In questa fine di campagna elettorale, leggete, meditate e condividete questo bel testo di Antonio Gibelli e Giovanna Eder, uno storico dell’università di Genova.
DECALOGO ELETTORALE
1.L’onda di piena delle destre antipolitiche, populiste, sovraniste, xenofobe e neofasciste cresce, mettendo radici negli umori popolari. La tendenza non è solo italiana e sembra inarrestabile. Le insufficienze e gli errori delle “sinistre” non bastano a spiegarla. Arginare questa ondata, impedire che conquisti la maggioranza parlamentare e il governo, è l’obiettivo minimo che qualunque democratico deve porsi.
2.Le destre sono oggi rappresentate dallo schieramento di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, quanto di peggio ha lasciato in eredità la storia politica italiana dell’ultimo quarto di secolo; e dal Movimento 5 Stelle, una mostruosa formazione neo-populista che ha fatto della distruzione del ceto politico esistente la sua unica bandiera. Stando ai sondaggi, queste due aree rappresentano insieme quasi due terzi dell’elettorato.
3. Il Partito democratico non fa parte della destra. Non è un’associazione segreta, non è un partito aziendale, non è dominato da un padrone di televisioni né da una società informatica. La sua capacità di garantire pluralismo e ricambio lascia a desiderare ma la democrazia interna è migliore che in qualsiasi altra formazione. In questi anni – pur con qualche cedimento – ha presidiato i principi umanitari di fronte al dilagare della canea xenofoba.
4. Renzi non è il mio nemico. Ha fatto molti sbagli ma non è responsabile di tutti i mali. Chi gli attribuisce solo malefatte, non fa che portare acqua al mulino della destra e della demagogia. Berlusconi ha devastato l’Italia, Di Maio non ha mai combinato nulla di buono, entrambi si fregano le mani quando la sinistra parla male della sinistra, di Renzi e di Gentiloni. Alimentare questo attacco forsennato significa solo fare il gioco delle destre.
5.A tutti i livelli del Pd ci sono dirigenti dal profilo opaco e arrivisti che mimano le politiche della destra, ma ci sono anche molte figure limpide, intellettualmente oneste e politicamente affidabili. Cambiare il gruppo dirigente del Pd è un obiettivo legittimo ma non è la questione all’ordine del giorno delle prossime elezioni. Chi pensa di utilizzare le sconfitte di Renzi per far avanzare la sinistra si dà la zappa sui piedi, anzi la dà sui piedi di tutti noi.
6. Credere che sia sensato puntare su un’alleanza coi populisti in doppiopetto contro quelli con le ruspe è un tragica illusione. Credere che un Pd indebolito e un Renzi sconfitto siano meno disponibili ad un’alleanza del genere è un errore autolesionista: lo stesso che fu commesso da Bertinotti quando pensò che indebolire Prodi facesse avanzare la sinistra: accadde il contrario.
7.Credere che sia possibile allearsi con la setta dei 5 stelle – una formazione che si alimenta del risentimento qualunquista e contribuisce al degrado della democrazia – è un errore madornale. Chi sostiene che col Pd non si può collaborare ma si può collaborare con Di Maio soffre di strabismo: considera quelli con cui ha collaborato fino a ieri peggio di quelli che fino a ieri ha combattuto. Merito di Laura Boldrini averlo detto e ripetuto, peccato che sia inascoltata dai suoi compagni di lista.
8. Il centrosinistra, che ha cercato di unire la tradizione cattolico-democratica e quella socialcomunista per una politica riformista, è frantumato e appannato, ma non ha perso la sua ragion d’essere. E’ stato capace di infliggere alcune sconfitte al populismo mediatico berlusconiano e di tenere aperti spazi di democrazia in tempi molto bui. Il tentativo di ricostruire l’alleanza in vista delle elezioni è fallita, ma la prospettiva rimane quella. Fuori di essa non ci sono che compiti di pura testimonianza, operazioni di corto respiro per difendere nicchie di potere parlamentare, nostalgie del passato o utopie rivolte a un futuro così lontano da apparire irragiungibile.
