Ciao Sergio,
o qualcosa mi sfugge, o abbiamo sensibilità diverse, oppure stiamo guardando il dito e non la luna.
Mi fa una paura terribile assistere a questo rigurgito di nostalgia fascista. E credo sia responsabile del plagio dei Traini, e forse ce ne saranno altri. Condivido che non dovrebbero essere autorizzate sfilate inneggianti il ritorno del fascismo. E basta aprire i social network per rendersi conto che questi gruppi non sono sparuti e neppure sprovvisti di organizzazione, se no non si spiega il proliferare di profili inquietanti che ti si insinuano non capisco come nello scorrimento degli eventi del giorno su Facebook.
Tuttavia combattere il fenomeno non sta nel combattere il movimento, cosa che a mio avviso gli regala solo più notorietà, ma nel prevenirlo, e non credo proprio sia un problema di scuola. L’insegnante medio, almeno empiricamente sulla base delle mie frequentazioni, è di estrazione di sinistra: e semmai io ricordo molto bene quanto il mio liceo facesse vera e propria politica. Ricordo con orrore la mia insegnante di filosofia, dichiaratamente filo castrista, che saltò tutta la scolastica ma si fermò due mesi su Davide Strauss e Bruno Bauer della sinistra hegeliana, e alle mie obiezioni di cattolico rispose con un 4 fisso per 3 anni (a ripetizione ci sono andato una volta e mi si disse che non avevo bisogno di rinforzi perché le cose le sapevo). Ricordo anche l’autogestione con i seminari che raccontavano che in Italia ci sono state solo stragi nere e quelle rosse erano giuste perché contrastavano quelle nere (Giorgio Boatti). Secondo me non fu per caso che io votai destra le prime elezioni, ma una reazione a questo sopruso … poi per carità le mie bambine sono ancora alle elementari e nel frattempo sono passati 20 anni, quindi forse si è ribaltato tutto ed io ammetto che non posso saperlo, ma mi suonerebbe strano…
Trovo molto significative le parole del vescovo di Macerata che si è permesso di evidenziare come accoglienza e integrazione non siano la stessa cosa. E noi accogliamo ma non integriamo. Se permettiamo che il tessuto sociale sia sempre più impregnato di gente che per la sopravvivenza è costretta ad uscire dal contesto regolamentato o anche semplicemente etico (e non parlo solo di immigrati ma di una famiglia su 4 che si avvicina alla soglia di povertà o ci è dentro ampiamente) e viviamo in un paese dove la certezza del diritto è solo una astrazione, la gente coltiverà sempre di più il desiderio di farsi giustizia da sola, e perderà sempre più di vista il valore etico di cosa è giusto e cosa è sbagliato. Ed è in questi contesti che i fascismi e i populismi alla Grillo o Salvini sguazzano e amplificano il fenomeno e si attirano i consensi. Dal mio punto di vista non è la scuola il problema, non è culturale il nocciolo. Manca la prevenzione, che va fatta secondo me lavorando sui temi economici e sociali (la ripresa è finta, ed è dimostrato, non solo in Italia: la fetta di ripresa se la mangia il 2%, e gli altri 98% stanno come prima). Se c’è un problema culturale è quello delle barriere interstatali a mio avviso. Non bianchi e neri o eterosessuali e mondo lgtb, ma i confini nazionali: in un mondo globalizzato lo sono le opportunità ma anche i problemi, e si vuole continuare a risolverli mettendo i muri al confine messicano, anziché comprendere che siamo di fronte ad un problema epocale che va risolto con la cooperazione di tutti, continueremo a perpetrare solo peggioramenti.
E intanto per i border line è un attiamo farsi esplodere in metropolitana per la guerra santa, o sparare agli immigrati, plagiati dai predicatori del rovesciamento sociale.
