La breve eclissi del PD, per parafrasare il titolo del libro di Occhetto sulla lunga eclisse della sinistra, comincia appena pochi mesi dopo la sua nascita, ascrivibile alle primarie del 14 ottobre 2007 per la costituzione del PD, vinte con il 75% da Veltroni, e cioè un minuto dopo le elezioni dell’aprile 2008 che videro Berlusconi rivincere con il 46,8% e 17.400.000 voti contro il 37,5 e 14.099.000 di Veltroni. Un aborto traumatico a 6 mesi dal concepimento messo in opera dal duo D’Alema Bersani con la costituzione di un’associazione parallela di nome RED. Chi se ne ricorda! Eppure ci sono ironici ritorni con altri nomi e altre sigle. Ogni riferimento ai comitati civici è puramente voluto. Se il PD fosse rimasto unito e coeso dopo quel 37,5% di voti nel 2008 la sua sorte e quella del Paese sarebbero stati diversi. Oserei pensare che forse non avremmo conosciuto la mostruosità di due leader populisti al governo dell’Italia. Dopo la disastrosa gestione delle elezioni 2013 da parte del facente capo della Ditta Bersani il PD ha trovato nel giovane Renzi un’opportunità di rigenerazione politica, venuta meno per la bulimia politica e l’ingenuità istituzionale di un ragazzo che aveva la competenza e l’intelligenza necessarie, ma non la misura, altrettanto necessaria. Si potrebbe dire e dimostrare, non qui e ora, che Renzi non sia stato machiavellico quando era necessario e si ritrovi ora a fare del machiavellismo deleterio. Arrivo così al punto. Il 35 0 36% di Martina contro il 47 o 49% di Zingaretti e il 12% di Giachetti, questi sono i dati di cui dispongo mentre scrivo, è, a mio avviso, espressione del rispetto per un ancora giovane dirigente proveniente dai Democratici di Sinistra, che ha dato buona prova come Ministro con Renzi e Gentiloni e che da vice di Renzi ha gestito l’approdo alle primarie di domenica. Un voto di stima per chi ha sempre detto: prima i Democratici. Il voto degli iscritti esprime anche il riconoscimento, nel voto a maggioranza a Zingaretti, dell’esigenza di marcare una discontinuità rispetto all’epilogo renziano nel partito. Giachetti rappresenta l’epilogo renziano. In verità un po’ di epilogo renziano c’è anche nel voto a Martina, ma diciamo che lo sia dal lato buono del condizionamento e dall’esigenza, avvertita da molti, che ci possa essere una svolta con la testa all’indietro, con il recupero di retroguardie fuoriuscite. Solo Martina può fare chiarezza e aiutare Zingaretti a non vincere da solo, riconoscendo nel voto maggioritario degli iscritti a Zingaretti non la fine della prima fase del voto, ma il presupposto per evitare il teatrino di primarie giocate tra il tentativo di dimidiare la vittoria di Zingaretti e il presupposto per un accordo di risulta in Assemblea, una volta ottenuta una sua ( di Zingaretti ) vittoria sotto la soglia del 50%. L’invito di Martina ad un voto per Zingaretti trasformerebbe le primarie in un plebiscito, e per paradosso sarebbe il plebiscito più democratico mai realizzato nella storia della sinistra.
Baldissera Di Mauro, Il Centro, 5 febbraio 2019
12 Comments
Certo.
Sarebbe la realizzazione del sogno di D’Alema e Bersani contro quello di Veltroni.
Niente più PD con scomode vocazioni maggioritarie e invece un bel partito di sinistra in cerca di alleanze a poco prezzo.
Un bel salto all’indietro.
Io invece credo che bisogna difendere l’impostazione originaria del PD, contro chiunque voglia accontentarsi di meno.
Se davvero Renzi ha rappresentato “un’opportunità di rigenerazione politica”, come riconosce la Di Mauro, non c’è motivo per non proseguire su quella strada, imparando dal vissuto e migliorando quel che serve.