9. La coalizione che si è raccolta attorno al Pd è l’unica che mantenga flebilmente aperta questa strada. Su questo bisogna puntare per salvare il salvabile. La situazione lascia poco margine per scegliere le persone migliori con cui ci identifichiamo. Se fossi un abitante di Bologna sceglierei la Lista Bonino. Se fossi un abitante della Lombardia voterei Giorgio Gori, e non capisco chi non lo fa sapendo di far vincere il difensore della razza bianca Fontana. A Genova preferirò un candidato che stimo di meno a uno che stimo di più, per difendere il mio proposito di riduzione del danno.
10. Dopo le elezioni bisognerà tenere aperto il dialogo tra tutti coloro che appartengono all’area della sinistra, che hanno fatto scelte diverse ma si riconoscono in valori comuni. Le recriminazioni reciproche sono inutili, anzi dannose. Accusarsi ora di scelte che non sono ancora state fatte, precludersi ora alleanze che sarebbe necessario perseguire e che non è possibile escludere, chiudere ora un dialogo che potrebbe essere indispensabile. Significa puntare a delimitare il proprio recinto, non a lavorare per un interesse comune.
La purezza dei propositi salva l’anima ma non raddrizza la democrazia.
LO SPETTACOLO DELLA CAMPAGNA ELETTORALE È ANGOSCIOSO. E’ ASSAI PROBABILE CHE CI ASPETTINO VENTI ANNI PEGGIORI DEI VENTI CHE CI HANNO PRECEDUTO. LA TENTAZIONE DEL NICHILISMO È FORTISSIMA. QUESTO È UN APPELLO A NON CEDERE, MA LA DIGA STA PER ROMPERSI E SE LA DIGA SI ROMPE, IL NUOVO FASCISMO DELL’INDIFFERENZA È ALLE PORTE.
Genova, 24 febbraio 2018
Antonio Gibelli e Giovanna Eder
9 Comments
Cari compagni, cari amici, cari fratelli, ormai la nostra riflessione sta assumendo toni parossistici, peraltro pienamente giustificati dalla posta in palio. Forse siamo un poco stanchi, forse infreddoliti e qualcuno demoralizzato; tuttavia non posso fare a meno di ringraziare Sergio che, ha dato il dovuto spazio a questo semplice ma efficace memorandum/appello dei due docenti di Genova.
Per me sfonda una porta aperta, sul tema abbiamo letto ed anche fatto girare tra di noi testimonianze più articolate, critiche, ma in gran parte comuni nelle conclusioni.
Come ha detto l’ eroico, dati i tempi, Walter Veltroni ieri, alla manifestazione dell’ Eliseo con Paolo Gentiloni:
“ … un’ultima parola sulla sinistra che si è divisa e lascerà spazio alla destra, in Lombardia farà vincere un politico che ha parlato di razza bianca. non ho il mito della sinistra unita ad ogni costo ma vorrei dire alle persone che hanno lasciato il PD: non disperdetevi in un momento così pericoloso. Un vecchio saggio diceva, “è meglio accendere una candela che maledire l’ oscurità” “; l’ Italia oggi ha bisogno di luce. Non di buio, non di confusione, non di odio. Di luce”.
Speriamo il 5 marzo di non svegliarci in un buio profondo.
Un abbraccio, Salvatore
Siamo presi da un gioco che rischia di distruggere quel molto di buono costruito tra mille difficoltà in questi anni dalla fondazione del PD. Il rischio di una pesante sconfitta è reale con tutte le conseguenze sui ceti sociali da noi rappresentati. Esiste però un rischio ancora peggiore: perdere la testa dopo l’ipotetica sconfitta. E’ già successo nel 2001 quando sia i Ds che la Margherita si squagliarono e la Dx potè fare quel che voleva per almeno 2 anni. Il mio augurio è ovviamente quello di vincere ma almeno che la nostra comunità resti salda e compatta. Sorgerà, prima o poi, il sol dell’avvenire!
Leggendo la “filippica/appello” di Gibelli/Eder viene spontaneo chiedersi come facciano, quelli che se ne sono andati dal PD e le altre decine di “anime sparse” della sinistra, a non capire le cose da loro scritte e continuare ad operare come in un tragico cupio dissolvi!
Premessa: non sono grillino. Mi auguro che non vinca il 5 stelle ma che si limiti a essere un forte partito di opposizione. Naturalmente non voglio che vincano le destre.