Così, riflessioni in libertà. Intanto il 4 marzo è dietro l’angolo ed io continuo a rodermi il fegato. Però rifletto da due mesi sulle tue parole e sono giunto alla conclusione che hai ragione, alla fine si farà la coalizione Renzi-Berlusconi. Ma siccome io alla real politik non riesco proprio a concedermi, ti concedo che andrò a votare senza annullare la scheda (è già un passo avanti no?). Ma a quei due stronzi puoi girarci che il voto non lo do, né all’uno né all’altro.
Un abbraccio
Marcello
16 Comments
Stendiamo un velo pietoso
Marco BS
Caro Marcello,
grazie della cortese concessione che fai, a noi poveri cittadini italiani, elargendo il tuo prezioso voto valido chissà a quale magnifico progetto politico (non oso immaginarlo, ma vorrei tanto conoscerlo e apprezzarlo anch’io).
Non concederlo a noi, che forse non lo meritiamo: concedilo a te stesso, visto che anche tu sarai nella stessa merda, il 5 marzo, se vincono Salvini, o Di Maio, o Berlusconi, che tanto è stronzo quanto Renzi, vero?
Forse negli ultimi vent’anni ti sei occupato di altro e forse ti sfuggono le prodezze di cui il Cavaliere ci ha fatto partecipi e che tanta fama e onore ci hanno accreditato nel mondo.
Potrei ricordartele, ma basta un giro sulla rete.
Potrei ricordarti anche gli ultimi quattro, di anni, e un certo numero di cosette, affrontate e avviate a soluzione da questa improbabile banda di stronzi del PD, che tu tanto apprezzi …
Anche per questo però basta un giro sulla rete.
Non ti basterà, a te che sei così giustamente esigente.
Ma allora prova a guardare sia il dito che la luna: è un bell’esercizio, sono entrambi reali, entrambi ci servono per vivere.
E se poi a te basta la luna, beh, attento a dove metti i piedi! Le strade reali sono purtroppo lastricate di problemi veri, che qualche povero stronzo deve risolvere, anche per chi nel frattempo sta guardando la luna.
Buon voto! Scegli bene!
Mamma mia, Ernesto, quanto sei acido. A me non ha fatto questo effetto così disastroso la riflessione del nostro giovane amico Marcello. Avessi tu scritto a me con questo tono, soprattutto quando io ero ancora trentenne, avrei chiuso e sepolto qualunque rapporto con gente del PD. Spero che Marcello sia più maturo di me e di te messi insieme.
Abbraccio
Sergio
Ci fossimo rotto i coglioni di comprendere tutti, di ingozzare tutto, di ringraziare pensosi per i pesci in faccia? Fa impressione trovare acido nella risposta e non accorgersi dell’insensatezza della domanda. Bravo Trotta.
Io mi chiedo, quando qualcuno afferma che il voto mai e poi mai lo darà a Renzi perché poi si alleerà con Berlusca, mi chiedo chi sia mai questo illuminato leader, degno del loro voto, che non farà nessun accordo il 5 marzo avendo raggiunto la maggioranza assoluta per governare senza chiedere aiuto ad altri. Salvini, Di Maio, Grasso…chi altri?
Ditemelo in tempo, per favore, non lasciate che dia il mio voto a stronzi che poi si alleano a mia insaputa.
“O Marcello, vieni,vieni” cosi recitava in un famoso film di Fellini Anita Ekberg nell’invitare Mastroianni a bagnarsi nella fontana di Trevi.
Questa è la riflessione che mi porta a fare la lettera del signor Marcello, naturalmente vedo nelle vesti della Ekberg il Sistema che finalmente riesce a corrompere e far votare il cittadino dubbioso, mentre non riesco a vedere, intravedere forse, la piscina dove il signor Marcello vorrà farci l’onore di bagnarsi.
Caro Compagno Direttore omonimo,
nel sentire e leggere tante preoccupate e sincere espressioni di partecipazione ai dubbi ed alle perplessità – che sembrano aumentare con il diminuire dei giorni che ci separano dalle urne (è vero, dai miei settantuno anni ricordo che le elezioni politiche hanno sempre avuto, per le persone responsabili – e siamo milioni – preoccupazioni e voglia di impegno) – sento di doverTi raccontare una cosa.
