Giorgio Tognetti.
Caro Giorgio,
nessuno di noi considera Renzi un untore, se se ne va adesso se ne va perché travolto da dei risultati indecenti che lui, involontariamente certo, con la sua incapacità di ascoltare il partito ha provocato. Tutto qui. Nessuno vuole passare armi e bagagli a fianco dei grillini però nessuno può, seriamente, individuare i grillini nel solo apparato originario e ancora dirigente, né nel guazzabuglio affamato e incolto dei nuovi eletti. Io dico semplicemente di guardare agli elettori dei 5 Stelle e soprattutto ai nuovi elettori emigrati a loro dal PD. Dobbiamo attuare un’intelligente azione di denuncia del marchio originario dei grillini e di sfida costruttiva nell’applicazione di quelle volontà progressiste che i loro nuovi aderenti così vicini a noi devono portare avanti con forza. Tutto qui. Evidenziare le loro contraddizioni interne e farle esplodere, chiamarli a fare chiarezza su punti programmatici precisi. Solo allora potremo dare un “no deciso” un “no con possibilità” o un “sì con riserva”. Questo per me è fare politica, l’altro è un suicidio. Loro da soli non riusciranno a fare un governo e soprattutto non lo vorranno fare dando la colpa a noi che non li aiutiamo; non lo riuscirà a fare nemmeno la Lega e alla fine Mattarella sarà costretto a mandarci ad elezioni. Elezioni in cui altri compagni nostri si sentiranno costretti a votare 5 Stelle e sarà la fine del PD.
Sergio
9 Comments
Lo scontro su collaborare con i 5 Stelle o andare all’opposizione, così formulato, è un’altra delle radicalizzazioni, semplificazioni e personalizzazioni che da troppo tempo impediscono una seria, approfondita ed efficace discussione politica. Renzi si è doverosamente dimesso perché, come segretario, è oggettivamente responsabile; se poi vogliamo cercare responsabilità e colpe, ovvio che vengono da lontano e vanno suddivise (non equamente, sarebbe ipocrita); tuttavia, dare colpe non serve, serve prendere atto e cercare di capire. Chiedo una moratoria: basta con la difesa di Renzi a prescindere, a parte la giusta e doverosa condanna (etica, prima che politica) degli opportunisti, gli stessi che hanno consentito a Renzi di sostituire Letta, che hanno affossato Prodi, che non hanno voluto una seria discussione politica dopo il referendum, le amministrative perse etc. etc. Questo è il vero cancro, ma ce ne libereremo, forse e solo in parte (dato che l’Opportunismo è una categoria dello spirito) solo se smetteremo di pensare che tutto ruoti intorno ad alcune persone, e non al vuoto che si è determinato nelle forze politiche e di conseguenza alla confusione, indecisione, a volte contradditorietà delle nostre azioni.
Se sgombriamo il campo da questi ingombri, forse possiamo riflettere meglio sulla situazione.
