Scrivo mentre gli arrestati in Francia vengono ascoltati dalla Procura, orientata, pare, a rimandarli ai loro domicili in attesa dei lunghi e numerosi passaggi previsti dalla procedura di estradizione. Sono già tornati a casa i primi ascoltati, compreso Giorgio Pietrostefani. Due dei tre che la polizia non aveva trovato mercoledì mattina si erano intanto consegnati spontaneamente, aggiungendosi agli altri sette.
Sono ignorante di leggi. Sono stato colpito da un dettaglio delle cronache. Due o tre della lista dei ricercati italiani erano sul punto di vedere prescritto il loro reato, dunque di tornare liberi. Per sventare questa evenienza, ho letto, i magistrati italiani competenti dei loro casi hanno emesso una dichiarazione di “delinquenza abituale”, sospendendo la decorrenza della prescrizione. Le cronache accennavano pudicamente al ricorso a “tecnicalità giuridiche”. Per curiosità, ho spulciato un po’ di brocardi, altalex eccetera, e, certo per quella mia ignoranza, non sono riuscito a capacitarmi che si dichiari delinquente abituale, cioè attuale e concreto, uno condannato più di 40 anni fa che non abbia commesso nel frattempo alcun reato. Mi sono chiesto se fosse la latitanza a giustificare la misura. Ma – sempre che io non fraintenda – la latitanza non è un reato. E allora? Siamo di fronte a uno di quei mezzi che il fine giustifica, secondo la vulgata nera del Machiavelli di cui la dottrina di Mitterrand amava tanto l’esprit florentin, lo spirito fiorentino?
E a proposito di malintesi. Ieri una persona, uno gentile, che conosco di vista, mi ha cercato. Voleva sincerarsi se fosse vero che mi avevano catturato. Si vive e si muore di qui pro quo.
P.S. Malintesi: vorrei ribadire che, a differenza di quanto sento dire in giro, non ho ammazzato né mandato ad ammazzare nessuno. Non devo averlo detto ancora abbastanza.
15 Comments
Caro Sergio,
Questa volta dissento dalla tua posizione sulle estradizioni e sul giudizio politico della vicenda parigina.
I tribunali italiani hanno emesse delle sentenze passate in giudicato tramite il nostro sistema giudiziario regolato dalla nostra Costituzione su tre livelli di giudizio.
Per me le sentenze vanno rispettate e non possono essere messe allo stesso livello di chi condannato continua a dichiararsi innocente.
Comprendo e giustifico il tecnicismo dei Magistrati per arrivare a colpire i condannati, non comprendo affatto Sofri e Boato che difendono ancora l’indifendibile non con argomenti politici ma anche loro utilizzando tecnicismi tipo prescrizioni o sul significato di delinquente abituale.
Mi piacerebbe invece sentire da Sofri e Boato una forte autocritica sul quel periodo storico che hanno contribuito non poco sui ritardi e la sconfitta del movimento operaio e della sinistra.
Rileggendo quegli avvenimenti il mio giudizio oscilla tra la riflessione gramsciana: “ la teoria non traducibile in fatti è astrazione inutile e le azioni non sorrette dalla teoria sono impulsi infruttiferi.”, o semplicemente sono stati semplicemente degli “utili idioti” utilizzati da chi aveva interesse a fermare la fase espansiva della Sinistra iniziata con le elezioni amministrative del 1975.
Ciro
Da parte mia e, mi sembra, da parte di molti altri la polemica dell’estradizione non riguarda tanto la richiesta fatta a suo tempo dai giudici italiani (richiesta tra l’altro completamente legittima) ma la decisione improvvisa a tanti anni di distanza da parte di Macron di rispondere positivamente a questa richiesta. E’ chiaro che uno si chiede che cosa sia successo in questi anni per arrivare così in ritardo a questa decisione, sicuramente si sono rimesse in discussione le decisioni di Mitterand e degli altri presidenti della Francia per motivazioni non di giustizia ma unicamente politiche. In questa situazione mi ha ancor più indignato che si facesse di ogni erba un fascio e che persone come Pietrostefani in Francia e Sofri in Italia fossero di fatto assimilati al ruolo di terroristi. Si dimentica che Lotta Continua non ha mai indicato od esaltato una linea di lotta armata e, al contrario, ne ha sempre condannati con forza tutti i limiti politici e gli aspetti disumani illegittimi. Non viene rispettato il fatto che loro sono stati giudicati per quell’unico omicidio per il quale si sono sempre dichiarati innocenti. Avendo seguito da vicino tutta la vicenda inquisitoria e processuale mi sono reso conto (e tuttora ne son convinto) della fallacia di questa sentenza. Questa è ovviamente un’opinione personale che lascia del tutto libero chiunque seguendo il dettame della sentenza finale dichiari colpevoli e condannati i protagonisti ma da lì a qualificarli “terroristi” c’è veramente un abisso che solo una volontà malevola può ignorare. Tutto qui.
