Cupio dissolvi: desiderio di scomparire, di essere dissolto, di non esserci.
Quale locuzione potrebbe adattarsi meglio alla presente situazione del PD?
Tutto congiura in tal senso: dalle oggettive difficoltà politiche e relazionali alle futili e ridicole discussioni su cene, panini, e quant’altro.
Si sta realizzando quello che a mio parere è sempre stato l’obbiettivo primario della coppia Grillo-Casaleggio padre: distruggere il PD e prenderne il posto.
In un decennio, e con alterne fortune (il Maalox di Grillo nel 2014!), l’attacco è quasi completato.
Un’ azione avvolgente: dall’esterno, tramite il movimento, il sistema dell’informazione compiacente, i social manovrati scientificamente e dall’interno, giocando facile sulla storica rissosità della sinistra e sulla totale incapacità di fare gioco di squadra.
In assenza di colpi di reni, di scatti di orgoglio, di tardive resipiscenze, il PD si avvia a scomparire, lasciando il posto a due, tre o più raggruppamenti minori, scollegati, scoordinati e in lotta tra loro.
Facile preda del Movimento di Grillo e Casaleggio, che potrà quindi dire conclusa la “Grande Caccia ad Ottobre Rosso”.
I due para-guru potranno accreditarsi come la moderna sinistra, populista, non più riformista ma rivoluzionaria, fautrice della democrazia diretta, dell’uno vale uno, ma saldamente in pugno degli algoritmi di Rousseau e della volontà dei due padroni del vapore.
Alla faccia di quei pochi rimasti a sperare e credere in un mondo moderno, progressista, riformista, civile, tollerante, accogliente, illuminista.
Fine della storia.
Siamo davvero arrivati a tanto? Siamo davvero alla fine? E siamo almeno coscienti di quanto sta avvenendo?
La risposta sta a tutti noi, cittadini, militanti, simpatizzanti, dirigenti, intellettuali, opinionisti, maître-a-penser, dotti, medici e sapienti.
Mai la sinistra è stata così sotto attacco e mai ha così stentato ad accorgersi del pericolo e correre ai ripari.
Sembra che non voglia farlo, che la rassegnazione stia vincendo.
Cupio dissolvi, appunto.
Servirebbe ritrovare il bandolo, parlare con parole chiare, servirebbero orgoglio, serenità, coraggio, anche un po’ di incosciente ottimismo.
E servirebbe un leader, vero, forte, autorevole, riconoscibile e soprattutto riconosciuto.
Non se ne può fare a meno: guardiamoci intorno nel mondo e vedremo, nel bene e nel male, leader che esercitano la loro leadership.
Lo spazio politico, inteso come persone alle quali rivolgersi, c’è ancora, si restringe di giorno in giorno, ma c’è e può essere sviluppato. Oggi l’opinione pubblica è volatile più che mai.
Ma con le gestioni collegiali, col dibattito continuo e inconcludente, con le puntualizzazioni pedanti, con la perenne conflittualità, con i personalismi tipo “capponi di Renzo” (ho detto il Renzo manzoniano!) non si va da nessuna parte, ci si dissolve e basta.
È pura illusione pensare di tornare al governo del Paese in queste condizioni.
E allora, rinunciamo, ci arrendiamo o vogliamo provare a reagire?
Vogliamo provare a rimettere insieme i cocci delle ammaccate anime della sinistra? Parlo dell’anima socialista, di quella liberaldemocratica, di quella cattolico-solidaristica?
O vogliamo continuare a guardarci in cagnesco, convinti ognuno di avere in tasca l’unica vera Verità?
Si può recuperare un po’ dello spirito della Resistenza, che derivava da Gobetti, Gramsci, Matteotti, Sturzo?
Sono quasi cent’anni che sbattiamo la testa contro gli stessi problemi e non riusciamo a superarli.
Abbiamo vissuto le peggiori esperienze della storia umana e siamo ancora qui a litigare su ugualitarismo o meritocrazia, imprenditorialità o assistenza, Stato o iniziativa privata, sicurezza o tolleranza.
