Caro Staino,
qualche mattina fa ho ascoltato alla radio un tuo intervento, devo dirti che ne ho tratto una sgradevole sensazione. Hai espresso giustamente le tue opinioni che però non corrispondono alla verità dei fatti così come si sono susseguiti. Tra le altre cose affermavi che Renzi viene considerato da chi è uscito dal PD un usurpatore, trovo questa affermazione priva di fondamento. E’ Renzi alla ricerca di vittimismo ad averla messa in circolo questa trovata assieme al concetto di “odio” che si avrebbe verso di lui. Le Divisioni. Mi pare del tutto evidente che le divisioni sono maturate da scelte politiche/amministrative non condivise da gran parte del nostro mondo di riferimento. I segnali che furono inviati dagli elettori erano chiari: sconfitta alle Regionali, ancora più brutta sconfitta alle Amministrative, una vera e propria debacle. Si sono persi comuni storici per la sinistra, da Torino a Genova ecc. A Roma si è raggiunto il massimo della “imbecillità” sfiduciando Marino e mettendo in sella la Raggi. A fronte di questo sfacelo Renzi ha sempre opposto un netto rifiuto a discutere per analizzare quanto accadeva per cercare di risintonizzarsi con il Paese. Chiusura totale, occhi e orecchie chiuse, NON SI DISCUTE, NON SI DEVE PERDERE TEMPO. E tutto questo avveniva prima che iniziassero le uscite dal Partito. E’ poi arrivato il Referendum Costituzionale che ha evidenziato, a mio avviso, l’insipienza politica da parte del gruppo dirigente PD nel gestire un passaggio così importante lavorando per tagliare ogni rapporto con chi criticava alcuni aspetti delle proposte, es. legge elettorale definita la più bella del mondo e poi bocciata dalla Corte, invece di lavorare per raccogliere il massimo di consenso tra le forze progressiste.
qualche mattina fa ho ascoltato alla radio un tuo intervento, devo dirti che ne ho tratto una sgradevole sensazione. Hai espresso giustamente le tue opinioni che però non corrispondono alla verità dei fatti così come si sono susseguiti. Tra le altre cose affermavi che Renzi viene considerato da chi è uscito dal PD un usurpatore, trovo questa affermazione priva di fondamento. E’ Renzi alla ricerca di vittimismo ad averla messa in circolo questa trovata assieme al concetto di “odio” che si avrebbe verso di lui. Le Divisioni. Mi pare del tutto evidente che le divisioni sono maturate da scelte politiche/amministrative non condivise da gran parte del nostro mondo di riferimento. I segnali che furono inviati dagli elettori erano chiari: sconfitta alle Regionali, ancora più brutta sconfitta alle Amministrative, una vera e propria debacle. Si sono persi comuni storici per la sinistra, da Torino a Genova ecc. A Roma si è raggiunto il massimo della “imbecillità” sfiduciando Marino e mettendo in sella la Raggi. A fronte di questo sfacelo Renzi ha sempre opposto un netto rifiuto a discutere per analizzare quanto accadeva per cercare di risintonizzarsi con il Paese. Chiusura totale, occhi e orecchie chiuse, NON SI DISCUTE, NON SI DEVE PERDERE TEMPO. E tutto questo avveniva prima che iniziassero le uscite dal Partito. E’ poi arrivato il Referendum Costituzionale che ha evidenziato, a mio avviso, l’insipienza politica da parte del gruppo dirigente PD nel gestire un passaggio così importante lavorando per tagliare ogni rapporto con chi criticava alcuni aspetti delle proposte, es. legge elettorale definita la più bella del mondo e poi bocciata dalla Corte, invece di lavorare per raccogliere il massimo di consenso tra le forze progressiste.
Hai pure affermato che Renzi deve la sua legittimazione a segretario PD ( che nessuno ha mai messo in discussione) al fatto che lui ha sconfitto, tra gli altri anche) Bersani. Penso che tu ben sappia che Renzi non ha mai sconfitto Bersani che tra l’altro modificò lo statuto per permettere a Renzi di sfidarlo alle primarie. Primarie dalle quali Renzi uscì sconfitto.
Alle Regionali siciliane altro risultato deludente. Si è persa una regione governata dal PD e il massimo di analisi prodotta dal gruppo dirigente è che la colpa è di Grasso, non trovi che sia fantastico?