Sergio
Ieri mattina ore 7,50 mi hanno vaccinato con Astrazenica e fino ad ora tutto bene, come è successo a milioni di esseri umani nel mondo che con disciplina e motivatamente affrontano la pandemia da covid19. Tutto questo succede mentre i mas media continuano la disinformazione alla ricerca del loro obiettivo principale: lo scoop e lo scontro tra gli umani. Adesso parlano, per fare un esempio di disastro da covid19 in India; eppure l’indice di mortalità in quello sterminato paese, dai dati che loro stessi pubblicano, è inferiore a quello italiano ed in generale a quello dei paesi industrializzati. Prima o poi saremo noi popoli razionali e solidali a fare informazione. Buona giornata a chi legge Antonio De Matteo MI
Sergio, ti scrivo perchè voglio capire. Questa cosa delle persone appartenenti a gruppi politici extraparlamentari (non ricordo le loro formazioni né ne conosco i presunti o accertati reati..) che sono da quarant’anni in Francia mi mette in crisi, perchè non voglio che un muro di incomprensione ci divida, divida me da te o da Adriano. Comprendo benissimo, peraltro, che se uno non ha mai partecipato a gruppi armati clandestini e violenti non è un terrorista, e nessuno deve permettersì di definirlo tale. Le parole sono pietre.
Però assodato ciò, e stigmatizzata ogni pigra confusione (dare del “brigatista” a chi non era nelle BR e simili), mi chiedo con tremore e angoscia se la stessa dottrina Mitterand non fosse sbagliata, perchè comunque “troppo politica” nell’identificazione dei suoi beneficiari.
Non metto in dubbio la natura politica e dunque ambigua del gesto di Macron, ma la mia domanda va oltre, va al prima. E ti ripeto, Sergio, é dettata dall’angoscia di non comprendere le posizioni nette di due compagni a cui voglio bene.
In sostanza chiedo a voi, amici, con pathos e fiducia, una spiegazione che mì sollevi da questa non-comprensione che mi fa male.
Ad esempio, perché l’obiezione di Mario Calabresi ad Adriano non dovrebbe stare nè in cielo nè in terra? A me sembra quantomeno razionale.
Senza voler minimamente paragonare i reati di queste persone che erano in Francia con l’orrore puro della II guerra mondiale, ricordo che quando Erik Priebke fu arrestato e giudicato, dopo almeno sessant’anni dal 1945, nessuno si sognò di dire che subiva una ingiustizia. Ma ripeto : è un esempio che faccio per la somiglianza “tecnica” con questa situazione,e non per altro !!
Ripeto, ciò che chiedo è una spiegazione dai miei amici, Sergio e Adriano, perchè mi fa male sentirmi lontano, o meglio, forse semplicemente perchè in quegli anni non c’ero, non capire.
Con inscalfibile stima e amicizia
Massimiliano
Caro Massimiliano,
tutti coloro che hanno commesso dei reati e, una volta condannati, sono sfuggiti alla giustizia non sono difendibili. Per questo personalmente sono stato contento dell’arresto di Cesare Battisti che è stato, e probabilmente lo è ancora, un terrorista da tutti i punti di vista. E’ stata cioè una persona che ha autorizzato e messo in pratica l’assassinio di singole personalità come esempio politico di giustizia popolare. Una cosa vergognosa che tutti noi della sinistra politica abbiamo sempre condannato, noi del Partito Comunista, dei Marxisti-Leninisti e anche di Lotta Continua. Da questo punto di vista è stato assurdo fin dal primo momento collegare l’assassinio di Calabresi a Lotta Continua che, a differenza delle sigle terroriste, non ha mai rivendicato l’assassinio di Calabresi come atto di giustizia popolare e, al contrario, si sono sempre dissociati da questa azione.