Però i puntini sulle “i” del decalogo non rinuncio a metterle.
Eh no! Non so a chi è stato rivolto il decalogo. Se è rivolto a me rispondo NO, perché il contenuto potrebbe essere riassunto così: “Per non morire affogato prendi una corda e impiccati”.
Mi si dirà che sono esagerato. Si potrebbe essere meno truculento: “Meglio prendere una aspirina che la polmonite”. Ho esagerato apposta perché nel decalogo non vedo nulla che indichi chi è la causa del fatto che ci troviamo in questa condizione. Prodi che dice di votare Insieme per evitare che vincano le destre. Però quando si è trattato di votare al referendum ha detto di Sì motivando con: “Meglio mangiare l’osso”. Come motivazione non c’è che dire.
Renzi, Prodi, il giglio magico, D’Alema ecc. ci hanno portato in questa situazione e ora chiedono al popolo di evitare che si vada in malora. Non è la prima volta che capita. E siamo sempre da capo perché mettono le premesse per il disastro e poi chiedono ai cittadini di evitare il disastro, dicendoci di turarci il naso. Che si lavino un po’ loro e si vedrà che non dovremo turarci il naso.
In rosso le frasi originali del decalogo.
1) Giusto arginare “destre antipolitiche, populiste, sovraniste, xenofobe e neofasciste”. Si chiede al popolo di arginarle come obiettivo minimo, mentre il governo non solo non lo ha ritenuto necessario ma ha anche risuscitato un morto che ora sta spopolando con il rischio di vederlo come Presidente della Repubblica.
2) Bene indicare che Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, siano quanto di peggio ha lasciato in eredità la storia politica italiana dell’ultimo quarto di secolo, attribuire il termine neo-populista a M5S mi sembra per nulla serio, non perché voglio difendere i 5S. Non ho mai votato per loro e spero che non vincano.
Fino a ieri tutti parlavano di “populista”; lui invece parla di “neo-populismo”. Cosa intende? Quale è la differenza? Forse per fare insorgere il sospetto che è una cosa più grave senza dimostrare la sua consistenza. Ossia: basta che uno abbia paura; non fa nulla che sappia il perché deve avere paura. E’ un parlare alla pancia e non alla intelligenza. Un modo di comunicare di cui viene accusata la destra di cui sopra. No buono.
I politici godono del dell’astronomico 5% di consenso nella popolazione. Questo dovrebbe fare pensare che non sia “mostruosa la formazione che ha fatto della distruzione del ceto politico esistente la sua unica bandiera”. Corre il rischio di non essere credibile. Anzi! Cambi motivazione. A meno che per l0’estensore del decalogo basti il 5% di consenso per assolvere i polirtici!
3) Il PD lascia a desiderare nella sua capacità di garantire pluralismo e ricambio. Come è buono lei. Se mi preoccupa un’associazione segreta, un partito aziendale, un padrone di televisioni, o di informatica, mi preoccupa alla stessa maniera chi non garantisce la pluralità interna come ha fatto Renzi con il PD di cui si è appropriato perché non aveva i mezzi e le capacità di farsene uno per proprio conto. Esproprio proletario? Mica tanto proletario!
In questi anni – pur con qualche cedimento – ha presidiato i principi umanitari di fronte al dilagare della canea xenofoba. Devono essere pochi i cedimenti (qualche). Allora me ne elenchi due o tre e vediamo se combaciano con quelli che ho riscontrato io.
Per esempio:
a) l’Italia è una grande esportatore di armi, comprese le mine; e renzi non ha fatto nulla
b) Renzi non ha fatto arrivare in porto lo ius soli; più grave è la motivazione meschina: non c’erano i numeri. Per approvare l’Italicum, il Jobs act, il rosatellum ha usato a profusione il voto di fiducia. Si è fermato davanti allo ius soli perché aveva capito che elettoralisticamente era controproducente.
c) Minniti si gloria per avere fatto diminuire i flussi dei migranti.
Io però guardo anche le conseguenze che sono:
x) è stato elogiato dalle destre xenofobe che invece sopra erano state bersagliate
y) elettoralisticamente parlando può avere recuperato voti ma in Libia i riempiti sono sottoposti a misure disumane come ha affermato l’ONU.
z) Per scansare questa accusa Minniti non ha trovato di meglio che affermare: “Le torture c’erano anche prima”. Motivazione da paura. Inoltre non è vero che la situazione è come prima. Infatti se tanti migranti invece di sbarcare in Europa o altri paesi rimangono in Libia significa che i torturati sono molti di più dei precedenti.