Comincio da lontano, con una osservazoen di carattere generale: la presentazione che le forze politiche, tutte, fanno della situazione è frutto di manipolazione e di rifiuto della realtà, il che fa comodo a tutit, visto che la realt dice che tutti sono impotenti e ostaggio degli altri, oltre che dei loro tweet . Non ci sono due vincitori, ma una forza politica che ha la maggioranza relativa, ed una coalizione nella quale la Lega ha sì aumentato esponenzialmente i suoi voti, ma ha il 18%, non il 51%. Ad entrambi gli schieramenti mancano decine e decine di voti. Il PD ha perso, ma in un regime che non è bipolare, ma in definitiva frutto del proporzionale; in un sistema tradizionale, sarebbe l’ago della bilancia, e potrebbe profittarne. Ovviamente non è così semplice: troppo grave la sconfitta, troppe scorie sono rimaste dalla dura ampagna elettorale e dalle posizioni precedenti; inoltre, ed è questione centrale, oltre i numeri ci sono le percezioni, e non è possibile ignorare che l’elettorato ha chiesto un cambiamento radicale, spinto da molti fattori razionali (le difficoltà economiche) e irrazionali (la paura etc.) che si sono mescolati creando una miscela dirompente. Quindi chi, come me, pensa che non ci si debba chiudere a priori nell’opposizione e aspettare che passi il cadavere (non dei 5 Stelle o Lega, ma dell’Italia) non crede di certo che basti sostenere un governo5Stelle o che sia facile e forse neanche giusto. Chi non ha dubbi (Emiliano) fa un pessimo servizio a tutti; è una posizione pericolosa e incomprensibile, poiché non serve a avviare a soluzione i problemi, li aggrava e basta. Detto tutto questo, non possiamo al tempo stesso non prendere atto del fatto che in una democrazia parlamentare ci si parla, confronta e poi si decide; parlare di inciucio a priori fa parte della deformazione e manipolazione della realtà: semplicemente, è la democrazia, che ha delle regole anche formali, che è pericoloso disattendere e forzare oltre misura; le forze politiche dovrebbero avere, tra le altre cose, il compito di cercare di orientare, in senso buono, i loro elettori, e non solo seguirne le pulsioni dopo averle sollecitate per prendere voti. In sostanza, non credo che essere disponibili a vedere le proposte altrui (una volta finita la stagione degli slogans) e prepararsi a fare le nostre proposte sia una resa. Essere una forza politica in grado di offrire un’agenda al paese, da negoziare in modo serio e responsabile, non è una resa, è un modo di far funzionare la democrazia parlamentare. Se poi si preferisce continuare a parlare ai “cittadini”, essere in campagna elettorale permanente, significa che non si vuole agire secondo le regole di una democrazia parlamentare rappresentativa, che appunto serve a far decantarele passioni e a governare con le mediazioni necessarie . ra una cosa cui teneva, ad esempio Thomas Jefferson, quandosi era abituati a studiare e ragionare. A titolo solo di esempio, noi abbiamo fra le nostre scelte non rinunciabili il rapporto con l’Europa (dove tra l’altro si stanno prendendo decisioni che avranno serie ripercussioni su tutti noi), la riduzione del debito pubblico, strumenti praticabili per il contrasto alla povertà, da unire a strumenti per l’avviamento al lavoro e la ricollocazione etc. etc. Sarebbe ridicolo che io mi mettessi a proporre, sarebbe come fare l’allenatore di una squadra al lunedì o essere al bar. Ho inteso solo sottolineare che molti temi e problemi sono ovviamente gli stessi di tutte le forze politiche, ma gli strumenti e i metodi divergono anche radicalmente; ed è su questo che deve svolgersi il confronto, pretendendo (sì, pretendendo) che vengano abbandonate le soluzioni dichiaratamente impraticabili. Una trattativa vera prevede tempi, priorità, e anche mettere nel conto il fallimento, ma nella chiarezza e fuori da insopportabili pronunciamenti cheservono solo a mascherare la realtà a vantaggio dei posizionamenti: in vista di cosa: nuove elezioni? Il Pd può svolgere un grande compito, fare chiarezza, e per fare questo deve sbrigarsi a uscire dalla palude delle recriminazioni e delle rese dei conti, e degli slagans che non dicono paticamente nulla. Queste si fanno sulle priorità e i programmi, altrimenti non servono se non ad un ceto politico che non ha molte altre occasioni per mostrarsi finalmente all’altezza di compiti giganteschi; e se no temessi di contraddire il mio ragionamento, chiuderei con una nota di pessimismo…
Questo mi sembra uno dei contributi più interessanti che abbia ricevuto questo blog, io lo trovo di grande saggezza politica. Adesso mi interessano le vostre opinioni.
Ciao Sergio, ciao a tutti, è il compagno Z che parla ( l’ultimo).
Ho letto di tutto in questi giorni e mi sono fatto queste opinioni.
Abbiamo perso di brutto, di chi le responsabilità?
1) le continue liti e la scissione hanno minato gravemente la ns. credibilità e in questo D’Alema ha vinto
2) i media e gli intellettualoidi hanno sparato sul PD , non poteva andare diversamente. Vi invito a leggere Repubblica. Da martedì scorso è finita la battaglia contro Renzi. Hanno vinto
3) il Che diceva che ( la verità è sempre rivoluzionaria) e sono d’accordo. Noi lo abbiamo fatto e abbiamo perso. Ma ????
