compromesso per lui si fa solo alle sue condizioni e quindi il suo posto non può essere nel PD ch’e’ un partito pluralista e democratico. Il partito democratico non può far l’accordo con questi personaggi, D’Alema, Bersani e compagni. I loro “ attacchi “ non danneggiano e non danneggeranno il PD. Buona serata a tutti.A De Matteo