Come se non fosse chiaro abbastanza che solo l’equilibrio tra queste esigenze può migliorare la vita delle persone. È l’essenza della democrazia moderna. Oltre c’è la democratura: più facile, più semplice.
E poi: “Prima la linea, poi il leader!” “No, prima il leader, poi la linea!”
Uovo, gallina, gallina, uovo.
Quando in USA è comparso Obama, quasi dal nulla, nessuno s’è posto simili problemi: si è imposto lui, la sua persona, le sue idee, i suoi progetti, i suoi sogni, ed ha convinto. E di conseguenza ha vinto.
Qui da noi, dov’è un Barack Obama?
E se ce l’avessimo, gli daremmo spazio o faremmo di tutto per demolirlo?
Di nuovo, la risposta è in mano nostra.
Quos Deus perdere vult, dementat prius (a quelli che vuole rovinare, Dio toglie prima la ragione).
O troviamo il modo di rinsavire o dovremo vivere in un mondo che non ci piacerà affatto.
Ernesto Trotta
Torino
20 Comments
Grande Ernesto, il leader ce l’abbiamo, sosteniamolo.
Io mi sono già iscritto alla Leopolda, per capire, spero, dove andrà il PD e poi deciderò dove andare io.
Repetti Camillo
Ma ora in questo disastro mi chiedo, cosa aspetta Martina a dettare un itinerario certo? Cosa aspetta a convocare il congresso? Perché balbetta, concetti più che condivisibili ma ormai insufficienti? Solo un Congresso ruvido, onesto, coraggioso ci può salvare, e con noi il paese e, forse, l’ Europa.
Salvatore Bini
Domando: ma c’è qualcuno che ascolta questo grido di dolore acuto che ci affligge, qualcuno cerca di comprendere questo stato d’ansia, di angoscia che ci tormenta, qualcuno pensa di darci una risposta vera che ci ridia speranza?
oppure continuano a giocare a carte con la “MORTE POLITICA” sulla porta che attende con il suo carro?
Io non voglio ” MORIRE” !!!!!
Cari tutti, in un paese dove un segretario di partito è colpevole di aver rubato allo Stato 49 milioni di Euro e lo ammette è tratta con la magistratura per il reintegro , dove una società , la Casaleggio e associati prende una provvigione di cr. Un milione e duecentomila euro annui dai parlamentari eletti tramite loro, dove si esercita il più colossale ‘ voto di scambio” del pianeta (reddito di cittadinanza e flat tax ) e l’opinione pubblica non fa una piega ( neanche un plisse alla Iannacci) dove pensiamo di poter andare. Questa società drogata dai social e dai media non ci appartiene. Arrendiamoci e ripartiamo da capo con in testa una unica parola d’ordine. Stati Uniti d’Europa e su questa strada troveremo altri leader che dobbiamo controllare dal basso.
Marco
Ma nel frattempo vi state organizzando per portare più gente possibile a Roma il 30 settembre prossimo? Spero di sbagliarmi ma sento i compagni più vicini a Renzi un po’ silenziosi su questo. O no?
Perché servirebbe ritrovare il bandolo, orgoglio, serenità, coraggio, anche un po’ di incosciente ottimismo. Anche noi, piano piano, ci stiamo “giornalistizzando”. Ormai tutto si coniuga al condizionale così non ci sono rischi di sbandamenti mediatici o, peggio, di querele. Per me quello che scrive Ernesto è da stampare su un volgare volantino dei tempi nostri e distribuito a tappeto. Questo non è un partito finito perchè annovera in se amministratori, capaci; dirigenti onesti e impegnati nella causa ( anche se Zingaretti dovrà illustrarci i motivi che lo hanno spinto a quell’intervento sulla cena che ha innescatola bagarre); militanti che si sacrificano quotidianamente nei circoli; elettori che sono anni che si mettono pazientemente in fila alle primarie. E servir(ebbe)à un leader, vero, forte, autorevole, riconoscibile e soprattutto riconosciuto. Io ci sto, anche perché non ce la faccio più a discutere con un monitor
Caro Ernesto,
io penso che il nostro male sia un eccesso consistente di PROVINCIALISMO legato alle mediocrità quotidiane e di piccolo orticello.
