“Sogno una politica in cui, a prescindere dagli schieramenti, chi arriva dopo, ringrazia chi c’era prima e dimostra di aver fatto meglio nei fatti e non nella narrazione mediatica. Sogno una politica che rispetti il sindacato e il suo lavoro difficile di conciliazione di interessi e di mediazione sociale. Sogno una politica che sappia affermare le proprie prerogative sfidando i fischi senza inseguire gli applausi raccontando frottole. Le bugie fanno vincere le elezioni ma distruggono il lavoro di intere generazioni, fanno perdere credibilità al paese, alle istituzioni e alle persone. Mi auguro che questa settimana si chiuda con la possibilità di portare ai lavoratori un buon accordo su cui confrontarsi in assemblea. Mi auguro che questa esperienza sia di insegnamento per il paese e per il governo: le contrapposizioni dove si cercano con banalità i nemici e i vincitori fanno fare passi indietro alla nostra povera Italia, all’ambiente, alla salute, al lavoro, alle imprese, a tutti.”
Marco Bentivogli, da il Foglio, 4 settembre 2018
Quello che riporto qui è il brano finale di un lungo scritto del segretario Fim-Cisl pubblicato oggi nell’inserto del Foglio. Lo potete trovare integralmente qui. Vi invito calorosamente a leggerlo perché, a mio avviso, è un illuminante esempio di come si fa giornalismo politico e di come si possono conciliare l’analisi dei problemi concreti con una visione strategica che va molto più lontano del semplice avvenimento quotidiano. In questo articolo che riguarda l’Ilva è sintetizzata la storia dell’ideologia industrialistica italiana, trovate il passato remoto e il passato prossimo, l’oggi e i diversi possibili futuri. Penso che una volta letto i sogni finali di Bentivogli possono diventare anche vostri.
Sergio
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