Non lo puoi ricordare (avevi tanti compagni e tante compagne intorno!), ma il giorno (non mi ricordo più quale) che il compagno Segretario RENZI parlò in Piazza del Popolo a Roma (venni apposta dalla Sardegna per esserci) – e c’era (ancora) lo “stand” del nostro Giornale, con Te che rilasciavi dediche in una vignetta (la figlia di Bobo con una farfalla colorata) – mi avvicinai e Ti chiesi una dedica per il mio figliolo Filippo, non ancora maggiorenne, e Ti dissi che mi sembrava, dai discorsi che faceva, un po’ “destrorso”. Tu scrivesti, su quella dolce vignetta, “Da babbo e da Sergio: Filippo fai il bravo”. Filippo la conserva ancora; ma, ieri sera a cena, parlando dell’approssimarsi delle elezioni, il figliolo, oramai maggiorenne da qualche mese, alla mia domanda verso quale partito stava orientandosi (poiché, ne convenimmo, comunque si doveva andare a votare, per rispetto a tutti quelli che il voto ce lo avevano conquistato con grandissimo sacrificio), mi ha detto candidamente: “voterò PD”. Gli ho detto ” ma, secondo me sei un liberal-radical”. Mi ha risposto: “per ora, mi sembra opportuno confermare questo governo” (in ciò, ulteriormente spinto dalla madre, “fanatica” del ministro Padoan).
Non voglio parlare di commozioni varie, ma mi domando: la Tua vignetta può avere influito?.
Ciao, compagno Direttore, con un abbraccio.
Sergio Cassanello
Mi farebbe un piacere enorme ma già il solo pensarlo mi dà una grande soddisfazione. Dai un grande abbraccio a tuo figlio che se lo merita. Ricordagli anche che avere le tasche piene di dubbi è una grande fortuna nella vita, basta che al momento opportuno rimangano nella tasca.
Un grande abbraccio
Sergio
In primo luogo rispetto il pensiero di Marcello e finché avrò vita difenderò la sua libertà di esporlo. Però mi consento due considerazioni che mi augurò Marcello le consideri un terreno di discussione.
Primo: perché volgarizzare un proprio giudizio? Leggo sempre con grande interesse questo blog e mai, fino ad ora, si è trasceso con parole grevi e sprezzanti tipiche di un fastidioso intercalare legapentastellismo. Ovviamente ognuno è libero di esprimersi come vuole ma è altrettanto giusto ritenere libera una benevola critica.
Secondo: qui mi sento più ferrato. Afferma Marcello. “.. la ripresa è finta, ed è dimostrato, non solo in Italia: la fetta di ripresa se la mangia il 2%, e gli altri 98% stanno come prima..” Ascolto sempre con interesse i dati statistici che tv radio giornali e commentatori espongono quotidianamente. E’ materia che conosco e che ho studiato. In sintesi: se sono dati ISTAT o di un qualche istituto di ricerca li ascolto e li commento. Se no mi arrovello e affido quei dati (?!?) al vento o alla propaganda pseudo politica. Quindi aspetto le fonti ufficiali che quantificano nel solo 2% la popolazione che ha beneficiato della ripresa.
Sul resto apprezzo l’intervento di Marcello che almeno si interroga sull’attuale momento e si dà una risposta che pur se non condivisibile è comunque una risposta non violenta e problematica.
Massimo Maini
Condivido questo tuo commento, Massimo. Ho la fortuna di conoscere Marcello anche se lo vedo molto saltuariamente ma ho ben presente la sua onestà politica e intellettuale. Per questo il tuo atteggiamento mi sembra quello giusto perché le diverse posizioni si confrontino e si aiutino reciprocamente a modellarsi. Come vedi non ho detto “uniformarsi”.
