Ex sindaco di Pistoia, già presidente della Toscana, ministro del governo Prodi, già deputato e senatore, Vannino Chiti, dall’alto della sua esperienza e passione è la coscienza critica del Pd. Ancor di più all’indomani della cocente sconfitta nelle Comunali della sua città natale.
Presidente, Pistoia nuovamente al centrodestra. Lei è stato sindaco della città. Conosce benissimo il territorio. Che riflessione fa?
Provo una grande amarezza e delusione. È la sconfitta più grande avuta dalle sinistre a Pistoia. bbisogna analizzare le cause senza sottovalutazioni e senza anatemi. L’intero schieramento progressista nel Comune di Pistoia supera di poco il 40%: ci considero anche le liste alternative di sinistra. A Serravalle, comune del pistoiese, nel 2017 avevamo perso per 5 voti, ora per un migliaio2. Il Pd sperava nel ballottaggio almeno. Non è arrivato nemmeno quel risultato.
Perché?
“Il sindaco Tomasi ha saputo presentarsi come ‘civico’ : è stato aperto al rapporto con le persone. La città lo ha apprezzato. Vi era invece un giudizio critico per i risultati dell’amministrazione. Pistoia è andata indietro, non ha un disegno generale di futuro, ambizioni. E si avverte. Però non c’era apprezzamento neanche per il ruolo svolto dall’opposizione: interno all’istituzione, senza collegamenti solidi con i cittadini. Certo gli anni di covid non hanno aiutato. Ma il PD perde consensi. È apparso che noi avevamo un candidato di partito, che la coalizione progressista ancora una volta era divisa. Non siamo stati in grado di presentare accanto alle critiche un progetto di città. La destra, dopo la nascita del governo Draghi, non si può affrontare allo stesso modo. I valori alternativi non si tirano in ballo alle elezioni: devono dare coerenza al programma, alla iniziativa giorno dopo giorno. Questo vale per l’antifascismo, per il lavoro, l’ecologia, la salute, il diritto allo studio, i trasporti etc. Devono insomma essere tradotti nella attualità del presente, non nel solo ricordo del passato”.
C’è un problema più ampio di rappresentanza del Pd in Toscana come lei ha più volte evidenziato?
“C’è il problema del PD e prima ancora della nostra democrazia. Quando alle elezioni comunali al primo turno partecipa il 55% dei cittadini, il problema è serio. I partiti non riescono a parlare ai bisogni e alle speranze delle persone. Chi si fa carico di questa questione democratica? Il PD ha invece per me il problema di precisare con nettezza i suoi valori di riferimento, di costruire programmi e poi comportamenti coerenti. Solo qualche esempio: se si parla di ecologia e si fa il contrario nelle scelte, se non si è presenti con continuità sui temi dell’occupazione, del precariato, del welfare come si può dare motivazioni per essere con noi, non solo per votarci. Lo ripeto ancora : il PD è una Confederazione di correnti, che non producono analisi e cultura politica ma costruiscono equilibri interni per dividersi incarichi. Siamo per lo più dentro le sole istituzioni. Così tradiamo le ragioni e gli obiettivi che ci hanno fatto decidere di costruirlo. Temo che Letta si stia rassegnando a non poter cambiare il partito. Spero che non rinunci perché non è detto che ritorni la possibilità. E contentarci di un effimero primato nazionale sul 20% non ci aprirebbe le strade del futuro”.
“In democrazia è contendibile ogni Comune, Regione, governo nazionale. Si può partire in “pole position” ma, come dimostra in questo periodo la Ferrari, non arrivare primi al traguardo. Il PD secondo me deve costruire una nuova e ampia coalizione progressista, non ponendo né accettando veti o pregiudiziali. Ciò che conta è costruire insieme un programma di governo condiviso. Un programma su cui si è realmente uniti. Non la somma improvvisata di impostazioni contrastanti. E farlo per tempo perché senza partecipazione e dibattito pubblico non vive la democrazia e i partiti appaiono come una macchina alla ricerca di potere. Ciò oltretutto fa scomparire le loro diversità che, se fondate sul comune riconoscimento dei valori costituzionali e dell’Europa, sono una ricchezza indispensabile. La democrazia vive di un pluralismo che si confronta e affronta senza violenza”.
Il Movimento 5 stelle è quasi polverizzato. È giusto pensare a un percorso insieme?
