Oltre 1.600.000 votanti alle Primarie di domenica scorsa. Cittadini in carne ed ossa, non account virtuali. Come si fa a non essere contenti?
Beh, forse Salvini e Grillo non lo sono, ma chissenefrega! Che rosichino …!
Ho passato la domenica a registrare centinaia di documenti, a dare e ricevere schede, poi a contarle e ricontarle fin quasi a mezzanotte, a stupirmi per l’afflusso senza pause, a ricevere messaggi da altri seggi, dove chiedevano rinforzi di volontari ed anche schede in più.
Poi a casa, stanco morto ma soddisfatto, anche se il mio candidato non ha vinto. Peccato! Le battaglie si fanno, si vincono e si perdono. Poi si va avanti, #sempreavanti, come abbiamo detto per oltre due mesi con Roberto e Anna.
Ho anche guardato tanti volti, ho registrato documenti e rilevato età, professioni, sguardi, commenti, … È su questo che vorrei riflettere, a mente fredda.
Mi sollecita anche una tabellina girata sui giornali, un’analisi demoscopica fatta da IPSOS, che conferma le impressioni ricavate direttamente da elettori e volontari. Sono le caratteristiche sociali dei votanti, confrontate con quelle delle Primarie del 2017. In breve:
- 46% oltre 64 anni, stabile rispetto al 2017
- 43% pensionati, stabili anch’essi
- 41% collocati a sinistra, +22% sul 2017, quasi 80% votanti Zingaretti
- 49% collocati nel centrosinistra, -16% sul 2017, quasi 60% votanti Zingaretti.
Aldilà dei numeri, più o meno precisi, una considerazione politica appare imprescindibile. La dico così, papale papale.
Con questo blocco sociale il PD resterà all’opposizione per i prossimi 20 anni. Senza scampo.
Mi spiego: quel milione e sei di votanti sono in prevalenza persone che vogliono il PD “come una volta”, più PDS-DS e Margherita che altro. In tanti me l’hanno detto apertamente.
Sono tornati quelli che si ritengono di “sinistra”, molto meno quelli che si ritengono di “centrosinistra”. Non è un dettaglio.
Sono elettori che forse si erano astenuti, o forse avevano votato i partitini di sinistra, o forse anche i 5stelle, ma appartenenti ad un blocco sociale fortemente minoritario; molto identitario, ma minoritario.
Tutto bene, è ovvio che bisogna recuperare anche quelli. Ma per governare l’Italia non basta affatto; serve molto di più.
E non vale dire: facciamo alleanze. Perché non c’è quasi nessuno con cui allearsi, oltre ai cespuglietti dell’1 – 2% o qualche movimento di opinione. Ci sarebbero i 5stelle, ma alla luce delle spettacolari performance di Di Maio e sodali, adesso c’è una certa ritrosia a proporlo anche in chi aveva sponsorizzato l’accordo: e comunque torneranno alla carica!
Serve il 40 % degli elettori; sono monotono, lo so, ma qualcuno mi dimostri il contrario.
Serve allargare al massimo il blocco sociale, altro che minoranza identitaria.
Serve la famosa vocazione maggioritaria, il grande Partito aperto ed allargato, che sono fonte di grandi responsabilità per la classe dirigente: per questo fanno venire l’orticaria a tutti quelli che preferiscono nascondersi in coalizioni vaste ed inconcludenti, dove si discute all’infinito e si litiga per pezzettini di potere. Abbiamo già dato, ora basta, per favore!
Se Zingaretti non affronterà di petto questo problema, se non sceglierà con decisione di rivolgersi ad un blocco sociale molto ampio ma solo ad una minoranza identitaria, ci porterà verso altre cocenti sconfitte. Non ci sono altre strade.
Renzi era riuscito a stabilire un contatto con un mondo molto vasto. È andata come è andata.
Ora deve provarci Zingaretti, con un altro stile, con altre parole, forse anche altri strumenti, ma con lo stesso obbiettivo, altrimenti il PD resterà in una dorata ed inutile opposizione per vent’anni.
