Carissimo Sergio:
leggo nella mail che mi hai inviato il dialogo apparso sul Dubbio tra Piero Sansonetti e Furio Colombo. Un dialogo ricco di stilettate di gran garbo che leggo ora, in una limpidissima e freddissima ultima giornata di Novembre, appena rientrata da una commissione: stamattina sono stata alla posta; non quella sotto casa, ma in un magazzino della posta, per ritirare una raccomandata di cui nemmeno sapevo il contenuto.
Lì alla posta sono stata accolta da due signore, entrambe invalide, che si davano da fare nello smistare buste e pacchi.
E sono stata molto felice che in italia vi sia stato un tempo in cui ci si dedicava ai meno fortunati dandogli un lavoro dignitoso che consenta a queste due donne, chiunque esse siano, di poter vivere libere; sono anche io invalida e anche io usufrisco di questa agevolazione.
le raccomandate contenevano delle multe prese da mio marito, e per l’angoscia di esser certa di non poterle pagare tutte e tre nei tempi richiesti, questa breve gitarella nella periferia sud che si sta trasformando in un polo industriale, mi è apparsa meno divertente; ma per quanto meno divertente ho osservato ad occhi aperti: meno male che i miei nonni si preoccuparono di questo problema che trasformarono in una legge che offriva opportunità, oggi tutto questo sarebbe impensabile da proporre e far passare!
Dopodichè mi sono avventurata nell’attraversare la città in metropolitana, da sud a nord, da capolinea a capolinea.
e anche lì, sebbene il mio cuore fosse pesante, ho continuato a vedere chi transita sulla metropolitana, chi sale e scende nelle fermate del centro, e chi invece sprofondato su una poltrona scende al capolinea
dal capolinea di sesto san giovanni, la vecchia Stalingrado operaia, si vede un mondo fatto di anziani ed immigrati di ieri e oggi, immigrati che non sopportano immigrati e votano contro immigrati, anziani che si incamminano verso qualche ospedale, massaie che si dirigono verso qualche supermercato dove si spende poco.
anziani, invalidi, studenti che bigiano…un mondo che vorresti amare, abbracciare e coccolare (e forse nemmeno io sono diversa da queste persone. semplicemente sono meno anziana e ho un lavoretto dignitoso che però non sosterrà una pensione minima…!)
ma comprendo subito che quello di cui hanno bisogno nessuno osa nemmeno prometterlo:
case eque e digniotose, strutture semplici, burocrazia azzerata, una rete di relazioni di più generazioni armoniosa, meno solitudine.
secondo te, Sergio, la sinistra che in questi mesi tanto si è data da fare per offendere la moderazione dei democratici ha fatto del bene ? ha davvero pensato a loro?
secondo te cosa voteranno questi anziani che hanno visto la guerra da bambini e i loro genitori votare per la repubblica o la monarchia?
secondo te, dopo una vita di lavoro in cui han saputo da sempre che comunque non si meritavano molto di più di quello che hanno avuto, ma nemmeno si aspettavano di doverlo affrontare in questa solituidine, come si son sentiti coinvolti ? han capito che finalmente qualcunofarà la differenza? Secondo te ci credono?
è girando tutti i giorni su questi mezzi, rifiutando il trasporto privato, che vedi il paese che vota, (e che magari vota m5s perchè è come dire “mi asterrei, mi astengo, ma esisto”) ed escludo che abbia così tanta fiducia in chiunque, perchè ciò che chiedono è il minimo, e se nemmeno il minimo si può garantire, e anzi, è quello più in pericolo…allora davvero discutere col registro che ora usano i nostri eroi della sinistra che sa benissimo che qualunque sogno si scontrerà col debito, e che sa benissimo che più di quello che Padoan ha saputo ottenere non sarà possibile ottenere perchè non abbiamo forza di trattativa, e che quel debito lo pagano i pensionati di sesto san giovanni ogni giorno, equel debito lo pagheranno i nipoti dei nipoti anzichè dire che il sistema si può cambiare in un tempo breve
e sopratutto non lo pagheranno furio colombo o piero sansonetti…bisognerebbe dire anche questo.bisognerebbe che lo dicessero loro per primi, che questo accade e accadrà
ecco cosa succede se ci si mette seduti su un autobus di periferia e si guarda, magari lasciando il posto quando entra un infermo o un anziano, anche se marocchino.
e ora, carissimo Sergio, ti dico anche cosa ne penso di questa delicatissima sfida a colpi di fioretto:
il fatto quotidiano è un pessimo giornale.
un giornale che non smette di essere ambiguo e che prospera pescando nel pettegolezzo più squallido, quello che sortiscono le procure.