Io vedo un unica soluzione, che non è una chimera : gli Stati Uniti d’Europa e la creazione di un partito Progressista, Moderno, anti Populista, ma PANAEUROPEO, trasnazionale.
C’è un gruppo europeo che sta tentando questa strada si chiama VOLT, io ci credo sempre di più.
Le lotte di piccola bottega non mi “attizzano” più.
Un caro saluto
Gianni Moscatellini
Caro Gianni,
saranno pure dispute provinciali e di piccola bottega ma purtroppo sono dispute inserite in un mastodontico attacco contro l’esistenza dell’Europa. Lottare contro il governo Lega-5 Stelle ormai significa anche lottare contro Orban, la Le Pen e su su contro tutti i movimenti nazionalisti e/o apertamente nazisti che crescono in Europa. Che la risposta debba essere paneuropea è fuori di discussione e il riferimento che tu fai a VOLT è sicuramente interessante. In questa chiave io ho sempre visto con molto interesse la visione europea liberaldemocratica di Emma Bonino e di Carlo Calenda che considero persone capaci di formare un grosso movimento paneuropeo in stretto rapporto con il PD. Ma il superamento dei partiti su cui si basa l’ipotesi di VOLT mi sembra quantomeno molto prematura. In tutti gli stati nazionali d’Europa abbiamo ancora bisogno dei partiti, soprattutto partiti di centrosinistra che frenino e limitino la crescita di una destra disgregatrice dell’Europa. In Italia questo partito si chiama PD ed è quello in cui io milito e in cui lavoro perché cresca e torni ad essere maggioranza. Abbiamo commesso molti errori e siamo finiti in minoranza, una minoranza a cui la sinistra non era abituata da decenni e decenni, figurarsi il centrosinistra. Occorre ripartire superando gli errori commessi e mettendo da una parte sia chi se ne è andato dal partito per un disegno politicamente assurdo viziato da egoismo e personalismi di ogni tipo; sia però anche chi, guidando questo partito, ci ha portati a questi risultati disastrosi. Sono allibito nel vedere come Renzi e il suo cerchio magico non solo non abbiano nessuna intenzione di fare una seria autocritica e di porsi un po’ al fianco della Direzione, ma lavorano in continuazione per distruggere quel che rimane di questo povero partito. Un grido come quello “pensavate di esservi liberati di me” dimostra tutti i limiti di un politico vanitoso e autoreferenziale. Io ho appoggiato Renzi sperando di poter superare i limiti personali di tanti dirigenti che consideravano il partito una cosa privata loro e mi ritrovo adesso con una personalità ingombrante che continua a sentirsi capo indiscusso dell’organismo partito. Insomma, se non proprio dalla padella alla brace sono passato sicuramente dalla padella alla padella o, semplificando molto, da un D’Alema di nome D’Alema a un D’Alema di nome Renzi. Se non facciamo subito un congresso e mettiamo da una parte questi individui, non potremo mai raccogliere quella fiducia che noi cerchiamo dagli italiani tutti.
Caro Sergio, caro Ernesto
voglio fare delle precisazioni .
1) Innanzitutto nella mia proposta a lavorare per un Partito Paneuropeo, confermo il sostegno alla parola PARTITO, perchè questo deve essere. E nei principi e nei programmi di Volt mi sembra ben precisato.
2) E’ chiaro che io non voglio immaginare un partitino qualunque ma proprio la trasformazione e l’ingresso di tutti noi in un Partito che abbia proprio queste caratteristiche : PANEUROPEO. Con organizzazione e programmi comuni che abbiano e comincino a dare proprio questa visione di Stati Uniti d’Europa .
3) E’ chiaro che non è un percorso facile, proprio per quel provincialismo e autoreferenzialità di cui siamo maestri, ma proprio per questo diventa una grande sfida che apre orizzonti nuovi e nuova fiducia e linfa a molti elettori stanchi e delusi. E’ sicuramente un percorso in salita che per esempio, in una prima fase , si potrebbe anche ipotizzare una forma Federativa.
