Chiamatela vanità ma non posso non postare questa presentazione che il grande Carlo Ricchini mi ha dedicato. Lo ringrazio pubblicamente tanto.
Sergio
Ho letto in questi giorni l’ultimo libro di Sergio Staino. A Sergio mi lega una ferrea amicizia, specie da quando, redattore capo centrale de l’Unità, proposi al direttore Emanuele Macaluso di apportare alcuni rinnovamenti al giornale: fu allora che arrivarono sul quotidiano del Pci le vignette di Bobo.
Il libro ha per titolo “Quell’idiota di Bobo” e per sottotitolo “In difesa del buonismo nella vita, nella satira e nella politica”. L’editore è La nave di Teseo. Sergio Staino è la prima firma del volume, seguita da quella di Mario Gamba, docente di storia e filosofia, autore di molti saggi su questioni della contemporaneità post-moderna e di alcuni libri per ragazzi, e Marco Feo, docente di storia dell’arte, collaboratore di diverse riviste di fumetto e creatore sul web dello “Sciacallo Elettronico”.
La purezza d’animo di Bobo
E’ un libro che si stacca da tutti gli altri e, naturalmente, si legge tutto d’un fiato, sia per gli scritti di Staino (sono riprodotti alcuni fumetti, ormai famosi per gli appassionati), sia per le considerazioni dei due docenti.
E va spiegato subito quell’”idiota” del titolo. Bobo, il personaggio inventato da Staino, ha ormai più di 40 anni. Ma non invecchia mai. Ha sempre rappresentato il militante di sinistra con molti dubbi, un “eroe quotidiano, buono, talvolta ingenuo, sempre benintenzionato, eterno sconfitto che non si arrende e continua a combattere per ciò in cui crede”, si legge nel risvolto della copertina. E poi: “Un idiota, direbbe qualcuno che non ha la sua purezza d’animo. Forse, ma un idiota nel senso di Dostoevskij, ossia un uomo con un’etica, vittima di un’idiozia che si presenta come bontà, compassione per i più fragili e, al contempo, sberleffo nei confronti dello “spirito del tempo” e di tutti i potenti”.
In queste frasi ci sono traccia e contenuto del libro. Mi sia permesso ora un interrogativo, che pongo soprattutto a me stesso: come poteva Bobo rimanere fuori dalle colonne dell’Unità? Infatti negli anni 80 entrò in quel giornale con disinvoltura, diventò parte della squadra, si trovò bene e molto a lungo in quella casa che divenne la sua. E questo fondamentalmente perché Bobo-Staino era parte di quella storia, di quel mondo che ruotava attorno al giornale dei comunisti italiani.
Insomma, si tratta di un libro bellissimo. Bobo e Staino vengono sottoposti ai raggi X da due studiosi che ne esaminano il linguaggio, gli atteggiamenti, i tic, le passioni. Leggendo quelle 170 pagine, non si può fare a meno di riflettere, di pensare, di sorridere. Ma anche di ridere. Come accade con il racconto della sorpresa di Sergio quando riceve la telefonata dello “Sciacallo elettronico”, o con le ristampe delle storie, forse dimenticate, del “Forno a microonde” e del “Beriatravaglio”. Un libro che riesce a scavare nel profondo il personaggio Bobo-Staino, con richiami alle opere letterarie e ai pionieri del fumetto. Il volume si chiude con una intervista, non ironica, a Sergio Staino: il suo passato, il suo lavoro, le più moderne tecnologie che usa per disegnare, ora che, per una malattia degli occhi, vede soltanto ombre.
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