“Dietro un partito o un movimento ci sono persone, convinzioni, bisogni, aspirazioni. Guai a sottovalutare. Dobbiamo costruire un percorso comune con tutti i progressisti. Ignorare il confronto e la possibilità di un’intesa con il Movimento Cinque Stelle porterebbe solo acqua alla destra. Del resto mi pare che le pregiudiziali si possano superare nel concreto dell’impegno politico : a Pistoia, ad esempio, Renzi ha dato il via libera all’accordo di Italia Viva con Pd e Cinque Stelle. Conterà la costruzione, a livello locale e nazionale, di programmi di governo. Questo, naturalmente, se ci si propone di vincere e si ha chiaro se si è con i progressisti o con la destra Letta sta creando unità nel partito. Le sfide di Pisa, Siena e Massa sono dietro l’angolo come le Politiche”.
“Letta fa bene a costruire l’unità. Bisogna che il pluralismo interno sia ovunque sentito e vissuto come una ricchezza, che ci si apra a un confronto vero, che le decisioni coinvolgano. Se si discute, le differenze non diventano lacerazioni. A Pistoia da anni non è avvenuto: si è visto l’amaro esito. Devo dire però a Letta – una persona che stimo, con cui ho lavorato anni nel governo e nell’impegno per dare vita al PD – che l’unità interna non è sufficiente. Gli iscritti al PD sono pochi, anche per scelta, la vita politica a cui si chiamano a partecipare è grama . Bisogna conquistare un mondo assai vasto, enormemente più vasto, che ci ha lasciato o non guarda a noi. Non ci riconosce, non trova rappresentati i suoi bisogni, difficoltà, speranze. Pensi al lavoro che manca, alla precarietà per tanti, ai salari bassi, alla insicurezza che ha portato lo scorso anno a 1221 morti. Pensi al costo del carburante, energia elettrica, gas, alle pensioni minime, alle disuguaglianze e povertà. Pensi ai servizi sanitari che peggiorano o ai tanti che abbandonano la scuola. Chi siamo noi come Pd? Siamo con il neoliberismo oppure siamo per una critica e riforma di questa società ? Troviamo le risorse per gli armamenti e non i 4 miliardi alla sanità per l’emergenza covid già affrontata, non da venire? Abbiamo paura a dire che con l’enorme debito pubblico è necessario e giusto che chi ha più risorse disponibili , enormi patrimoni, paghi per il risanamento e il futuro del paese? Questa è l’unità più ampia e necessaria da costruire : l’unità del Pd con il mondo del lavoro, dipendente e autonomo, con le giovani generazioni e il movimento delle donne, con quel mondo della cultura delle cui competenze facciamo nei territori a meno per arrogante superficialità e per il timore di turbare gli equilibri interni, da cui discende l’assegnazione di ruoli”.
Luigi Caroppo, La Nazione, 15 giugno 2022
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Scusa SERGIO io sono sicuramente un rompi coglioni ma mi domando , ma è mai possibile che si debba prendere sempre alcune realtà che non sono andate bene , guarda do una mano, analizzare la situazione di GENOVA ex la ROSSA oggi per la seconda volta in mano al centro destra destra , se vuoi posso dire alcuni perché , fai conto che la maggioranza dei voti in Genova sono arrivati dai quartieri più ” ricchi ” e più ” poveri ” . Allora non ho nulla in contrario a fare commenti interviste analisi su Pistoia e il PD che ora deve domandarsi ….. Ma vogliamo dire che in questa tornata elettorale il PD è il primo partito nonostante per l’ennesima volta qualcuno lo dava per morto o in coma , vogliamo parlare che al primo turno tre sindaci del PD sono stati eletti , che a LODI c’è il primo sindaco più giovane e che è del PD , vogliamo dire che in altre 15 città tra cui VERONA andiamo al ballottaggio . Spirito critico magari dirai , fin troppo dico io . Saluto
Caro Giovanni, la paralisa del nostro paese, sulle riforme necessarie al progresso della nostra comunità è proprio dovuta al: ” si, ma sono pannicelli caldi”, qualsiasi sia la soluzione abbozzata da qualsiasi parte venga. Così se il PD si presenta in tutti i comuni interessati al voto e vince in tanti, ma ovviamente non in tutti, è più importante evidenziare le sconfitte e non le vittorie, da parte di tutti. La cosa più grave però è che gli iscritti al PD che non condividono l’attuale linea del segretario nazionale Letta, condivisa dalla maggioranza del popolo dem, come hanno dimostrano le recenti elezioni amministrative, continuano a ripetere che la linea politica del partito è sbagliata e bisogna