Costruire mobilitazioni in ogni città
a partire giovedi 13 ottobre a Roma, ore 18:30, davanti all’ambasciata russa a Castro Pretorio.
Non c’è vera pace senza verità. Non c’è verità senza libertà.
Come cittadini e associazioni chiediamo di mobilitarci su questa piattaforma:
Cessate il fuoco e ritiro immediato delle truppe russe dal territorio ucraino
Fermiamo escalation nucleare e riprendiamo il percorso del disarmo dalle armi atomiche
Riconoscere la piena indipendenza ed autonomia dello Stato Ucraino dalla Federazione Russa nei confini riconosciuti dalla comunità internazionale prima del 2014;
Riconoscere la libertà di parola e di obiezione di coscienza ai giovani russi Sostenere ed accogliere i cittadini russi che protestano contro l’aggressione e sfuggono alla coscrizione
Agevolare l’insediamento di una Commissione internazionale di Verità e Riconciliazione sull’accertamento dei fatti avvenuti nel Donbass, in Crimea, in Ossezia del Sud, in Transnistria ed in Abkazia
Cooperare al disarmo delle zone interessate dal conflitto odierno ed agevolare l’intervento dei Corpi Civili di Pace
Cooperare per il funzionamento di negoziati che garantiscano una pace giusta e duratura
Perché l’Europa, insieme ad altri, sia in prima linea nel costruire un nuovo quadro di pace e sicurezza
per tutte e tutti, basato sul miglioramento delle democrazie ,
rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale di ogni paese
Non possiamo fermare la guerra con le nostre mani, ma insieme possiamo chiedere di far avanzare la pace!
Siamo tutti Ucraini, Siamo tutti Europei
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Primi firmatari:
Marco Bentivogli, Marianella Sclavi ,Angelo Moretti, Riccardo Bonacina, Costantino De Blasi, , Leonardo Becchetti, Luca Diotallevi, Angelo Rughetti, Michele Boldrin
Associazioni aderenti: Mean, Base Italia, LiberiOltre, Comitato Giovani per l’Ucraina, Rete dei Piccoli Comuni Welcome, Sale della terra, Casa del Giovane
11 Comments
Anche io vorrei esserci fisicamente e però il mieloma me lo impedisce. Se solo la manifestazione fosse a piazza Navona ci arriverei. Intanto aderisco pienamente. Un abbraccio Vittorio Emiliani
Per quello che può valere il mio pensiero, sottoscrivo in pieno il tuo appello!!! Forse se siamo in tanti, ma veramente tanti, qualche cosa varrà, magari a convincere qualche putiniano…… Gianfranco Balestri
Sta per nascere un movimento pacifista di tipo nuovo. Possiamo chiamarlo il “pacifismo della cattedra”. Un pacifismo che, al contrario di quello “classico” sempre alla ricerca delle vie della pace nel complicato crocevia delle guerre, sa già da che parte andare. Se i “vecchi” pacifisti sono mossi da un sentimento generale che deve estendersi e imporsi a tutti quei soggetti direttamente o indirettamente coinvolti in un conflitto, i neo-pacifisti hanno già la soluzione in tasca, una soluzione che è un messaggio universale, preso in prestito e gettato nella mischia: “non c’è pace senza verità” e ad abundantiam “non c’è verità senza libettà”. Assomiglia alla sapienza di quei Professori che, con un opportuno latinorum, riescono sempre a risolvere le situazioni più ingarbugliate.
In questo caso il “Professore” è Marco Bentivogli che si è messo a capo di un Movimento europeo di azione non violenta che prossimamente debutterà, anche lui, con un sit-in. Anche lui davanti all’ambasciata di Russia. Anche lui contro il “disegno criminale” di Putin. Anche lui con tutto il rosario dei pro e dei contra.
Se mi è consentito un riferimento personale. Quando, da giovane, manifestavo per la fine della guerra nel Vietnam, non mi travestivo da pacifista. Manifestavo, semplicemente, da militante comunista contro la ‘sporca guerra’ di Nixon. Non può esistere un pacifismo “contro” la pace. La Chiesa cattolica ha il grande merito di avermi ricordato questa (scomoda) verità.
Nonostante i sofismi del sig. Ceglie, aderisco pienamente allo spirito della manifestazione .
Chiediamo la pace a chi ha scatenato la guerra, non a chi la subisce.
Stavolta è: “Russians, go home!”
Mi pare che il senso del mio commento fosse, non più profondo ma più largo. Voglio dire che, nel caso di conflitti militari di “ultima generazione” cioè implicanti l’arma nucleare come opzione non astratta, la risposta del pacifismo debba fare un salto di dimensione e di potenza: incunearsi tra le parti per imporsi come soggetto credibile e necessario, portatore di un interesse generale, il cessate il fuoco. La Chiesa cattolica lo ha capito. Tu, caro Trotta, no. Il Putin go home! sa di anni ’70. Va bene ma è poco.
