ZANDA, VOTA LO IUS SOLI ANCHE SE PERDI!
Ius soli: la legge non è in aula al Senato perché, dice Luigi Zanda capogruppo del Pd, i voti per approvarla non ci sarebbero. Lo stesso Zanda, però, dice che prima della fine della legislatura, il Pd vuole che il Senato discuta la legge. Non capisco. Se i numeri non ci sono oggi, non vedo come possano esserci tra qualche mese. Non a caso, infatti, i giornali della destra gridano vittoria e considerano la legge come già affossata. Vedo che anche il partitino di Alfano è contento.
Siamo di fronte a fatti che io considero inauditi. In Francia o in Gran Bretagna se una persona è nata o è cresciuta, se ha studiato in quei Paesi (ma anche in tanti altri), se non avesse la cittadinanza la popolazione dovrebbe essere drasticamente ridotta. Chi va a Londra o Parigi, vede che tanti cittadini con pelle scura circolano per le strade e sono loro che reggono l’economia della societàà. A Londra il sindaco è un pachistano. Quanti sono in Francia i giocatori di calcio con la pelle bianca? Pochissimi. L’America non sarebbe America se gli immigrati e i loro figli – e con essi tanti italiani – non avessero ottenuto la nazionalità. Tanto è vero che un grande sindaco di New York è stato La Guardia e oggi la stessa città è retta da un figlio di immigrati.
Scrivo queste cose perché il Pd e altre forze di sinistra o democratiche su questo tema non hanno fatto mai una battaglia politico-culturale nel Paese. Non basta presentare una legge se poi nei quartieri delle città, nelle piccole o grandi comunità, non esiste una forza politica che discuta con la gente e chiarisca come stanno le cose in Italia e nel mondo. Debbo notare anche l’assenza del sindacato: Cgil, Cisl e Uil tacciono come se questo tema non coinvolgesse non solo il mando del lavoro ma il carattere stesso della democrazia italiana.
Infine, vorrei dire a Zanda ed agli altri parlamentari: si voti lo ius soli in Senato. Se si perde dopo una battaglia parlamentare è cosa diversa di dare forfait anticipatamente, anche per capire cosa può essere la campagna elettorale e quali possono essere gli alleati che progettano un comune futuro di governo per il nostro Paese. Questo vale per Alfano e per tutti gli altri. Finiamola con questo teatrino che non ha nulla da dire sui problemi veri e drammatici dell’Italia.
Emanuele Macaluso
(13 settembre 2017)
https://www.facebook.com/emmacaluso
7 Comments
Romantico Macaluso!
Meglio perire a petto in fuori, crivellati dalle spingarde dei pirati, che sfacchinare nelle bettole dell’angiporto, alla ricerca di spie e loschi figuri, che però ci aiutino a raggiungere il tesoro.
C’è tutta una filosofia dietro il post di Macaluso: un po’ dannunziana, a dire il vero, ma certamente attraente ed affascinante.
Però non gli viene in mente che semmai, con l’avvicinarsi delle elezioni, si può barattare il consenso con qualcos’altro.
Che adesso è prioritaria la legge finanziaria, alla quale sono appese le condizioni di vita di tantissime famiglie, nazionali e non.
Che sulla cittadinanza non siamo proprio a zero; certo, lo ius soli è certamente meglio, è più giusto e civile, ma forse non è proprio urgentissimo, visto che lo si aspetta da anni.
Che magari infine, dopo una bocciatura dell’aula, non si potrebbe ripresentare la legge per anni. Perdio, un NO è un NO, come per il referendum. Rimettere il dentifricio nel tubetto è complicato assai.
Macaluso sa bene tutte queste cose, ovviamente: ma comunque le sue esternazioni sono sempre benvenute.
Lunga vita!
Se la politica è l’arte del possibile, allora si può anche rinunciare all’approvazione dello ius soli in questa legislatura. Però contemporaneamente serve strillare ai quattro venti che né ora né mai il PD ci rinuncierà, in modo che futuri possibli necessari alleati si regolino da subito. Altrimenti si appovano le finanziare ma si perde l’anima. Aspetto fiducioso gli strilli, magari appovati per una volta dal resto della sbrindellata sinistra italiana, compreso i sindacati.