4. Renzi non è il mio nemico. Lo si era capito che non era il tuo nemico. E non è neppure il mio nemico. Ma credo di avere il diritto di criticare e non condividere modi e contenuti suoi.
E non si tiri in ballo l’odio che non c’entra nulla. E’ solo un diversivo per svicolare dalle responsabilità. Come ammette l’estensore del decalogo: “Ha fatto molti sbagli ma non è responsabile di tutti i mali. Chi gli attribuisce solo malefatte, non fa che portare acqua al mulino della destra e della demagogia”
Me ne dica alcuni dei molti che lei ritiene sbagli! Vediamo se coincidono con quelli ritenuti da me.
Chi mai ha detto che è stato il responsabile di tutti i mali? In pratica si dice: “Siccome non è il responsabile di tutti i mali, si devono assolvere i molti sbagli”. E’ un modo sottile, per non dire altro, per annullare il problema.
A me interessa che Renzi e tutti quelli che con troppa indulgenza lo hanno sostenuto, si assumano la responsabilità della situazione in cui ci troviamo. Invece Renzi ritiene che stiamo navigando in zona tranquilla, che il PD vincerà le elezioni o al minimo sarà il primo partito. Continua a ripetere le cose buone che ha fatto.
La grave situazione in cui ci troviamo, pericolo delle destre, non è stata causata dalle cose buone che ha fatto, ma dagli errori politici economici che ha commesso.
Invece di chiedere a noi di risolvere il problema, l’estensore del decalogo mi dica: “Farò il possibile per costringere Renzi a fare un passo indietro”.
Berlusconi ha devastato l’Italia. Lo sappiamo. Era alle corde ma Renzi lo ha risuscitato. Siamo responsabili forse noi di questo evento? Suvvia, estensore del decalogo. Non sia così parziale. Non ci offenda tanto malignamente e ricattatoriamente.
Di Maio non ha mai combinato nulla di buono
Accusarlo di questo è il modo per garantirgli più voti. Renzi lo accusa di non avere fatto nulla. E ora nulla di buono. Se non ha fatto nulla, non ha fatto nulla né di buono né di cattivo. Ha buon gioco a giocarsi di questi accusatori!
Entrambi si fregano le mani quando la sinistra parla male della sinistra, di Renzi e di Gentiloni. Alimentare questo attacco forsennato significa solo fare il gioco delle destre.
E quando Renzi da del gufo a chi non la pensa come lui invece fa bene? Chi è più forsennato ad attaccare l’altro? Lui che ha voluto rottamare gli altri, si meraviglia che altri lo vogliano rottamare? Mi sembra quel marito che dopo 40 anni di silenzio si incavola perché la moglie avanza una critica per un suo comportamento. “Cara non ha mi detto nulla fino ad ora signoifci che andava tutto bene. Cosa ti è successo? Mi vuoi lasciare. Ha un altro amante?” ecc.
Aspettae che sia la base a spodestarlo visto che ve lo coccolate come un Dio in terra?
5. A tutti i livelli del Pd ci sono dirigenti dal profilo opaco e arrivisti che mimano le politiche della destra, ma ci sono anche molte figure limpide, intellettualmente oneste e politicamente affidabili.
Magnifico! Faccia i nomi e cognomi dei primi e dei secondi. Così vedremo se Renzi finirà tra i primi o i secondi.
Cambiare il gruppo dirigente del Pd è un obiettivo legittimo ma non è la questione all’ordine del giorno delle prossime elezioni.
Non bisognava arrivare alle elezioni per poi dire non è il momento giusto. Come al solito: si porta la situazione in un momento emergenziale e poi si chiede di prendere una decisione che fa a pugni con il pregresso.
Ammettiamo che decidiamo di votare tutti PD per evitare l’avanzata delle destre. Cosa succederà? Che Renzi si sentirà ancora più forte e proseguirà come un carro armato fino a quando ci chiederete: “Per evitare che vincano le destre, votare ancora il disastroso Renzi” Fino a quando continuerà questi gioco al massacro delle anime limpide della base del PD.
