30 maggio 2018
Domani a Trento si apre il festival dell’economia: ”Lavoro e tecnologia”.
Dopo la introduzione di Tito Boeri, parlerà Richard Freeman – università di Harvard – sul tema: ”robot mania”.
Conosciamo le ampie note sul punto di Irene Tinagli e Luca De Biase e soprattutto il volume ” I robot e noi’‘ di Maria Chiara Carrozza.
Carrozza sarà infatti a Trento e parteciperà il 2 giugno ad una tavola rotonda. Ed anche il refrain del prof. Paolo Dario – che dirigendo l’istituto di biorobotica, che collabora con i centri e le università di tutto il mondo come abbiamo veduto il 24 aprile nella nostra città – : che indica nella roboetica il cardine delle loro ricerche. Ricerche che nel campo biomedicale e plantoide sono tra le più apprezzate.
Adair Turner parlerà di : ” Capitalismo nell’età dei robot”. La sua analisi parte dal presupposto che molta produzione ad alta intensità di manodopera è facilmente automatizzabile. Più facile dove si manipolano oggetti duri -automibili ed elettronica – ma la crescita della AI e dei robot, renderà possibile presto anche quella dei materiali morbidi.
Turner – economista inglese ”Il debito ed il diavolo” – scrive che i robot cucitori permetteranno di automatizzare le fabbriche di vestiti e calzature. L’ Oil – organizzaione internazionale del lavoro – prevede che il 60-80% dei lavori nell’abbigliamento nei paesi meno ricchi potrebbe sparire per l’automazione.
Non è certo il quando ma di sicuro avverrà. Cita l’esempio della Adidas che in Bavierà impiegherà 160 lavoratori per 500.000- paia di scarpe all’anno. Se il resto della produzione del colosso, sparsa nel mondo, verrà automatizzato allo stesso modo potrebbe diminuire di molto il milione di operai attuali. Qui sarà il fattore del costo della manodopera nei vari paesi, ricchi o in via di sviluppo, a determanre se l’azienda avrà un beneficio dai robot oppure no: costo dei robot, contro i salari degli impiegati.
Nei paesi sviluppati, con l’industria orientata all’esportazione verso i paesi in via di sviluppo, la domanda è soltanto di quando avverrà .
Turner analizza il caso dell’India dove sta crescendo la popolazione e quindi dovranno essere creati 10-12 milioni posti l’anno per mantenere i livelli attuali di occupazione. L’India possiede già aziende importanti e competitive nel mondo talchè l’aumento della produzione e dei redditi potrà sostenere una economia dei consumi in crescita. L’altro fenomeno è lo sviluppo e l’automazione di alcuni settori che è compensato dal proliferare di impieghi mal pagati nei servizi, in attività che non è facile sostituire con robot.
Un’ultima notazione: dopo le disuguaglianze createsi dal 1800 al 1950 tra paesi come quelli dell’America settentrionale e della Europa occidentale ed il resto del mondo, nei recenti 70 anni molti hanno rimontato sviluppando le manifatture ad alta intensità di manodopera. Come il Giappone e la Corea. La produzione di beni per l’esportazione ha creato un processo di sviluppo che poi è andato avanti per conto proprio.
Quindi il fenomeno innovazione-robot è presente e da governare tra i fattori che distinguono i diversi paesi.
Ruggero Morelli
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