Da punti di vista diversi soprattutto tre articoli (Breda sul Corsera, Cesaretti sul Giornale e Colombo sul Quotidiano Nazionale) ci spiegano una semplice verità: non ha senso chiedere al Presidente Mattarella di rinviare lo scioglimento se non si è in grado di garantire che esiste una precisa maggioranza in grado di approvare la legge sulla cittadinanza, che peraltro dovrebbe per forza essere approvata con un voto di fiducia stante l’ostruzionismo del centrodestra. Né c’entra nulla il voto del Senato che è stato sulla verifica del numero legale e non sul merito della legge.
Rinviare significherebbe solo esporre il Governo a una sconfitta parlamentare certa, cosa che gli renderebbe estremamente difficile gestire gli impegni successivi in Italia e in Europa perché sarebbe di fatto delegittimato.
Al di là della buona fede di singoli, che possono essere motivati su una causa condivisibile, da parte di molti si tratta pertanto solo di una manovra politica per attaccare direttamente il Presidente della Repubblica e il Presidente del Consiglio e, attraverso di loro il partito di maggioranza relativa. Né si salverebbero neanche i Presidenti delle Camere perché, nonostante la loro collocazione politica, nel loro ruolo istituzionale non possono in buona fede supportare il rinvio davanti al capo dello Stato, ben conoscendo la verità dei numeri. Ovviamente questa brillante manovra politica potrebbe avere nel caso, una volta delegittimate le massime cariche istituzionali, solo l’effetto di rafforzare il M5S, in quanto forza critica dell’intero sistema. Per una paradossale eterogenesi dei fini i sostenitori del rinvio porterebbero quindi, se la loro campagna avesse eco significativa, acqua al partito che è stato decisivo in termini numerici per affossare la legge.
E’ invece evidente a tutti coloro che condividono il cambiamento della logica della concessione della cittadinanza che nel prossimo Parlamento solo il successo della coalizione di centrosinistra costruita intorno al Pd potrebbe garantire l’approvazione della legge. Gli altri schieramenti maggiori sono decisamente contrari e gli altri sono solo liste a vocazione minoritaria, specie nei collegi uninominali dove non hanno nessuna possibilità di successo.
2 Comments
Non fa una grinza. In quanto alla buonafede, in Italia ne gira pochissima. Mala tempora currunt….
Difatti Mattarella ha chiuso la legislatura!