L’editoriale de La Repubblica, firmato da Massimo Giannini, è dedicato oggi al cosiddetto “decreto sicurezza” voluto dal ministro dell’Interno Salvini e fatto proprio dal governo che ha chiesto ed ottenuto la fiducia. L’incipit dell’articolo è questo: “Il ministro della paura ce l’ha fatta. Un altro piccolo, grande passo sul viale del tramonto civile e morale di questo Paese è stato compiuto”. Giannini ricorda che il cosiddetto presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in sala stampa aveva esibito il cartello “#decreto Salvini” come fosse un trofeo. Il Conte è una creatura, sotto protezione, di Di Maio. Il quale ormai ha un solo obiettivo: stare comunque al governo, piazzare suoi uomini in tanti gangli del potere, distribuire mance elettorali, andare in tv in concorrenza, di immagini sorridenti, con Salvini. Quest’ultimo, però, continua a dare una impronta sua al governo anche con questa legge. La quale non regola l’immigrazione, non garantisce la sicurezza, ma ha un segno razzista e provoca più disordine e più insicurezza.
Cos’è l’abolizione della protezione umanitaria che è praticata in tutti i Paesi civili e democratici? Questo provvedimento interviene insieme all’altro odioso e pericoloso come lo smantellamento degli Sprar, le strutture comunali per agevolare l’integrazione. E l’esempio più noto è quello di Riace e del suo sindaco, Mimmo Lucano. Ma non il solo. Tempo fa, su questo spazio, ho commentato cosa è avvenuto a Sutera, un Comune montano della provincia di Caltanissetta, spopolato dalla grande emigrazione degli Anni ’60-’70 e adesso ripopolato con tanti migranti che lavorano, che hanno imparato un mestiere. Lì sono state riaperte botteghe di artigiani, piccole aziende edili, è ripresa una discreta attività agricola, tanti giovani sono impegnati a studiare. Questi migranti vivono insieme ai cittadini, molti anziani, in una comunità che appare risorta. Ecco, queste e altre realtà si vogliono cancellare. Salvini ed il suo socio Di Maio stanno aumentando il numero dei clandestini: sono stati revocati 1500 permessi umanitari e sono 23 mila i migranti usciti dal circuito dell’integrazione e, quindi, entrati in clandestinità. Tutto questo mentre gli sbarchi diminuiscono. Dove vanno gli esclusi? Nessuno lo sa ma molti lo capiscono e cresce così l’insicurezza. Siamo di fronte ad una vergogna.
In parlamento, il Pd e LeU hanno fatto una buona e rigorosa battaglia parlamentare presentando emendamenti e ordini del giorno, con discorsi concreti e pieni di saggezza. Ma nel Paese il Pd è impegnato a fare campagna elettorale interna in vista delle primarie del marzo prossimo e LeU, con dispute interne, si disintegra in pezzetti. Così stanno le cose e non ci stancheremo di ricordarlo a chi vorrebbe lottare nei Comuni, nelle grandi città per dare anche un senso alle battaglie parlamentari.
Leave A Reply