La settimana scorsa alla Festa dell’Unità di Firenze il compagno Maurizio Martina ha strappato un enorme e meritato applauso quando ha urlato con passione che lo ius soli andava assolutamente messo in votazione, se necessario anche con la fiducia. Forza Maurizio!
Sulla necessità di approvare lo “ius soli” sono pienamente d’accordo, sull’opportunità di farlo ora, forzando la mano, molto meno! In politica, non dimentichiamolo mai, è necessario dar prova di “realismo” (in questo sono pienamente d’accordo con Trotta), capire quali sono le priorità del Paese, anche e soprattutto tenendo presente qual è il “sentiment” della gente. Macaluso non è nuovo a questi “voli pindarici”, attraenti, da “idealisti”, ma il realismo è altra cosa.
La risposta “realista” a Macaluso ha una sua logica, ma mostra anche il gravissimo limite della politica attuale del PD (più in generale dei partiti, ma ora stiamo parlando del PD). Un grande partito deve orientare, oltre che subire, il sentire delle persone. Nel caso specifico, questo sentire, che sembra maggioritario (?) si è formato sulla base di pulsioni e di sollecitazioni non propriamente limpide, e comunque non accettabili. Un grande partito, di fronte all’alternativa di dare l’impressione di una resa, o di far valere principi non rinunciabili di una democrazia e di una società fondata su uguaglianza di diritti e equità, deve scegliere la prima opzione. Solo la politica mediocre di questi tempi può subire il ricatto (parola forte, se ve ne viene in mente un’altra usatela) di una crisi di governo su una questione, come si dice fin troppo spesso, di civiltà. Tralascio altri argomenti più legati ad altre valutazioni che entrerebbero troppo nel giudizio sulle tattiche e strategie, che non competono a un comune cittadino; ma una cosa la vorrei dire: un voto in Parlamento, con la schiena ritta delPD, non farebbe forse chiarezza sulle finte del M5Stelle, che al solito fa finta di volere la democrazia diretta (referendum) ma in pratica blocca la legge? Se si è troppo realistici, o cinici, dobbiamo sapere che, anche a questo gioco, altri giocano meglio di noi. Noi perdiamo comunque, se non riusciamo a difendere ciò che siamo ( e che io spero veramente che siamo!)
Come non essere d’accordo con Trotta.
Mi chiedo il perchè dobbiamo lacerarci a sinistra su una legge proposta e voluta da noi ma che non riusciamo a tradurre in maggioranza parlamentare in Senato perchè altre forze politiche ci dicono di no.
Vogliamo far cadere il governo sullo jus soli senza aver votato la legge di bilancio?
Allora si che il PD esplode e distrutto elettoralmente, questo può far piacere a D’Alema e ai 5 Stelle ma non a noi.
Perchè Bersani invece di attaccare e minacciare il PD non cerca di convincere i 5 Stelle a votare la legge visto che li ritiene possibili alleati. Ci tenti, tutt’al più si beccherà una sonora pernacchia come tre anni fa.
Davvero Macaluso crede che sia oggi possibile la stessa forzatura fatta sulla legge delle Unioni Civili?
Le condizioni politiche e i rapporti di forza sono gli stessi?
Una bocciatura parlamentare non è mai un successo. E’ solo l’indizio di incapacità di saper cogliere la realtà delle forze in campo. Un conto è lo sforzo di orientare l’opinione pubblica su di un tema (e mi apre che tutto il PD lo stia compiendo sullo ius soli); un conto è saper contare i voti in Senato. Sarà poco appassionante il secondo, ma è indispensabile. Da minoranza si possono presentare leggi sapendo che verranno bocciate; si fa la figura dei sognatori. Come maggioranza presentare una legge e vederla bocciare si fa la figura dei coglioni.