Chi pensa di utilizzare le sconfitte di Renzi per far avanzare la sinistra si dà la z
appa sui piedi, anzi la dà sui piedi di tutti noi.
E perché dobbiamo consentire che lui ci dia picozzate sulle gengive? Solo perché è il segretario del partito? In tre anni ha diminuito la partecipazione il consenso. Se propria ha fatto così tante belle cose perché ha perso il consenso della base? Forse che la base non ha capito il suo progetto? Oppure perché lo ha capito e non la condiviso? Come si dice in bergamasco: “Esò della pianta”
6. Credere che sia sensato puntare su un’alleanza coi populisti in doppiopetto contro quelli con le ruspe è una tragica illusione.
Non ho capito chi sarebbero i populisti per di più a doppio petto. Mi sembra che anche questo sia populista ossia parlare al popolo per non fare capire ma fare pensare che è qualcosa di grave.
Credere che un Pd indebolito e un Renzi sconfitto siano meno disponibili ad un’alleanza del genere è un errore autolesionista.
Io non lo credo. E non credo neppure alle sue argomentazioni. L’autolesionista principale è Renzi e chi lo ha sostenuto.
Lo stesso che fu commesso da Bertinotti quando pensò che indebolire Prodi facesse avanzare la sinistra: accadde il contrario.
Su questo sono d’accordo. Però chi imbarcò Bertinotti prima, pii mastella, Dini ecc.? Io no!
7. Credere che sia possibile allearsi con la setta dei 5 stelle – una formazione che si alimenta del risentimento qualunquista e contribuisce al degrado della democrazia – è un errore madornale.
Continui pure a criminalizzare in questo modo i 5 stelle. Mi faccia un esempio di risentimento qualunquista che degrada la democrazia. Altrimenti corre il rischio di non essere creduto e portare voti al mulino dei 5 stelle.
Chi sostiene che col Pd non si può collaborare ma si può collaborare con Di Maio soffre di strabismo: considera quelli con cui ha collaborato fino a ieri peggio di quelli che fino a ieri ha combattuto.
Merito di Laura Boldrini averlo detto e ripetuto, peccato che sia inascoltata dai suoi compagni di lista.
Ma non è ascoltata neppure da Renzi e dal PD. Di fatti se ne è andata dal PD di Renzi. Come la mettiamo? Penso che col PD si possa collaborare ma togliendo gli ostacoli che impediscono persino l’inizio della collaborazione. Perché dovrei collaborare con uno che costantemente dice: “Io non indietreggio di un mm”?
8. Il centrosinistra, che ha cercato di unire la tradizione cattolico-democratica e quella socialcomunista per una politica riformista, è frantumato e appannato, ma non ha perso la sua ragion d’essere. E’ stato capace di infliggere alcune sconfitte al populismo mediatico berlusconiano e di tenere aperti spazi di democrazia in tempi molto bui.
Poi è arrivato Renzi di ritorno da Arcore e tutto è finito in pupu! Esagero, ma quando ci vuole ci vuole.
Il tentativo di ricostruire l’alleanza in vista delle elezioni è fallita, ma la prospettiva rimane quella.
Di chi la colpa? Non mi dica che non è questo il momento perché ora urge fermare le destre. Si doveva fare prima la chiarezza. Ma ci si è incaponiti sul fatto: “Io sono il segretario, lo statuto dice che sarà io il candidato premier e io non indietreggio di un mm. Metto la fiducia su questo su quello, ma non su quell’altro”. Ci sono stati segnali anche dalla base che indicava che quella strada ci avrebbe portati a sbattere. Ora che lo “sbattimento” è quasi realtà, Renzi stesso ci dice: “Turatevi il naso ma votatemi”. Più insulto di questo!
Fuori di essa non ci sono che compiti di pura testimonianza, operazioni di corto respiro per difendere nicchie di potere parlamentare, nostalgie del passato o utopie rivolte a un futuro così lontano da apparire irraggiungibile.