Quello che non va disatteso è che noi oggi abbiamo un GROSSO nemico: il Populismo, il Sovranismo, un troppo diffuso analfabetismo “funzionale”. Io sono convinto (purtroppo) che tutto questo non si potrà battere con questo PD, il cui brand è ormai logoro, nè tanto meno lo vedo in un PD se pur rinnovato che non credo potrà mai abbandonare le bande di guerra intestine che in questi ultimi anni hanno distrutto irreparabilmente ogni progetto futuro. E’ giunto il momento di una scelta inevitabile che deve avere il suo orizzonte ben definito, con chi ci stà. Accordi e alleanze appiccicaticce per il solo parlare di unità non funzionano più.
4) Sergio, per favore, non mi mettere sullo stesso piano D’Alema con Renzi. E’ un insulto alla tua intelligenza. Io sono renziano prima che Renzi nascesse e non perdonerò MAI a quella pseudo sinistra che ha impedito e troncato un INIZIO (rimarco) INIZIO di una stagione riformista che mai la sinistra in Italia era riuscita a fare.
Ho fatto un brevissimo commento ad un post di Macaluso, che si lamentava di questo governo e del pericolo che stava portando, dicendogli semplicemente, che “sostenere Renzi era tutto sbagliato eh!!!!!”.
Ormai, fino alla nausea, sostengo che non esiste nè il messia nè tutto e subito ma un percorso intelligente e strategico del PASSO dopo PASSO, lo facciamo nel ns privato, perchè non farlo consapevolmente nella gestione di una collettività?
Un abbraccio
Gianni Moscatellini
Cari tutti,
francamente mi pare prematura ed anche un po’ velleitaria l’ipotesi di un partito/movimento transnazionale europeo che non diventi un ennesimo gruppuscolo, destinato alla pura testimonianza e quindi all’irrilevanza.
Una cosa così serve solo se diventa un mega-partito, capace di proporsi come guida, ma sinceramente credo che i tempi siano ristretti e neanche le volontà politiche siano tanto esplicite. Già ho sentito Bonino fare dei distinguo, peraltro giusti.
La mia posizione, un po’ più modesta ma molto più realizzabile ed efficace, l’ho riassunta in un post pubblicato giorni fa sul blog di G. Turani (uominiebusiness.it) dal titolo “l’Europa della sig.ra Sargentini”.
In breve, o per chi non ha voglia di andare a cercarlo, io chiederei a tutti i Partiti dichiaratamente europeisti, destra, sinistra e centro, di aggiungere al loro simbolo elettorale un piccolo ma visibile logo con una bandierina europea e la scritta, inequivocabile, “per gli Stati Uniti d’Europa”.
Poi ognuno si tiene i suoi programmi, le sue organizzazioni, anche le sue convergenze con altri: massima libertà politica, ma una dichiarazione chiara di intenti sull’aspetto istituzionale, che è e deve restare a monte delle divisioni programmatiche.
Sarebbe l’evidenziazione di una linea di demarcazione netta tra chi vuole, con tempi e strumenti opportuni, convergere verso l’integrazione e chi no.
Sarebbe anche un modo per snidare i Partiti come il PPE, che vivono in una pericolosa ed inopportuna ambiguità: che dicano chiaramente se remano da una parte o dall’altra.
Mi pare una proposta semplice ed impegnativa, ma solo sugli aspetti basici, che sono peraltro pregiudiziali a qualsiasi altra cosa.
Non dimentichiamo che nel 2005 l’Europa è stata ad un passo dall’approvazione della Costituzione (solo Francia e Olanda, che inopinatamente e per motivi interni scelsero la strada referendaria, fecero malauguratamente fallire il progetto).
E’ tempo di riprendere il cammino, schierandosi chiaramente o di qua o di là, e senza impegnarsi in poco probabili convergenze programmatiche.
Quanto al PD, evito le solite polemiche con Sergio, ma rimando ai precedenti post “Saving Private Renzi” e “Cupio dissolvi”.
Insomma, o ci salviamo tutti o non si salva nessuno.