Si convoca la segreteria, per lunedì mi pare, e all’ordine del giorno due punti: Vitalizi; apertura Campagna Elettorale. Grande no?
Renzi pare voglia fare come Macron, sono perfettamente d’accordo, esca dal PD, prima di distruggere del tutto la sua ispirazione originaria, e formi un suo movimento come ha fatto Macron allora forse sarà un po’ più credibile.
Bersani. Con lui mi sono confrontato e ritengo che abbia fatto un grosso errore, quello di assecondare Napolitano favorendo la nascita del governo Monti, credo che lo abbia fatto per senso di responsabilità ma è stato un grave errore. Avremmo dovuto andare alle elezioni e prenderci le nostre responsabilità.
Mi farebbe piacere però non si rimuovesse il fatto che sotto la segreteria Bersani si sono avute conquiste importanti di Comuni, Regioni Provincie, ce stato un forte rinnovamento anche anagrafico nei gruppi dirigenti a tutti i livelli dalla periferia al centro e un ricambio dei gruppi parlamentari oltre il quaranta per cento e tutto questo senza “rottamare” nessuna persona la qual cosa almeno per me ha un grande significato.
Mi sono un po’ dilungato, spero non me ne vorrai.
Guido Bottinelli
Caro Guido,
se coloro che se ne sono andati dal PD formando l’MDP non avessero considerato Renzi un usurpatore sarebbero rimasti disciplinatamente all’interno come sempre si è fatto e come ha fatto Corbyn con i laburisti ai tempi di Tony Blair cercando di far comprendere le proprie ragioni politiche con il fine di sostituire Renzi alla segreteria. Tutto questo non si è neanche pensato. Accecati dalla loro vanità ferita si sono arroccati in una piccola formazione sparando su tutti i compagni rimasti nel PD. Questa sciagurata scelta impolitica e rancorosa fu decretata da D’Alema alla prima riunione della minoranza PD dopo le primarie renziane tenutasi all’Eliseo di Roma con tanto di relazione di Cuperlo. Cuperlo, come ricorderai, chiese una pausa di riflessione per studiare e capire le ragioni di questa sconfitta e trarne le debite conclusioni. Subito intervenne D’Alema, stracciando la relazione di Gianni ed indicando un unico obiettivo: come fare per riprendersi quelle poltrone che sono nostre. La risposta è stata, a distanza di tempo, l’MDP. Bella idiozia. Muoia Sansone e tutti i Filistei.
Fraterni saluti
Sergio
Fraterni saluti
Sergio
11 Comments
Caro Bottinelli, da come scrivi immagino che tu sia un diregente a livello nazionale e parli come se tutte le responsabilità del disastro a sinistra sia colpa di Renzi.
Parli del ns. mondo di riferimento. Sono stato iscritto alla FGCI , al PCI, ho lottato prima in fabbrica come dipendente e poi da imprenditore ho voluto che i miei dipendenti si iscrivessero al sindacato ( naturalmente CGIL) per conoscere i propri diritti. Sono un ferito di Piazza della Loggia e ancora oggi ne porto le conseguenze ( ormai quasi sordo) , sono stato segretario della mia Sez. PCI . Ho sempre lavorato,nelle mie possibilità , per il partito e anche per il PD.
Ti pare che faccia parte del ns. mondo di riferimento o no?
Se si accetta alcune mie considerazioni
Quando Bersani diventò segretario del partito nella campagna elettorale successiva venne a Brescia ben due volte Renzi e si danno’per far vincere il partito.
Quando invece divento segretario Renzi il Bersani non solo non lo aiutò nella campagna referendaria ma addirittura da dentro il partito costituì dei comitati per il Si insieme alla CGIL ed altri antirenziani.
Oggi si riesce a capìre il perché di tutto questo e si capisce anche dall’odio viscerale dei veri Poteri Forti ( Sindacati ed Editori). Hai visto l’altra sera su la sette l’odio che trasudava Franco e Giannini? Erano persino pallidi e sprizzavano odio da tutte le parti.
L’odio caro Guido viene dal fatto che Renzi vuole cambiare d’avvero questo paese ed infatti i riottosi lo accusano di avere perso il referendum ( ma pensa un po’) e le amministrative ed aver perso così una cospicua parte di poltrone ciò che interessa di più ai vari D’Alema, Bersani e compagnia bella. Non parlano delle riforme fatte , del milione di posti di lavoro anche se non tutti a tempo indeterminato ( o era meglio che rimanessero tutti disoccupati) delle conquiste anche civili tenendo conto naturalmente che dell’attuale maggioranza di governo e probabilmente anche delle prossime visto che i sopracitati poteri forti ci hanno fatto perdere il referendum.
