Avrete sentito qua e là nei telegiornali un giovane che pone problemi concreti al partito. Teniamocelo di conto. Di seguito la risposta di Sandra Zampa.
Caro Nicholas, ti ho ascoltato e mi è venuta una gran voglia di risponderti.
Talmente forte da farmi superare il desiderio, altrettanto grande, di non partecipare più all’attività politica dopo la sconfitta del 4 marzo che per me, candidata in un collegio travolto dal successo della Lega e dal calo di consensi per il centrosinistra, è stata anche personale.
Ma ti ho ascoltato e ho sentito che dovevo dirti un po’ di cose. Non sono consigli, sono argomenti che sottopongo alla tua attenzione come faccio con i miei nipoti, più o meno tuoi coetanei. Mi ha sempre fatto bene ascoltarli e avrebbe fatto molto bene al Pd, il tuo e mio partito, prestare orecchio a ciò che voi- la tua generazione, intendo- avete da dire.
Uno di loro, brillante studente di fisica, mi aveva persino consigliato di non ricandidarmi perché anche a lui quel sistema che tu definisci “marcio”, non era sembrato un granché raccomandabile. Quando un 21 enne arriva al punto di chiederti chi te lo fare di stare in politica, significa che la battaglia è già persa. Senza speranza non si combatte più.
E nella nostra dolorosa sconfitta del 4 marzo l’assenza del consenso e della partecipazione dei giovani è il nodo più grave perché è la conferma che la speranza di cambiare il sistema è venuta meno o si è indirizzata altrove.
Ho pensato quante battaglie, dure, personali, quasi al limite del masochismo, ho combattuto in undici anni nel Pd perché le ragioni della grande sconfitta sono assai “antiche”, di certo precedenti all’avvento di Renzi che pur avendo costruito la propria affermazione su quelle, non ha saputo dare loro soluzione.
Ho avvertito di nuovo la sofferenza delle ferite, prodotte da tutte le sconfitte subite: dai 101 franchi tiratori con cui si è affossata la candidatura presidenziale di Romano Prodi al Quirinale, al tradimento sistematico delle regole che il Pd si era dato per evitare ciò che tu descrivi così bene, fino all’inutile impegno perché il rapporto Barca assumesse un qualche rilievo nella organizzazione del partito.
Ho dovuto riascoltare la litania secondo cui il problema sono le primarie, violate e stravolte da chi oggi le vuole togliere di torno, o di chi dice che “si riparte dai circoli”, ormai vuoti e senza alcun potere perché inascoltati.
Sono anche io tentata di ammettere che non saprei cosa rispondere ai giovani che mi chiedessero, come hanno chiesto a te, come si fa a “partecipare alla vita del partito democratico”. Invece ti dico che da ora in poi devi rispondere che per “mandare a casa i signori delle tessere”, per cambiare il sistema, un modo c’è, ed è valorizzare ciò che la democrazia ci insegna: bisogna iscriversi, partecipare per contare, sempre di più e sempre più numerosi.
Bisogna diventare tante e tanti e pretendere con i numeri, diventando maggioranza, che il Pd assomigli al meraviglioso progetto messo in cantiere come compimento dell’Ulivo: una comunità di cittadini, una associazione di cittadini direbbe l’estensore del nostro Statuto, Vassallo.
E bisogna stare lontani dalle correnti ormai organizzate come puri agglomerati di potere, che bloccano e impediscono ogni reale apertura a ciò che sta fuori dai loro sempre più angusti spazi. Nella dinamica interna di queste correnti non ho visto nulla di diverso da ciò che non va nel Pd dove non si bada più al fatto che siamo sempre più piccoli ma conta solo essere tra quelli compresi nel sempre più piccolo spazio.
Stai lontano caro Nicholas dai signori delle tessere, che non vivono solo in Irpinia (anche se lì fanno scuola) ma stai lontano anche dai capi corrente a meno che essi non si propongano (e dimostrino) di contribuire al confronto con la forza delle proprie idee e non con il peso dei veti che discende dal proprio potere.
E stai lontano da quanti ti aduleranno nelle prossime ore solo per usarti, per farti dire ciò che non hai detto, e cioè che il Pd è da buttare. Tu ci sei rimasto nel Pd come ci sono rimasta io, nonostante le ingiustizie, gli errori e i tradimenti. Combatti con la forza della tua coerenza. Chiama accanto a te quanti più giovani puoi. Ne incontrerai ovunque in Italia. Solo così troverai la risposta alla domanda “più difficile”.
Sandra Zampa
2 Comments
Carissima Sandra, belle parole per non far abbandonare il PD a giovani come Nicholas, ma l’esempio prima delle elezioni dovevano venire dai Padri costituenti il PD a partire da Prodi, il quale secondo me non ha fatto bene al partito tracheggiando tra il montare la tenda fuori dal PD e altre amenità varie.
Doveva dire con forza e non timidamente sia lui che Veltroni e altri, che stavano nel PD con anima e corpo.
Poi non meravigliamoci se dei nostri iscritti, spero pochi e simpatizzanti, credo tanti, se ne vadano ai 5 stelle.
Ci vorrebbe più coraggio, cosa che ho visto in Nicholas e spero in tanti altri giovani che si iscriveranno al PD.
Repetti Camillo
Che pessima impressione mi hanno fatto quei “leader” che ridevano e parlottavano tra loro mentre Nicholas parlava! Quella è mancanza di rispetto, non disgiunta da certa alterigia. E bene ha fatto Sandra ad esortare quel bravo giovane a “prendere le distanze” non solo dai “signori delle tessere” ma anche dai “capicorrente”, i cui danni prodotti al Partito sono sotto gli occhi di tutti! Piano piano certe verità vengono a galla ed anche le considerazioni che trovo nei commenti, come quelle di Camillo, stanno ad indicare che “siamo sul pezzo”. Teniamo ferma la barra e avanti così!