Come è noto non sono un estimatore di Renzi, anzi, ogni giorno che passa mi sento sempre più lontana da lui ma questo pezzo di Ernesto Trotta che invece estimatore lo è, mi è piaciuto moltissimo. Spero che lo possa leggere anche Corrado Formigli che, se non si facesse prendere da questo stile stigmatizzato da Ernesto, sarebbe anche un giornalista informato.
Sergio
————————————————————————————————————————————————————–
The show must go on? No, per favore, basta!
Un format vecchio, frusto, stanco, ripetitivo, falso come un biglietto da due dollari, il talk-show politico mostra ormai lati davvero paradossali, involontariamente comici, caricaturali, almeno per chi vuole guardare con occhi critici e attenti, non distratti dal bambino che vuole giocare o dalla moglie/marito che chiede chi passa in panetteria domani mattina.
Già fior di indagini (addirittura il Censis) mostrano un livello di saturazione molto elevato. Da lì al rigetto totale manca molto poco. Almeno io lo spero ardentemente.
Faccio queste considerazioni a valle della puntata di Piazza Pulita, uno dei maggiori tra i suddetti talk-show, trasmessa giovedì 5 dicembre scorso. Non era diversa da molte altre prima, per carità, né diversa da molti altri prodotti dello stesso genere, ma la prima ora e mezza abbondante di trasmissione (lo show, come d’altronde Cartabianca, Di Martedì, Dritto e Rovescio, … ha l’impressionante durata di oltre tre ore… roba da stomaci molto forti.) l’ho vissuta davvero come la pietra tombale, l’ultimo, e vorrei tanto definitivo, chiodo sulla bara del format.
Un pubblico che applaude a comando e non si sa perché, visto che applaude sia il bianco che il nero, applaude forse solo per variare il volume sonoro ed impedire che lo spettatore si appisoli sul divano. Fatto sta che applaude, a proposito o a sproposito, e non c’è un solo motivo razionale che ne giustifichi la presenza, totalmente passiva, in studio.
E poi l’inviato barbuto e sgarrupato che corre e si affanna, con tanto di fiatone, dietro alla personalità di turno, accompagnato da una musica drammatica e incalzante, neanche stesse sbarcando ad Omaha Beach come Robert Capa. Infine, lo raggiunge trafelato, gli pone qualche domanda di prammatica, solo per dimostrare che quello non vuole rispondere (mentre sta salendo su un treno in partenza). E poi un altro inviato, che va a farsi mandare via da un altro “testimone reticente”, e parla sottovoce, come se stesse rivelando chissà che misteri inconfessabili. Spara frasi piene di “forse”, ”ma allora”, accuse dette e non dette, allusioni, sempre a mezza voce. Poi, linea allo studio, e riparte l’applauso.
Ovviamente ci vuole l’agnello sacrificale, ed ecco il boccone prelibato, Matteo Renzi in persona, che per un’ora viene martellato con domande su cose già dette, ridette, scritte e verbalizzate, di molto dubbia rilevanza politica, ma poste in modo da apparire ultimative, definitive, adesso ti inchiodo io. Ovviamente nessun interesse per temi politici veri e propri, che so, il fondo salva-Stati, la prescrizione dei processi, la manovra, le tasse, gli investimenti, roba di nessuna importanza di fronte al perché l’assegno del prestito fosse intestato ad Agnese anziché a Matteo.
E l’altro che pure incongruamente deve stare al gioco, deve difendersi dall’aggressività dello spietato conduttore, accalorandosi, buttando anche qualche battutina e sorrisetto di troppo, cercando di sdrammatizzare, costretto a rinunciare ad interpretare il ruolo per cui in realtà sarebbe lì, cioè il leader politico.
È uno spettacolo imbarazzante, lo dico da estimatore di Renzi, vedere uno scontro così incongruo tra un inquisitore che non ha titoli ed un inquisito che in realtà non è inquisito di nulla.
Ma le regole dello show prevedono interruzioni continue, bruschi cambi di argomento, salti avanti ed indietro nel tempo, e poi applausi, applausi, un po’ di qua, un po’ di là.