Senza arrendersi alla ragion politica della conservazione.
Bisogna rilanciare, non spaventarsi e rinculare.
In questa ottica solo Giachetti e Ascani danno garanzie di affidabilità. Ed anche Martina dovrebbe ragionarci su.
Sempre avanti.
Tranquilli: Martina vince le primarie con il52% e se non vince sarà Zingaretti a convergere sull’ex ministro: non possiamo rinunciare, come PD, al governatore del Lazio e poi i “vecchi” cedono il passo ai giovani volendo o nolente. Un giovane con l’aiuto di un vecchio può crescere, viceversa è contra natura: la vecchiaia non ha futuro e l’aiuto della gioventù può solo rendere più dolce la sua inesorabile fine. Viva la gioventù, viva Martina come segretario nazionale del partito democratico, “Vecchi” del popolo del PD siate boni, realisti ed aiutatolo a gestire un grande PD. Io vecchio di 70 anni lo farò con grande piacere e spero che lo faccia anche Minniti, il mio Candidato ideale che Renzi sbagliando non ha sponsorizzato costringendolo al ritiro. Speriamo che l’affluenza alle urne per le primarie superi ogni record: solo così l’iItalia darà un segnale di riscatto, di inversione di tendenza rispetto ai governanti attuali, populisti ,separatisti e sfascisti. Buon primarie a tutto il popolo del PD. Antonio De Matteo Milano
Il ragionamento della signora De Mauro pur condivisibile ha una probabilità di essere ascoltato in un Partito cosi diviso?
E questa volta a me sembrano non solo divisioni personali, ma di profonde divergenze sulla natura del PD e sulle sue prospettive.
E’ vero avremmo bisogno di un segretario pienamente legittimato da un grande consenso e cosi come stanno le cose è probabile che chiunque sarà il vincitore non supererà (se ce la farà) di molto il 50%, quindi con un forte condizionamento (e siamo alle solite). E potremmo addirittura trovarci ad una possibile nuova scissione, dopo aver sentito le parole dette da Giachetti con tanta leggerezza (e qui ho ravvisato tutta la cultura radicale e minoritaria del soggetto).
Personalmente avrei preferito, dopo un ampia discussione sul recente passato e soprattutto sulle prospettive future un congresso unitario con un segretario e un suo vice concordato all’interno del partito con una mediazione alta, avremmo evitato ancora una volta di presentarci al Paese come un partito diviso che guarda solo al suo ombellicolo, con la solita guerra di false tessere e brogli di vario genere. Non è stato cosi e adesso per raggiungere lo stesso risultato e cioè una mediazione politica o si realizza il sogno della signora De Mauro o che nessuno raggiunga il 50%. Naturalmente non è la stessa cosa perchè le divisioni e le accuse di brogli non si cancellano con le mediazioni. Buona fortuna.
Caro Ciro,
in realtà Giachetti è l’unico che rivendica chiaramente la vocazione maggioritaria del PD.
Non so dove hai trovato la cultura minoritaria!
Chi scrive ha a lungo caldeggiato l’ipotesi di un congresso unitario con una candidatura di alto livello, possibilmente femminile.
Speravo davvero fosse possibile.
Non lo è stato.
D’altronde fino a quando c’è qualcuno che vuole cancellare 5 anni di storia, di riforme, di governo, mi pare davvero difficile.
Hai ragione: sono “profonde divergenze sulla natura del PD e sulle sue prospettive”.
Ma tant’è. Il PD era nato per governare e riformare l’Italia da una posizione egemone, non per fare alleanze a basso prezzo.
Avevamo già dato con l’Unione!
Non si capisce perché Salvini possa coltivare il suo pericoloso progetto di egemonia di destra e noi, con un progetto civile e riformista, no.
Così siamo, ci rendiamo, subalterni. Io non voglio rinunciare all’orgoglio riformista.
Noi dobbiamo riconnetterci con la società, non con D’Alema e Bersani, che rappresentano solo la sconfitta storica di una sinistra inconcludente.
