Caro Ernesto,
io non voterò Zingaretti perché simpatico o perché è il governatore del Lazio ma voterò il programma e se il programma di Zingaretti prevederà la condanna o l’espulsione delle leggi che ha fatto il governo Renzi non lo voterò e penso che tanti del PD faranno la stessa cosa. Una domanda però “nasce spontanea” .
Un partito democratico, a trazione Renziano possibile che non riesca ad esprimere un candidato vicino alle posizioni di Renzi e di tanti che hanno votato ed appoggiato la politica del ex segretario Renzi e che hanno ancora il coraggio di dire che non sono pentiti? Ernesto non saremo mica io,te, Camillo e Marco gli unici Renziani? In caso affermativo ci troveremmo di fronte ad un partito di para culi pronti a cambiare bandiera per qualche spicciolo. Io non ci credo siamo persone serie possiamo correggere gli errori fatti ma non rinnegare mai quello in cui credavamo. Io penso che bisognerebbe fare dei comitati per sponsorizzare un candidato con relativo programma e mi auguro che si facciano. Speriamo che, anziché sentire le lamentele , le prediche, le filosofie astratte e l’iplorazione della venuta del Messia, ci sia finalmente qualcuno che dica come risolvere i nostri problemi. Che cosa fare con gli emigranti, come ridurre il debito pubblico, come diffendere i posti di lavoro eccetera eccetera.
La satira lasciamogliela fare ai vignettisti poi ognuno sceglie se ridere o piangere. La vignetta di Sergio non mi ha fatto ridere.
Un abbraccio a tutti Antonio De Matteo
Ve l’ho detto e ve lo ripeto, io ho fatto vignette ferocissime sul mio partito, l’amato PCI. Personalmente i dirigenti colpiti dalla satira si sono molto incazzati, Occhetto mi tolse il saluto, D’Alema non mi ha parlato per due anni pur essendo direttore del giornale in cui lavoravo, Veltroni e pure sua figlia si sono incazzati duramente, non parliamo di Natta o di Pajetta etc etc. Gli unici che non si sono mai incazzati sono stati i famigerati “miglioristi”: Macaluso, Napolitano, Chiaromonte, Lama, o gli anarchici riformisti come Trentin e Ingrao. Mi sono chiesto spesso il perché dato che personalmente la cosa mi aveva molto sorpreso, soprattutto la tolleranza migliorista. Era chiaro che io non li amassi e che preferissi a loro la sinistra togliattiana e berlingueriana. Solo dopo un po’ di anni ho capito che i miglioristi non si arrabbiavano perché avevano lo sguardo lungo, perché guardavano lontano, perché erano coscienti che la satira sincera stimolava le qualità del politico e anche quando io, personalmente, pensavo di infastidirli in realtà stavo facendo crescere la loro voglia di dibattito interno, di confronto e di polifonia. Nell’incazzatura degli altri c’era un retaggio di dogmatismo ecumenico, una visione meccanicistica della dialettica politica e un’insicurezza personale proporzionale alla loro vanità. Non è stato certo un caso che i più feroci nemici della mia satira in assoluto siano stati D’Alema e Craxi, due personaggi il cui ego ha notevolmente danneggiato la crescita del pensiero e dell’azione socialista in Italia.
Ecco, mi sembra che voi vi mettiate sullo stesso piano: o la satira gratifica la vostra lettura della realtà oppure è una provocazione da ignorare o da condannare. Si va poco lontano con questo atteggiamento, credetemi.