Kung Fu mediatico, sfida a chi resiste di più tra un politico e un giornalista. Col pubblico che dovrebbe decretare lo sconfitto. Pollice giù. Con buona pace alla funzione democratica dell’informazione …
Poi finisce l’ordalia, stacco pubblicitario, e si passa al dopo partita, presenti un giustizialista di professione, un giustizialista d’affezione truccato da giornalista ed un giurista vero: si toccano, si accennano, argomenti di alta dottrina, prescrizione e durata dei processi, e di pruriginosa attualità, come le fondazioni, i partiti, o i finanziamenti alla politica; poi si salta sugli investimenti pubblici bloccati ed alle previsioni sul Governo, su quando si vota e su chi lo fa cadere (il Governo). Mancano le previsioni del tempo.
Tutto insieme, senza ordine, saltabeccando senza alcun approfondimento delle rispettive posizioni, una battuta di qua, una di là. Anche il giurista vero viene travolto, e non sapremo mai un suo pensiero compiuto sugli argomenti. E poi applausi, applausi, ancora applausi. Ce n’è per tutti.
È andata via un’ora e mezza e più. Altro stacco e poi si annuncia un altro set, con l’immancabile ex-ministra Fornero, l’ineffabile Paragone, la giornalista di grido e di moda.
Basta! Mi arrendo. Desisto. Zappo col telecomando e vado alla ricerca di un film di 007.
Ecco, questa è la cronaca di una sera, ma è così tutte le sere, praticamente su tutti i canali. Come stupirsi che calino sia audience che share? Il problema però è che comunque alcuni milioni di telespettatori, non proprio un’inezia, sono catturati come ostaggi di questa programmazione, che varrà pure poco, ma poi però si trasferisce sui giornali online e di carta, e poi in altri talk-show, quindi sui social, innescando post, contro-post, twitt, anche articoli come quello che state leggendo, in una catena, una spirale micidiale che tutti ci ingabbia e ci condiziona. E poi il Censis dice che siamo sfiduciati …
Chi avrà idee innovative per sfuggire a tanto conformismo sarà un benemerito della Repubblica. Ma chi ne ha il coraggio? Chi vorrà osare? E poi, chi vuole rinunciare alla lotta politica fatta con questi mezzi? Chi vorrà ridare all’informazione la funzione primaria in una società democratica, ovvero di permettere l’equilibrata formazione delle opinioni? Figuriamoci…
E intanto scivoliamo, scivoliamo sempre più verso l’assuefazione, verso il sonno della ragione, quello che genera mostri. Gli anticorpi dobbiamo farceli da soli, se vogliamo resistere e uscire da quest’incubo.
Fra gli applausi del pubblico in studio.
Ernesto Trotta
9 Comments
Grazie Ernesto della tua cronaca e della tua analisi…
Sono anni che non vedo talk show, e la tua descrizione mi conferma in questo smarrimento.
Ricordo l’alto valore democratico e politico di programmi come “La notte della Repubblica” di Zavoli. Il loro garbo, la loro profondità, pur a volte nell’asprezza degli scontri. Purtroppo li ho potuti vedere solo registrati, perchè ero ragazzino quando furono in onda.
Però quelle “tavole rotonde” democratiche già mi fanno nostalgia.
Se non erro non c’era neanche il pubblico, in studio. L’unico pubblico dovevano essere le intelligenze critiche degli spettatori da casa. Ma era Sergio Zavoli.