Buona giornata.
CaroSergio,
ma come facciamo a stare insieme se tu vuoi mettere da parte milioni di persone che la pensavano e la pensano come Matteo Renzi? Io sono d’accordo che Renzi pure essendo,secondo me, il miglior dirigente del partito democratico, debba fare un passo indietro e l’ha fatto, ma il rispetto delle sue idee ci dev’essere . io caro Sergio, le tue le rispetto, eppur non condividendole sono disposto ad un compromesso, che non vuol dire abiurare le mie idee per abbracciare le tue o viceversa.
Proviamo a scrivere insieme dei punti chiari e significativi con le possibili soluzioni per il congresso del PD, visto che nessuno dei suoi dirigenti attuali lo fa. Io l’ho già fatto più di una volta su questo blog ma vedo che a pochi interessa parlare dell’emigrazione, della gestione del partito, dell’applicazione delle leggi esistente e future. Continuiamo a stracciarsi le vesti e a piangere perché è più semplice e fa più proselitismo al posto di affrontare problemi mettendoci la faccia e sporcandosi le mani. Ho persino lanciato una candidatura che, secondo me,potrebbe aiutarci a fare un compromesso, ma anche questo non interessa nessuno. Caro Sergio,io ribadisco, anche se tu non sei d’accordo, che sui problemi concreti si può trovare un accordo e un compromesso sui principi filosofici no. Faccio un esempio: sul “viva la democrazia ,la libertà e la fraternità” siamo tutti d’accordo e sul come realizzare i suddetti principi che ci differenziamo e dobbiamo trovare un compromesso. Quindi è inutile continuare a pensare che arriverà il “Messia” e ci illuminerà: i problemi dei cittadini Italiani pregando o filosofando non si risolvono. Io ci sto provando lavorando nel “comitato Bicocca”. Lavoro difficile pesante, ma pieno di speranze: i soci sono quasi tutti giovani, a parte me ed altro che siamo vecchi di 70 anni. Caro Sergio spero di non averti irritato, ma penso che alla nostra età l’irritazione ci aiuti a vivere meglio e comunque con un abbraccio spero di farmi perdonare. Antonio De Matteo Milano
Non mi hai irritato, al contrario, il problema è che non mi riconosco nella descrizione che fai dei miei supposti errori. Io non mi piango addosso, dico semplicemente le cose che penso e penso che in questo momento non i milioni di persone che credono in Renzi ma che solo Renzi con il suo gruppetto stia facendo un lavoro dannoso per il partito e cerco di farlo capire a queste milioni di persone di cui tu mi dici. Tutto qui. Io stasera sarò all’assemblea del mio circolo di Scandicci per la preparazione delle primarie regionali e dirò le cose che ho scritto qui. Qui in Toscana non c’è una singola candidatura che non sia stata proposta e approvata da Renzi. Non una. Vogliamo consegnare tutta la Toscana alla destra?
Caro Sergio, cari tutti,
mi aiutate a capire se le motivazione che mi sono dato sulla sconfitta del PD all’elezione per 4/3/2018 sono corrette e se no perché?
Comincio a rispondere alle obiezioni della sinistra cosiddetta dei “puri e duri”, Loro dicono: “il partito democratico Italiano ha perso perché il suo segretari Renzi ha spostato l’asse politico del partito troppo a destra e la nostra gente ha preferito scegliere la vera destra piuttosto che una fotocopia, votando la lega di Salvini.”