Per quanti sforzi faccia non ricordo d’aver mai letto uno scritto così “disfattista” come quello di Marcello! Penso che anche lui vada arruolato, a pieno titolo, nel “grande carrozzone” degli scontenti per i quali scaricare tutte le colpe su Renzi (e sul PD) è diventata la regola. In questo “aiutati”, bisogna dirlo, da media cialtroni che nell’opera di sputtanamento del nostro Segretario e dell’intero Partito hanno profuso energie quante mai prima! Dare a Renzi e al PD la colpa di tutti i loro guai per molti è diventata una comoda soluzione, così quelli che nella vita hanno inanellato insuccessi, delusioni, sconfitte, fallimenti si risparmiano la fatica di fare autocritica, evitando così di scoprire che la causa di tutto sono essi stessi! Comodo vero? La ripesa é finta? Questo lo dice lui. Da quale punto di vista le appia, però, non ce lo dice. E’ un riscontro personale? Senza dilungarmi oltre, quel suo porre sullo stesso piano (e che piano!) Renzi e Berlusconi fa capire che l’uomo non è molto “equilibrato” nei suoi giudizi. Si, ha ragione Marco, stendiamo un velo pietoso!
Ho letto Marcello e i commenti che ha sollecitato. Marcello due volte. E mi sono convinta che davvero sono pensieri in libertà ( come dice nell’ ultimo periodo) . Premuroso a fartene dono,: mi ha ricordato un vecchio gatto che depone ai piedi del padrone un topo appena acchiappato.
Accostarsi alla politica richiede un atteggiamento meno primordiale, che tenga a freno gli istinti.
Per esempio, a mio avviso, tutte le passerelle televisive sono disturbanti perchè la vista è più immediata dell’ ascolto, ciò che può inficiare il mio giudizio.
Concludo invitando Marcello a considerare quanto è importante il suo voto per tutti noi.
Sandra Festi – Bologna.
Cari tutti, mi dispiace per la parolaccia finale: non amo il turpiloquio e mi sono concesso l’epiteto solo perché scrivevo in privato ad un amico. Quando mi ha chiesto di pubblicarlo non mi sono riletto …
Quanto ai numeri del 98% ovviamente sono un sostegno al concetto e non ricordo l’esatta fonte ne’ quindi le esatte percentuali, ma ne rivendico il nocciolo, e so quello che dico proprio per professione.
Mi lascia perplesso la violenza di tanti interventi nei miei confronti, e soprattutto come vengo interpretato come presunto supponente. La realtà è quella opposta: st male, sono alla ricerca di una identità, di un movimento che rappresenti le mie idee. Invidio chi sa cosa votare e chi si riconosce in un partito o in una corrente di pensiero. Io invece ho idee ben precise su politica economica, sociale, sulla famiglia, ecc.
Purtroppo, al di là di m5s e lega, trasversalmente qualcuno ogni tanto sembra abbracciare i temi che mi stanno a cuore. Ma trasversalmente. E se ne parla talmente poco, presi come sono a ostentare slogan per catturare voti.
Si, sono un deluso, ho 40 anni, e nelle ultime 2 elezioni politiche mi sono recato alle urne ed ho annullato la scheda.
Ma continuo ad interrogarmi, ad avere idee, ad appassionarmi, e a farmi male.
E ora crocifiggetemi pure, ma almeno spero di avere meglio spiegato chi sono, perché ci sono rimasto male a venire deriso sprezzantemente. Credo, come per fortuna un paio di interventi hanno sottolineato, che tutti dovremmo essere sempre aperti al confronto e che i dubbi non fanno male ma aiutano a crescere, perché non si è mai maturo e consapevoli abbastanza.