Dobbiamo avere il coraggio di andare avanti senza accontentarci di sopravvivere. Anche col 25%. Non basta. Non serve.
La sfida è un’altra: o lo capiamo o scompariamo.
..e perche’ non anche Giachetti potrebbe invitare votare Zingaretti…?
Perché è Zingaretti a essere divisivo, con la sua assurda idea di ricostruire, rifondare, voltare pagina, chiedere scusa, ed altre simili amenità.
Pensa di rappresentare chissà che, ma in realtà è solo restaurazione di un passato ormai remoto.
Il PD deve avere l’ambizione di cambiare l’Italia: ci ha provato, è andata come sappiamo, ma non per questo si deve rinunciare.
Bisogna riprovarci, presto e meglio, senza abiure.
Abbiamo fatto grandi cose e bisogna continuare a farle.
Sono d’accordo con Ernesto nel considerare un rientro, se vincesse Zingaretti, dei Bersani e D’Alema che tanto male hanno fatto al partito e all’Italia visto che adesso ci sono quelli.
Poi Giacchetti nella sua conclusione all’assemblea, ha detto che lui ad un ritorno dei secessionisti non ci stava e che avrebbe tratto le sua conclusioni.
Non ha parlato di scissione ma di una sua eventuale uscita dal PD e vorrei vedere, visto che l’ha detto chiaramente a Zingaretti che se li porterebbe indietro se vincesse e anche a me non mi sta bene rivederli nel PD.
E’ poi inutile che Zingaretti si infervori a dire che lui non guarda indietro, tanto è che in altre occasioni lo aveva prospettato.
Comunque cambiando discorso, avete visto che i 5s vogliono fare la legge costituzionale per eliminare deputati e senatori?
Anche noi lo volevamo, ma i signori sopradetti hanno fatto campagna contro e il referendum lo abbiamo perso.
Meditate gente, meditate.
Camillo
Sono completamente d’accordo con Ernesto nella sua analisi , mi differenzia un po’ l’approdo che da tempo propone.
In queste settimane ho ascoltato Zingaretti , Morando in rappresentanza di Giacchetti e Martina. Pur rimanendo completamente d’accordo appunto con Giacchetti stesso mi rendo conto che c’è bisogno di un po’ di Real politique . Le dichiarazioni di Martina sono rivolte alla continuità dell’azione del governo Renzi e all’esclusioni di accordi con LEU , questo mi soddisfa e vado oltre. Giacchetti non ha nessuna possibilità di vincere le primarie e per questo scelgo di votare Martina anche per scongiurare qualsiasi altra possibilità di nuove scissioni.
Nonostante ciò il vincitore delle primarie, che ormai sono a due candidati, sarà il mio Segretario .
Marco bs
Caro Marco, voglio seguire il tuo ragionamento.
Se Giachetti “non ha nessuna possibilità di vincere le primarie”, altrettanto si può dire per Martina, e perfino per Zingaretti, che al massimo potrebbe arrivare appena oltre il 50%, con pochissima legittimazione; più facile che resti sotto e che quindi tutto si risolva con accordi in Assemblea.
La verità vera è che queste primarie a tre non le vince davvero nessuno.
E, in aggiunta, l’esperienza dice che, anche quando le vinceva Renzi col 70%, non bastava lo stesso.
Abbiamo tutti visto com’è andata.
Allora tanto vale lasciar perdere ogni tatticismo e contarsi per bene una volta per tutte.
Le posizioni più chiare sono quelle di Zingaretti e di Giachetti: sono opzioni diverse, chiaramente diverse, e portano il PD su due posizioni alternative.
Non parlo di contenuti programmatici, che ovviamente sono in buona parte assimilabili (siamo ancora tutti nello stesso Partito, vivaddio!), ma di posizionamento del PD nel panorama politico.
Zingaretti vuole un partito pronto per fare alleanze: con chi, si vedrà.
Giachetti insiste sulla vocazione maggioritaria, in continuità con Veltroni delle origini e Renzi.
