Caro Bobo,
commentando la tua vignetta intitolata “ i dolore di Marcucci “ devo dire che a me sta storia della parità di genere nelle varie istituzioni tra uomo e donna mi sembra forzata. Sarebbe come dire che in sala operatoria non ci vanno i più bravi o le più brave, ma dobbiamo dividere il numero dei addetti in metà uomini e metà donne. Oppure in un partito dobbiamo per forza fare spazio a una donna mediocre al posto di un uomo più che sufficiente o viceversa. Io penso che il podio in una gara vada conquistato con la forza e la determinazione e non si può assegnarlo un po’ ad un sesso ed un po’ all’altro. Tant’è che in una gara una donna non accetterebbe mai una medaglia solo perché tale. Quindi io sono d’accordo con quanto segue: i gruppi parlamentari devono votare i loro rappresentanti donna o uomo che ia e credo che debbano farlo in base ai meriti e non al sesso.
Bobo! non mi pare che tu sia d’accordo su quanto sopra e mi sembra che in democrazia scarseggi un po’ o no? Buona giornata a tutti/ e coloro che leggono. Antonio De Matteo Milano
Caro Antonio,
questa storia della parità di genere forzata dalle quote rosa l’abbiamo risolta ai tempi di Occhetto, non possiamo tornare sempre sulle stesse cose. Le giustificazioni a questa scelta apparentemente antiscientifica sono state numerosissime e ben provate quindi scusa non finisco la tua lettera e non ti rispondo. Basta. Solo fra un po’ di anni quando la parità l’avremo raggiunta potremo scegliere solo in base alla qualità della persona.
Caro Sergio,
concordo con te sul lasciare ai posteri il giudizio rispetto alla parità di genere tra i sessi: tanto, né io né te potremmo ascoltarlo. Comunque, spero nel tuo perdono ed in quelli che leggono, per la provocazione (a volte la uso quando mi sento ignorato) che mi permetto nel fare, dal tuo blog, il seguente appello alle donne del PD. Non accettate nessun posto di responsabilità che non sia ambito e giustificato dalla vostra passione e competenza. Non serve dividere i posti di responsabilità in una comunità tra i due sessi solo in base ad un criterio numerico pur di raggiungere una parità aritmetica di occasioni e diritti. Io penso che a partire dalla famiglia i compiti si devono dividere in base alle passioni, capacità e competenze. Il suddetto criterio,secondo me, deve valere in tutte le comunità. Nel mondo politico di sinistra non abbiamo mai avuto, che io ricordi, un segretario nazionale di partito femmina, ma io non penso che qualcuno di noi maschi lo vieti . Al prossimo congresso del PD, care donne, fatevi avanti con un progetto nuovo interessante,condiviso e vedrete che potrete occupare tranquillamente la sedia, non molto comoda, che occupa in questo momento Enrico Letta. Per piacere donne, basta con piagnistei e lamentele, ma preparate un progetto nuovo per il partito democratico e condividetelo con la maggioranza del popolo del PD e vedrete che nessuno vi ostacolerà, ne sono sicuro. Io nella mia vita lavorativa non ho mai avuto un capo donna, ma, vi giuro, mi sarebbe piaciuto tanto e ci ho sempre sperato inutilmente. Coraggio donne! siete più forti di noi maschietti e quando volete qualcosa la ottenete senza problemi. Un grande abbraccio a tutto il sesso forte, cioè le donne. Grazie per l’attenzione, chiedo scusa per le mie involontarie scorrettezze dovute alla mia mediocre dimestichezza per la buona scrittura e buona giornata a chi legge. Antonio De Matteo Milano
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Caro Bobo,
commentando la tua vignetta intitolata “ i dolore di Marcucci “ devo dire che a me sta storia della parità di genere nelle varie istituzioni tra uomo e donna mi sembra forzata. Sarebbe come dire che in sala operatoria non ci vanno i più bravi o le più brave, ma dobbiamo dividere il numero dei addetti in metà uomini e metà donne. Oppure in un partito dobbiamo per forza fare spazio a una donna mediocre al posto di un uomo più che sufficiente o viceversa. Io penso che il podio in una gara vada conquistato con la forza e la determinazione e non si può assegnarlo un po’ ad un sesso ed un po’ all’altro. Tant’è che in una gara una donna non accetterebbe mai una medaglia solo perché tale. Quindi io sono d’accordo con quanto segue: i gruppi parlamentari devono votare i loro rappresentanti donna o uomo che ia e credo che debbano farlo in base ai meriti e non al sesso.
Bobo! non mi pare che tu sia d’accordo su quanto sopra e mi sembra che in democrazia scarseggi un po’ o no? Buona giornata a tutti/ e coloro che leggono. Antonio De Matteo Milano
Caro Antonio,
questa storia della parità di genere forzata dalle quote rosa l’abbiamo risolta ai tempi di Occhetto, non possiamo tornare sempre sulle stesse cose. Le giustificazioni a questa scelta apparentemente antiscientifica sono state numerosissime e ben provate quindi scusa non finisco la tua lettera e non ti rispondo. Basta. Solo fra un po’ di anni quando la parità l’avremo raggiunta potremo scegliere solo in base alla qualità della persona.
Correzioni: i dolori di Marcucci. Donne o uomini che siano .
Caro Sergio,
concordo con te sul lasciare ai posteri il giudizio rispetto alla parità di genere tra i sessi: tanto, né io né te potremmo ascoltarlo. Comunque, spero nel tuo perdono ed in quelli che leggono, per la provocazione (a volte la uso quando mi sento ignorato) che mi permetto nel fare, dal tuo blog, il seguente appello alle donne del PD. Non accettate nessun posto di responsabilità che non sia ambito e giustificato dalla vostra passione e competenza. Non serve dividere i posti di responsabilità in una comunità tra i due sessi solo in base ad un criterio numerico pur di raggiungere una parità aritmetica di occasioni e diritti. Io penso che a partire dalla famiglia i compiti si devono dividere in base alle passioni, capacità e competenze. Il suddetto criterio,secondo me, deve valere in tutte le comunità. Nel mondo politico di sinistra non abbiamo mai avuto, che io ricordi, un segretario nazionale di partito femmina, ma io non penso che qualcuno di noi maschi lo vieti . Al prossimo congresso del PD, care donne, fatevi avanti con un progetto nuovo interessante,condiviso e vedrete che potrete occupare tranquillamente la sedia, non molto comoda, che occupa in questo momento Enrico Letta. Per piacere donne, basta con piagnistei e lamentele, ma preparate un progetto nuovo per il partito democratico e condividetelo con la maggioranza del popolo del PD e vedrete che nessuno vi ostacolerà, ne sono sicuro. Io nella mia vita lavorativa non ho mai avuto un capo donna, ma, vi giuro, mi sarebbe piaciuto tanto e ci ho sempre sperato inutilmente. Coraggio donne! siete più forti di noi maschietti e quando volete qualcosa la ottenete senza problemi. Un grande abbraccio a tutto il sesso forte, cioè le donne. Grazie per l’attenzione, chiedo scusa per le mie involontarie scorrettezze dovute alla mia mediocre dimestichezza per la buona scrittura e buona giornata a chi legge. Antonio De Matteo Milano