Purtroppo in quegli anni c’era già una giustizia che andava avanti per teoremi e non sulla base di prove provate. L’infame situazione creata dal teorema di Calogero sul 7 aprile fa parte di questa storia. E’ per questo che l’Italia in un certo momento apparve agli occhi dei democratici europei più coerenti un paese in cui la giustizia non funzionasse in modo corretto. Questo ha portato alla dottrina Mitterand e soprattutto la coscienza di molti influencer (come si chiamano oggi) a difendere pregiudizialmente ogni condannato politico da un tribunale italiano. Tutto qui. Il processo a Lotta Continua e al gruppo di Sofri in particolare è stato quanto di più lontano da una strutturazione di giustizia corretta. Se tu leggessi il libro di Carl Ginzburg potresti avere un’idea precisa di come andò tutta questa faccenda basata sulla presenza di un pentito che fu forzosamente creduto al di là di tutte le contraddizioni in cui cadde durante l’excursus del processo. Si arrivò persino ad annullare in modo pretestuoso una sentenza assolutoria!
Una larga parte dell’opinione pubblica europea si schierò con molte motivazioni a favore dei tre imputati e ciò mosse la Francia a rifiutare il rimpatrio dell’unico imputato sfuggito Pietrostefani. Bompressi accettò la grazia mentre Sofri la rifiutò rimanendo volutamente in carcere per continuare a testa alta la strenua difesa della sua innocenza. Sentirlo oggi paragonato a un terrorista è una cosa che fa veramente male al cuore. Terroristi furono quei giudici che vollero un colpevole a tutti i costi, cancellando volutamente le tantissime cose che non tornavano. Per questo sono d’accordo e mi sembra naturale che Pietrostefani rimanga in Francia mentre per il resto degli attuali fermati in Francia sono d’accordo che si debba valutare il tempo passato, l’età degli imputati e il modo in cui si sono ravveduti. Questo naturalmente valutato bene e caso per caso.
Sergio
Non sono in grado (come quasi tutti) di addentrarmi nei meandri di un procedimento penale incredibilmente lungo e tormentato come quello dell’assassinio del commissario Calabresi.
Con molta difficoltà la giustizia ha comunque fatto il suo corso, tant’è che Adriano Sofri ha deciso di accettare il verdetto, pur ribadendo, com’è suo diritto, la sua innocenza.
Un decisione estremamente coraggiosa ed assolutamente rispettabile, cui probabilmente non è estranea una riconsiderazione critica del ruolo oggettivamente ed indiscutibilmente svolto da Lotta Continua nella vicenda.
Lui è rimasto, l’altro è espatriato: scelte personali, di cui ognuno si assume la responsabilità, compresa quella di essere considerato un latitante, anche quarant’anni dopo, con quel che ne consegue.
Inoltre vale anche la considerazione di Mario Calabresi, che propone verità in cambio di clemenza … e a distanza di tanto tempo la verità (ammesso che sia diversa da quella processuale) è ancora di là da venire.
Tutti gli altri sono condannati a pene severissime ed alcuni sono ancora “irriducibili”: non vedo perché lo Stato dovrebbe fare eccezioni …
Infine non c’è alcun dubbio che una buona parte degli intellò francesi abbia guardato all’Italia come ad un Paese sudamericano di dubbia coscienza democratica, con quella spocchia che solo i francesi riescono a mostrare, quando vogliono. E ancora lo vogliono, dopo quarant’anni.
Per tutti questi valga la bellissima intervista di Walter Veltroni su Repubblica di oggi, che molto meritoriamente e molto chiaramente mette in fila fatti e ragionamenti su quegli anni, tutt’altro che seppelliti nel passato.
Sottotraccia, resta ancora in certi ambienti un’ambiguità inaccettabile.
Per questi la migliore risposta è il sorrisetto di Cesare Battisti, che pensava di avere le spalle coperte e di farla franca
Chapeau a Lula che, pur con un ritardo inaccettabile, ha avuto almeno il merito di chiedere platealmente scusa all’Italia.
Fred Vargas e Valerià BT arriveranno mai a tanto? Non credo, e sono convinto di non sbagliarmi.
Caro Massimiliano Crocco,
tu sei all’inizio del “cammino di nostra vita”, io sono quasi alla fine, Sergio è un passo più avanti e mi fa sperare in un pezzettino più lungo dello stesso, ma nessuno di noi tre è in grado di suggerire una soluzione giusta, valida sempre e comunque per affrontare la vita su questa terra.