4) Renzi se ne deve andare e fare umilmente il senatore, con le sue capacità ( purché non diventi come gli altri cioè capo corrente) tra qualche anno sarà una risorsa importantissima.
5) confrontarsi si o no con i 5 stelle? Va bene ma dopo che hanno detto agli italiani la verità ( confrontandosi in streaming con i nostri ministri economici e il nuovo segretario) ma non il portavoce Di Maio con i suoi padroni Grillo Casaleggio . Quanto alla responsabilità credo che abbiamo già dato tanto forse troppo.
6) ripristinare il ( centralismo democratico) . Compagni, amici parlamentari, litigate quanto volete ma quando la maggioranza decide una cosa quella deve essere per tutti non ci devono essere attenuanti. La visibilità personale non esiste. Impariamo dagli altri.
7) tutti i bei ragionamenti intrisi di belle parole e dotte citazioni che leggo sono molto utili ma ad un certo punto serve una sintesi.
Caro Sergio sono uno di quelli che avrebbero messo mille € l’anno se con un giusto business plan fosse possibile ridare vita all’Unita,se non altro perché l’ho diffusa per 20 anni, ma questo non avrebbe smosso di un millimetro il risultato elettorale.
Marco bs
P.S. Questo è ciò che pensano veramente tanti compagni con i quali ho parlato.
Si, è vero, in politica mai nulla è definitivo, il dialogo è possibile anche tra coloro che fino a poco prima si insultavano (in effetti a farlo erano gli altri …). Credo di averlo già detto, ma mi ripeterò. Se una opzione “a collaborare” ci può essere non è certo quella col centrodestra. Quindi si potrà “dialogare” con i 5 stelle? C’è un “ma” grosso come una montagna ed è il loro programma, che è pressoché il contrario del nostro! Quindi? Dovrebbero fare loro il primo passo mettendo sul tavolo le loro proposte, noi dovremmo analizzarle e fare le nostre controproposte. Abdicheranno ai principi sui quali hanno incentrato tutta la loro politica fino ad oggi? Non credo, così come non lo farà il PD. Quindi, verificata l’inconciliabilità delle posizioni saremmo al punto di partenza! E’ una fase molto scabrosa, e dovremo stare molto attenti a non cadere nel solito loro gioco del “avete visto? noi volevamo, sono stati loro, come sempre, a non voler fare”! La prospettiva più realistica è quella di concordare tutti assieme, come in un governo di unità nazionale, la definizione del DEF e trovare un accordo per una diversa legge elettorale, possibilmente maggioritaria e a doppio turno (mio pensiero), per poi tornare al voto entro 6 mesi. In questa delicatissima fase è FONDAMENTALE l’unità d’intenti del Partito, e una volta tanto, perdio, risfoderiamo la mai abbastanza rimpianta regola del “centralismo democratico” e guai, ma davvero, a chi sgarra! Un’ultima cosa. Non pensiamo che sia il “reddito di cittadinanza” che ha dato tutti quei voti al M5s, perlomeno non quelli (e sono molti!) che ha attinto dal nostro elettorato, per il quale hanno pesato, e molto (parlo per conoscenza diretta) altri fattori. Vale a dire, per i ceti culturalmente più evoluti la nostra politica “ondivaga” sul tema GIUSTIZIA. Parlo, ad esempio, della c.d. “riforma Orlando” sui termini di prescrizione dei reati, che ha privilegiato quelli in cui incorrono i politici, nonché della tacita accettazione dell’appoggio dato ai nostri governi da personaggi come Verdini. Per gli altri ceti, da un lato la nostra incapacità di contrastare energicamente, e con dati di fatto, la diffusione del clima di “insicurezza” indotto dai nostri avversari, che da virtuale che era è stato percepito come reale (i dati sui crimini nel nostro Paese indicano tutti una diminuzione di ogni genere di reato). Dall’altro, per le modalità di gestione del fenomeno immigrazione e dei “traffici” ad esso connessi, che hanno dato adito ad ogni genere di interpretazione malevola nei nostri confronti, addirittura ipotizzando nostri coinvolgimenti e connivenze a fini economici nella gestione del traffico di esseri umani! Sono questioni molto serie ed importanti sulle quali dovremo attentamente riflettere e discutere.