L’obbiettivo per loro è sconfiggere o distruggere Renzi perché non pensa alle poltrone e agli intrallazzi vari ma pensa solo al bene del paese anche se viene da una sconfitta.
Vedi se secondo te faccio ancora parte del ns. mondo di riferimento.
Grazie Sergio per aver difeso il PD con Renzi e Cuperlo dentro
Marco
Caro Sergio. Non ho sentito il tuo intervento alla radio di cui parla Bottinelli ma ti leggo da tempo e penso di sapere bene come la pensi. Con tutto il rispetto per Bottinelli, che non conosco, ma a dire cose che non corrispondono al vero è lui, non certo tu! Che Renzi abbia fatto la “vittima” e diffuso ad arte il “concetto di odio che si avrebbe verso di lui” è davvero un altro tentativo di mistificare i fatti. Sappiamo benissimo che come Renzi pronuncio l’infelice termine “rottamazione” nel vecchio gruppo dirigente del PD, sia di estrazione Pci che Dc, scoppiò il panico e da lì iniziò la guerra contro il Segretario. Macron? Renzi avrebbe dovuto fare quella scelta, che molti (me compreso) gli consigliarono, dopo le europee o, avendo perso quell’occasione, dopo il referendum. Bottinelli fa l’elenco delle sconfitte, secondo lui attribuibili alla politica di Renzi, ma dimentica alcuni fatti. Intanto con lui Segretario il PD ha ottenuto il miglior risultato di sempre col 40,9% alle europee. Poi le sconfitte, certo, ma quanto hanno pesato, in quelle sconfitte, i voti sottratti al PD dalle liste “di sinistra” presentate col preciso scopo di farci perdere? Vogliamo ricordare? Torino, Genova, la Liguria! E Roma? Bottinelli vorrebbe sostenere che Marino doveva essere lasciato al suo posto? Era del tutto inadeguato al compito, ha sbagliato lui a candidarsi e i Partito a sostenerlo, la situazione di Roma richiedeva ben altra preparazione e capacità politica! Poi, però, quando si andò alle elezioni “i sinistri”, cominciando da D’Alema e Speranza, invitarono a votare Raggi; se l’è dimenticato Bottinelli? Quanto alla Sicilia “persa”, vuole per caso attribuirne la colpa a Renzi? Non sarà che il “governo” Crocetta ha demeritato un po’? E chi ha designato Crocetta a governatore della Sicilia, forse Renzi? Quanto a Grasso, sembra diventato il “totem” di una certa sinistra, quella che osteggia Renzi quanto e più della destra, sia essa di Salvini/Meloni/Berlusconi che di Grillo! Ma è evidente che “quella” sinistra ha dimenticato (o fa finta per convenienza?) chi è Grasso e da dove provenga. Egli fu posto a capo della Procura Antimafia di Palermo per volere di Berlusconi, che si era posto l’imperativo di rimuovere da quel posto un certo Caselli! Per sdebitarsi con B. il procuratore chiese di istituire un “premio” da attribuire a B. per “il contributo del suo governo nella lotta contro la mafia”, richiesta che qualcuno ebbe il buon gusto di non accogliere! Inoltre, Grasso è uno dei “nominati” di Bersani, che poi lo volle alla presidenza del Senato. E allora Grasso, che evidentemente si sente sempre in debito verso chi lo ha “promosso”, oggi dice che se n’è andato dal Partito perché “senza Bersani non c’è più il PD”. Già aveva compiuto un gesto molto deprecabile annunciando la sua uscita dal PD, senza neppure attendere la fine della legislatura, come avrebbe dovuto consigliargli l’alta carica istituzionale ricoperta, guarda caso proprio GRAZIE al PD. Ora si permette di rilasciare questa dichiarazione, senza rendersi conto di arrecare un’offesa gratuita e gravissima a quei milioni di cittadini che SONO IL PD! E qui mi taccio.
Un abbraccio.
Silvano
Marco, grazie di esistere!
Ti abbraccio.