cambiarla, ignorando e disprezzano la volontà popolare dei votanti, Poi però le loro proposte vengono bocciate in tutte le istanze della nostra società, nonostante la loro insistenza. Forse dovrebbero fare un esame di coscienza e rendere più attraenti le loro proposte, ma soprattutto dovrebbero accettare l’attuale linea dei dem, condivisa, ripeto, a maggioranza dal popolo dem come dimostrano le recenti votazioni amministrative. La nostra democrazia rappresentativa prevede, ed è indispensabile, che chi vince comanda e chi perde si prepara a vincere ed ubbidisce ai vincitori, ma è sempre difficile da realizzare, soprattutto nel PD. Buona giornata a chi legge Antonio De Matteo Milano
Antonio mai pensato che nel PD ci fosse il vecchio senso di appartenenza che disciplinava il partito, da quando è nato 2007 primo segretario VELTRONI è sempre stato un travaglio , i due più rilevanti l’uscita di D’ALEMA E BERSANI con tutta una batteria al seguito , a Genova ancora ora tutti i così detti ” vecchi ” del PD prima PCI PDS Ds poi PD o sono in L&U IN SI e cosa più scandalosa , per me naturalmente , gestiscono il patrimonio immobiliare con la fondazione dei DS . Poi l’uscita di RENZI , meno male o peccato è stata un’altra uscita . Nel frattempo a sinistra così detta dello zoccolo duro di cui molti ” cani sciolti ” pseudo intellettuali della nominata RADICAL SCIC sempre a sentenziare criticare dare consigli e soprattutto a prefiggere la scomparsa del PD , devo dire che il caro SERGIO ne ospita molti , diciamo alcuni , il perché è più che chiaro , è più attraente criticare che proporre positivamente , attira e interessa di più, tenendo conto che lo fanno da fuori PD , pochi e in altro modo dentro . Vengo al dunque , certamente chi vota PD è più avanti del suo gruppo dirigente come è più avanti anni luce di chi critica il PD da “sinistra ” . Non voglio assolutamente insegnare nulla a nessuno , oggi io sono attivo molto da lontano …… Ma seguo le vicende politiche del paese e del PD , ho notato una cosa , tutti o quasi i candidati del PD sono persone sotto i 40 anni , così vale più o meno per i gruppi dirigente nazionale regionali provinciali cittadini , es , a Genova io non ne conosco uno personalmente , mentre prima li conoscevo tutti o quasi . Questo cosa significa , per me che nel PD c’è una nuova generazione che sicuramente avrà le così dette ” correnti ” ma nulla al riguardo di prima . Sempre secondo me naturalmente , credo che oggi ci sia più ” unità ” di stare nel PD indipendentemente da chi è segretario, così si è visto con MARTINA POI ZINGARETTI OGGI CON LETTA , non sto dicendo che tutto funziona correttamente dico solo che per me oggi c’è più vicinanza tra BASE ELETTORI e soprattutto amministratori pubblici , forse un po’ meno tra i dirigenti del PD . Comunque sia dopo le scissioni le critiche le presunte scomparse del PD , il PD resta il primo partito più o meno sempre ,e su questo bisogna ragionare . Poi è chiaro che da soli non andiamo da nessuna parte e qui è tutta materia di discussione , personalmente non credo alle grandi ” ammucchiate ” a ” sinistra ” perlomeno intesa come pensano molti di ” sinistra ” . Oggi si è di sinistra perché i valori sociali non sono gli stessi dei populisti di destra , e questo è molto importante, si è di sinistra solo per il fatto di non fare governare le DESTRE , poi so benissimo che abbiamo sostenuto due governi di ” salvezza nazionale ” con dentro tecnici e altri partiti di destra , prima MONTI e poi per la situazione del COVID CONTE E DRAGHI , potevano starcene all’opposizione come fa la MELONI e criticare tutto e tutti, sicuramente se non succedeva qualcosa di peggio del peggio già vissuto, sicuramente oggi il PD sarebbe il primo partito a livello del 30% . Insomma c’è da discutere all’infinito così è la politica soprattutto in Italia , ci vuole chiarezza di cosa si sceglie e con chi stare , io ho scelto di stare nel PD perché lo vedo la continuità di in processo iniziato 75 anni fa , un processo oggi adeguato alla realtà che è profondamente cambiata, stare a fare quello che prima era meglio, dove quando, o che non siano di ” sinistra ” o che addirittura abbiamo tradito i valori ecc ecc non mi interessa, mi sento a mio agio nel principio fondamentale della costituzione del PD , un partito per unire tutti i DEMOCRATICI di diversa provenienza , non è facile ma io , direi noi , ci proviamo . Saluto.