Caro Sergio,
sorprendente la performance di Roberto Speranza versus Maurizio Martina ieri sera (26/10) dalla Gruber.
Stavo cucinando, era ora di cena, e quindi dai fornelli seguivo solo l’audio, senza guardare il video.
Per lunghi tratti non riuscivo a distinguere se l’interlocutore di Maurizio Martina (dall’inconfondibile cadenza bresciano-bergamasca) fosse Luigi Di Maio o l’annunciato Roberto Speranza.
Stessi argomenti, triti e ritriti, senza alcun supporto fattuale, stesso stile prevaricatore nell’interlocuzione, stessa carica astiosa verso il PD, verso Renzi ed anche verso Martina, che certo ha uno stile molto diverso da quello del Segretario.
Ad un tratto ho sentito la necessità di sospendere la preparazione dei fusilli con le zucchine (peraltro riusciti benissimo, malgrado Speranza/Di Maio) e girarmi verso il video.
Incredibile!
Speranza somigliava a Di Maio anche nell’espressione, l’occhio fisso e un po’ sbarrato, tipico dell’intolleranza e del fanatismo, taglio corto e pulitino da bravo ragazzo del sud, che si è trovato, non si sa bene come, nella politica importante e deve quindi farsi accettare dai grandi, gesticolazione accentuata e certamente provata davanti allo specchio o al monitor, due polli d’allevamento, come diceva Gaber!
Martina argomentava (cercava di argomentare) con calma, pacatezza ed ordine (e tanta pazienza!), si sforzava per arginare il fiume in piena della foga polemica dell’altro. Usava argomenti politici, condivisibili o meno, ma politici. L’altro insisteva sul tormentone dell’inciucio con Berlusconi e Verdini, sulla narrazione di un’Italia allo sfascio, a prescindere, a causa delle scellerate politiche renziane, tutti gli argomenti di Travaglio, diventato maestro anche di Speranza, oltre che di Di Maio.
E stamane l’altro maestro, D’Alema, da Giannini ribadiva gli stessi argomenti con sommo sprezzo del ridicolo, come se non ci ricordassimo più del Dalemoni di vent’anni fa e di Nanni Moretti che invocava “D’Alema, di’ una cosa di sinistra!”
Pensa tu: i maestri D’Alema e Travaglio, marciare divisi per colpire uniti. Che santa alleanza!
Caro Sergio, se solo ci fosse un briciolo di razionalità e di lucido discernimento nelle teste dei nostri amati concittadini, ci sarebbe da godere per l’inconsistenza dei nostri paradossali avversari.
Purtroppo razionalità e discernimento paiono merce rara, vedremo quanto rara solo il lunedì dopo le elezioni, e quindi prepariamoci ad una campagna elettorale dove serviranno nervi molto saldi.
Partiremo già lunedì 6 novembre, dopo le difficilissime elezioni in Sicilia, e poi via, a rotta di collo, verso un altro appuntamento elettorale dall’esito imprevedibile, con una legge nuova di zecca e con avversari che alzeranno al massimo il livello dello scontro.
Dovremo essere all’altezza. Con gli argomenti ed i fatti, contro la virulenza della polemica.
Questo sciagurato Paese continua a vivere sul filo del rasoio, sempre davanti a prove da giudizio di Dio, dentro o fuori, civiltà della politica o inciviltà dell’insulto, parassiti o costruttori del futuro, progressismo contro una conservazione becera e retriva.
Oggi sento un brivido lungo la schiena. L’unica cosa che so per certo è che bisogna provarci. E con la massima determinazione.
Con amicizia,
Ernesto Trotta
2 Comments
Voglio solo dire a Trotta che ammiro la sua capacità di sopportazione. Io, francamente. Speranza e tanti altri ex PD non riesco più a sopportarli, al punto che, come già faccio coi 5s, al loro apparire cambio canale. Con la particolarità che La7 non la guardo più da oltre un anno, tanto è indecentemente pro m5s, e in ogni caso contro Renzi a prescindere. Lo stesso dicasi per “In mezz’ora”, mentre non ho mai guardato “Cartabianca”. Per come la vedo io, i nostri a certe trasmissioni non dovrebbero proprio partecipare, così che chi vuole capire capisca.
Mail arrivata da Massimo Maini:
bravo ernesto trotta. Mi trovo totalmente d’accordo con te. Credo che, anche non conoscendoci, la nostra sintonia politica sia ampiamente datata. Sicuramente se potessimo avere io e te un incontro con D’Alema probabilmente potremmo fornire al “diavolo” montanelliano molti argomenti politici su cui riflettere, sempre che si privi del sacro furore che lo ha investito nell’ultimo quinquennio (magari a quell’incontro sarebbe gradita anche la presenza del “mai visto così indemoniato” Bersani). Per la cronaca, mi sono iscritto al FGCI nel 1962 (12 anni) ed al PCI nel 1974. Ho seguito sempre la linea del mio partito anche quando non collimava con le mie aspettative. Un pò come hanno fatto anche loro nella lunga militanza politica prima di scoprire che l’estetica (come non condividere la critica su alcuni atteggiamenti assunti dall’attuale segretario nei suoi approcci comunicativi) prendesse il sopravvento sui contenuti. Ecco, su quelli mi farebbe un immenso piacere discutere con D’Alema e Bersani, due compagni con cui ho lottato per un’Italia migliore e con cui mi auguro si possa tornare a lottare.
Un abbraccio a te ed al grande Staino, un compagno al quale tutti noi dovremmo guardare con immenso affetto e devozione per l’insegnamento politico che ci ha dato anche e soprattutto nei momenti più difficili della sua militanza politia e dei suoi risvolti professionali.
Massimo Maini