Ce n’è voluta. Ma è tardi: o almeno rischia seriamente di esserlo. A due settimane dal voto del 4 marzo complici Frau Merkel e Monsieur Macron perfino il “CorSera” s’è reso conto del casino in cui ci siamo cacciati e ha concorso vigorosamente a cacciarci.
Ieri 17 marzo, non uno ma due articoli sul tema.
Paolo Valentino nel c.d. “Corsivo del giorno”: “L’Italia in panchina nella partita europea di Merkel e Macron”; l’ineffabile Francesco Verderami nella rubrica “Settegiorni”: “Le consultazioni e le responsabilità verso Bruxelles. Sulle consultazione irrompe il fattore Bruxelles…”.
Ora qui ci sono da dire tante cose: la prima è che Merkel e Macron han preso atto della situazione italiana e se ne son detti preoccupati. Beh? Dov’è la novità? Non siamo preoccupati anche noi? Non lo siamo stati per mesi ed anzi anni? Non s’è sempre detto e scritto che dopo il 4 marzo sarebbe stato difficile, anche nella migliore delle ipotesi avere un’Italia determinata e autorevole per concorrere all’annunciatissimo tentativo di rilancio dell’UE?
La seconda cosa è per gli amici europei: noi abbiamo le nostre responsabilità e sono gravissime. I consigli e gli ammonimenti dei nostri soci sono sacrosanti e da accettare (altro che sovranismo d’accatto!). Non abbiamo fatto anche noi il tifo per Macron contro la Lepen? Ma in ogni caso si ricordino che se proprio i francesi, per dispetto al loro presidente di allora (Chirac), non avessero affossato il Trattato di Roma per una (già scritta) Costituzione europea (nel 2005, 13 anni fa!), non saremmo a questo punto né loro né noi né l’UE.
La terza cosa riguarda (torno a bomba) proprio il “CorSera”: il fattore UE “irrompe”? “Irrompe”? Questo titolo cari signori l’avreste dovuto fare almeno due volte e – foste stati classe dirigente degna di questo nome – vi avreste dovuto fare non una ma due campagne giornalistiche serie (altro che “casta”!): una prima in vista del referendum del 4 dicembre 2016, una seconda in vista delle elezioni del 4 marzo 2018. Invece fate finta, ora, di “cascare dal pero” («l’espressione <cascare dal pero> ha il senso di una presa di coscienza, spesso improvvisa e dolorosa, di una data realtà e del doversi adeguare ad essa»), a babbo morto, ora che ci ritroviamo con una maggioranza euroscettica e putiniana (putiniana!). Vi preoccupate adesso dopo aver irriso chi – responsabilmente – si preoccupava prima. Ma è tardi. (Tanto tardi che Verderami è costretto a invocare la tutela presidenziale: come al solito.) Imperdonabili.
3 Comments
Ben detto Carlo, io ho scritto in altro articolo che ci metto anche Repubblica con Giannini, Folli e anche Calabresi ai quali ho scritto in risposta a dei loro articoli deliranti su Renzi e il PD, ma non mi hanno neanche risposto, bell’esempio di educazione giornalistica e non.
Tutto giusto quel che dici.
Repetti Camillo
Che dire? Breve, conciso e compendioso. Mi trovo d’accordo e la considerazione l’avrei estesa a Repubblica. Due grandi e stimati organi di stampa non si sarebbero dovuti prestare al linciaggio mediatico contro il Governo posto in essere da movimenti che allora ed ora si candidano a dirigere il Paese affidandosi all’improvvisazione, all’inesperienza, alla superficialità. E adesso? Il saggio G.Battista Vico avrebbe trovato corposi riscontri alla sua teoria. Brelusconi-Prodi (2 volte), Berlusconi-Monti, Di Maio/Salvini-(?). In tutti questi passaggi, la destra ed i suoi alleati hanno giocato a sfasciare il Paese, il PD e i suoi alleati a risistemare i conti. Se ci fosse qualche dubbio sono pronto a tirare fuori i dati economico-sociali a sostegno di questa tesi, dati molto ben conosciuti dal Corsera e da Repubblica.
Eh si, sembra proprio che chi aveva aperto la stalla
per far scappare i buoi adesso corra a chiuderla
lamentandosi, sorpreso che non ci siano più!
Direi non “indecenti”, di più!