Un abbraccio, Ernesto
Massimiliano
La nostra società attuale predilige il pronome io al posto del noi ed andando avanti su questo cammino inneggerà sempre di più “all’uomo forte” che spera risolverà tutto. Nel caso in cui quest’ultimo si insedia sul trono, “ io” diventa legge e comincia la dittatura. La storia umana ha dimostrato e dimostra che i regimi dittatoriale di destra e di sinistra durano nel tempo cercando di venerare “io”, ma dopo tanto sangue versato finalmente il pronome noi ricompare e con esso la libertà, la solidarietà e l ‘uguaglianza che adesso abbiamo. Questa secondo me è la storia umana che gli umani non ricordano o fan finta di non ricordare. Cosa possa fare ognuno di noi per evitare le dittature è presto detto: dobbiamo difendere il “noi“ e frenare “l’io”. Certo è più comodo, bello e interessante realizzare le proprie idee con gli applausi e le acclamazioni, ma questo è possibile solo se gli altri rinunciano a ragionare ed adottano il dogma. Alla luce di quanto sopra detto mi auguro che i politici, ad esempio, facciano uno sforzo unitario e dichiarino apertamente che un essere umano fino alla sentenza definitiva della magistratura è innocente e non può essere vessato nei talk show come è successo a Matteo Renzi. Non credo che succederà: tutti utilizzano “l’avviso di garanzia“ come clava nei confronti dell’avversario. Faccio una proposta a Matteo Renzi: la prossima volta che un tuo antagonista subirà il tuo stesso destino nei confronti di un giornalista fazioso ed in cerca di visibilità, esprimere la tua solidarietà apertamente, magari telefonando al tuo “nemico“. Forse così si potrebbe interrompere il circolo vizioso che distrugge la vita di tanti innocenti. Spero nelle “sardine”, movimento nato da poco, che mi sembra voglia rappresentare con forza il pronome noi. Una cosa però dev’essere chiara a tutti coloro che vogliono partecipare alla festa del “noi”: Il compromesso delle idee è l’unica soluzione. Il governo attuale ci sta provando e spero che Matteo Renzi provi con tutte le sue forze e la sua intelligenza a far prevalere il noi sul suo io. Naturalmente tutti devono accettare di realizzare parzialmente le proprie idee “compromettendole” con quelle altrui. Difficile soluzione, ma e’ l’unico modo per difendere la nostra democrazia rappresentativa. Auguri a tutti i componenti del governo che difenderanno quest’ultima e la nostra complicata ma bella società. Grazie dell’attenzione e buona giornata a tutti De Matteo Milano
Sono sempre stato un estimatore di Ernesto e questo contributo accresce la mia stima professionale ( perché non usa la penna con la clava ma…narra) e quella personale nei suoi confronti per i concetti che espone. L’unico rammarico è di non poterlo scegliere nell’urna. Anche se il mio giudizio su Renzi, che lui credo di aver capito dal graffiante Bobo abbia seguito, è molto critico. Su di lui ma anche sui parlamentari al seguito. Certo, il mio risentimento, ovviamente più forte, va all’altro Matteo ed alla sua sodale donna/cristiana/madre moralista Giorgia. Se poi analizziamo solo in termini di stile la partecipazione al dibattito via cavo la mia indignazione si estende ai fans di Luigi e Nicola a cui consiglio, al mattino prima di parlare in tv, di leggere e rileggere quanto scritto da Ernesto e riflettere sulle grosse responsabilità che si stanno assumendo nei confronti del futuro dei nostri nipoti. Ovviamente, l’invito è rivolto anche a quei frequentatori del talk cd opinionisti e a quei personaggi alla Sgarbi che vivono di sconcezze e turpiloquio, che riproducono con vanto davanti alla telecamera. Una parola di tristezza la dedico a Bianca: eppure avrà a casa, come ricordo, qualche bella tribuna politica con protagonista Enrico ( e non solo). Intanto, messaggio ai naviganti, a Canale 56, la mattina, apprendo come sono fatto alcuni oggetti e verso l’una, su Rai Tre, a Quante Storie prendo nota di nuove pubblicazioni ( è iniziata anche una rubrica condotta da Dacia Maraini, ritengo a quei signori completamente sconosciuta nei suoi contenuti letterari). E poi… tante parole crociate, salubri camminate in riva al mare e tanta bicicletta. Uno stile di vita su cui il Padreterno mi chiederà conto, avendo pure Lui cambiato canale disgustato. Un abbraccio e spero un ben tornato a Ernesto che adesso ha l’obbligo i di regalarci, a noi sopravvissuti, un dei suoi acuti/arguti/terapeutici commenti politici con più frequenza. Un saluto
VOGLIAMO SAPERLO. Caro Ernesto da molto tempo non guardo i task show ma la scorsa settimana tra una pubblicità e l’altra ho incontrato Formigli che intervistava Renzi con un livore ed un oddio che mia moglie , non addentro alla politica, ha sbottato “ma cosa gli ha fatto Renzi a quello lì? “ Qualcuno indaghi e lo pubblichi Vogliamo saperlo.