Forza, Segretario! L’inizio è stato promettente, qui a Torino con Sergio Chiamparino.
L’attuale minoranza, ne sono certo, contribuirà senza remore. Purché si vada #sempreavanti.
La maggioranza mugugnerà, troverà molti “se” e molti “ma”, qualche “ben altro”. Al solito.
Ma tu vai, procedi deciso. Non ti manca nulla per riuscire.
“Fare o non fare. Non c’è provare” diceva il Maestro Joda.
Ernesto Trotta
11 Comments
Caro Ernesto,
a mio avviso stai esagerando con la tua paura del ritorno al passato. Personalmente sono d’accordo con te e non lo voglio. Quello che invece voglio, e che penso voglia anche il nuovo segretario, è un ritorno al lavoro nei territori, senza affidarsi in modo eccessivo ai social e ai media. Quello che voglio è un partito con dei militanti e dei dirigenti identici a quelli che ha evocato Mattarella ai giovani studenti in visita al Quirinale. La fragile linea politica instaurata da Renzi io l’ho condivisa e aiutata ma la fragilità di cui parlo era frutto delle caratteristiche personali di Matteo: troppa sicurezza in se stesso, troppa strafottenza, troppa superficialità nella scelta dei collaboratori. Non si tratta quindi di tornare al passato, il passato sono i D’Alema, i Bersani, i Cofferati e devono restare fuori. Si tratta di riprendere il cammino iniziato con Renzi superando tutti gli errori e i limiti della sua gestione. Tutto qui. Quindi, come ami dire, pancia a terra e lavoriamo.
Se qualcuna delle tue paure dovesse realizzarsi sarò il primo ad affiancarti nella denuncia.
Sergio
Caro Ernesto
una analisi perfetta, solo i miopi politici non la vedono. In questi giorni sto insistendo nel dire che purtroppo siamo finiti in un gioco dell’oca dove si fanno con fatica passi avanti per poi ritrovarsi catapultati indietro.
E’ l’errore che anche il caro Sergio continua a fare, “frutto delle caratteristiche personali di Matteo: troppa sicurezza in se stesso, troppa strafottenza, troppa superficialità nella scelta dei collaboratori”.
Basta !! con questa storia del carattere, i leader non sempre sono simpatici, devono assumere posizioni anche antipatiche l’importante è che raggiungano certi obiettivi, e Renzi che tu (Sergio) lo accetti o meno è un leader che al momento non ha confronti. Non mi si parli di “culto alla personalità” perchè è una cosa mi manda in bestia.
Tutta la diatriba caricata su Renzi, non va a vedere i risultati PER L’ITALIA, che è la cosa ESSENZIALE, prima ancora che per il Partito (anche se la subirebbe per effetto) ma va a cavillizzare sul “carattere”. E questa è una cosa che ancora non si vuol capire.
La stagione riformista avviata (avviata, avviata, avviata, … e non conclusa) da Renzi, nelle condizioni date (italia a maggioranza di centro e destra e imbrigliata in corporativismi vorticosi), non poteva fare di più. Doveva essere perseguita, anche con tutte le correzioni del caso, fino alla fine.
E invece , No… perchè il carattere…., e allora adesso tenetevi il carattere di Salvini e Di Maio. E non è essere noiosi se si dice sempre che si è attivato un gruppo dirigente ostile che ha innescato un fuoco amico a tutti i livelli, compresi quelli popolari, anche di sinistra, che purtroppo sono abituati a frequentare più il bar dello sport che i circoli politici, ed hanno provocato il cataclisma che ci troviamo davanti. Ora però tutti a dire (i vincitori delle primarie) , RIMANIAMO UNITI. Oggi guarda caso vale, ieri NO?
E’ la grande spaccatura che abbiamo dentro, ed è per questo che io sono pessimista di uno sviluppo di questo PD. Sono d’accordo con te Ernesto, non andrà molto lontano. Rimango convinto che quello che ci salverà come progressisti è il progetto Europeo al quale dobbiamo puntare anche in termini organizzativi. Ed è per questo che credo sempre di più ad un Partito Paneuropeo che sprovincializzi tutti i ns difetti fino ad arrivare ai famosi Stati Uniti d’Europa.
