Pisapia: “La mia prospettiva è l’Ulivo”.
È davvero imbarazzante notare come uno stimato professionista, ex-sindaco, ora corteggiato esponente politico, possa impunemente propalare così grossolane falsità.
Pisapia ha 68 anni, nel 1995 era in Italia, non era in missione in Groenlandia, e dovrebbe ricordare bene che l’Ulivo nacque come convergenza tra PDS (poi DS) e Popolari, più altre formazioni minori di centro o centrosinistra.
La sinistra radicale, Rifondazione Comunista per intenderci, era FUORI e rimase fuori, salvo fare accordi di desistenza elettorale nel 1996 e poi far cadere il Governo Prodi-Veltroni nel 1998: una delle pagine più oscene e vergognose della storia della sinistra italiana.
Nell’Ulivo la forza più a sinistra era e rimase sempre il PDS (poi DS), salvo accogliere Cossutta DOPO l’ennesima scissione conseguente alla pugnalata alle spalle di Bertinotti.
Questa è storia, non sono opinioni.
Ora, i casi sono due:
- o Pisapia considera il PD (per intenderci, quel Partito nato 10 anni fa dai DS e dalla Margherita, non dimentichiamolo!) come un partito di centro, avulso dalla storia del centrosinistra, e quindi vede lui ed il suo Campo al posto dell’allora PDS;
- o Pisapia presenta una meta-realtà, che non esiste se non nella sua narrazione di comodo, e quindi confonde le idee ai suoi interlocutori.
Nel primo caso risulta perlomeno offensivo verso tutto il PD, che dovrebbe ribellarsi a gran voce, nel secondo commette una scorrettezza imperdonabile.
Mi mette l’angoscia il fatto che nessuno dei grandi, medi e piccoli commentatori politici di ogni tendenza, sempre pronti a fare le pulci a tutto (soprattutto al PD), non abbia mai contestato all’Avvocato una così macroscopica panzana.
Pisapia tenta evidentemente di appropriarsi dell’eredità dell’Ulivo, ancora molto valida, e lo fa manipolando senza scrupoli la storia, che invece dice tutt’altra cosa: l’Ulivo è diventato PD nel 2007.
C’è scritto anche su Wikipedia (prego, controllare!).
Pisapia oggi sta perseguendo un altro obbiettivo: sta cercando di costruire una forza a sinistra del PD, insomma una nuova Rifondazione Comunista, e nel farlo trova anche tanti concorrenti per lui molto scomodi e riottosi: è cosa legittima, per carità, ma, per favore: GIU’ LE MANI DALL’ULIVO, che tra l’altro sta ancora nel nostro marchio, lì in bella mostra.
PS: chissà cosa ne pensa D’Alema della prospettiva dell’Ulivo …!
Ernesto Trotta
8 Comments
Caro Sergio,
l’esperienza di dialogare s un blog come sai è per me nuova, e non sono sicuro di voler continuare. Scrivo solo per manifestare il mio disagio per il modo come problemi seri, e drammatici, vengono affronatti con l’insulto (Trotta), e con la certezza delle proprie opinioni e giudizi (Turani). E’ anche del tutto improduttivo, in questa fase della politica italiana (e internazionale), concentrare la discussione su Renzi, sulla sua difesa a prescindere. Ora, che Renzi sia oggetto di attaacchi anche pretestuosi è vero; ma assumerlo come metro di valutazione di tutta la politica attuale è francamentedannoso, poiché impedisce una sana, seria, e dovuta discussione senza steccati e personalismi. Invece, si cade nel ricatto degli uni e degli altri, e che fa comodo agli uni e agli altri. Gli avversari di Renzi personalizzano, ma Renzi è ben contento, dato che è il primo responsabile della personalizzazione, per i suoi compoirtamenti e modi. Io vorrei sentirmi libero di muovere critiche senza dover sottopormi al test del DNA sugli schieramenti. Solo alcune considerazioni in questa direzione: se si critica Mdp si hanno buone ragioni; ma la conseguenza non è necessariamente che ha ragione Renzi; certo, dobbiamo vincere, ma siamo sicuri che la strategia renziana sia vincente? Intanto, non la si capisce bene, poiché la cambia spesso senza discuterne, solo via tweet. Non riassumo le diverse posizioni che ha ssunto verso il govenro Gnetiloni, sull’Europa, su AP e Alfano, sullo stesso Pisapia. Ma la cosa più seria,e rivelatriced, è che non ho mai letto un comunicato della segreteria o della direzione dle PD, su nessun