Sono sempre più sorpresa dalla passione che i nostri connazionali mettono nella pratica del giudizio facile. Non solo quella che si esercita nelle chiacchiere al bar, ma quella che si esprime ogni ora del giorno attraverso i mezzi di comunicazione più ascoltati e diffusi. Si analizza, si giudica, si valuta, si esamina, e subito dopo vengono i rimproveri, le disapprovazioni, gli addebiti, le contestazioni, le accuse, gli insulti, le prediche, le grida.
Una pratica sempre più estesa e diffusa, che invade le nostre finestre sul mondo che, guarda caso, appaiono fisse e immobili come le tele che si appendono dietro le finestre finte in teatro.Chi giudica e rimprovera si considera al di sopra delle parti. Solo lui o lei conosce la soluzione dei grandi problemi della convivenza civile. Gli altri sbagliano, confondono, fanno i propri interessi. Lui invece ragiona e parla a nome del popolo italiano.
Non sto riferendomi solo alla politica, ma al giornalismo televisivo e radiofonico. Luoghi in cui si esibiscono le persone che hanno voce autorevole. Persone sempre pronte a giudicare e condannare chi, secondo loro, imbroglia, tradisce, mente, inganna; disposti anche a ridere dei poveri ingenui che si lasciano imbrogliare. Chi non ha voce in capitolo, assiste sbalordito a questa valanga di giudizi severi che si accavallano, si contraddicono, cercando di prevalere l’uno sull’altro. Il risultato disastroso è la perdita secca della fiducia nelle Istituzioni, prima si tutte la democrazia, in chi la rappresenta e in chi la racconta. Vorrei ricordare inoltre che chi insinua sempre nel comportamento degli altri malafede, inganno, menzogna e interessi privati, parte dal presupposto che questa sia la regola e che lui stesso la praticherebbe se potesse. Responsabilità? Zero. E paradossalmente: mancanza totale di giudizio, nel senso di consapevolezza, buon senso, saggezza, logica. Voglio solo ricordare un’altra parola oggi in disgrazia: Responsabilità. E per chi non l’abbia bene in testa, responsabilità significa tenere conto delle conseguenze delle proprie azioni. Semplice ma ostico per pensare all’oggi e mai al domani.
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Grandissima scrittrice e donna, Dacia Maraini: concordo umilmente su tutto quanto ha scritto nell’articolo pubblicato sul Corriere della Sera e postato su questo blog da Sergio. Peccato che nessuno dei frequentatori/ trice di questo blog abbia qualcosa da dire, anzi da scrivere,che è più difficile. La situazione della società mondiale è proprio quella che espone nei minimi dettagli la scrittrice. Io aggiungo qualcosa in più. Capita qualche volta a qualche essere umano di assumersi le proprie responsabilità nel caso di uno sbaglio e chiedere scusa. La risposta che ottiene dalla comunità in cui vive non è il perdono, ma la crocifissione, senza se e senza ma. Posteri miei, cambiate questa società prima che sia troppo tardi. Smettetela di cercare un capro espiatorio, come abbiamo fatto spesso noi vecchi, per giustificare sempre e comunque le vostre azioni. Assumetevi le vostre responsabilità, considerando, come dicevano i nostri avi latini che errare è umano, anzi, secondo me, è necessario: chi sbaglia poi scrive la storia umana. Per risolvere i problemi non è necessario attaccare e distruggere il mio interlocutore, ma è molto più utile cercare un compromesso con quest’ultimo. Le guerre hanno sempre portato all’umanità intera lutti e distruzioni. Spero e vi auguro a voi giovane e giovani, Che gestirete il prossimo futuro dell’umanità, un mondo in cui gli essere umani diventino “umani”, rispettandosi, amandosi ed insieme studiando e cercando di capire le leggi della natura, o di Dio per chi crede, al fine di dare un senso alla vita con serenità e passione. Buona domenica a tutti/e. Antonio De Matteo Milano