Silvano
Credo che al Presidente Grasso abbia risposto egregiamente la direzione di Democratica di oggi con il pezzo dal titolo “Meno zelo e più rispetto”. Per il resto, mi auguro che un giorno non lontano si smetta di dire “Il PD di Renzi” e si dica semplicemente il PD, come sempre si è fatto con gli altri segretari che sono stati eletti ovviamente non all’unanimità.
Grazia
Caro Sergio, sono contento che tu abbia pubblicato la lettera di BottInelli, cosi ho potuto leggere e condividere tutti i commenti che ne sono seguiti e che sottoscrivo piu’volte , percio’ non ho bisogno di aggiungere un mio commento .
Mi e’ molto piaciuta la tua replica secca e precisa a Guido Bottinelli.
Ma quando la smettateranno con questa telenovela su Renzi ? Ormai sta diventando una cosa insopportabile….
Mi auguro che non sia vera , ma quando leggo questa sera su Repubblica TV che Prodi avrebbe dichiarato che l’Italia e’ sull’orlo del baratro, mi vengono i brividi sapendo che e’ una specie di coltellata non tanto e solo contro Renzi, ma contro il PD, lo stesso Prodi , che assieme ad altri Fondatori dello stesso , non hannno esitato a non essere presenti al Decennale della nascita del partito . Forse si sono pentiti di avere fondato il PD e vogliono eliminarlo per fare posto a qualcosa d’altro.
Ma perche’ non dire mai che Renzi o non Renzi , se questo paese ha ripreso a camminare ed e’ rispettato in europa e nel mondo , lo si deve alla responsabilita’ di governo dimostrata da questo PD e dal suo attauale gruppo dirigente. Certo su alcune questioni si poteva fare di piu e meglio, lo si deve fare , ma per farlo bisogna essere al governo forti e uniti.
Ho una brutta sensazione , che piuttosto che questo PD , con Renzi segretario , possa vincere le le elezioni , tanto piu’ da solo, ma anche con una coalizione che non ponga come condizione assoluta , la segreteria Renzi o , peggio, la sua canditatura alla Pres. del Consiglio, si preferisca che vincano altri , la destra di Berlosconi o anche Grillo , come e’ gia’ accaduto , ultima la Siclia.
C’e’ chi a sinistra che ha dichiarato che la non vittoria del PD , e’ una buona notizia ( d’accordo e’ Acerbo di Rifondazione, ma sono convinto che anche D’Alema la pensi cosi.
Giovanni
Caro Sergio,
certo che sentire Piero Grasso ricordare con nostalgia il PD di Bersani alleato con SEL (“quello era il vero PD!”) fa davvero impressione!
Un PD che nel 2013 era riuscito a perdere (non vincere, disse Bersani) un’elezione che tutti davano per trionfale e senza problemi, dopo le catastrofi berlusconiane, un PD che era riuscito a perdere 4 milioni di voti per correre dietro a Mario Monti (come se il suddetto Monti potesse allearsi con qualcun altro, che non fosse il PD!) vaneggiando, in una delirante campagna elettorale, sul fatto che MAI avremmo governato da soli, neanche col 51%!
Ma ce lo ricordiamo?
Per me fu un incubo: mi parve un suicidio e tale fu, con tutto quel che ne conseguì: l’umiliante streaming con i 5 stelle, lo stallo politico, le mancate elezioni di Marini e poi Prodi alla Presidenza (una vergognosa figuraccia senza precedenti!), la richiesta implorante a Napolitano, i suoi giustissimi pubblici rimbrotti ad una classe politica inconcludente ed evidentemente inadeguata alla bisogna, …
Ma ce lo ricordiamo?
E poi il governo di Enrico Letta, così tanto rimpianto dai benpensanti, manco fosse De Gasperi, il traccheggiare sull’IMU, balbettare in Europa (“palle d’acciaio”, si definì, sfidando il ridicolo).
Ma ce lo ricordiamo?
Capisco che per Grasso tutto ciò sia coinciso con l’emozionante esperienza di diventare Presidente del Senato, seconda carica istituzionale dello Stato, e quando mai ci poteva pensare …!
Tutto grazie a Bersani, certo, verso il quale ora egli dimostra ovvia riconoscenza.
Ma che c’entra tutto questo con il futuro che ci attende?
Cosa ha capito Grasso della situazione politica attuale?