Martina non si sa, su questo non è affatto chiaro, ed è un grosso limite.
Non sono differenze da poco, quindi, una volta per tutte, sarebbe bene sapere cosa ne pensa la base elettorale, senza condizionamenti e tatticismi di sorta.
Poi, comunque vada, o c’è un’accettazione tollerante del risultato (cosa non accaduta con Veltroni e con Renzi) o il Partito si spacca, forse definitivamente. E non si capirà chi si separa da chi: sarà la constatazione della poca voglia di condividere un’esperienza politica.
Quest’ultimo è uno scenario orribile, che non auspico, da incubo.
Ma con la realtà non si litiga: se ne deve prendere atto.
Spero di essermi espresso chiaramente.
Non voglio essere frainteso: io voglio molto bene al PD, avendolo sognato a lungo e quindi contribuito, nel mio piccolissimo, a fondarlo, ma contro l’evidenza non si può lottare.
La situazione politica italiana richiede urgentemente chiarezza, compattezza, decisione ferma e determinata.
Spero che tutto il Partito voglia arrivarci. E credo sia meglio arrivarci conoscendo bene il quadro di riferimento.
Quindi chiarezza, chiarezza, chiarezza. E poi tanta generosità.
Caro Trotta, il problema non è che Giachetti rivendichi la vocazione maggioritaria, ma come e in che tempi ci vuole arrivare.
Certamente non minacciando in maniera cosi esplicita un altra possibile scissione nel caso passi la linea Zingaretti, cosi ho inteso quel “noi non ci saremo” espresso con una certa faciloneria tipica di una cultura minoritaria di chi proviene da un partito minoritario come il Partito Radicale.
La mia non vuol essere un offesa ma una semplice personale constatazione.
Tu sei pronto/disposto ad accogliere nel tuo PD il rientro di D’Alema, Bersani e Speranza?
Io no, e nessun sincero Democratico dovrebbe, dopo i brindisi del 4 dicembre 2016.
Per questo ho scritto “non si capirà chi si separa da chi” (vedi sopra): quella eventualità sarà semplicemente la fine dell’idea stessa di Partito Democratico.
Pensaci bene, non è affatto un problema di scissione …
La “chiarezza” non è a senso unico: ogni individuo ha la sua e la mia è diversa dalla tua, caro Ernesto, ma dobbiamo pur fare un compromesso se votiamo lo stesso partito. Quindi lasciamo votare il popolo del PD, vediamo se il programma di Ascani/ giachetti ottiene la maggioranza, io pensò assolutamente di no, e voto Martina e poi comunque tutti insieme dobbiamo sponsorizzare la linea politica del futuro segretario del partito democratico. Io voglio sintetizzare le posizione dei tre candidati in questo modo:
1 ) Martina vuole la gestione del PD collegiale, basata sul “compromesso “ fra le varie correnti di pensiero presenti nei dem
2 ) Ascani/giachetti vogliono Accelerare la linea politica di Renzi sperando di avere la maggioranza nel paese senza alcun compromesso tra le varie filosofie esistenti nel PD;
1 ) Zingaretti vuole allontanarsi dalla linea politica di Renzi per riportare il PD all’esperienza del centro sinistra con Prodi Veltroni, Bersani, Bertinotti, Rizzi ecc;
Io sono fermamente convinto che solo con una azione di compromesso credibile ( quello fatto dal centro sinistra falli’ perché i comunisti rifondati avevano obiettivi totalmente diversi dagli altri partecipanti ‘all’ammucchiata” ) terremo insieme il partito democratico Italiano e lo rafforzeremo, e l’unico candidato in grado di farlo per me è e sarà Martina Maurizio. Sono altresì convinto che se disgraziatamente Martina non otterrà la maggioranza del popolo del PD sicuramente sarà disposto a collaborare,facendo un compromesso, con il futuro vincitore.
Quindi popolo del PD da che parte state? Per rispondere andate a votare numerosi ,numerosi, numerosi ………… alle prossime primarie. Buona Giornata a tutti Antonio De Matteo Milano