Dedicata a Bobo che come il cervo non cambia idee.
Buona giornata e buona domenica a chi legge Antonio De Matteo Milano
Er cervo
«Un vecchio Cervo un giorno
sfasciò co’ du’ cornate
le staccionate che ciaveva intorno.
— Giacché me metti la rivoluzzione,
— je disse l’Omo appena se n’accorse —
te tajerò le corna, e allora forse
cambierai d’opinione…
— No, — disse er Cervo — l’opinione resta
perché er pensiero mio rimane quello:
me leverai le corna che ciò in testa,
ma no l’idee che tengo ner cervello»
“Era una No-Vax convinta, a settembre l’ospedale di Alessandria l’aveva sospesa dal lavoro che prestava come Operatrice sanitaria nel reparto di Chirurgia: ora Anna Caruso, 64 anni, di Acqui, è morta di Covid nel reparto di Rianimazione di Tortona, dove era ricoverata da giorni.
La donna era stato in prima linea nella battaglia contro i vaccini, definiva “finta” la pandemia e aveva postato video in cui si scagliava contro quella che definiva una «dittatura sanitaria.”
La suddetta notizia è stata riportata dal giornale La Stampa di Torino e mi sconforta e rattrista molto. Come può un essere umano immolarsi in nome di un principio che nega la realtà dei fatti? La signora defunta ha preferito abbandonare definitivamente l’affetto dei suoi cari, ai quali vanno le mie sincere condoglianze,
credendosi invulnerabile contro il covid-19.
Al di là di ogni ragionevole dubbio, Secondo me, la realtà non può essere continuamente rifiutata il nome di un principio, un Dogma che non ammette discussione. I seguaci del suddetto principio o dogma per fortuna sono e saranno sempre pochi: la storia umano lo certifica e lo certifichera’ sempre.
Speriamo che l’enorme sacrificio succitato, possa servire a convincere almeno qualcuno dei numerosi “no vax” esistenti sul nostro pianeta. Grazie per l’attenzione e tantissimi auguri per una vita serena ed in pace a chi legge e soprattutto ai no vax.
Antonio De Matteo Milano
Questa poesia voglio dedicarla ai no vax che, come Venezia si arrese, combattuta da un morbo sconosciuto ed invincibile all’epoca, agli Austriaci, nell’anno 1848, esponendo la bandiera bianca, in pari misura loro si arrendono al covid19 nonostante abbiano un’ arma efficacia per batterlo come il vaccino. Grazie per l’attenzione Buona giornata Antonio De Matteo Milano
L’ULTIMA ORA DI VENEZIA
È fosco l’aere,
È l’onda muta!…
Ed io sul tacito
Veron seduto,
In solitaria
Malinconia,
Ti guardo, e lagrimo,
Venezia mia!
Sui rotti nugoli
Dell’Occidente
Il raggio perdesi
Del sol morente,
E mesto sibila,
Per l’aura bruna,
L’ultimo gemito
Della laguna.
Passa una gondola
Della città:
― Ehi! della gondola
Qual novità ?
― Il morbo infuria…
Il pan ci manca…
Sul ponte sventola
Bandiera bianca! ―
[p. 129]
No, no, non splendere
Su tanti guai,
Sole d’Italia,
Non splender mai!
E sulla veneta
Spenta fortuna
Sia eterno il gemito
Della laguna!
Venezia, l’ultima
Ora è venuta;
Illustre martire,
Tu sei perduta;
Il morbo infuria,
Il pan ti manca,
Sul ponte sventola
Bandiera bianca!
Ma non le ignivome
Palle roventi,
Nè i mille fulmini,
Su te stridenti,
Troncan ai liberi
Tuoi dì lo stame:
Viva Venezia:
Muor della fame!
Sulle tue pagine
Scolpisci, o Storia,
Le altrui nequizie
E la tua gloria,
E grida ai posteri
Tre volte infame
Chi vuol Venezia
Morta di fame.
Viva Venezia!
Feroce, altiera,
Difese intrepida
La sua bandiera;
[p. 130]
Ma il morbo infuria,
Il pan le manca;
Sul ponte sventola
Bandiera bianca!
Ed ora infrangasi
Qui sulla pietra,
Finch’è ancor libera,
Questa mia cetra.
A te, Venezia,
L’ultimo canto,
L’ultimo bacio,
L’ultimo pianto!
Ramingo ed esule
Sul suol straniero,
Vivrai, Venezia,
Nel mio pensiero;
Vivrai nel tempio
Qui del mio cuore,
Come l’imagine
Del primo amore.
Ma il vento sibila,
Ma l’onda è scura,
Ma tutta in gemito
È la natura:
Le corde stridono,
La voce manca,
Sul ponte sventola
Bandiera bianca!
4 Comments
Dedicata a Bobo che come il cervo non cambia idee.