tema. Parla il capo, perché la tesi è che lo hanno votato alle primarie, quindi discorso chiuso. Ma chiuso su che cosa? Sull’esigenza di una seria discussione nel PD sui problemi aperti, che poi cambiano continuamente e velocemente? Capisco l’esigenza di una forte presenza personale del nostro segretario, visot che deve competere con altri protagonsiti che tengono la scena avendo partiti personali: Berlusconi, Salvini, Grillo etc. ma il PD dovrebbe essere un’ altra cosa; e i modi della discussione chi li deve promuovere, s enon il segretario? Invece, è più comodo scegliere come interlocutori i nemici, come D’Alema etc., e coniare slogans che diventano,a furia di ripeterli, verità. Oggi, il PD non vince da solo, e credo che non vinca nemmeno con Alfano (che peraltro torna all’ovile, vedi dichiarazioni di Lupi). Allora, Pisapia vive in Groenlandia, Mdp ha tradito, gli altri nemmeno a parlarne, per fortuna (almeno spero); quindi, andiamo da soli? Può darsi che Renzi abbia in mente la carta vincente, ma a me piacerebbe che la politca non fosse una partita a poker al buoi, vorrei vederla questa carta. Manca purtroppo una classe dirigente all’altezza dei problemi, e difenmdere o attaccare Renzi non mi pare la cosa più importante per uscire da questa situazione.
Guido Clemente
Caro Guido,
come puoi facilmente controllare, io non ho mai nominato Renzi (tu lo nomini una decina di volte), non ho insultato nessuno, ho solo ricordato dati storici inconfutabili e fatto qualche modesta considerazione politica.
Tu, piuttosto, quando dici “esigenza di una seria discussione”, cosa intendi? Manca forse il dibattito nel Partito? Stiamo per fare una Conferenza Programmatica importantissima, nessuno ha messo bavagli a nessuno, non sarà che “discutere”, sotto sotto, significa dare pregiudizialmente ragione alla minoranza, o peggio, a chi ha lasciato il Partito?
Perché nel Partito, com’è naturale che sia, c’è una maggioranza uscita dal Congresso, e una o più minoranze, legittime ed anche molto utili, purché accettino il terreno di confronto comune, senza pretendere di avere per forza ragione su tutto.
La dialettica democratica non può essere mai fine a se stessa: deve essere funzionale a raggiungere l’obbiettivo primario del Partito, che è quello di andare a governare e cambiare il Paese, coerentemente con un programma. Cosa che con fatica, e si spera col contributo di tutti, ci apprestiamo a fare.
Usciamo dai luoghi comuni: Renzi è il Segretario del Partito e lo resterà per altri 4 anni.
Mettiamo da parte, per una volta, il passato recente o remoto: abbiamo il compito immane di portare l’Italia fuori dalla crisi e fuori dalla presa dei populisti, della destra, ma anche dei massimalisti inconcludenti.
Con amicizia,
Ernesto Trotta
PS: un invito: non rinunciare a dare il tuo contributo sul blog. Discutere in fondo è utile.
Questo secondo contributo è sensato. Io nomino Renzi perché di lui si parla nche quando non lo si nomina. Un’unica contestazione: torniamo al mantra ” é segretario per altri 4 anni”. E allora? Ci sono tanti modi di non far discutere e Renzi (lo nomino ancota) li usa tutti. Io ho in mente un partito che veramente diventi maggioritario, ma il segretario non dice come. Non mi pare poco. E la discussione interna non c’é. Inoltre, non riconoscere gli errori (da qui era partito il mio discorso) e riconoscere solo le responsabilità altrui non aiuta. Chedere al segretario di fare un’analisi del perchè stiamo perdendo da oltre un anno,referendum, amministrative etc., non mi pare che sia in contarsto col fatto che è stato eletto e rmane 4 anni. Una segretria non è una cambiale a scadenza quadriennale, è una conquisr
ta e unaverifica quotidiana
Scusa se insisto, ma il primo a perdere oltre 3, forse 4, milioni di voti, è stato Bersani nel 2013 con la sua scellerata campagna elettorale, tutta all’inseguimento di Mario Monti.
Questo per dire che i problemi hanno radici lontane, e da Bersani non ho mai sentito neanche l’ombra dell’autocritica che ho sentito da Renzi per il referendum, tanto per fare un paragone.
