Caro Sergio,
non prendermi per un rompiballe ma manca un tema sul tuo blog che mi sta molto a cuore: Il Referendum per l’indipendenza del Kurdistan. Cosa ne pensa la nostra “comunità”? Posso capire la prudenza ministeriale ma non quella del PD e tanto meno quella della comunità democratica. Credo se ne debba quanto meno discutere. Tu certo avrai già capito quanto con convinzione io stia con i curdi e con la loro legittima e sacrosanta aspirazione all’indipendenza. Purtroppo si tratta ora solo di un più che parziale riconoscimento territoriale e nazionale a fronte di un territorio e di un popolo molto più ampio e numeroso. I curdi da tempo immemorabile hanno pagato le spese di una cinica spartizione coloniale di quei territori, subendo durissime repressioni da parte dei turchi, degli iracheni, degli iraniani e dei siriani. Credo sia dovere dei democratici sostenere quel difficile, forse difficilissimo, percorso. Abbiamo assistito con commozione e orgoglio la resistenza del Rojava all’attacco dell’ISIS; costoro non possono essere una volta i campioni della laicità e della democrazia (pur con le loro specificità) ed ora bifolchi di cui non tener conto. Spero ovviamente che il difficile e pericoloso intrico in quell’area trovi una soluzione pacifica, ma ciò sarà tanto più possibile quanto maggiore sarà il sostegno popolare a livello internazionale alla loro giusta causa.
Ciao
Giovanni Faggioni
Un lavoro molto interessante ed utile in questo senso lo sta facendo Adriano Sofri con le sue corrispondenze su Il Foglio. Quelle arretrate si possono leggere anche sulla sua pagina Facebook.
Sergio
2 Comments
Faggioni dice cose sacrosante. E’ davvero difficile capire perché paesi come la Turchia, l’Iran, l’Iraq e la Siria preferiscano tenersi quei territori, creando i presupposti per avere una perenne guerriglia interna, anziché accordare loro la possibilità di costituirsi in regioni autonome, fra loro federate, in cui il popolo curdo possa ritrovarsi “nazione”! Può rappresentare la stura perché richieste analoghe arrivino anche da altre etnie? E allora? Dobbiamo continuare in un mondo dove uomini e donne si combattono e s’ammazzano di continuo? Possibile che la RAGIONE non prevalga sull’interesse, spesso effimero e stolto? D’altro canto, però, dobbiamo anche fare i conti con chi governa e se, come nel caso degli Usa, principale potenza mondiale, al potere arriva uno come Trump, c’è ben poco da sperare!
La posizione che andrebbe presa verso il popolo curdo è il sostegno totale alla loro lotta. Si verrebbe a sostenere una “liberazione dell’oppresso” dal basso (da loro!) senza la funesta esportazione della democrazia, che in Iraq non ha fatto altro che portare un vuoto che poi è stato riempito dall’Isis.
P.S.: Consiglio la lettura del romanzo a fumetti ‘Kobane Calling’ di Zerocalcare, uscito l’anno scorso
MT