Quello che mi amareggia è che avendo 65 anni non so se potrò vederne la luce.
Un mio professore di italiano alle scuole superiori mi diceva: “Antonio un’idea non condivisa con gli altri non serve alla nostra società e tu devi cercare il Massimo consenso se vuoi realizzarla.” Questo concetto ha guidato tutta la mia vita, Che ormai volge alla fine, e mi spinge ancora a fare di tutto per cercare il consenso più ampio alla politica Che Matteo Renzi aveva iniziato nella quale credevo e credo. L’idea era giusta e lo è ancora, ma ha convinto poca gente ed anche il 40% dei votanti, alle scorse elezioni Europee, che l’aveva sposato si è ritirato. Il suddetto risultato non può farmi pensare che la colpa della mia sconfitta è attribuibile esclusivamente alla “gente” che non capisce, ma devo rivedere sicuramente la mia impostazione, cambiare strada, accettando, se occorrerà, di ritardare e parzialmente modificare la mia idea originaria. Io penso che il concetto sopra esposto debba valere soprattutto per un leader di un di un partito e quindi per Matteo Renzi Che non può continuare a sostenere la giustezza delle sue idee a fronte di numerose e continue sconfitte subite. Forse dovrebbe cominciare a pensare ad un’organizzazione del PD diversa da quella che aveva posto in atto. Prima di attaccare le postazioni “ nemiche” devi essere sicuro di avere l’esercito motivato e con te. Non serve ed è deleterio attaccare la Cgil se poi non hai consenso in quella organizzazione ed alla fine vince Landini a larga maggioranza. Non regge e non si attua la tua legge sulla buona scuola, caro Matteo, se i “renziani” non diventano maggioranza nell’ambiente scolastico e continuano ad essere una esigua minoranza. La gente che ti acclamava, caro Matteo si aspettava di essere coinvolta ed invece l’hai tenuta a margine contando su pochi “fedelissimi” Che spesso ti hanno abbandonato. I tweet e l’hashtag sono serviti a poco, caro Matteo: il popolo del PD va motivato, orientato e poi utilizzato.
Proviamo a farlo insieme, caro Matteo, al nuovo segretario Nicola Zingaretti. Un abbraccio a tutti Antonio De Matteo Milano
Caro Antonio,
vedo con piacere che sei capace di esprimere le mie idee in modo assai migliore di quanto non riesca a fare io. Sono TOTALMENTE d’accordo con quanto scrivi e prego gli altri compagni, da Ernesto a Gianni, di considerare come una mia risposta questo splendido scritto di Antonio.
Questi sono due sms inviatimi da Matteo prima che mi chiamasse a dirigere l’Unità:
Io la tengo aperta. Fosse anche l’ultima cosa che faccio (29/07/2014)
Bisogna fare de l’Unità una roba spiazzante. Che faccia dialogare. Che innovi coi fumetti. Che sia irriverente dentro e fuori il Pd. (02/05/2015)
Nonostante queste promesse così affascinanti e lungimiranti, nella realtà non si è MAI presentato in redazione, non mi ha MAI concesso un’intervista e alla “Leopolda” si rifiutò di far entrare i diffusori del giornale. Vi sembra un atteggiamento da “grande dirigente” questo?
E la scuola di partito affidata a Recalcati? Una cosa fondamentale per la formazione e la crescita dei nostri giovani dirigenti, messa su con gran fanfara di intenti e poi abbandonata pochi mesi dopo con grande rimpianto dello stesso Recalcati.
Tutto così, compagni: chiacchiere e distintivi, come direbbe qualcuno.
Sergio
Caro Sergio,
“chiacchiere e distintivo” è un epiteto che nel film “Gli intoccabili”, di Brian De Palma, il boss Al Capone (Robert De Nito) rivolge sprezzantemente all’agente del Tesoro Eliot Ness (Kevin Costner), che lo combatte senza tregua né paura.