P.S.: I “sofismi” sono stati lo strumento sul quale si è formata la civiltà greca (Il “Sofista” di Platone). Vacci piano.
“incunearsi …”, “soggetto credibile e necessario …”, ” interesse generale …”, ma crede davvero che Putin sia sensibile a queste immaginifiche allegorie?
Beato lei!
Egregio Sig. Trotta, se non le viene di discutere seriamente, non è opportuno abusare dell’ospitalità del bravissimo Staino.
La saluto cordialmente.
Io sono serissimo …
e in questo blog sono “di casa”.
Non ho altro da dire.
Cari amici di questo blog, vediamo se riusciamo a non farci turbare dai venti di guerra che soffiano sempre più forti incutendo paura e senza guerreggiare offendendoci proviamo a discutere serenamente. Nessuno di noi ha una soluzione attualmente in grado di risolvere il grave problema della guerra tra Russia e Ucraina.
Però possiamo perlomeno dare un’occhiata alla storia umana precedente a questo drammatico periedo e che riguarda le ultime guerre in cui è stato coinvolto il nostro mondo occidentale. La guerra nel Vietnam è durata vent’anni e non si è conclusa con un compromesso pacifico, nonostante noi del “68” gridavamo in tutti i posti e non solo davanti all’ambasciata americana , Vietnam Libero! Vietnam libeo!…, ma con il ritiro degli americani dal Vietnam. Lo stesso dicasi per la guerra in Afghanistan, dove le forze occidentali, a partire dalla Russia per passare agli americani e all’Europa, sono stati sconfitti dai talebani senza nessun compromesso.
Se tanto mi dà tanto noi dovremmo continuare a gridare Ucraina libera! Ucraina libera per vent’anni ancora per poi vedere le truppe del dittatore Putin ritirarsi dai territori invasi. Converrà al mondo occidentale e soprattutto all’Ucraina affrontare un periodo così lungo di morti e distruzione per qualche km di terra in più ? I territori occupati dall’armata rossa porteranno benefici alla Federazione Russa del tiranno Putin, visto I tanti soldati morti e la quasi totale distruzione dei territori conquistati?
Il buon senso rispondere di no, ma capisco che ognuno di noi ha il suo buon senso e quindi dico che il mio dice no. Mi turba però, e per certi versi condivido, la teoria che suona così: “ la pace bisogna chiederla all’invasore e non a colui che è stato invaso”. Penso altresì che per salvare vite, evitare distruzioni, lutti e fermare l’invasore forse è necessario rinunciare ai Principi “sacri e santi” e trattare. D’altra parte l’abbiamo già fatto noi italiani al tempo delle Brigate Rosse che abbiamo poi sconfitto. Ci siamo permesso, giustamente secondo me, di condonare numerosi omicidi ai brigatisti rossi che collaboravano con lo stato italiano. Eppure la legge è la morale sono Chiare: non si può uccidere un’altra persona solo perché la pensa diversamente da noi. Quindi concludo dicendo quanto segue. Gridiamo pure con forza la parola pace, pace… in ogni luogo, in ogni momento, ma Sappiamo anche che se non si trova un compromesso tra i contendenti la guerra sarà lunga disastrosa e perdente per tutti compreso “il vincitore” . Grazie per l’Attenzione e serena giornata a chi legge, “sopratutto agli amici di scrittura Emanuele ed Ernesto che il turbinio della guerra un po li ha alterati e per dirla non da intellettuale, si sono incazzati . Antonio De Matteo Milano
Caro De Matteo, raccolgo senza batter ciglio il tuo invito a discutere di politica mondiale sine ira, giustamente rivolto anche a me, senza metter veli su divergenze non di natura argomentativa ma concettuali. Nel senso che io non credo agli ‘imperi del male’ ma credo agli imperialismi come fenomeno storico-antropologico che può essere solo razionalizzato nelle loro dinamiche ma non definitivamente risolto. Credo, altresì, che un tipo di pacifismo, come quello che vedo nascere, che non voglia più essere, come nel passato, la cinghia di trasmissione di alcuna parte belligerante possa rafforzare quei processi di razionalizzazione a cui è affidato l’equilibrio delle forze egemoniche che reggono questo nostro mondo. Non è pappa del cuore, come qualcuno ha capito, ma crudo realismo.
Un caro saluto e grazie.
Caro Emanuele Ceglie,
concordo con te sul ” pacifismo” non come cinghia di trasmissione di una delle parti in causa per tifoseria personale, ma per difendere i diritti e la vita degli oppressi.
Per questo voglio portare all’attenzione
di questo blog i disastri ed i lutti delle guerre pubblicando la poesia del grande Ungaretti che, dopo aver partecipato alla guerra, ne descrive in maniera straziante i risultati e le triste conseguenze che io condivido in pieno con profonda tristezza ed impotenza difronte alla maledetta attuale guerra in Ucraina. Un caro saluto a chi legge Antonio De Matteo Milano
San Martino del Carso
Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro
Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto
Ma nel cuore
nessuna croce manca
È il mio cuore
il paese più straziato.