Forse che la politica di Renzi è di lungo respiro? Continua a ripetere che bisogna crescere, consumare. ma non dice chi, come , perché, fino a quando si deve crescere. Come se le risorse fossero illimitate ora e sempre! Ieri sarà anche uno storico della guerra, ma la battaglia che combatte la base non è meno importante. E non tollera che venga vilipesa e insultata tacciandola di odio! Rifugiarsi in questa espressione è segno di non volere riconoscere i propri errori.
9. La coalizione che si è raccolta attorno al Pd è l’unica che mantenga flebilmente aperta questa strada.
Sa quante volte ho sentito Renzi e Gentiloni e Padoan: “Questo è l’unico modo per uscire dalla crisi, per ottenere questo o quest’altro”. Puro dogmatismo che solo un arrogante come Renzi si permette. Sarebbe come dire: “Solo io sono in grado di tirare fuori l’Italia dalla palude”. Permette di dissentire. O sono un gufo? Il gufo è arrabbiato per essere considerato da Renzi un uccello del malaugurio su cui addossare la responsabilità di tutti i mali.
A proposito: ha contato le vote in cui renzi in ogni occasione ha trovato un responsabile di un insuccesso? Titti responsabili gli altri tranne lui.
Su questo bisogna puntare per salvare il salvabile. La situazione lascia poco margine per scegliere le persone migliori con cui ci identifichiamo. Se fossi un abitante di Bologna sceglierei la Lista Bonino.
Questa è imperdibile! Fino a una riga fa ha tessuto le lodi del PD e termina: non votate PD ma Bonino! Una picozzata sullegengyive si è tirato! Come Prodi che dice di votare insieme.
Inoltre: vota Bonino e poi vince Casini un berlusconiano di ferro contro cui all’inizio del decalogo ha detto peste e corna. Magnifico!
Se fossi un abitante della Lombardia voterei Giorgio Gori, e non capisco chi non lo fa sapendo di far vincere il difensore della razza bianca Fontana.
Purtroppo ci troviamo nella stessa condizione iniziale. Lo sa il perché LEU si è coalizzata con il PD nel Lazio e non in Lombardia? Perché Gori ha imposto la sua linea. Ha fatto di tutto per gestire tutto a modo suo e si meraviglia che poi qualcuno gli abbia voltato le spalle. Non c’è soltanto Fontana al mondo. Se il problema è quello di evitare Fontana, allora chieda a Gori di farsi da parte e votare LEU. Non le, piace questa soluzione. le piace solo la sua! Non è questo il modo per dialogare e per motivare le persone. Con ala pura si motiva il pauroso.
A Genova preferirò un candidato che stimo di meno a uno che stimo di più, per difendere il mio proposito di riduzione del danno.
Libera scelta in libero mercato! Perché ha fatto il nome di giri e della Bonino ma non quello di Genova? Perché il non stimato potrebbe legarsela al dito?
10. Dopo le elezioni bisognerà tenere aperto il dialogo tra tutti coloro che appartengono all’area della sinistra, che hanno fatto scelte diverse ma si riconoscono in valori comuni. Le recriminazioni reciproche sono inutili, anzi dannose.
Questa mi piace. Lei lo dica a Renzi e ai suoi. Io provvederà a dirlo ai miei.
Accusarsi ora di scelte che non sono ancora state fatte, precludersi ora alleanze che sarebbe necessario perseguire e che non è possibile escludere, chiudere ora un dialogo che potrebbe essere indispensabile. Significa puntare a delimitare il proprio recinto, non a lavorare per un interesse comune.
Per evitare di chiudere le porte, consiglio di buttare le chiavi e partire da capo senza che nessuno che incominci a dire: “Il capo sono io”.
A me piacerebbe che per il bene del PD, Renzi e D’Alema depongano le armi e facciano un anno sabbatico come minimo.
La purezza dei propositi salva l’anima ma non raddrizza la democrazia.
Ma se anche i propositi non sono puri?
LO SPETTACOLO DELLA CAMPAGNA ELETTORALE È ANGOSCIOSO.
A cominciare dalle promesse mirabolanti proposte da tutti i partiti, PD compreso perciò.
Per terminare con il Rosatellum che più diabolico non poteva essere.
E’ ASSAI PROBABILE CHE CI ASPETTINO VENTI ANNI PEGGIORI DEI VENTI CHE CI HANNO PRECEDUTO.