Caro Silvano, pensa se facessimo un accordo qualsiasi con i 5 stelle, siccome il loro programma è irrealizzabile ci distruggerebbero dicendo che non sono riusciti a fare quello che hanno promesso per colpa nostra e in questo momento la gente è pronta a credere a tutto ciò che dicono. L’unica è portarli ad un tavolo e fargli dire che quello che hanno detto è irrealizzabile e si assumano le loro responsabilità di fronte al paese oppure facciano il governo con chi ci sta non certamente noi
Marco bs
Marco, credevo di aver detto proprio ciò che tu hai scritto, ma forse mi sono espresso male!
Ragazzi, ma avete visto l’ultima intervista di ieri di Di Maio.
Ha detto tutto il contrario delle cose sensate che avete detto voi tutti.
Ma come si fa ad andarci assieme , possiamo solo ,se ce lo chiedono umilmente, rispondere cortesemente alle loro proposte come hanno fatto con Bersani, velo ricordate?
Repetti camillo
Si ho capito era solo una sottolineatura
Caro Sergio, cari tutti, grazie della tua risposta pacata, ragionevole e davvero condivisibile. Grazie al contributo approfondito anche degli altri commenti, che leggo sempre con molto interesse. Forse, preso dalla vis polemica sono stato un po’ eccessivo, ma per quanto riguarda la satira e l’untore mi riferivo più a Riondino, bravo anzi bravissimo artista, ma forse politicamente un po’ troppo sbrigativo. Mi piace questo “luogo” di riflessione leale e disinteressata, come pochi se ne trovano. Quindi giusto cercare la strada politica migliore per questo momento complicato. Ma si deve partire da una base di giudizio scevra di illusioni, possibilmente.
Secondo mè i 5s non vogliono veramente governare in un modo condizionato da altri. Prob. mirano a fare con qualcuno una legge elettorale più conveniente. Poi creare “l’incidente” o la situazione che dia la responsabilità ad altri della fine della legislatura. A questo punto andare a nuove elezioni, chiedendo i voti per governare da soli, in cambio del paradiso in terra. Il progetto dei Casaleggio non è complicato. Hanno preso a base l’Uomo Qualunque di Guglielmo Giannini, adattato alle tecnologie web più aggiornate, e integrato con la strategia del Cavallo di Troia di Ulisse. Il tutto condito con l’introduzione del vincolo di mandato (al primo punto del loro programma), con fortissime penali economiche, con la minaccia di pesanti risarcimenti per danno di immagine, sotto la spada di Damocle delle espulsioni e del ritiro del simbolo. E per carità alla larga dagli streaming, perchè (Bersani e Renzi docent) loro non parlano con gli interlocutori, ma con quelli che sono davanti agli schermi. E i nuovi eletti li avete visti, “proibiti” di parlare prima di essere “briffati”, come dicevano delle olgettine? È in queste condizioni che si va a far politica con i 5s. O no? (Come dice il simpatico Maurizio Ferrini).
Naturalmente ho semplificato tanto anch’io per essere più breve, l’argomento richiederebbe sicuramente minore schematicità. E forse disegno uno scenario esagerato e troppo pessimistico, ma sono certo che mi aiuterete voi a capire meglio e a rasserenarmi. Perchè poi qualcosa bisognerà fare, ma io ho fiducia nei dirigenti PD che restano, che faranno un bell’esame di coscienza, senza però fermarsi troppo a guardare l’ombelico e senza ulteriori lotte intestine. Perchè l’unità è fondamentale per riconquistare gli elettori, insieme a un programma più lungimirante e visionario. Cari saluti, e grazie ancora per le riflessioni, per le vignette e per tutto, Giorgio.