Io considero questo discorso strano e mi chiedo, ma perché la “nostra gente” non ha votato i fuoriusciti dal PD ( Bersani, Civati, Fassina e compagni vari ) che rappresentavano, secondo loro, la sinistra pura e cristallina? La risposta che mi sono dato è la seguente: il 20% in più di voti che il PD aveva ricevuto, all’elezione ultima europea, proveniva da persona della destra moderata che vedevano nel partito democratico di Renzi una possibilità di riformare la nostra società e renderla più equa abbandonando l’ideologia comunista che prevedeva la supremazia della classe operai e l’eliminazione dell’imprenditore, il padrone cattivo e nemico da battere. La gente suddetta proveniva anche dalle file del partito comunista italiano, fallito, politicamente ed economicamente, in modo clamoroso ed irreversibile. secondo me. Aggiungo, a titolo personale, che anch’io, dopo una vita quasi intera di fede nel partito comunista italiano e successivamente nei suoi derivati, sono giunto alla seguente conclusione: il comunismo è morto ideologicamente e praticamente: tutti i paesi governati dai comunisti non esistono più e se esistono ammettono comunque in qualche misura il capitalismo. I motivi del fallimento della filosofia comunista sono, secondo me, da ricercare nella privazione all’essere umano della competitività, della libertà di parola e della la dignità. Infatti la competitività non può esistere e non esisteva nella società comunista dove vigeva la regola del tutto uguale. La libertà di parola non può essere ammessa se chi governa lo fa in base ad un dogma. La dignità umana non si può realizzare se a comandare è una classe sola e L’individuo non può decidere e pensare niente. A fronte delle suddette motivazioni anch’io mi sono avvicinato alle posizione della destra moderata ed ho pensato che l’unico algoritmo disponibile fosse il seguente: la nostra attuale società la gestiremo meglio se lo faremo insieme al nostro eterno nemico, “il padrone” che durante questi anni ha trasformato la sua autorità da monarca assoluto il monarchia costituzionale, sotto la spinta fortissima e determinante del Comunismo. Alla luce di queste considerazioni, ho visto nella politica di Renzi la possibilità di realizzare il mio algoritmo che non coincideva più con la filosofia comunista, ma con il pensiero di quella parte della nostra società progressista e interclassista che, secondo me, erroneamente viene chiamata destra moderata.
Concludendo quelli come me che provengono dalla ditta fallita comunista se saranno Costretti a scegliere tra comunisti e destra costituzionale io penso che sceglieranno quest’ultima. Io mi auguro e sono sicuro che il partito democratico Italiano continuerà ad esistere e comprenderà tutte le classi dall’imprenditore onesto all’operaio e disoccupato onesto. Io non vedo un’altra alternativa e voi? Mi auguro di essermi espresso decentemente e di aver chiarito le mie motivazioni e spero di leggere le vostre risposte. Buona notte a tutti. Antonio De Matteo
Caro Antonio,
nel tuo commento tocchi un/il punto dolente.
Per tornare a governare ci vogliono 15 milioni di voti: con meno non si va da nessuna parte.
Puoi raccoglierli con un Partito o con una coalizione, ma sempre tanti ne devi trovare.
Sia il Partito che la coalizione debbono essere credibili, quindi coesi e non rissosi, una squadra e non un pollaio, altrimenti non ti votano (leggere l’intervista a D’Alimonte su La Verità di ieri, riguardo al peso delle divisioni interne, ed anche ad altri temi, come la sicurezza).
Dai prossimi candidati a Segretario vorrei sapere come pensano di convincere quel numero di elettori, che ovviamente NON sono solo a sinistra. E’ chiaro?
Non è al 25% che dobbiamo tornare, è il 40% l’obbiettivo. Bisogna pensare in grande.
Altrimenti siamo perdenti in partenza ed io (e tutto il popolo riformista) di un perdente non so che farmene.
E vorrei che il dibattito fosse all’altezza della gravità del momento.
Come ho detto più volte, o vinciamo noi o vincono loro. Rispetto a questa gente siamo ALTERNATIVI e su questa alternatività dobbiamo costruire la proposta.
Brutalmente, io voglio che nasca e si affermi una forza di Governo, non un nuovo partito/ino (l’ennesimo) di sinistra.
Ho parlato di quanto sopra in un commento sul blog Uomini & Business, commento a cui rimando quanti possano essere interessati.
Buona giornata.
Ernesto
Sono completamente d’accordo con Ernesto. L’unica cosa che ci differenzia è che lui spera che questa forza governativa a cui aspiriamo la si possa fare ancora aggregandosi intorno a Renzi mentre io credo fermamente che Renzi ormai sia inaffidabile e mosso solo da spirito vendicativo personale, come ho ripetuto più volte: idem a D’Alema. So che nell’immediato non è una differenza da poco ma in prospettiva ci muoviamo all’unisono.
