I MILLE GIORNI DI GENTILONI
L’economia va bene, maggioranze non se ne vedono, perché cambiare?
di GIUSEPPE TURANI, Uomini & Business | 04/01/2018
Le camere sono sciolte. Il governo Gentiloni sta al suo posto, per il disbrigo degli affari correnti, come si usa dire. Questo disbrigo potrebbe diventare anche lunghissimo, grazie a una novità imprevista: l’economia mondiale, che già va bene, è in fase di accelerazione. Nessuno sa quanto durerà questo buon vento, ma durerà, forse anche qualche anno.
E torniamo allora alle nostre elezioni. Il 4 marzo si vota, e non ci sarà alcuna maggioranza. Nemmeno la fantomatica Grande Alleanza (Pd-Berlusconi). Niente, nessuna maggioranza.
Inoltre, lo stesso Cavaliere non è sicuro di poter portare all’appuntamento, eventuale, con Renzi, tutto il centrodestra. In più dovrebbe “comperare” un po’ di deputati per avere poi una maggioranza risicata, che sostiene un governo fatto di gente litigiosa e che non si ama per niente. Troppo rischioso e forse inutile.
Meglio allora chiedere a Mattarella di sciogliere nuovamente le camere e andare a nuove elezioni.
Tanto, con l’economia italiana che va comunque bene (a quel punto), perché andare a cercarsi delle grane con governi pasticciati e che stanno in piedi solo grazie a pochi voti comprati (ma da chi? Con i tempi che corrono).
Meglio lasciare al loro posto Gentiloni e la sua squadra e andare con calma a votare. In estate, forse. Meglio ancora in autunno. E, se il risultato dovesse essere lo stesso del 4 marzo, si salta l’inverno e si va a rivotare nella primavera del 2019.
Gentiloni, intanto, sta sempre lì. Con quale mandato?
Non fare casino e tenere lontana la troika. Fare insomma qualcosa, quel tanto che basta, però. Niente di più. E con il consenso di tutti o, almeno, di quelli che contano davvero.
Tanto l’economia va, un po’ di soldi tornano nelle tasche della gente.
E si spera che con il passare del tempo accadano varie cose. Grillo si stufa, Di Maio manda a rotoli il Movimento, Bersani si pente, D’Alema si ritira davvero a fare il suo vino, Renzi decide di diventare meno divisivo e più buono.
Insomma, in dodici mesi possono accadere tante cose. Quello che non si potrà fare il 5 marzo 2018, forse potrà essere fatto nel marzo del 2019. Oppure si rinvia ancora.
E Gentiloni, ben visto da tutti (dalle massaie ai postelegrafonici), sta al suo posto per il disbrigo degli affari correnti.
Forse arriva anche lui ai mille giorni di governo.
2 Comments
E dato che il governo Gentiloni era la fotocopia di quello di Renzi (o almeno così dicevano tutti), per la proprietà transitiva ci terremo quel buon Governo per qualche tempo ancora.
Ricordate la fine di “La vita è bella” di Benigni e Cerami?
Il bimbo grida: “ABBIAMO VINTO!”
Che vuol dire?? Che la sostanza va bene ma non a bene il nome del Primo Ministro?? Vediamo se hanno il coraggio di dirlo chiaramente.