Ogni età ha le sue ragioni. La vecchiaia raccoglie queste ultime e le archivia offrendole ai posteri senza pretese. In tanti, noi vecchi, abbiamo accettata e sposata la teoria comunista per migliorare la convivenza umana. Strada facendo abbiamo poi verificato le incongruenze, le ingiustizie e spesso i gravissimi errori e disastri che la filosofia suddetta ha provocato nei paesi dove è stata applicata. Naturalmente la delusione di fronte alla realtà è subentrata, ma tutti sapevamo che nessuna teoria può considerarsi giusta, vera e comunque valida sempre. La difficoltà caro Massimiliano sta nell’ammettere i propri errori, chiedendo scusa e pagando un prezzo per gli eventuali dolori arrecati ingiustamente ad altri essere umani. Gli ex comunisti, come me, di fronte alla sconfitta delle loro battaglie,hanno dovuto cambiare percorso per realizzare quello che la rivoluzione comunista non era riuscito a fare, ma i loro percorsi si differenziano notevolmente. Per quanto mi riguarda io ho capito e definitivamente accettato quanto segue. La filosofia marxista non è realizzabile su questa terra, pur contenente principi giusti e condivisibili, come quella dell’uguaglianza dei diritti e doveri degli esseri umani. Infatti ho verificato che la vita umana per esistere e svilupparsi, secondo me, ha bisogno di tre principi fondamentali i seguenti: la competitività, la dignità e la libertà di parola, gli stressi che sono negati dalla filosofia comunista. Anch’io ho inneggiato a “baffone”e alla rivoluzione bolscevica, ma per fortuna le mie speranze e i miei desideri non si sono realizzati e quindi sono stato fortunato a non macchiarmi di fatti di sangue ritirandomi in tempo dall’aberrante teoria della “rivoluzione proletaria”. Non solo ma ho definitivamente capito che l’ algoritmo migliore per vivere su questa terra tra noi umani Deve comprendere il compromesso dell’idee che la democrazia rappresentativa attuale sta cercando di portare avanti. Non è stato così per tutti i marxisti. Alcuni, come il segretario nazionale dei comunisti italiani, Marco Rizzi,pensano ancora che si possa realizzare quanto prometteva Marx e poi non realizzato da Stalin, Mao e Fidel castro, ma non sanno come e non riescono a fare proselitismo. Altri sono schierati decisamente con il vituperato “padrone” senza se e senza ma. Infine, sempre secondo me, ci sono coloro che sono rimasti nel limbo del “non so come andare avanti”, come Adriano Sofri. Credo che lui non riesca a staccarsi dalle sue ragioni professate in gioventù e pensa che l’attuale democrazia rappresentativa, nella quale io e tanti altri crediamo fermamente, non sia accettabile ed adeguata per vivere nel modo più giusto la vita terreste. Capisco la sua sofferenza, ma non la condivido… Per me farebbe bene a dire ho sbagliato chiedo scusa e capisco la diffidenza di chi ha difeso l’attuale democrazia rappresentativa,mentre io volevo abbatterla violentemente. Caro Massimiliano, quello che sopra ho scritto, non è una predica, né un consiglio,ma semplicemente uno dei tanti percorsi di vita che volge alla fine. Fai il tuo come meglio credi e ti auguro tanta serenità e successi. Un abbraccio a te e a tutti coloro che leggono su questo meraviglioso blog Antonio De Matteo Milano
Aggiungo qualche riflessione in proposito (sull’essere comunista), stimolato anche dal bel documentario “Il sogno di una cosa”, che contiene tra l’altro una notevole intervista a Sergio.
Chi se lo è perso, lo vada a cercare.
https://ilquadernodiet.blogspot.com/2021/05/qualcuno-era-comunista.html
Grazie Antonio per il tuo bellissimo scritto, e grazie Ernesto (leggerò più tardi il link).
Massimiliano
Ho letto, Ernesto, e mi trovo pienamente d’accordo.
Ritengo, tralaltro, da elettore e tesserato Pd, che Letta sia ben avviato lungo questa strada della “nuova”, necessaria, storia.
Massimiliano
Caro Sergio,
ha ragione Lev Tolstoj quando scrive:
“tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiar se stesso”?