Inoltre nel frattempo in due occasioni (europee e referendum stesso) abbiamo comunque raccolto un 40% dell’elettorato, che non mi pare poco.
E’ evidente che ora è tutta un’altra partita, ma i punti di partenza non sono disastrosi. Dobbiamo crederci e cercare di non fare casino al nostro interno.
Ancora una volta non posso che dichiararmi totalmente d’accordo con Trotta. La “storiografia” dell’Ulivo da lui fatta corrisponde al vero e Pisapia, che saprà tanto di diritto, mi sembra che ne parli un po’ a vanvera. Mi inserisco nel dibattito per dire la mia.
Se c’è una cosa che mi fa andare in bestia è il continuo richiamo alla “necessità di una discussione interna al partito”, come se non ce ne fossero anche troppe di discussioni! Quelli che amavano (e amano) tanto discutere fino allo sfinimento sono i “fuorusciti”: tante discussioni per decidere mai nulla di significativo. Io li chiamo “i gattopardi”, quelli che dicono sempre che bisogna cambiare tutto ma che all’atto pratico si impegnano perché tutto rimanga immutato e, soprattutto, che per loro ci sia sempre una buona poltrona! Ricordo che D’Alema prima del referendum diceva che “una buona riforma si può fare in 6 mesi”, ma dopo quasi un anno aspettiamo ancora la sua proposta in tal senso! Uno dei motivi per cui ho appoggiato Renzi sta proprio nel suo “decisionismo” che, certo, l’ha portato anche a dire e fare parecchie cazzate, ma vivaddio lui ci ha messo la faccia e (cosa dell’altro mondo per i D’Alema, Bersani & co.!) SI E’ DIMESSO dopo la batosta del referendum! Vorrei che qualcuno dei tanti suoi denigratori mi citasse il nome di uno, uno solo, dei “leader” della sinistra che dopo uno sconfitta si è dimesso! Al riguardo basterebbe citare la celebre invettiva di Moretti. Che poi sia stato rieletto Segretario con quasi il 70% delle preferenze sembra che per Clemente non significhi nulla. Noi che l’abbiamo votato non capiamo nulla di politica, siamo, una massa di deficienti? Per quanto mi riguarda confermo la mia opinione: se alle politiche il PD andrà DA SOLO, con un programma fatto su misura per l’elettorato MODERATO, RIFORMISTA E PROGRESSISTA, di sinistra ma anche non, Renzi avrà buone possibilità di recuperare il “popolo del 40,9%” delle europee e del referendum. E se saprà giocare intelligentemente la “carta” Gentiloni per la Presidenza del Consiglio avrà una chance in più!
Bravissimo Ernesto Trotta, condivido fino all’ultima riga anche perchè confortato da dati di fatto e non da retorica spicciola di altri tempi. Guido Clemente, non riesco a venirti dietro su questa voglia di “discussione” che a me, con tutti i nuovi strumenti tecnologici a ns disposizione è assolutamente superiore a quella del passato. Se poi per “discussione”intendiamo quei fiumi, anzi oceani di dibattiti continui dove alla fine si chiudeva con “rivediamoci la prossima volta per approfondire” senza accorgersi che i problemi fuori dalla finestra rimanevano e anzi stagnavano sempre di più, beh! allora ….. La discussione deve avere una sintesi ed una azione successiva e l’input di Renzi, anche se iniziato timidamente da Veltroni, è quello di arrivare alla sostanza, alla proposta, alla soluzione dei problemi. Anche con errori? certo, è inevitabile, la perfezione non è cosa di questo mondo.
La cosa drammatica che ormai, dopo oltre 40 anni di militanza, NON SOPPORTO PIU’ è questo continuo stillicidio da parte di una minoranza che vuole governare una maggioranza, senza mettere nella propria strategia politica (come inevitabilmente ognuno fa nel proprio privato ) il “passo dopo passo” e invece pretendere tutto e subito come fossimo “l’ombelico del mondo”, ottenendo solo un risultato: far vincere gli altri.
Assegnare ancora a Renzi la sconfitta del referendum costituzionale è la più tragica miopia che una persona di sinistra possa avere. Con il NO al referendum non ha perso Renzi ma l’Italia e soprattutto la sinistra. Siamo tornati indietro di 20 anni (e forse più) con problematiche che ci trascineremo ancora per decenni con la gioia di coloro che godono e speculano sulla provincialità dell’Italia.