Mi sembra strano questo pessimismo di fronte all’ottimismo che Renzi vorrebbe sprigionasse da i pori di tutti gli italiani.
LA TENTAZIONE DEL NICHILISMO È FORTISSIMA.
Io non ho nessuna tentazione al nichilismo e non ne pubblicizzo la possibile esistenza. Lei invece per ottenere il voto al PD o giù di lì, usa gli stessi metodi della destra che fa leva sulla paura delle persone. No Buono.
QUESTO È UN APPELLO A NON CEDERE, MA LA DIGA STA PER ROMPERSI E SE LA DIGA SI ROMPE, IL NUOVO FASCISMO DELL’INDIFFERENZA È ALLE PORTE.
Ancora paura, paura, paura. Voterò per farla ricredere.
con affetto gmb
Quante inutili e ridondanti parole!
Voti i suoi amici senza tante chiacchiere e poi continui pure a lamentarsi se governa la destra.
Così il Paese ne avrà un gran guadagno…
1) Non so se la risposta è di Gibelli oppure di Trotta che non so se è suo portavoce o scrive in proprio: Mi sarebbe piaciuto che fosse esplicito.
2) La ringrazio per la grande magnanimità che mi riserva nel concedermi di votare. Lo farò sicuramente “senza tante chiacchiere”.
Mi permetta di esporle un piccolo appunto: mi sarei aspettato che avesse aggiunto “Anche i suoi nemici” e “Anche i suoi avversari”.
Vede: il fatto che uno che critichi anche pesantemente partito e segretario, non significa che nonostante tutto non voti quel partito.
La permalosità ottunde la mente o non le consente di distinguere i due fatti. In quel momento la permalosità si trasforma in arroganza. No buono!
3) Se dovessi usare il suo stesso metodo, dopo avere letto il decalogo, avrei potuto scrivere “Quante inutili e ridondanti parole”.
Invece sono entrato nel merito del contenuto come è giusto fare quando si vuole dialogare e confrontarsi.
4) Io non userò con lei tanta magnanimità in quanto credo che lei non abbia bisogno del mio consenso per votare i suoi amici.
5) Che ne sa lei se io mi sono mai lamentato quando governava la destra? Le confermo che non mi sono lamentato ma ho combattuto la destra in qualsiasi circostanza che me lo ha consentito.
6) Non so come saranno i risultati elettorali; spero che i 5 stelle non vincano ma siano un partito forte di opposizione. opposizione che credo il PD non sa fare in quanto il suo segretario non ha saputo vincere ed è facile che non sappia neppure perdere.
7) infatti:
Renzi precedente: “Sono i cittadini a votare se eleggere una persona o no”. Affermazione condivisibile senza se, senza ma.
Renzi ultimo: “Se ci troviamo in questa situazione, la colpa è di chi ha votato NO al referendum”.
a) Renzi dovrebbe rispettare il voto referendario come io rispetterò quelli di Bolzano se eleggessero a Boschi e i Bolognesi Casini!
Pertanto l’affermazione di Renzi:
a) oltre che contraddittoria è un insulto agli italiani
b) dimostra che se i 5 stelle sono incompetenti, come sostiene Renzi, allora lui è una nullità.
Infatti:
1) Il referendum non ha niente a che vedere con la legge elettorale. La situazione di precarietà elettorale sarebbe uguale all’attuale anche se fosse passata la riforma. Infatti le responsabilità sono di chi ha inventato l’Italicum bocciato e il Rosatellum che definire diabolico sarebbe un complimento,
2) Nella situazione in cui ci troviamo, con il pericolo che la destra arrivi al 40%, Renzi dovrebbe ammettere: “Per fortuna il Tyrannosaurus ha fatto perdere il Si’ al referendum. Altrimenti ci troveremo che la sua truppa ora avrebbe solo la Camera da controllare senza il pericolo che una legge possa essere fermata o rallentata o alla camera o al senato”.
3) Insomma dovrebbe ringraziare noi del No invece di insultarci.
