La bella citazione, inspiegabilmente in latino, significa: “Giove toglie prima il senno a colui ch’egli vuol mandare in rovina”.
I sondaggi danno il Pd al 23,4%, in caduta libera. Perché? Cioè quali ne sono i motivi secondo lei?
Potrei dirle perché se corri veloce contro un muro e alla fine ti fai male non ha senso prendersela col muro. Il Pd perde consensi da almeno tre anni ma dal vertice non si è mai voluta indagare fino in fondo la ragione. Certo che bisogna rivendicare le cose buone fatte come da ultimo la legge sul biotestamento ma se qualche milione di persone ti volta le spalle e continui a dire che tutto ha funzionato a meraviglia il muro si fa sempre più vicino.
Orlando dice che “Renzi non ascolta più nessuno”. È vero? Il giglio magico é entrato in modalita’ arrocco, pericolosamente negativa per il partito?
Io guardo i fatti e quelli dicono che il rapporto del gruppo dirigente del Pd col Paese si è incrinato. D’altronde il referendum di un anno fa lo certificò ma anche allora vi fu chi rivendicò il 40 per cento come un dato positivo da cui ripartire. In realtà avevamo perso contro il 60. E per ragioni più profonde di una campagna sbagliata.
È stato un errore chiedere e pretendere la commissione d’inchiesta sulle banche da parte del Pd?
Se voleva indicare la via legislativa per evitare che altri scandali potessero ripetersi quella commissione doveva partire molto per tempo. L’errore è stato arrivarci a scadenza di legislatura quando il rischio di trasformarla in un’arena impropria della campagna elettorale era scontato. E infatti è puntualmente accaduto.
La Boschi si dovrebbe dimettere da sottosegretario perché da ministro ha mentito al Parlamento come dicono le opposizioni?
La Boschi ha smentito ma al netto di questo penso che avrebbe fatto bene a seguire l’esempio di Renzi e dopo la sconfitta della sua riforma evitare di entrare nel nuovo governo. Ci sono momenti della vita politica dove dire dei no aiuta a difendere la propria credibilità. Per quanto mi riguarda l’errore di fondo sta lì.
In ogni caso, anche se non si dimettesse, la Boschi é diventata un “problema” per il Pd?
Il problema del Pd è che troppo spesso trasmette un’ansia del potere come fine. Penso a quel pugno di voti confluiti l’altro giorno su Micciché. Penso che ci sono realtà dove io farei fatica a iscrivermi a questo partito.
Capitolo alleanze. Le due liste collegate, quella centrista e quella ulivista, non sono troppo deboli e spurie?
Se la domanda è “era meglio costruire una coalizione larga assieme a Grasso e Pisapia?” la mia risposta è sì. Non solo era meglio ma fino all’ultimo avremmo dovuto tentare. Io ho chiesto e richiesto al Pd di accogliere il voto disgiunto che avrebbe tenuto aperto lo spiraglio di un centrosinistra più competitivo. Si è risposto con la miopia di chi pensa agli altri come all’intendenza che segue e il famoso muro si è avvicinato di un altro po’. Adesso serve un cambio di direzione altrimenti il rischio è lasciare strada alla destra peggiore.
Quale rapporto bisogna tenere in campagna elettorale con i fratelli coltelli di Mdp?
Bisogna evitare una campagna fratricida a sinistra. Io voglio battere la destra perché temo un Paese nelle mani di forze e valori ostili al minimo sindacale della civiltà e della democrazia. C’è chi lo farà dal Pd mentre altri lo faranno da posizioni e scelte diverse. Dico che serve rispetto tra chi negli ultimi vent’anni ha combattuto nello stesso campo. Poi so bene che la sfida sarà difficile perché oggi quel campo si presenta comunque diviso.
Se dopo le elezioni nessuno avesse la maggioranza il Pd dovrebbe appoggiare un governo di larghe intese con FI? O un governo tecnico con M5S e LeU magari con Grasso premier?
Renzi ha escluso qualunque accordo con la destra. Per quanto mi riguarda sarà così. Penso che l’obiettivo dev’essere gettare le basi di una alleanza con le forze e culture più prossime. Ecco perché quando leggo di tattiche spavalde per sfidare nei collegi le personalità della sinistra uscite dal Pd viene spontaneo pensare “Quos vult Iupiter perdere dementat prius.”
Quale ruolo bisogna dare a Gentiloni in campagna elettorale e dopo?
È il capo del governo, ha introdotto uno stile e un profilo propri. Li preservi.
La sua area è stata convocata il 13 gennaio a Roma. Quale contributo pensa possa dare al Pd? E Lei si candiderà? E se si dove?
Il 13 gennaio indicheremo le parole e le proposte che pensiamo decisive. Saranno parole e idee di discontinuità rispetto all’oggi. Diremo che dopo il voto sarà un dovere riflettere su tutto e al centro dovranno stare la costruzione di un nuovo centrosinistra e una rifondazione del Partito Democratico, della sua identità. Mi candiderò se mi verrà chiesto e solo se quelle idee avranno spazio e agibilità. Non ho mai cercato un posto. Io voglio una nuova sinistra.
Ettore Colombo
2 Comments
Vabbè, continuiamo così, facciamoci del male.
(Nanni Moretti – Bianca – 1984)
Farò anch’io riferimento a Moretti “Ma come parli! Le parole sono importanti”! (non ricordo in quale film).
Il giudizio sull’intervista? Inopportuna, Cuperlo semplicemente non doveva rilasciarla! Il PD trasmette “ansia di potere”? Ma per favore, quello che trasmette il PD è un clima di perenne dissidio interno, che i vari Cuperlo, Emiliano (vedi vicenda ILVA) e Orlando (vedi intervista al Corsera) continuano ad alimentare! Lo dico fuori dai denti, o la smettono e “fanno squadra” anche loro, oppure è meglio che se ne vadano, perché stanno facendo solo danni, e ricostruire sulle rovine è sempre dura!