Avrà capito che siamo ad un punto nodale della nostra storia repubblicana? Che stanno arrivando al pettine nodi intricatissimi (basta guardare la faccenda BankItalia-Consob, banche e banchette varie)?
Avrà capito che i veri avversari, destra e 5 stelle, sono i più pericolosi della nostra storia repubblicana, perché insieme incarnano il peggio delle peggiori tare culturali e politiche del nostro Paese?
Avrà capito che dobbiamo andare avanti e non girarci indietro con nostalgia verso una pagina buia e perdente?
È vero che l’uscita dal berlusconismo nel 2011 non poteva essere una passeggiata, e dopotutto forse non si poteva pretendere molto di più, viste anche le implicazioni internazionali: ma l’occasione persa nel 2013 è stata una mazzata bestiale alla nostra fiducia in un futuro migliore. E purtroppo la responsabilità fu tutta nostra e di chi reggeva le sorti del PD.
Ora, malgrado tutto ciò la legislatura ha prodotto lo stesso riforme memorabili, è arrivata al suo termine naturale, lascia il Paese in condizioni migliori di prima (fosse anche solo un po’, e così non è, ma ci ricordiamo da dove siamo partiti?).
E Grasso ha nostalgia per quel PD?
Ma dove è vissuto in questi anni?
Cosa ha capito di quanto è successo?
Abbiamo il diritto di sapere cosa gli passa per la testa, visto che si appresta a guidare un Partito (ma chi avrà in mano i comandi VERI?) che dovrebbe concorrere alla lotta contro quelle destre e quel populismo?
Nei prossimi mesi ci giochiamo tanto e io vorrei essere rassicurato sulla solidità della squadra, se mai riusciremo a metterla insieme …
Caro Sergio, non avevo dubbi sulla tua sensibilità politica e anche se qualqe volta sei critico verso Renzi e il PD (alcune volte giustamente) sei sempre un fervente democratico e la risposta a Bottinelli ne è l’esempio.
con affetto
Camillo Repetti
La lettera di Guido Bottinelli anche se ben scritta non aggiunge nulla di nuovo alle motivazioni con le quali un gruppo importanti di dirigenti hanno deciso di lasciare il PD e formare una nuova formazione politica, per l’ennesimo nuovo inizio.
Naturalmente condivido nel merito la tua risposta che acquista maggior valore da alcune riserve e critiche che non hai mai risparmiato al Segretario.
E’ evidente che l’avversione a Renzi è cominciata ben prima del Jobs act o dalla legge sulla Buona Scuola, si è incominciato a criticarlo per il famoso patto del Nazareno sulla legge elettorale e le riforme costituzionali. Era considerato scandaloso trattare e giungere a patti con Berlusconi quando loro con Berlusconi un anno prima ci avevano fatto il governo e sotto la spinta di Napolitano si erano impegnate solennemente di fare assieme le riforme.
Poi Napolitano si dimise e si doveva eleggere il nuovo Presidente della Repubblica ed anche qui furono messi dei paletti e alla fine Renzi per salvare l’unità del partito puntò su Mattarella rompendo con Berlusconi (primo sabotaggio riuscito). Lo scontro continuò sulla legge elettorale l’Italicum anche qui Renzi cedette a molte richieste della minoranza PD e dopo tante mediazioni la legge si approvò con la perdita di qualche pezzo (dimissioni di Speranza). Il logoramento del partito fatto di continui distingui, veti, scontri per tutta la discussione sulla riforma costituzionale infine approvata anche con il voto di Bersani per poi smentirsi con il No al referendum. Questa posizione, questo improvviso passaggio dal Si in Parlamento al No nelle piazze non me lo spiego se non inquadrato in un preciso piano politico: Renzi non poteva essere bocciato da una congiura di palazzo, ma fatto fuori con il voto popolare e quale occasione migliore del Referendum? Oggi sento ancora dire che molti del nostro elettorato non ci vota più per le politiche di Renzi e quegli elettori vanno recuperati. Anche questa affermazione a mio modo di vedere è vera solo in parte. Stando ai sondaggi il PD oggi ha una percentuale di voti più di quelli presi nel 2013 e che 4 milioni di elettori ci hanno lasciato proprio nel 2013. Chiudo dicendo che Bersani e D’Alema sarebbero stati più onesti se giustificavano la scissione con il tentativo di un ritorno al passato ammettendo il fallimento (l’ennesimo) dell’operazione a freddo qual’è stato il PD.