Caro Sergio,
sul futuro di Renzi ho scritto un lungo post col quale ti sei dichiarato d’accordo.
L’ex-Segretario al momento è un problema per i suoi (variegati) avversari storici (da Travaglio a Bersani, per intenderci), che lo temono come la peste, perché non riescono a toglierselo di torno, perché continua ad essere presente sui media, perché è un grillo parlante che ancora alita loro sul collo.
E’ un problema anche per una parte (minoritaria) del PD, che si rende conto della sua presa sulla base e soprattutto si rende conto della assoluta mancanza di alternative, sia di leadership che politiche.
Il dibattito asfittico sull’opportunità di aprire, in qualche modo certamente tortuoso, un canale verso il M5S (opportunità sostenuta ultimamente anche dal tuo amico Cuperlo …) impedisce che si parli di politica alta, di come ricostruire un’alternativa di governo, di come conquistare i famosi 15 milioni di voti, di come aggregare non qualche scoria di vecchia sinistra ma un fronte sociale ampio ed esteso a tutti i riformisti seri, in Italia ed in Europa.
Questo è il tema sul tappeto.
Se la smettessimo di preoccuparci, in un senso o nell’altro, del destino di Renzi, che è certamente capace di badare a se stesso e trovarsi una collocazione sensata, e cominciassimo a prendere coscienza dell’immane compito che ci attende, forse riusciremmo anche ad avviare un dibattito congressuale proficuo.
Noi per tornare a vincere abbiamo bisogno di assi, non di bravi professionisti; abbiamo bisogno di un Cristiano Ronaldo, non di un bravo centrocampista. Di questi ne abbiamo tanti, di CR7 no.
Io vedo rassegnazione, vedo voglia di acconciarsi (cos’altro è l’ipotesi di coltivare rapporti innaturali con M5S?), vedo poca ambizione.
Renzi ed il suo futuro non costituiscano più alibi per nessuno!
Come ho già scritto, qui abbiamo bisogno di tutti quelli che ci credono; o ci salviamo tutti o non si salva nessuno.
Caro Sergio,
Stai sereno: Matteo Renzi non tornerà a fare il segretario del PD, ma resta e resterà un grande dirigente del nostro partito che darà un grosso contributo, ne sono convinto, per farci tornare a Palazzo Chigi. Una domanda però voglio fartela, caro Sergio, ma tu chi sceglieresti come segretario del partito democratico e con quale programma, escludendo Cuperlo che non ha nessuna possibilità di riuscire nell’impresa, secondo me, neanche se fosse l’unico candidato? Io a tale proposito ho già fatto una proposta sia per il segretario che per il programma e, secondo me, è importante far girare qualche proposta , sperando che gli attuali dirigenti del PD leggano il tuo blog. Buonanotte a tutti Antonio De Matteo Milano
Non lo leggono.
Manifestazione di piazza del Popolo; come una volta, tantissima gente, non solo anziani, volti seri , appassionati , consapevoli.
L’ urlo/invocazione : unità, unità, non può restare inascoltato, chi lo facesse compirebbe l’ ennesimo oltraggio alla storia della sinistra.
Martina: palpabile, tra i manifestanti, l’ affetto che suscita; se ne percepisce la sofferta onestà intellettuale, la correttezza, la passione civile e politica.
E se fosse proprio lui il “federatore” delle diverse rissose anime, il volto percepibile di un PD attento alle persone, al patrimonio ideale, alla nostra storia, forse finalmente liberato dal narcisismo del potere che troppo confonde le menti degli aspiranti leader?
L’ aria che si respirava tra i militanti in Piazza era questa: perchè una persona perbene ( categoria e terminologia desueta, ma non priva certo di alta dignità) non può rappresentarci e guidarci?
Ci pensi Martina, forse è lui che molti aspettano.
Salvatore Bini
Bravo. Cioè, ti dico bravo perché esprimi anche il mio pensiero. La sensazione in piazza era proprio quella che tu dici.