La presenza di Renzi è stata una presenza molto contraddittoria: da una parte ha costruito e dall’altra ha distrutto. Ha aiutato molto lo svecchiamento del partito, è riuscito a farci vedere i limiti dei vecchi dirigenti e ha impostato un partito nuovo più adatto ai tempi che venivano dopo la caduta del muro di Berlino ma ha anche sbagliato molto, soprattutto nel porre sempre le questioni in forma assai personalistica e facendo sempre prevalere, come già D’Alema e Craxi, il suo ego personale sulla complessa maturazione, necessariamente più lenta, che richiedeva il partito. La sua famosa frase “ce ne faremo una ragione” è la sintesi più precisa e al tempo stesso più perniciosa della sua tendenza all’autodistruzione. Ultimamente a questi difetti sta sommando anche l’irriconoscenza. Mi ha fatto molto soffrire il suo attacco a Gentiloni perché considero quest’ultimo un compagno che ha lavorato proprio nel solco aperto da Renzi ed è stato il miglior esecutore di quella poesia che Renzi aveva aperto e poi sempre più rinnegato.
Anch’io non so se voterò Zingaretti come segretario, aspetto di vedere programma e, soprattutto, nomi alternativi. Sinceramente non ne vedo in giro e quelli che vedo e mi piacerebbero sono troppo vecchi o comunque con una storia già alle spalle e quindi non adatti a un segretario nuovo, generoso ed energico quale necessitiamo. Ma se cominciamo, come mi sembra facciate voi, con le trincee precostituite non vedo proprio come potremo maturare. Credo che dobbiate rendervi conto che Renzi ha compiuto la sua parabola, adesso dobbiamo partire dal punto in cui è arrivato e portare avanti con coerenza, attenzione e umiltà quella strada che lui aveva iniziato a percorrere. Nessuna nostalgia quindi e nessun ritorno indietro. I compagni usciti da sinistra saranno benvenuti in una futura aggregazione più ampia solo se lasciano a casa quel bagaglio di retorica in nome della quale sono usciti.
Sergio
Condivido, Sergio, condivido tutto. Anche se potrà sembrarti strano.
La satira non è mai stata un problema per me, né per le mie idee.
Rispetto l’intelligenza, l’onestà intellettuale, e il sguizzo dissacrante.
Com’è noto, su Renzi abbiamo idee molto diverse, ma l’ultimo paragrafo del tuo post mi trova d’accordo in pieno.
Niente nostalgie, né ruderi di altre epoche (con tutto il rispetto per i ruderi, tra i quali mi iscrivo per primo).
Dubito solo che ciò di cui abbiamo bisogno esca dall’humus culturale a cui tu ti riferisci. Non mi pare un terreno fertile.
Comunque sia, anche io aspetto di vedere le proposte congressuali.
Spero solo nella lealtà di tutti.
Purtroppo la storia passata non consente facili ottimismi …
Caro Sergio
anche io condivido ciò che hai qui scritto ma mi domando , con chi vogliamo fare una più ampia aggregazione? Senti cosa dice Bersani alla domanda di un giornalista di Repubblica
Domanda : tutto quello che si estende dal centrosinistra alla sinistra, somiglia sempre più a un deserto.
Risposta: Siamo davanti a una strada lunghissima e il primo passo da fare dovrebbe essere quello di un centrosinistra, di un PD che riconosca di aver fatto degli errori e che dica chiaramente a quelli che non lo hanno votato che qualche buona ragione c’è l’avevano. Con meno di questo,, su quella strada non c’è neanche il primo passo.
I nostri errori ormai sono sotto gli occhi di tutti ( e ci si accorgerà più avanti che forse errori non erano) , ma questi che hanno diviso il partito e hanno fatto sparire quasi la sinistra non si rendono conto del danno che hanno creato? Non hanno niente da recriminare per ciò che hanno causato?
Io credo che dobbiamo riaggregare ma riconoscano quello che hanno causato.
Hai ragione Renzi ha compiuto la sua parabola ma le idee di una rivoluzione Riformista rimangono.
Buona sera a tutti
Marco
Giusto Marco, ma solo Renzi e il PD deve fare autocritica?
Così non andiamo da nessuna parte insieme ai fuoriusciti e vedremo cosa farà Zingaretti con la sinistra radicale a noi avversa.
Camillo
6 Comments
Caro Sergio, avercene …!
