Mi chiedo con tanta amarezza: ma Camusso e Landini dove sono finiti? Quel ragazzo era un sindacalista e probabilmente ha dato la vita per questo ideale. Ed allora mi richiedo: Camusso e Landini dove sono? Possibile che i vaucher ( riferibile a circa uno 0,50 % degli occupati) meritano addirittura un referendum mentre l’omicidio di un lavoratore sfruttato non merita neanche la presenza dei segretrari generali della confederazione e della federazione più importante? Sono veramente amareggiato e indignato. Un caro saluto
Avevano un obbiettivo: sabotare il governo del PD, che aveva osato non inchinarsi ai loro dictat. Lesa maestà!
Hanno avuto quello che volevano.
Ora godono contenti.
Quei due rappresentano la peggiore segreteria sindacale di tutti i tempi.
E nessuno gliene chiede conto!!
Hanno fatto e continuano a fare danni ai lavoratori. Mi chiedo cosa aspettino a cacciarli coi forconi.
Ma c’è ancora vita nella CGIL?
Caro Ernesto,
evidentemente nella Cgil il PD non è presente, anche se le statistiche dicono il contrario, altrimente qualcuno dovrebbe rispondere alla tua provocazione. Una volta le idee dei partiti erano presenti in tutte le associazione imprenditoriali e dei lavoratori , forse troppo. ma adesso I partiti politici vedono le associazione come nemici d’ abbattere e non da conquistare.
Bisogna tornare a dialogare con tutte le associazioni senza cacciare fuori nessuno, ma cercando un compromesso come proponeva Berlinguer.
Non c’è un’alternativa al compromesso: ognuno di noi ha un’idea che ritiene la migliore del mondo, ma senza confronto ed Accordo con chi la pensa diversamente da noi non andiamo da nessuna parte. La Camusso e Landini hanno le loro idee che fanno rispettate, così come loro devono rispettare le nostre, ma possiamo trovare un accordo. Landini e Camusso! Spiegateci su questo blog cosa avete fatto e quello che intendete fare per quel ragazzo di colore ( mi pare un sindacalista ) ucciso a fucilate in Calabria?
L’alternativa al confronto è lo scontro, ‘la guerra”ed io non la voglio fare. Un abbraccio a tutti Antonio De Matteo
Vedi, Antonio, non solo di idee si tratta, ma di fatti e di azioni concrete.
Quando la FIOM lasciò il negoziato a Pomigliano, facendosi espellere dalla fabbrica e perdendo poi (per fortuna) il referendum tra i lavoratori, non manifestò solo idee più o meno condivisibili: danneggiò, o cercò di danneggiare, i lavoratori che, senza i 750 milioni di euro di investimenti messi sul piatto da FCA, sarebbero rimasti a casa.
Non erano in discussione solo 5 minuti di pausa in più, o la rinuncia agli scioperi selvaggi, o l’organizzazione del lavoro (peraltro il metodo Toyota è standard in tutte le realtà industriali moderne). Era in gioco il POTERE dei sindacalisti nella fabbrica.
Stessa cosa a Mirafiori subito dopo.
E quando si contestarono i voucher, addirittura con un referendum, non si difesero i lavoratori, ai quali fu tolto uno strumento migliorabile ma utile contro il lavoro nero, ma si cercò di mettere in difficoltà il Governo, facendo lotta politica.
Il boicottaggio esplicito della riforma scolastica, fin dalla fase di raccolta di idee con i questionari, malgrado gli investimenti mai visti prima e l’assunzione in ruolo di oltre 100.000 precari, di nuovo fu lotta politica, non salvaguardia degli interessi degli insegnanti.
E non parliamo della posizione sul referendum costituzionale …!
Vedi, Antonio, il governo Renzi aveva ridotto drasticamente i distacchi sindacali, aveva rinunciato alla rituale concertazione nella sala verde, ben sapendo che sarebbe stata usata per fermare tutto e non per trovare soluzioni condivise, ma aveva anche accolto quasi tutti i rilievi sul Jobs Act proposti da un ex-sindacalista come Cesare Damiano.
E Teresa Bellanova, sindacalista anch’essa, ha profuso energie ed intelligenza senza pari nella soluzione di centinaia di crisi aziendali. Ma non era di interesse alcuno per un sindacato attaccato solo ai suoi poteri e privilegi.
Qualcuno ricorda la patetica “Coalizione sociale” di Landini? Un goffo esperimento di creazione di una forza politica a sinistra, antagonista al PD, prontamente e furbescamente stoppata da Camusso, che preferiva di gran lunga usare simboli e strutture del ben più potente SUO sindacato?
In conclusione, la CGIL è stata parte essenziale della nostra sconfitta, e non per motivi ideali ma per difesa del potere.
Ciò detto, andiamo pure avanti. Prima o poi qualche germe di vita germoglierà anche nel loro campo.
La vita nasce se si semina con pazienza, sudore e dolore. Proviamo a far passare i nostri principi le nostre idee nella Cgl ed in tutte le Associazioni, ma soprattutto nella società italiana per vincere alle prossime elezioni. La rivoluzione non si può fare e spesso provoca solo disastri. Non abbiamo alternative al confronto democratico e costruttivo. Avanti, un caro saluto a tutti. Antonio De Matteo
Qualche giorno fa ho affermato che i veri poteri forti hanno fatto fallire la ” Rivoluzione Riformista ” che il PD voleva realizzare . Quei poteri forti ” conservatorismo di sinistra, editoria, sindacati” hanno vinto una battaglia ma la guerra se abbiamo fiducia nelle nostre idee la vinceremo noi.