(Prego controllare chi avesse dubbi: io ho visto il film una decina di volte.)
Suonerebbe quindi come un complimento, qualora tu la volessi confermare (però come Al Capone ti ci vedo davvero poco, francamente!).
Quanto all’Unità, mi dispiace ripeterlo (sai già come la penso, avendotelo detto anche in corrispondenza privata), ma tu NON hai fatto un giornale “spiazzante. Che faccia dialogare. Che innovi coi fumetti. Che sia irriverente dentro e fuori il Pd.”
E’ il mio parere, vale quello che vale, cioè nulla, ma è il mio e qui lo ripeto.
Renzi intendeva nominare direttore dell’Unità Bobo più che Sergio; tu hai fatto un giornale molto corretto ma molto poco spiazzante, che è diventato subito un “refugium peccatorum” di nostalgici ex-comunisti (Ovadia, Maraini, Riondino, Macaluso, …), un po’ barboso e paludato, rivolto più al dibattito interno con la minoranza insofferente che alla lotta verso gli avversari esterni.
“Tu hai fatto tutto quello che fa un buon dirigente politico. Non c’è dubbio alcuno.
Ma Bobo NON è un dirigente politico, Bobo è uno stato d’animo, scettico e sornione, insinuante e un po’ paraculo, idealista ma molto pratico. E tutta la famiglia contribuisce in modo problematico ma coerente.”
Ti scrissi queste cose molti mesi fa e quello che dici ora mi conferma che non erano proprio minchiate gratuite.
Per ultimo, la scuola “Pasolini”: partì a primavera del 2017 con due semestri; siamo sicuri che sia morta solo per colpa sua?
Ho sentito da Recalcati che era andata molto bene, ma da altri che era inutile e forse dannosa (perché “renziana”).
Sicuro che il suo fallimento non sia attribuibile all’atmosfera non proprio collaborativa che regnava nel Partito nel 2018, in vista della campagna elettorale e delle elezioni? Ho dei dubbi e poche informazioni dirette per togliermeli.
Detto questo, “usque tandem” continueremo a consumarci sull’operato di Matteo Renzi?
Possiamo guardare avanti, a cosa fare per CONVINCERE 15 milioni di elettori a votarci e VINCERE le prossime elezioni?
Siamo d’accordo che QUESTA è la unica, assoluta, imprescindibile priorità del Partito Democratico?
Adesso, che guidi Nicola Zingaretti e #sempreavanti!
Ho letto Trotta (col quale sono quasi sempre d’accordo). mi è venuta un po’ di malinconia. Forse,mi sono detta, la stanchezza dopo il faticosissimo giorno al seggio.Infatti,nel secondo intervento il tono era cambiato! Comunque ,per quello che possano valere, ecco alcune mie osservazioni. Io ho votato convintamente Giachetti,con tutto quello che significa e sono contenta del risultato e ho ringraziato lui e la Ascani per il grande lavoro fatto in così poco tempo .A proposito,visto che oggi è l’8 marzo,non si poteva mettere anche il nome di Anna nella scheda??!!
Seguendo il discorso di Trotta e le valutazioni sulla tipologia degli elettori sono d’accordo che si resta eternamente all’opposizione,che le possibili alleanze in vista sono inesistenti o risibili e che certo non ci sono alternative ne scelte alla vocazione maggioritaria e a puntare al 40 per cento. Certo.
Renzi ci aveva provato (e in modi diversi ci prova e ci crede ancora).Ha fatto quello che è riuscito a fare in un dato contesto ( economico,sociale,internazionale ecc.) e ha fatto anche degli errori.E allora? Bisogna provarci ancora,correggendo,inventando giorno per giorno,soprattutto credendoci ! Bisogna stargli addosso a Zingaretti!!La linea politica di Renzi non era fragile.Era ambiziosa e vedeva lontano.Forse il grande ottimismo è stato uno dei suoi errori . Anche se senza sogni non si convincono i giovani.