Zingaretti ci porterà lontano, vedrai …
Caro Ernesto,
io non voterò Zingaretti perché simpatico o perché è il governatore del Lazio ma voterò il programma e se il programma di Zingaretti prevederà la condanna o l’espulsione delle leggi che ha fatto il governo Renzi non lo voterò e penso che tanti del PD faranno la stessa cosa. Una domanda però “nasce spontanea” .
Un partito democratico, a trazione Renziano possibile che non riesca ad esprimere un candidato vicino alle posizioni di Renzi e di tanti che hanno votato ed appoggiato la politica del ex segretario Renzi e che hanno ancora il coraggio di dire che non sono pentiti? Ernesto non saremo mica io,te, Camillo e Marco gli unici Renziani? In caso affermativo ci troveremmo di fronte ad un partito di para culi pronti a cambiare bandiera per qualche spicciolo. Io non ci credo siamo persone serie possiamo correggere gli errori fatti ma non rinnegare mai quello in cui credavamo. Io penso che bisognerebbe fare dei comitati per sponsorizzare un candidato con relativo programma e mi auguro che si facciano. Speriamo che, anziché sentire le lamentele , le prediche, le filosofie astratte e l’iplorazione della venuta del Messia, ci sia finalmente qualcuno che dica come risolvere i nostri problemi. Che cosa fare con gli emigranti, come ridurre il debito pubblico, come diffendere i posti di lavoro eccetera eccetera.
La satira lasciamogliela fare ai vignettisti poi ognuno sceglie se ridere o piangere. La vignetta di Sergio non mi ha fatto ridere.
Un abbraccio a tutti Antonio De Matteo
Ve l’ho detto e ve lo ripeto, io ho fatto vignette ferocissime sul mio partito, l’amato PCI. Personalmente i dirigenti colpiti dalla satira si sono molto incazzati, Occhetto mi tolse il saluto, D’Alema non mi ha parlato per due anni pur essendo direttore del giornale in cui lavoravo, Veltroni e pure sua figlia si sono incazzati duramente, non parliamo di Natta o di Pajetta etc etc. Gli unici che non si sono mai incazzati sono stati i famigerati “miglioristi”: Macaluso, Napolitano, Chiaromonte, Lama, o gli anarchici riformisti come Trentin e Ingrao. Mi sono chiesto spesso il perché dato che personalmente la cosa mi aveva molto sorpreso, soprattutto la tolleranza migliorista. Era chiaro che io non li amassi e che preferissi a loro la sinistra togliattiana e berlingueriana. Solo dopo un po’ di anni ho capito che i miglioristi non si arrabbiavano perché avevano lo sguardo lungo, perché guardavano lontano, perché erano coscienti che la satira sincera stimolava le qualità del politico e anche quando io, personalmente, pensavo di infastidirli in realtà stavo facendo crescere la loro voglia di dibattito interno, di confronto e di polifonia. Nell’incazzatura degli altri c’era un retaggio di dogmatismo ecumenico, una visione meccanicistica della dialettica politica e un’insicurezza personale proporzionale alla loro vanità. Non è stato certo un caso che i più feroci nemici della mia satira in assoluto siano stati D’Alema e Craxi, due personaggi il cui ego ha notevolmente danneggiato la crescita del pensiero e dell’azione socialista in Italia.
Ecco, mi sembra che voi vi mettiate sullo stesso piano: o la satira gratifica la vostra lettura della realtà oppure è una provocazione da ignorare o da condannare. Si va poco lontano con questo atteggiamento, credetemi.