Buona giornata e buona domenica a chi legge Antonio De Matteo Milano
Er cervo
«Un vecchio Cervo un giorno
sfasciò co’ du’ cornate
le staccionate che ciaveva intorno.
— Giacché me metti la rivoluzzione,
— je disse l’Omo appena se n’accorse —
te tajerò le corna, e allora forse
cambierai d’opinione…
— No, — disse er Cervo — l’opinione resta
perché er pensiero mio rimane quello:
me leverai le corna che ciò in testa,
ma no l’idee che tengo ner cervello»
“Era una No-Vax convinta, a settembre l’ospedale di Alessandria l’aveva sospesa dal lavoro che prestava come Operatrice sanitaria nel reparto di Chirurgia: ora Anna Caruso, 64 anni, di Acqui, è morta di Covid nel reparto di Rianimazione di Tortona, dove era ricoverata da giorni.
La donna era stato in prima linea nella battaglia contro i vaccini, definiva “finta” la pandemia e aveva postato video in cui si scagliava contro quella che definiva una «dittatura sanitaria.”
La suddetta notizia è stata riportata dal giornale La Stampa di Torino e mi sconforta e rattrista molto. Come può un essere umano immolarsi in nome di un principio che nega la realtà dei fatti? La signora defunta ha preferito abbandonare definitivamente l’affetto dei suoi cari, ai quali vanno le mie sincere condoglianze,
credendosi invulnerabile contro il covid-19.
Al di là di ogni ragionevole dubbio, Secondo me, la realtà non può essere continuamente rifiutata il nome di un principio, un Dogma che non ammette discussione. I seguaci del suddetto principio o dogma per fortuna sono e saranno sempre pochi: la storia umano lo certifica e lo certifichera’ sempre.
Speriamo che l’enorme sacrificio succitato, possa servire a convincere almeno qualcuno dei numerosi “no vax” esistenti sul nostro pianeta. Grazie per l’attenzione e tantissimi auguri per una vita serena ed in pace a chi legge e soprattutto ai no vax.
Antonio De Matteo Milano
Bravo Antonio,
Sergio
Questa poesia voglio dedicarla ai no vax che, come Venezia si arrese, combattuta da un morbo sconosciuto ed invincibile all’epoca, agli Austriaci, nell’anno 1848, esponendo la bandiera bianca, in pari misura loro si arrendono al covid19 nonostante abbiano un’ arma efficacia per batterlo come il vaccino. Grazie per l’attenzione Buona giornata Antonio De Matteo Milano
L’ULTIMA ORA DI VENEZIA
È fosco l’aere,
È l’onda muta!…
Ed io sul tacito
Veron seduto,
In solitaria
Malinconia,
Ti guardo, e lagrimo,
Venezia mia!
Sui rotti nugoli
Dell’Occidente
Il raggio perdesi
Del sol morente,
E mesto sibila,
Per l’aura bruna,
L’ultimo gemito
Della laguna.
Passa una gondola
Della città:
― Ehi! della gondola
Qual novità ?
― Il morbo infuria…
Il pan ci manca…
Sul ponte sventola
Bandiera bianca! ―
[p. 129]
No, no, non splendere
Su tanti guai,
Sole d’Italia,
Non splender mai!
E sulla veneta
Spenta fortuna
Sia eterno il gemito
Della laguna!
Venezia, l’ultima
Ora è venuta;
Illustre martire,
Tu sei perduta;
Il morbo infuria,
Il pan ti manca,
Sul ponte sventola
Bandiera bianca!
Ma non le ignivome
Palle roventi,
Nè i mille fulmini,
Su te stridenti,
Troncan ai liberi
Tuoi dì lo stame:
Viva Venezia:
Muor della fame!
Sulle tue pagine
Scolpisci, o Storia,
Le altrui nequizie
E la tua gloria,
E grida ai posteri
Tre volte infame
Chi vuol Venezia
Morta di fame.
Viva Venezia!
Feroce, altiera,
Difese intrepida
La sua bandiera;
[p. 130]
Ma il morbo infuria,
Il pan le manca;
Sul ponte sventola
Bandiera bianca!
Ed ora infrangasi
Qui sulla pietra,
Finch’è ancor libera,
Questa mia cetra.
A te, Venezia,
L’ultimo canto,
L’ultimo bacio,
L’ultimo pianto!
Ramingo ed esule
Sul suol straniero,
Vivrai, Venezia,
Nel mio pensiero;
Vivrai nel tempio
Qui del mio cuore,
Come l’imagine
Del primo amore.
Ma il vento sibila,
Ma l’onda è scura,
Ma tutta in gemito
È la natura:
Le corde stridono,
La voce manca,
Sul ponte sventola
Bandiera bianca!
Arnaldo Fusinato.