E’ tutta una questione di percezione. Unicamente di percezione. “Sola perceptione”, avrebbe scritto Lutero, invece che “sola fide”. L’uomo di stato Denis Verdini si è difeso dal giornalista di Repubblica Filippo Ceccarelli con un magistrale corsivo. Ceccarelli lo percepisce come un incrocio tra Mefistofele e Guicciardini, tra il Diavolo e un moralista del Cinquecento, dunque. Io vedo in Verdini, vecchio amico, una cosa a metà tra Cavour e Dillinger, John Dillinger, l’eroe popolare della rapina alle banche che fu tradito…
[continua]
Giuliano Ferrara, Il Foglio, 30 ottobre 2017
2 Comments
Facendomi quasi violenza ho letto Ferrara, personaggio del quale ho condiviso praticamente nulla. Come è sua abitudine, dice delle ovvietà e fa considerazioni, come quelle sulla Catalogna, che personalmente ritengo sbagliate. Tuttavia, devo dare atto al “molto intelligente” (come sono soliti definirsi, reciprocamente, lui e D’Alema) che, pur rifiutando il paragone che lui fa tra Verdini e Cavour, il modo da lui scelto per rivalutare la figura di Verdini, raffrontandola a quella di Grasso, mi trova d’accordo. Sorprendente, poi, perché fatta da colui che viene da sempre considerato il “ghost writer” di B. nonché “a libro paga” dello stesso, la citazione dell’episodio (opportunamente ricordato ieri nel post di Francesco Berti) che ci presenta Grasso come il promotore di un “premio” da dare a Berlusconi (dal cui governo era stato designato a capo della Procura di Palermo, non dimentichiamolo, per allontanare Caselli!) per l’impegno da lui profuso (sic!) nel “combattere la mafia”! Credo che su questo episodio non siano state fatte le opportune valutazioni. Sarebbe opportuno farle ora!
Madonna che mal di testa! Ferrara è troppo intelligente per me, proprio come D’Alema. Sola perceptio perceptionis, naturalmente.