Amici di Renzi se non siete riusciti a fermarlo, tentate almeno di frenarlo prima che sia la gente a fermare lui e il PD nelle elezioni.
con affetto gmbIo
a questo punto potrei essere d’accordo con tutti e con nessuno. al popolino piace chi parla del pane quotidiano, agli intellettuali piace chi esprime meglio altissimi ideali in lingua madre. a me non piacciono nè gli uni nè gli altri in quanto sempre influenzabili da chi riesce a manipolarli a seconda di ciò che pensano.
allora, i miei ideali sono granitici, incrollabili, incancellabili a tal punto che neppure un terremoto di magnitudo 10 richter potrebbe frammentarli. succede però che, come per la pseudo-fede in un Signore di misericordia e di perdono, io non mi fidi dei sedicenti rappresentanti del Medesimo, vale a dire la Chiesa, così anche per i vari caciaroni sedicenti rappresentanti dei miei ideali, vale a dire governo cum partiti politici di variopinti colori.
abbiamo paura dello sfascio? ma lo sfascio è già avvenuto ed avverrà ancora e di nuovo, perchè la corruzione, la demagogia, gli “inciuci” le proterve strumentalizzazioni non moriranno mai, perchè G.B.Vico aveva ragione sui corsi e ricorsi storici. sarebbe bello tornare all’Atene di Pericle? sì, ma è una chimera. Io non mi illudo più. e non credo certo nell’anarchia, perchè non può esistere tra uomini che appartengono biologicamente al regno animale. avevo ed ho a cuore lo spirito degli uomini che furono capaci di redarre quel capolavoro che va sotto il nome della prima Costituzione Italiana. 1946.
In sintesi: ma tu per chi voterai? per nessuno. non voterò, buttando all’aria uno dei più preziosi diritti del cittadino.
il degrado degli ultimi quaranta/cinquant’anni, la classe politica più pidocchiosa che il mio animo e la mia mente abbiano mai potuto sostenere, il succedersi di corse sfrenate alle poltrone e al potere, la vergogna delle alleanze con le criminalità organizzate, il venire a galla della schiuma e della feccia (direbbe il Mommsen), e molto altro ancora, mi impediscono di fare una scelta ponderata, saggia, che non mi macchi di colpa e vergogna. scusate.
È il 5 mattina. I risultati sono noti. È contento?
Io no.
Auguri lo stesso.
(Io sono io).
Prima che parli Renzi rispondo alla sua mail.
Mi ha posto la domanda: “Sei contento dei risultati?”
Contrariamente a lei io rispondo alla domanda con un secco e sonante: NOOOOOOOOO!
Poiché lei ha definito le mie “inutili e ridondanti parole”, ipotizzo di non essermi spiegato bene. La invito a casa mia come ospite per un incontro con chi potrebbe avere migliori capacità di me per spiegare perché mi ha scritto: “sei un critico attento e puntuale”.
Non azzardo ipotesi sul perché del suo non essere contento perché non avrei la possibilità di verificarla visto che non risponde alle mie domande precedenti.
Invece le invio il è perchè io non sono contento. Per spiegarlo uso una situazione che mi ha visto coinvolto.
Affermare che il Preside del Liceo Scientifico di Bergamo fosse un autoritario ed arrogante sarebbe fargli un complimento.
A chi fare risalire la responsabilità del suo modo di agire? Naturalmente a lui stesso; poi ai conniventi. Secondo i maggiori responsabili era la maggioranza dei docenti che per timori di ricatti e vendette non azzardavano a contrastare le inadempienze e illegittimità del Preside.
Un solo esempio dei molteplici tutti documentati: un giovedì durante la votazione su una mozione mia che si contrapponeva a quella del Preside, un docente ha votato a favore della mia mozione. Il preside gli ha revocato il permesso che gli aveva concesso il giorno prima mercoledì per il giorno dopo venerdì.
Lascio a lei proporre il paragone con il PD.
Ebbene: secondo me le anime belle di cui si parla nel decalogo e che popolerebbero il PD ,darebbero un forte esempio al segretario se rassegnassero le dimissioni: “Non abbiamo avuto la sufficiente autorevolezza almeno per frenare l’irruente arroganza del Segretario. Pronti però a ritornare sui nostri passi davanti a precise scelte che differenziassero la precedente gestione”.
Infine il suo “Io sono io” mi ha tolto un dubbio. La sua battutina è degna del miglio Renzi
Secondo lei “Io sarei io oppure Trotta o altro? Anche se c’è il punto di domanda, domanda non è!
con affetto gm