Un abbraccio a tutti
Marcello
Grande Marcello! Ti voglio molto bene. Neanche io pensavo che i tuoi dolori da giovane Werther potessero creare tante risposte indignate. Tu, indirettamente, a mio avviso hai sottolineato una carenza importante della sinistra, della mia sinistra: la difficoltà di confrontarsi con chi non usa le nostre categorie logiche e filosofiche. Persone brave (te lo assicuro), oneste, intelligenti, volenterose e generose, che si sentono giustamente di sinistra quali sono i frequentatori del mio blog, si arenano davanti a un libero pensatore sicuramente molto confuso, sicuramente con molte certezze fallaci ma che esprime, proprio attraverso la scrittura, la voglia di un confronto costruttivo. Non ti fare impressionare. Tu continua a leggerci e, soprattutto, a contribuire alla discussione segnalandoci quel che non ti torna e modificando quello che, grazie alla discussione, non ti soddisfa più.
Un abbraccio
Sergio
Caro Marcello,
non prendertela se la discussione si anima e se alcune persone “brave, oneste, intelligenti, volenterose e generose” (parola di Sergio!), contestano quello che scrivi.
La discussione è il sale della politica e nessuno dovrebbe aversene a male, purché non si trascenda e soprattutto purché la discussione porti ad un reciproco arricchimento e ad una conclusione operativa.
Insisto su questo, perché vedo e parlo con molti che si trovano nella tua stessa situazione di deluso, scoraggiato, senza punti di riferimento, “alla ricerca di qualcosa che non trovano” (come diceva Guccini in “Noi non ci saremo”).
A tutti voi dico con chiarezza che non siete i soli ad avere dubbi e che chi, come me, ha già deciso, non lo ha fatto senza rovelli o malumori.
Il fatto è che le elezioni NON sono un momento di estrinsecazione delle convinzioni personali, del proprio travaglio, né in generale un sondaggio per capire cosa pensa il corpo elettorale.
Le elezioni sono uno strumento tecnico (tra l’altro molto imperfetto, prova ne sia il fatto che, nel mondo delle democrazie occidentali, esistono mille sistemi, e tutti diversi tra di loro) per attribuire le deleghe del potere legislativo e di conseguenza del potere esecutivo.
Per quanto possa sembrare strano, esse non sono un momento di confessione, di sintesi della propria visione del mondo; di certo la riflettono, ma altrettanto certamente non possono esprimerla con compiutezza.
Scusa la prosaicità, ma l’output della votazione è semplicemente una croce, messa su un simbolo (o nessuna croce, se ci si astiene, cioè si dà la delega agli altri elettori).
Sulla scheda non ci sono ragionamenti, non ci sono distinguo, non c’è storia personale.
La mia croce, convinta, è uguale alla tua, travagliata, e la tua a quella di altri milioni di individui che, sulla base delle loro proprie convinzioni, fanno il loro dovere di indicare chi, nell’ambito dell’offerta proposta, è meglio delegare per il legislativo e per l’esecutivo.
Non voglio banalizzare, per carità: ma proviamo a metterla giù non come una scelta di vita, ma come una indicazione pratica su chi dovrà governare nei prossimi cinque anni.
Le scelte di vita si estrinsecano in altre decisioni che coinvolgono noi, la famiglia, gli amici, il lavoro.
Ti assicuro che questo approccio sdrammatizza e svelenisce, scarica a terra le tensioni, rende molto più facile decidersi, proprio perché col voto non ci si sta vendendo l’anima, ma si sta più prosaicamente indicando una possibile modalità operativa.
Lasciamo perdere gli stronzi (tanto ne è pieno il mondo), ma guardiamo a domani (che in ogni caso viene prima del dopodomani, cioè l’inizio del futuro).
E’ mai possibile non riuscire a decidersi se preferire Padoan o Brunetta, Gentiloni, Renzi o Salvini/Berlusconi o Di Maio, Minniti o Meloni o Toninelli, e via discorrendo?
La mia risposta, e spero anche la tua, è netta: non è possibile non saper cosa scegliere.
Poi ognuno resta con i suoi dubbi, le sue angosce, i suoi malumori, ma nel frattempo il Paese va avanti.
Si chiama “voto utile”? Forse, ma certamente è meglio di quello “inutile” o “dilettevole” (copyright Altan).
Ripeto: buon voto! buon futuro!
Guccini “Dio è morto”, ovviamente.