Sono contento di leggere tutti questi commenti favorevoli, non a Renzi ma al PD, e nessuno contrario (e non credo che i commenti contrari, se ci fossero stati, sarebbero stati censurati). Credo che le ragioni che hanno portato alla “fusione” nel PD siano ancora valide e vitali, e chi non si rassegnava a perdite di ruolo e a perdite di memorie nostalgiche ha fatto bene ad andarsene. Ora il problema non è capire cosa pensa Grasso (era ora di parlarne come avete fatto, erano cose che non sapevo ma d’istinto mi pareva che avesse qualcosa di storto) come capo del nuovo partito. Ciò in quanto, mi dispiace ma è così, con MdP la coalizione non sarà possibile, perchè non si può lavorare con chi ha appena dichiarato che tutta l’esperienza dei governi Renzi e Gentiloni è stata sbagliata. Tutta, non alcune cose. Quindi lasciamo perdere, una alleanza fatta per forza con loro, oltre tutto, farà solo perdere voti.
Staino, nel lavoro quotidiano per il partito io, vecchia generazione, sono con il partito ( il PD, per intenderci) a prescindere. Secondo una antica prassi, o regolamento interno, ho partecipato alla discussioni, nei limiti delle mie conoscenze, ho votato questa o quella linea, secondo le idee che ritenevo migliori, ho riconosciuto la mozione vincente e mi sono adeguata alla scelta del partito, cioè della maggioranza degli iscritti. Esiste una disciplina di comportamento collettivo.
A suo tempo ho fatto la campagna per Bersani, sebbene mi sembrasse incautamente trionfalistica. La sua credibilità, ai miei occhi, cadde nel momento dei cosiddetti 100 franchi tiratori, tragica prova che Bersani non conosceva più il partito che guidava. Ancor più delusa nel constatare le sue lentezze e indecisioni davanti al difficile compito di presentare una proposta al Presidente della Repubblica. Un politico non può mostrarsi così tentennante.
Tutto quello che è successo dopo e che purtroppo continua a succedere, è frutto di quei momenti storici. Per me il mio partito è soffocato da quei momenti fatali. Bersani è stato un ottimo amministratore ( noi emiliani lo
sappiamo bene ) ma non è uno statista. Si è contornato di portatori di voti, ma non di statisti. Bersani può anche ingrossare il suo partito di disturbo, ma non ha una visione da leader. Sta giocando al tavolo verde il futuro della sinistra.
Sandra Festi.
Sagge parole Sandra, sagge parole!
A proposito riporto il commento che ho inserito sull’editoriale odierno di Scalfari che, giustamente spaventato dai populisti, invita a rimettere insieme i cocci della sinistra, mentre il suo gruppo editoriale fa tutto per disperderli.
Così va il mondo: questi vorrebbero mettere Renzi sotto tutela e farne un altro Enrico Letta.
Fortunatamente Renzi è assai diverso e, con tutti i suoi difetti, ha un disegno politico in testa ed ha dimostrato di volerlo, saperlo e speriamo poterlo applicare.
——-
Scalfari riconosce la centralità del perduto referendum e implicitamente la possibilità, che c’era, di vincerlo, se solo le “rilevanti autorità culturali” avessero represso l’astio verso Renzi e avessero votato secondo logica e interesse comune.
Il 70% del 60% fa meno del 50%!
Questo per dire che forse quel populismo NON è maggioranza, anche se ci è vicino.
Sarebbe quindi indispensabile non dividere in mille rivoli l’altra metà del campo.
Siamo tutti d’accordo, a parole, ma se D’Alema e soci cercano trofei con la testa di Renzi, le parole resteranno parole e vinceranno gli altri.
Renzi, che è legittimo leader di una forza democratica, può e deve ascoltare uno Stato Maggiore, ma non può accettare di essere sotto tutela, come non può cercare l’unanimismo a tutti i costi. Se no, che leader sarebbe?
Ci vuole il riconoscimento dei ruoli e delle responsabilità.
Oggi mancano e, senza, andiamo a sbattere.
—————
Aggiungo che lo Stato Maggiore non deve per forza essere composto da maggiorenti occhiuti e frenatori, ma deve comprendere la classe dirigente del Partito, così com’è uscita dal Congresso.
Siamo un Partito Democratico o no? Vanno bene anche vecchi saggi ed oligarchi, ma non esageriamo!