Lo definirei “ilgiornale dei trombati”; e facci caso: tutti quelli che ci scrivono sfogano su quelle pagine il loro livore per non aver fatto la loro sperata carriera , a torto o a ragione.
A comincuiare da travaglio: il delfino di Montanelli escluso dalla testata che riteneva dovesse dirigere per diritto ereditario (!), proseguendo con Colombo e Padellaro, che mai comperarono l’unità per sotenerla e che, appena non fu confermato il contratto, subito corsero a criticarne i contenuti da qualsiasi testata ostile (e il mio rispetto per Colombo è vasto: lo giudico mente acutissima di gran interesse, pensa quanto mi ha addolorato questo suo stile)…nessuno, in quella testata, scrive con serenità ed amore..e senza di quello la verità già viene meno, perchè l’amore è quello che vince su tutto, al quale arrenderci, e senza quello siamo sopraffatti dalla cupezza dei nostri peggiori sentimenti, quelli più personali che ci inibiscono nell’osservare il prossimo: I cambiamenti sono atti d’amore…lasciatevelo dire dalle donne
parte della sinistra lamenta la moderazione dei democratici e, anche, l’approssimazione e l’imperfezione delle scelte.
lo capisco benissimo, sono cose che vedo anche io
ma capisco benissimo non solo che nulla su questo mondo è perfetto per tutti, ma anche che meglio non si può fare
facendo i conti con quello che c’è in parlamento, i debiti, il dissesto, questo paese sta un pochino meglio ora di prima, anche se è più arrabbiato di prima
perché il torto che ha subito è grande.
Ma forse andrebbe accompagnato anche in un percorso di pacificazione, perchè è dentro che è tanto ferito, dalla delusione.
invece nessuno, nessuno di questi valorosissimi compagni militanti, nessuno che abbia puntato le armi contro la finanza con la stessa energia con cui le punta contro i democratici
nulla si sente di proposte per poter mitigare la violenza del potere finanziario.
non un’idea, non una proposta.
Nessuno che li aiuti a superare delusione e senso di confusione, che spieghi
carissimo Sergio, la prossima volta che si riaprono queste discussioni, se per caso fossimo invitati, noi portiamo le paste e magari una bottiglie di liquore fatto dalla nonna.
Renderà il tè più piacevole e la discussione più armoniosa!!!!
un abbraccio forte forte a te e a chi ami
Valentina
9 Comments
Bella, bellissima, da lasciare senza parole. Grazie ed un forte abbraccio a Valentina.
Grazie Valentina.
Mi accingevo a scrivere anch’io un commento sul garbato scambio epistolare Sansonetti – Colombo, per sottolinearne il vago accento “belle époque”: due anziani signori che si ricordano a vicenda i bei tempi andati e si compiacciono di essere, per così dire, giusti e irregolari.
Hai scritto tutto molto bene tu. La realtà sta da un’altra parte.
Sansonetti e Colombo forse non colgono la terribile difficoltà del momento: non è dell’utopia che dobbiamo occuparci, ma dei problemi dei cittadini, problemi che ne determinano gli umori e quindi il voto.
Non è con la coerenza o col moralismo che dobbiamo riempire il programma e la conseguente azione di governo, ma con provvedimenti concreti in favore dei cittadini, tutti, anche quelli che ci deridono o ci contestano e non ci votano.
Man mano che la situazione migliorerà, alcuni apprezzeranno e cambieranno idea e voto.
Dobbiamo crederci, di essere capaci a farlo. Dobbiamo crederci, di poter essere maggioranza. Ed agire di conseguenza, senza angustiarci più di tanto per lo scetticismo, o peggio l’avversione, di cui siamo circondati.
Siamo un grande Partito, non un cespuglio; e da grande Partito dobbiamo comportarci.
Auguri.
Considerazione amara e verissima, da donna – senza che gli uomini si risentano, il punto di vista femminile è “biologicamente” diverso – perché solo le donne sono capaci di usare il tocco magico dell’ “amore” per lenire ferite, anche quelle sociali che Valentina ha descritto con dolorosa partecipazione.
Brava Valentina, sono completamente d’accordo con te. L’astio del ” Falso quotidiano” verso i democratici denota non solo la pochezza delle sue argomentazioni ma soprattutto la mancanza di proposte tale e quale la politica dei 5stelle.
Caro Furio Colombo, spero che tu mi legga, uno come te, che ho sempre apprezzato, cosa ci fa al Falso.
Dalle tue risposte mi sembra di capire, e spero non sia così, che la tua prima preoccupazione sia stata quella della ” Visibilità ” infatti dici nessuno mi c…va più ne sui giornali ne in televisione e tengo famiglia. Che delusione.