La gente ci mette molto a capire. Poi ho letto Moscatelli e mi sono rincuorata e con lui sono d’accordo.Anche io penso che le elezioni europee siano MOLTO MOLTO importanti. Infine i giovani.Si è detto che l’età media ,ai seggi,era alta. Vero.Ma questo dipende dal sensi del dovere generazionale che i giovani non sentono come noi.E comunque c’erano anche tanti giovani, ho avuto conferme anche da altre parti informata dai miei nipoti .
Io sono romana ma mi trovo temporaneamente in Sicilia dove ho votato.Le alte percentuali ottenute da Zingaretti sono dovute non a se è più o meno di “sinistra”( o “vecchia sinistra”) ma sopratutto alla notorietà del suo nome. I siciliani hanno direttamente votato Montalbano!!!Che,in fondo,è un riformista di centro sinistra, molto simpatico e “politically correct”!
Auguri sinceri al nostro Segretario e sempre avanti a tutti noi .
Errare humanum est, perseverare autem diabolicum. Il motto dei “vecchi antichi“ è sempre valido e per questo adesso nel PD vediamo di metterlo in pratica. Facciamo in modo che non si verifichino più gli stessi errori fatto con la gestione Renzi ed in particolare i seguenti:
1 ) la linea politica vincente alle primarie e quelle di Nicola Zingaretti e coloro che non l’hanno votato, come me, ne
devono prendere atto ed appoggiarla con onestà e decisione ( io lo farò convintamente) ,chi non sarà d’accordo piuttosto che ricorrere all’ostruzionismo, come è successo nella gestione Renzi, , è meglio che esca dal partito;
2 ) quando lanciamo un’idea testiamola nelle “sezioni o i circoli” di partito mediando le varie posizioni ed evitando contrapposizione inutili e dannose;
3 ) non Dovremmo mai utilizzare il motto attribuito erroneamente a Giuseppe Garibaldi: “o Roma o morte”, ma il compromesso, quello “storico” di Enrico Berlinguer;
4 ) la vocazione maggioritaria del PD è e rimarrà una caratteristica prioritaria, ma possiamo farla solo con il compromesso suddetto e non per legge o imposizione;
Caro Ernesto non facciamo lo stesso errore di Bersani e D’Alema: non continuiamo a dire che Renzi aveva ragione e che Zingaretti
porta il partito al passato, con “ le ammucchiate inconcludenti e dannose”: dobbiamo cambiare strada rispetto a quella di Renzi che ha portato il partito al 18% ed il popolo del partito democratico Italiano ha deciso che va bene la strada indicata da Zingaretti, ora bisogna seguirla e basta, aiutandolo nei momenti di difficoltà. Io sono convinto comunque che un’idea se è giusta prima o poi si affermerà aldilà dei protagonisti sulla scena. Ernesto io non ti seguirò più nella polemica contro Zingaretti e non salto sul carro del vincitore, ma semplicemente mi fido del popolo del PD ed appoggio Zingaretti senza se e senza ma. A Renzi voglio dire appoggiamo Zingaretti e vediamo se lui riesce a recuperare quei 40% di voti che tu avevi e non siamo riusciti a mantenere. Tanti auguri, caro Matteo Per la tua carriera politica che sicuramente non è finita, ma sempre nel PD, Dimostra a tutti coloro che ti hanno votato e che ti votano ancora che lavori solo ed esclusivamente per il popolo del partito democratico italiano e ricordati che le idee giuste prima o poi si affermano e le tue lo erano secondo me, ma non siamo riusciti a farle accettare. Proviamoci con un’altra strada quella del compromesso e dei piccoli passi. Grazie a tutti coloro che mi leggono per la loro attenzione e buona giornata. Antonio De Matteo Milano
Caro Antonio,
non so dove tu abbia colto la mia “polemica contro Zingaretti”.
Semplicemente non l’ho votato, perché non mi convinceva la sua visione politica, ma da domenica sera dico e scrivo ovunque: “Auguri Segretario”, “Forza Segretario”, perché adesso spetta a lui guidare e a noi prima aiutare e poi giudicare.
Ho fatto dei rilievi di sostanza ad un post di Sergio e penso di averne il diritto.