Io ho qualche dubbio: noi ex comunisti siamo un esempio o no? Buona domenica ed un caro saluto a te e chi legge sul tuo blog. Antonio De Matteo MI
Caro Sergio,
a me la storia del figliol prodigo non mi è mai andata a genio: tra i due contendenti, padre e figlio disobbediente, alla fine l'”unico a rimetterci è il povero vitello che non ci entrava per niente nella disputa e paga un prezzo altissimo rimettendoci la vita. Non è forse quello che succede alle numerose vittime innocenti delle brigate rosse? Gli ” amici collaterali ” di quest’ultime, rappresentati dai cosiddetti vari extra parlamentari di sinistra che volevano abbattere L’attuale democrazia rappresentativa per instaurare la dittatura del proletariato” non avevano gli stessi obiettivi e solamente per paura non sparavano ? Io, da ex sindacalista, ho rischiato di finire come il “vitello grasso” ed oggi posso solo sperare e continuare a battermi affinché il “figliuolo prodigo e suo padre” non facciano un’altra festa. Viva la democrazia rappresentativa, viva la libertà, l’uguaglianza e la solidarietà. Buona giornata Antonio De Matteo MI
Caro Antonio,io ho fatto parte dei marxisti-leninisti e sognavo di abbattere con la violenza lo stato borghese ma l’abbattimento doveva arrivare attraverso una sollevazione popolare amplissima e mai abbiamo appoggiato l’atto esemplare terrorista. Quelli delle Brigate Rosse e di Prima Linea, oltre che della democrazia, erano nemici anche nostri. Io chiedo solo che si tenga conto di questa differenza, che non è cosa da poco.
Mi dispiace molto che i figli di Calabresi si siano aggrappati fermamente all’ultima versione giudiziaria e non abbiano mai risposto agli appelli di Adriano per approfondire e capire le mille contraddizioni che mettevano fortemente in dubbio la giustezza della sentenza. Loro invece cercavano un assassino a tutti i costi, senza se e senza ma, e purtroppo lo hanno trovato in questi tre dirigenti di Lotta Continua. E’ per questo che chiedo che quando si parla di costoro si usi la frase “condannati per omicidio” e non il termine “terrorista” che è cosa ovviamente molto peggiore.
Sergio
Ho letto sia Sergio, sia Ernesto e Antonio.
Sono ancora un po’ confuso.
Però Sergio nel primo messaggio mi ha aiutato a capire meglio le ragioni “umane” e non di parte che hanno accompagnato almeno la nascita della dottrina Mitterand.
Non so se egli avesse ragione, ma credo che quando un paese dubita del funzionamento rigoroso della macchina giudiziaria in un altro paese, è in diritto di decidere se dare (non so se in questi casi si dica così) “asilo” a qualcuno che a tale paese “terzo” appare giudicato senza i crismi dell’obbiettività.
Certo, parliamo della Francia e dell’Italia, non della Francia e della Cina o simili. Non è presente nemmeno l’appiglio etico sacrosanto del rischio di pena di morte.
Insomma, ho compreso benissimo il discorso di Sergio, che ringrazio tanto per il chiarimento, ma mi rimangono ancora tanti dubbi. Non sull’ambiguità del processo ai militanti di Lotta Continua, che Sergio conosce contrariamente a me!
Ma sulla generale ammissibilità del metodo Mitterand (che pure Sergio mi ha spiegato molto bene) nei rapporti tra due paesi della Comunità Europea (non ricordo quale fosse la sigla allora, CEE forse..) nei quali vigeva una Repubblica democratica con separazione dei tre poteri.
Comunque ringrazio tutti gli amici per i loro messaggi, e lascio un abbraccio forte.
Massimiliano
Forse si potrebbe spiegare meglio la storia umana nel periodo che va dal 1968 alle 2003 circa, da tanti di noi vissuta,con una parte di una poesia del grande poeta, detto Trilussa, dedicata alla guerra in generale. Infatti parafrasando la poesia si può sostituire al cavallo la maggioranza del popolo italiano, al soldato le “brigate rosse”, mentre gli extraparlamentari di sinistra stanno ancora a pensare alla rivoluzione proletaria che conviene e come farla,esaltando il loro io come sempre. Io invece ho sempre sperato,spero e spererò negli esseri umani che credono nel compromesso delle idee per gestire una società più giusta, solidale e democratica, senza eliminare la sana competitività introducendo dogmi o superiorità a priori di idee. Utopia? Può essere ma almeno non mi sporco le mani di sangue umano e ne incito il mio prossimo a farlo. Buona giornata a chi legge su questo blog.Antonio De Matteo Mi
Trilussa
Ner mejo che un Sordato annava in guerra
er Cavallo je disse chiaramente:
Io nun ce vengo! – e lo buttò per terra
precipitosamente.
No, nun ce vengo – disse – e me ribbello
all’omo che t’ha messo l’odio in core
e te commanna de scannà un fratello
in nome der Signore!
Io – dice – so’ ‘na bestia troppo nobbile
p’associamme a l’infamie che fai tu.