Mila ha sedici anni, vive a Villefontaine, Francia, e sogna di fare la cantante. Spesso posta su Instagram sue interpretazioni, e succede che una ventina di giorni fa un ragazzo l’approcci. Lei lo respinge, lui insiste ma alcuni muri li separano: Mila è omosessuale, il ragazzo è musulmano e finisce che si dicano parole a cui non c’è rimedio. Spalleggiato dagli amici, lui la infama in quanto lesbica e francese, lei lo infama in quanto islamico e ne ha anche per il suo Dio. E’ il disastro. Il profilo di Mila è travolto di minacce di stupro e di morte a duecento al minuto. Deve smettere di andare a scuola perché nessun istituto le garantisce sicurezza. Ora è sotto protezione chissà dove, ma non tutta la Francia è con lei. Il ministro della Giustizia ha condannato le minacce ma ha rimproverato a Mila l’attacco alla libertà di coscienza religiosa. Ségolène Royal, totem della sinistra e del metoo, ha rifiutato di fare suo l’hashtag #JeSuisMila, intanto che abbonda il #JeNeSuisPasMila. Il portavoce della comunità musulmana ha detto che la ragazza se l’è cercata, classica giustificazione dei peggiori. Siamo messi così: nell’Occidente liberale una sedicenne non può uscire di casa per una sua opinione, tanto più sacra quanto più sgradevole. E l’Occidente liberale non insorge, insiste sui distinguo, indugia su un malinteso filoislamismo che rafforza una minoranza violenta e danneggia la maggioranza pacifica. E trascura che Mila è il perfetto simbolo di quello che siamo: liberi di amare e di parlare come vogliamo. Eccoli i confini della nostra civiltà, quelli da difendere senza retrocedere un passo.
Mattia Feltri, la Stampa, 6 febbraio 2020
2 Comments
Grazie Sergio per questa storia.
Non so quali parole siano volate, ma da cattolico – quindi credente nello stesso Dio abramitico del ragazzo musulmano – mi schiero senza se e senza ma per Mila, per la sua “sacra” – sì – libertà sessuale, di parola e anche di attacco ad una fede religiosa che considera bigotta e moralista (cioè, aggiungo, sostanzialmente falsa e mai realmente compresa, equivocata fino al delirio).
Sono Mila -jeSuisMila, senza ombra di dubbio – , e sento la sua paura, il suo dolore, la sua rabbia.
È lui – credo – che se l’é cercata, provocando una reazione violenta contro il suo Dio a causa delle “proprie” parole, per prime, violente e ottuse, a quanto ho capito.
In quanto anche io monoteista e “figlio spirituale ” di Abramo, mi vergogno di ciò che ha fatto questo ragazzo, e ne sento grande dolore.
Grazie Sergio, ancora, per questa storia che non conoscevo.
Massimiliano
Grazie a te per questo commento.
Un abbraccio