Per abitudine mi sforzo di capire ed eventualmente contestare quello che i miei interlocutori dicono o scrivono effettivamente, non quello che potrei supporre che abbiano pensato.
Infine, a proposito di Bersani e D’Alema (di cui sinceramente non vorrei parlare più), allego il link ad un commento di un sicuro antirenziano come Peppino Caldarola. Mi pare istruttivo per tutti.
https://www.lettera43.it/it/articoli/politica/2019/03/08/m5s-renzi-dalema/229896/
Buona domenica e sempreavanti (che sarebbe simile ad en marche).
Cari tutti, poche parole poiché avevo intenzione di non intervenire più sul blog ma me le tirate fuori col rampino.
Ho letto il commento di Caldarola e come non dargli ragione?
Sono assolutamente d’accordo con tutto ciò che ha scritto Ernesto e Rosanna.
Sergio finalmente hai espresso il tuo pensiero su Renzi e come D’Alema abbiamo compreso che il tuo odio è derivante dal rancore per la vicenda de L’Unita , il baffetto aveva il rancore per la preferenza alla Mogherini anziché a lui. Due cose diverse, ma unite dal rancore appunto.
Antonio, sei proprio sicuro che chi ha la maggioranza abbia necessariamente ragione? Allora 5stelle e lega hanno ragione su tutto. Ho sempre detto che per me chi vinceva le primarie sarà il mio segretario e così sarà.
Non sono diventato Renziano perché Renzi mi è simpatico , lo sono diventato perché esprimeva le idee che mi ero fatto sulla necessità di una sinistra riformatrice moderna che abbandonasse il conservatorismo di cui si nutre il sindacato in generale e anche una parte del nostro partito. Sulla buona scuola il sindacato ha detto no perché veniva meno il suo potere, ne sono certo. Come diceva toto’ “ informati”
Lavorerò ancora per il partito ma porterò avanti le mie idee che oggi sono minoritarie e non mi farò mai prendere dal rancore. Se i miei interlocutori saranno capaci di convincermi dei miei errori di valutazione sarò con loro.
Un abbraccio a tutti
Marco bs
Caro marco,
io non ho mai sostenuto e non sosterrò mai che la ragione sta sempre dalla parte della maggioranza; ma dico e dirò sempre che chi ha la maggioranza governa: ne ha il diritto, il dovere e l’obbligo morale. La minoranza soprattutto in un partito e comunque in qualsiasi comunità si deve preparare a diventare maggioranza ma non può pensare di governare al posto della maggioranza come spesso i fuoriusciti dal PD pretendevano. Io non ho votato il Governatore del Lazio Nicola Zingaretti, ma mi batterò fino alla morte affinché lui possa realizzare il suo programma, senza pretendere di imporre le mie idee di minoranza. Io non dirò mai che Zingaretti porterà il partito allo sfascio, come è stato fatto nei confronti di Renzi da una parte della minoranza poi fuoriuscita, ma mi limiterò ad esprimere le mie idee liberamente rispettando ed onorando quelle della maggioranza rappresentata da Nicola Zingaretti che sono e saranno la linea politica del partito democratico Italiano nel quale intento restare e lottare.
Caro Ernesto sono contento che tu non voglia polemizzare con il nuovo segretario ; in effetti io volevo dire che non ti seguirò, se lo farai. Ringrazio tutti coloro che mi leggono e soprattutto Sergio che ci dà la possibilità di confrontarci liberamente sul suo blog. Caro Marco le idee sono il futuro della nostra umanità e quando Si ha la possibilità di esprimerle liberamente è una fortuna per noi e per tutta la società; continua a scrivere su questo blog libero democratico e di gente onesta, motivata ad Una politica di solidarietà, di libertà e di unione dei popoli. Buona serata a tutti e buona domenica. Antonio De Matteo Milano
Grazie a Marco e Antonio..Mi ha fatto piacere leggervi e constatare il nostro comune convinto sincero appoggio a Zingaretti anche se non lo abbiamo votato. E grazie ,sempre,a Sergio per questo blog !
Buona domenica a tutti.R