Un saluto a tutti
Marco bs
Ognuno di noi se vuole può contribuire a cambiare il mondo.
Io non rubo, quando rubare diventa una norma.
Io non posteggia la macchina in seconda fila quando tutti lo fanno.
Io non urlo al mio avversario quando l’uso e’ normale.
Io non mi faccio intervistare da un giornalista fazioso e di parte.
Io ho rinunciato a guardare i talk show in cui i moderatori aizzino le risse. Io non rispondo al mio interlocutore con rabbia ed odio, ma al massimo gli dico: non sono d’accordo, rispetto la tua opinione ed andiamo al voto facendo prevalere il voler della maggioranza relativa degli abitanti interessanti del nostro bel pianeta. Io ho sempre sognato e mi batto per vivere nel mondo suddetto e per il momento mi pare di esserci. Non mi lamento e non cerco un leader che risolve i miei problemi, ma sono lieto e propenso di appoggiare tutti coloro che sono disponibile a vivere meglio, Difendendo la società attuale. Cerco di aiutare il prossimo come posso e riesco.
Con un’associazione di volontariato “comitato bicocca“ in cui svolgo il compito di tesoriere, cerchiamo di recuperare dai supermercati i cibi in scadenza, che andrebbero al macero, e distribuirli a chi ne ha bisogno nel nostro quartiere. Ci battiamo per fare installare nella nostra Milano le “casette dell’acqua “e ridurre così lo spreco della plastica. Sono piccole cose, meglio i grandi discorsi filosofici? Citando ancora un grande romanziere: “ai posteri l’ardua sentenza”. Pace e bene a tutti Antonio De Matteo Milano
Amen
Marco bs
PIAZZA PULITA?
(Delitto politico servito caldo dopocena)
Personaggi e interpreti:
IL BERSAGLIO Matteo Renzi
IL CONDUTTORE Corrado Formigli
L’IMPRENDITORE Alfredo Romeo
L’INFLESSIBILE Pier Camillo Davigo
IL SAGGIO Sabino Cassese
IL GIORNALISTA AZZECCOSO Nello Trocchia
Non sono un fan di Renzi e non l’ho mai votato.
Il mio giudizio su di Lui, un buon Presidente del Consiglio ma un pessimo segretario di partito.e dopo la scissione rimane anche un politico inaffidabile.
Ma da un giudizio politico a volerlo morto (sempre politicamente spero) ce ne passa.
“Il caso Open di cui si parla non c’era nessun indagato, eppure stanno subendo tutti perquisizioni e un processo mediatico durissimo e ingiusto.”
Giovedi sera si è assistito ad uno di questi processi dove il bersaglio non si è potuto nemmeno difendere grazie a come è stata impostata la trasmissione.
Buonasera Dr. Trotta
Per caso mi sono imbattuto nei suoi approfondimenti e nei suoi articoli che trono molto interessanti e ottimi spunti di riflessione e di confronto.
In uno di questi ho letto che lei ha lavorato per anni nell’automotove e io ho incominciato la mia carriera proprio in Fiat ( all’epoca era chiamata così) e il
Mio direttore dell’epoca era proprio l’Ing Ernesto Trotta.
Non so se è un caso di omonimia oppure il destino che ci fa incontrare nuovamente seppur in ambito diverso e sopratutto virtualmente.
Qualora fosse Lei mi piacerebbe salutarla, ho un ottimo ricordo dei tempi e soprattutto lei mi ha assunto e da allora è partita la mia crescita professionale e umana.
Cordiali saluti
ANTONIO Borda
I blog in generale dovrebbero servire anche ad “ umanizzare “ la nostra società pubblicando sentimenti, ricordi, esperienze personali dei partecipanti. Quindi mi auguro che il signor Antonio Borda abbia ritrovato il suo direttore, nell’ingegnere Ernesto Trotta frequentatore di questo blog e spero comunque che ci riesca. Il passato aiuta ad affrontare meglio il futuro soprattutto quando se ne ha poco davanti. Buona giornata a tutti. Antonio De Matteo Milano