La presenza di Renzi è stata una presenza molto contraddittoria: da una parte ha costruito e dall’altra ha distrutto. Ha aiutato molto lo svecchiamento del partito, è riuscito a farci vedere i limiti dei vecchi dirigenti e ha impostato un partito nuovo più adatto ai tempi che venivano dopo la caduta del muro di Berlino ma ha anche sbagliato molto, soprattutto nel porre sempre le questioni in forma assai personalistica e facendo sempre prevalere, come già D’Alema e Craxi, il suo ego personale sulla complessa maturazione, necessariamente più lenta, che richiedeva il partito. La sua famosa frase “ce ne faremo una ragione” è la sintesi più precisa e al tempo stesso più perniciosa della sua tendenza all’autodistruzione. Ultimamente a questi difetti sta sommando anche l’irriconoscenza. Mi ha fatto molto soffrire il suo attacco a Gentiloni perché considero quest’ultimo un compagno che ha lavorato proprio nel solco aperto da Renzi ed è stato il miglior esecutore di quella poesia che Renzi aveva aperto e poi sempre più rinnegato.
Anch’io non so se voterò Zingaretti come segretario, aspetto di vedere programma e, soprattutto, nomi alternativi. Sinceramente non ne vedo in giro e quelli che vedo e mi piacerebbero sono troppo vecchi o comunque con una storia già alle spalle e quindi non adatti a un segretario nuovo, generoso ed energico quale necessitiamo. Ma se cominciamo, come mi sembra facciate voi, con le trincee precostituite non vedo proprio come potremo maturare. Credo che dobbiate rendervi conto che Renzi ha compiuto la sua parabola, adesso dobbiamo partire dal punto in cui è arrivato e portare avanti con coerenza, attenzione e umiltà quella strada che lui aveva iniziato a percorrere. Nessuna nostalgia quindi e nessun ritorno indietro. I compagni usciti da sinistra saranno benvenuti in una futura aggregazione più ampia solo se lasciano a casa quel bagaglio di retorica in nome della quale sono usciti.
Sergio
Condivido, Sergio, condivido tutto. Anche se potrà sembrarti strano.
La satira non è mai stata un problema per me, né per le mie idee.
Rispetto l’intelligenza, l’onestà intellettuale, e il sguizzo dissacrante.
Com’è noto, su Renzi abbiamo idee molto diverse, ma l’ultimo paragrafo del tuo post mi trova d’accordo in pieno.
Niente nostalgie, né ruderi di altre epoche (con tutto il rispetto per i ruderi, tra i quali mi iscrivo per primo).
Dubito solo che ciò di cui abbiamo bisogno esca dall’humus culturale a cui tu ti riferisci. Non mi pare un terreno fertile.
Comunque sia, anche io aspetto di vedere le proposte congressuali.
Spero solo nella lealtà di tutti.
Purtroppo la storia passata non consente facili ottimismi …
Caro Sergio
anche io condivido ciò che hai qui scritto ma mi domando , con chi vogliamo fare una più ampia aggregazione? Senti cosa dice Bersani alla domanda di un giornalista di Repubblica
Domanda : tutto quello che si estende dal centrosinistra alla sinistra, somiglia sempre più a un deserto.
Risposta: Siamo davanti a una strada lunghissima e il primo passo da fare dovrebbe essere quello di un centrosinistra, di un PD che riconosca di aver fatto degli errori e che dica chiaramente a quelli che non lo hanno votato che qualche buona ragione c’è l’avevano. Con meno di questo,, su quella strada non c’è neanche il primo passo.
I nostri errori ormai sono sotto gli occhi di tutti ( e ci si accorgerà più avanti che forse errori non erano) , ma questi che hanno diviso il partito e hanno fatto sparire quasi la sinistra non si rendono conto del danno che hanno creato? Non hanno niente da recriminare per ciò che hanno causato?
Io credo che dobbiamo riaggregare ma riconoscano quello che hanno causato.
Hai ragione Renzi ha compiuto la sua parabola ma le idee di una rivoluzione Riformista rimangono.
Buona sera a tutti
Marco
Giusto Marco, ma solo Renzi e il PD deve fare autocritica?
Così non andiamo da nessuna parte insieme ai fuoriusciti e vedremo cosa farà Zingaretti con la sinistra radicale a noi avversa.
Camillo