Marco bs
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Mi chiedo con tanta amarezza: ma Camusso e Landini dove sono finiti? Quel ragazzo era un sindacalista e probabilmente ha dato la vita per questo ideale. Ed allora mi richiedo: Camusso e Landini dove sono? Possibile che i vaucher ( riferibile a circa uno 0,50 % degli occupati) meritano addirittura un referendum mentre l’omicidio di un lavoratore sfruttato non merita neanche la presenza dei segretrari generali della confederazione e della federazione più importante? Sono veramente amareggiato e indignato. Un caro saluto
Avevano un obbiettivo: sabotare il governo del PD, che aveva osato non inchinarsi ai loro dictat. Lesa maestà!
Hanno avuto quello che volevano.
Ora godono contenti.
Quei due rappresentano la peggiore segreteria sindacale di tutti i tempi.
E nessuno gliene chiede conto!!
Hanno fatto e continuano a fare danni ai lavoratori. Mi chiedo cosa aspettino a cacciarli coi forconi.
Ma c’è ancora vita nella CGIL?
Caro Ernesto,
evidentemente nella Cgil il PD non è presente, anche se le statistiche dicono il contrario, altrimente qualcuno dovrebbe rispondere alla tua provocazione. Una volta le idee dei partiti erano presenti in tutte le associazione imprenditoriali e dei lavoratori , forse troppo. ma adesso I partiti politici vedono le associazione come nemici d’ abbattere e non da conquistare.
Bisogna tornare a dialogare con tutte le associazioni senza cacciare fuori nessuno, ma cercando un compromesso come proponeva Berlinguer.
Non c’è un’alternativa al compromesso: ognuno di noi ha un’idea che ritiene la migliore del mondo, ma senza confronto ed Accordo con chi la pensa diversamente da noi non andiamo da nessuna parte. La Camusso e Landini hanno le loro idee che fanno rispettate, così come loro devono rispettare le nostre, ma possiamo trovare un accordo. Landini e Camusso! Spiegateci su questo blog cosa avete fatto e quello che intendete fare per quel ragazzo di colore ( mi pare un sindacalista ) ucciso a fucilate in Calabria?
L’alternativa al confronto è lo scontro, ‘la guerra”ed io non la voglio fare. Un abbraccio a tutti Antonio De Matteo
Vedi, Antonio, non solo di idee si tratta, ma di fatti e di azioni concrete.
Quando la FIOM lasciò il negoziato a Pomigliano, facendosi espellere dalla fabbrica e perdendo poi (per fortuna) il referendum tra i lavoratori, non manifestò solo idee più o meno condivisibili: danneggiò, o cercò di danneggiare, i lavoratori che, senza i 750 milioni di euro di investimenti messi sul piatto da FCA, sarebbero rimasti a casa.
Non erano in discussione solo 5 minuti di pausa in più, o la rinuncia agli scioperi selvaggi, o l’organizzazione del lavoro (peraltro il metodo Toyota è standard in tutte le realtà industriali moderne). Era in gioco il POTERE dei sindacalisti nella fabbrica.
Stessa cosa a Mirafiori subito dopo.
E quando si contestarono i voucher, addirittura con un referendum, non si difesero i lavoratori, ai quali fu tolto uno strumento migliorabile ma utile contro il lavoro nero, ma si cercò di mettere in difficoltà il Governo, facendo lotta politica.
Il boicottaggio esplicito della riforma scolastica, fin dalla fase di raccolta di idee con i questionari, malgrado gli investimenti mai visti prima e l’assunzione in ruolo di oltre 100.000 precari, di nuovo fu lotta politica, non salvaguardia degli interessi degli insegnanti.
E non parliamo della posizione sul referendum costituzionale …!
Vedi, Antonio, il governo Renzi aveva ridotto drasticamente i distacchi sindacali, aveva rinunciato alla rituale concertazione nella sala verde, ben sapendo che sarebbe stata usata per fermare tutto e non per trovare soluzioni condivise, ma aveva anche accolto quasi tutti i rilievi sul Jobs Act proposti da un ex-sindacalista come Cesare Damiano.
E Teresa Bellanova, sindacalista anch’essa, ha profuso energie ed intelligenza senza pari nella soluzione di centinaia di crisi aziendali. Ma non era di interesse alcuno per un sindacato attaccato solo ai suoi poteri e privilegi.
Qualcuno ricorda la patetica “Coalizione sociale” di Landini? Un goffo esperimento di creazione di una forza politica a sinistra, antagonista al PD, prontamente e furbescamente stoppata da Camusso, che preferiva di gran lunga usare simboli e strutture del ben più potente SUO sindacato?
In conclusione, la CGIL è stata parte essenziale della nostra sconfitta, e non per motivi ideali ma per difesa del potere.
Ciò detto, andiamo pure avanti. Prima o poi qualche germe di vita germoglierà anche nel loro campo.
La vita nasce se si semina con pazienza, sudore e dolore. Proviamo a far passare i nostri principi le nostre idee nella Cgl ed in tutte le Associazioni, ma soprattutto nella società italiana per vincere alle prossime elezioni. La rivoluzione non si può fare e spesso provoca solo disastri. Non abbiamo alternative al confronto democratico e costruttivo. Avanti, un caro saluto a tutti. Antonio De Matteo
Qualche giorno fa ho affermato che i veri poteri forti hanno fatto fallire la ” Rivoluzione Riformista ” che il PD voleva realizzare . Quei poteri forti ” conservatorismo di sinistra, editoria, sindacati” hanno vinto una battaglia ma la guerra se abbiamo fiducia nelle nostre idee la vinceremo noi.
Marco bs