Il gruppo dirigente PD di oggi non ha mai cacciato nessuno, nemmeno l’amico Sergio, l’Unita ha chiuso perché non stava in piedi economicamente.
Dici non sono d’accordo su quasi tutto quello che viene scritto sul Falso ma sto li. Allora perché hai abbandonato il partito ? Molti di noi non condividono al cento per cento le sue scelte ma rimaniamo lì . Ora mi sembra di capire che per essere contro Renzi stai con coloro che veramente hanno fatto chiudere l’Unita così come te anche Padellaro.
Marco
Straordinaria lettera, di una lucidità impressionante, persino commovente in alcuni passaggi! Ecco, le persone “di sinistra” che io amo sono quelle come Valentina, schiette, sincere, attente e propositive. Grazie Valentina!
Caro Sergio,
hai ragione, quello tra Sansonetti e Colombo è uno scambio di opinioni che definiamo generalmente con l’aggettivo “civile”. Ognuno espone le proprie ragioni e, nel caso di Furio Colombo, le proprie motivazioni. Dove non sono d’accordo, e penso che Furio Colombo, che considero persona oltre che intelligente, onesta, dovrebbe convenire, è nel definire “Il Fatto Quotidiano” un giornale libero. Non è sufficiente, a mio parere, fregiarsi di quell’aggettivo perché vi possono scrivere i Colombo e i Padellaro. Un giornale per essere definito “libero” non deve praticare la censura nei confronti dei lettori né l’autocensura . Mi riferisco, e parlo per esperienza personale, alla pratica di oscurare, nella versione online, i commenti sgraditi, in particolare quelli critici nei confronti dei 5 Stelle, e ugualmente di tagliare furbescamente articoli di altri giornalisti (è successo con un articolo di Scalfari su Repubblica, citato dal Fatto, di cui il lettore del libero giornale ha potuto conoscere solo una parte, addirittura un pezzo di frase priva del seguito che dava un senso diverso al pensiero del giornalista). Io penso che da quando Berlusconi non è più stato premier il giornale di Travaglio ha dovuto reinventarsi come giornale di opposizione “ a prescindere” per continuare a restare sul mercato. Così si spiegano ad esempio gli attacchi a Monti, una figura che avrebbe dovuto rappresentare per Travaglio un punto di arrivo per la politica italiana in piena consonanza con le aspirazioni, più volte dichiarate, dello stesso Travaglio. E invece no, il giornale, sembra essere la filosofia di fondo, viene prima della verità, salvare il giornale a qualunque costo è stato, e probabilmente è ancora, l’”imperativo categorico”.
Io però mi pongo una domanda: chi sono, oggi, i lettori del Fatto? Ieri erano gli anti berlusconiani, poi mi è parso che fossero gli elettori, o comunque i simpatizzanti, dei 5 Stelle, movimento che spesso Travaglio, in televisione, ha tartassato con la consueta verve, invitandoli a ritirarsi dalla scena politica per il tempo necessario a “studiare”, considerandoli degli incapaci. Forse Travaglio aveva notato che i lettori del Fatto non erano più soltanto i seguaci di Grillo, e si adeguava? Oppure fanno parte di quella massa informe del “tutti contro tutti” che vediamo in certe trasmissioni televisive? O ancora sono, semplicemente, antigovernativi o anti PD?
Un’ultima considerazione: se Colombo fosse dichiaratamente del Partito Democratico, addirittura renziano, potrebbe ancora scrivere sul Fatto? Aggiungo che la scelta di Scalfari, di cui si è tanto parlato e discusso, di preferire tra Di Maio e Berlusconi quest’ultimo, deriva dal fatto, e forse lui stesso lo ha dichiarato, che Berlusconi già lo conosciamo e anche se il periodo in cui ha governato ha prodotto i disastri che sappiamo, comunque la democrazia è sopravvissuta, mentre nel secondo caso, date le premesse, sarebbe un autentico salto nel buio. E poi (ma questa è una considerazione molto personale) non ho mai avuto simpatia per gli integralisti, che considero pericolosi.