Ogni giorno che passa mi convinco sempre di più che per me il PD deve avere dei punti fermi:
1) tentare di raggiungere il 40% per governare da solo;
2) Sperare di non raggiungere la maggioranza relativa (con un sistema elettorale che si sta delineando) per vedersi costretto a fare un governo di coalizione, del presidente, ecc.
3) non accettare nessun Governo di coalizione e se perde andare all’opposizione punto. Basta con il senso di responsabilità , vincono il M5S o la Destra ? Benissimo (anzi malissimo) governassero loro senza se e senza ma.
Una cosa però mi sento di criticare al partito, ed è quella di decidersi a coinvolgere più attivamente i circoli territoriali , non come poteva essere una volta, ma mettendo in campo le nuove tecnologie di comunicazione con un PIANO di RETE ben organizzato e funzionale, che dia spazio alla partecipazione ma anche alla (in)formazione di chi poi opera con gli amici, al bar o al posto di lavoro.
Buona giornata a tutti
Gianni Moscatellini – CAVE (Roma)
Bravo Silvano, il PD è nato con una vocazione, quella Maggioritaria e su quella deve continuare a credere.
Da tanto non credo più a quei falsi sinistri che sotto sotto non vogliono cambiare nulla perché gli va bene così ( D’Alema bersani camusso e co.). Quest’ultima poi con tutta la CGIL non si occupa di chi non ha lavoro ma solo di chi il lavoro c’è l’ha ( e ‘ il suo mestiere).
Sono andato a sentire Renzi alla festa dell’Unita , ha spiegato le cose buone fatte nei mille giorni ma contrariamente ai ns. ex compagni ha anche ammesso di aver compiuto degli errori ( riforma della scuola) ed ha ammesso la sconfitta referendaria. Conosco molti compagni che hanno votato NO solo perché lo diceva il sindacato ma passiamo oltre.
Saltuariamente frequento il circolo PD della mia zona e non mi pare che non si discuta anzi a volte si litiga anche aspramente ma mai nessuno sbatte la porta. Quali altri partiti discutono così?
Sono convinto anche perché la storia c’è l’ha insegnato, che andare alle elezioni con l’estrema sinistra la sconfitta è assicurata e se dovessimo vincere il futuro è già scritto. I ns. Turigliatti alzerebbero subito il tiro sulla soppressione del jobs act e sulla riforma Fornero portando indietro le lancette dell’orologio e mettendo a rischio l’uscita dalla crisi.
Marco
Vorrei tornare al tema di partenza o meglio ad esaminare l’azione di Pisapia, al di là della storia dell’Ulivo che mi pare abbiamo vissuto tutti con appassionata partecipazione. Certo è un po’ forzata la voglia di Pisapia di reinterpretare l’Ulivo però non possiamo ricordare come l’Ulivo fu un movimento di base a larga partecipazione con al di fuori Rifondazione e le ali più estreme del massimalismo. Ricordo ancora le scritte sui muri contro il governo Prodi “nemico dei lavoratori”. Pisapia mi pare voglia portare ad una ipotetica coalizione il più possibile del campo della Sinistra non PD; non mi pare voglia ergersi a nuovo Prodi. E’ un tentativo generoso, di sicuro utile, probabilmente destinato al fallimento. Mi pare però che lui stesso sia consapevole della forte difficoltà a realizzarsi. Comunque è un percorso che può svelenire i rapporti tra il PD e una parte del popolo della Sinistra, anche se i leader scissionisti non credo molleranno la loro opera distruttiva. Non ho ancora nominato Renzi, pur avendolo sostenuto oltre che votato, in quanto mi pare abbia significativamente modificato non tanto il carattere quanto le modalità di gestione della battaglia politica. Mi pare si stia dando sempre più spazio ai vari Martina, Richetti etc, non solo ovviamente ai Gentiloni, Minniti, Padoan e Orlando. Mi piacerebbe il recupero di Cuperlo. Non citando alcun nome femminile potrò essere accusato di maschilismo ed allora citerò la Lorenzin, pur non essendo una dem. Va bè! come non citare la Serracchiani! In conclusione stavolta sta crescendo una bella squadra per una onorevole campagna elettorale. L’esito sarà quel che sarà, ma dobbiamo giocarlo consapevoli che dal suo esito dipendono non tanto i destini di questo o quell’uomo politico ma soprattutto le condizioni di vita del nostro popolo di riferimento.