«Chi sono io? Sono stato un punk prima di tutti voi. Mi chiamano Enrico, Zio Rouge, il Capitano, Peter Pan, Enrico Decibel. Ma tu puoi chiamarmi semplicemente Enrico Ruggeri». Così si presenta l’autore di Contessa nel canale che ha aperto su Twitch tv. Frequenta i social, a 64 anni ha debuttato persino su TikTok e dopo 28 album di studio Ruggeri conquista il Premio Tenco alla carriera. Un riconoscimento prestigioso che arriva dopo anni di lontananza dal tempio della canzone d’autore.
Tre volte ospite negli anni Ottanta, poi silenzio.
«Non mi hanno più chiamato. Mi invitarono la prima volta che già frequentavo anche il Festival di Sanremo, avevo fatto Contessa, Nuovo swing e Rien ne vas plus, avrei poi vinto con una canzone non da Tenco come Si può dare di più. Mi dissi: “Sanremo è un mezzo, il Tenco un fine”. Il mio entusiasmo per il Tenco era incondizionato».
La motivazione del premio ruota intorno alla sua capacità di scrivere i testi.
«La sfida era muoversi in un contesto rock ma fare bei testi per cantare delle storie. Il problema è che il rock non lo abbiamo inventato noi e l’italiano è poco adatto. Credo che neanche Dante Alighieri sarebbe riuscito a fare una buona versione italiana di Smoke on the water ».
Il testo di una canzone ha dignità letteraria?
«Il mio riconoscimento l’ho già avuto: sono uscite antologie scolastiche con i testi di mie canzoni, come Il mare d’inverno. La canzone non è né più né meno nobile della poesia, è un’altra cosa, deve fare i conti con la sintesi, con la rima, con la musicalità della parola, deve essere arrangiata e cantata bene. Sono tanti i fattori nel mosaico, è un’arte complicata».
Ha criticato i social eppure ha appena esordito su TikTok.
«È un social che solo ad entrarci si rabbrividisce. Io ci sono andato a raccontare dei libri. Uno abituato ai balletti di TikTok quando si ritrova me davanti che gli parlo di Opinioni di un clown di Heinrich Böll di sicuro ha uno choc. Il gioco è anche questo, cercare di migliorare il mondo, e farlo ognuno per la sua parte».
Resta insomma della teoria punk e anarchica di occupare spazi per cambiarli dall’interno.
«Io sono il re della guerriglia nel territorio nemico. Intanto perché è divertente e poi perché se un tempo si diceva “épater le bourgeois” e per farlo ci si vestiva con un sacco dell’immondizia e ci si tingeva di biondo, oggi forse “épater le bourgeois” è andare su TikTok e parlare di Heinrich Böll. Stranamente è diventata virale, 200 mila visualizzazioni. Sono gocce nel mare, chi mostra le tette ne fa milioni ma su quel piano non posso molto».
Anche Battiato ricevette il Tenco: 40 artisti gli hanno reso omaggio all’Arena di Verona, lei non c’era.
«Non sono stato invitato, non faccio parte di quel salotto. Devo dire che mi è spiaciuto molto, Franco lo conoscevo bene: una persona catapultata in questo mondo da un’altra dimensione che un giorno decide di vendere un milione di dischi e ci riesce».
Il Tenco si tiene all’Ariston, ci tornerà per il Festival?
«Questo Festival privilegia i cantanti con tre milioni di contatti. Diciamo che non mi sento adatto a questa linea editoriale».
Carlo Moretti, la Repubblica, 4 ottobre 2021
Leave A Reply