Dimenticavo: bella vignetta …
Ti abbraccio
Grazia
Caro Staino, dal 1974 e fino all’ultima edizione ho letto e diffuso L’Unità. Ricordo abbastanza bene le varie impostazioni editoriali susseguitesi compresa quella del valido dr.Colombo, uomo di alta cultura e di grande spessore professionale. Ciò, però, non mi esime dall’essere totalmente d’accordo con Valentina perché anche a me fa male assistere all’attacco indiscriminato al PD, attacco spesso ancorato a giudizi sommari e privi di prospettiva, che caratterizza ogni intervento del grande dr.Colombo e degli altri ex giornalisti dell’Unità ora in forza al Fatto del montanelliano Travaglio. Una vera sofferenza. Sono altresì d’accordo con Valentina proprio sul Fatto e sulla reclamata discriminazione denunciata dal dr.Colombo. Veramente stupefacente. Io vedo il Fatto in TV sin dalle 8,00 di mattina (Agora con Caporale e spesso Padellaro) e via via nei vari contenitori nel corso dei quali è sempre ( o quasi) richiesto il parere del Fatto con Travaglio, Scanzi, Padellaro ad alternarsi. Ora non fraintendiamo. Quei giornalisti, che ho conosciuto ed apprezzato e continuo ad appezzare, sono sicuramente professionisti importanti e qualificati, come del resto i loro pareri . Quello che mi infastidisce è che tradendo la loro vocazione di cronisti attenti alle vicende politiche spesso si dilungano solo ed esclusivamente a criticare Renzi (che pur rimane il segretario di un grande partito politico scelto da 1,5 milioni circa di iscritti) su aspetti che riguardano notizie personali farcite di un’infinita sequela di condizionali. Sarebbe figlio di un corruttore, un rovina banche, un ciarlatano che punta solo a mantenere il posto in Parlamento (quando è noto che non è parlamentare, non è coperto da alcuna immunità e che basterebbe andare alla prima Procura sotto casa e cantargliele a dovere ovviamente con inconfutabili documenti alla mano). Mi scuso se mi sono noiosamente dilungato ma scrivere non è la mia specialità. In effetti alla mia età riesco meglio come cuoco di intrugli vari rigorosamente a base di peperoncino, porro e pomodorini rossi. Quindi mi rituffo tra i fornelli. E chiedo perdono per questo sciagurato sfogo. Mi auguro che il dr Colombo, malgrado le critiche di cui sopra, mi annoveri ancora tra i suoi maggiori estimatori. Lo stesso sincero appello lo rivolgo ai suoi colleghi su richiamati, per i quali continuerò a nutrire profonda stima e perenne considerazione.
Un caro saluto
Massimo Maini
Cara Valentina, mi sento totalmente concorde alla tua bella lettera di riflessione sull’argomento Colombo/Sansonetti, perché noi Democratici siamo capaci, chi più chi meno di fare queste riflessioni.
Brava.
Camillo
Carissimo Sergio,
Le lettere di Sansonetti e Colombo mi hanno messa tristezza. Per la precisione la tristezza me l’ha regalata la risposta di Furio Colombo. Lui dimentica che i suoi articoli pur obiettivi e corretti sono di fatto una foglia di fico sull’impostazione generale e prevalente di quel giornale, che è la voce ufficiale del grillismo. Travaglio è abilissimo, come sappiamo, e sa condire i suoi argomenti con citazioni e riferimenti dal suo prestigioso archivio di notizie, ma è anche abilissimo a non prendere in considerazione cioè a nascondere, altri documenti in contrasto con le sue tesi.
Colombo, come Padellaro, credo abbiano come giustificazione alcuni o diversi torti subiti nel PD, DS o PDS. Nel mio piccolo so bene cosa significa essere incompresi o buttati giù per inimicizie o presunzione di contendenti o per miopie di dirigenti. Ma la dignità morale non dovrebbe consentire di buttarsi per vendetta o amarezza, nel campo avversario. E’ umano subire una sconfitta, ma è doppiamente umano risollevarsi e riprendere la battaglia dalla stessa parte. Mi spiego meglio. Sono convinta che anche Cuperlo e Fassino abbiano subito dispiaceri e torti, o in altre parole sconfitte. Ma la loro dignità li ha fatti stare nella stessa parte dalla quale possono contribuire a prendere la strada che secondo il loro ideale ritengono giusta.
Colombo dovrebbe ripensarsi e ripensarci. Mi sembra che Michele Santoro stia facendo riflessioni autocritiche molto coraggiose e opportune. Anche Scalfari sta tentando di spiegarsi, sebbene circoli sempre l’interpretazione più cattiva della sua ingenua caduta nella trappola di Floris.
E a proposito di Floris, Santoro, Berlinguer, Gabbanelli, Fazio e altri, vorrei che riflettessero meglio sul peso di certe loro scelte. Per esempio Floris per la Polverini, Gabbanelli contro Morassut. Ma questo è un discorso diverso. Qui è la potenza delle immagini e della emotività, per la carta stampata è la potenza del ragionamento e della riflessione.
Teresa Vergalli