Anche Turani si sente un po’ come me.
I TALEBANI DI RENZI
Sui social network è caccia ai traditori.
I renziani di più stretta fede, che possiamo definire talebani o pasdaran, sono più o meno come i grillini? Più o meno sì, purtroppo. Non appena muovi una critica al loro segretario, si sentono in dovere di intervenire, affastellando spesso discorsi sconclusionati, pur di difendere il loro idolo. Tempo fa ho cercato di metterla un po’ sull’ironico, parlando degli ombrellini con i quali le talebane del Pd ti bacchettano, ma mi è andata male. Oltre alle talebane vere e proprie si sono molto arrabbiate anche le femministe.
Ma tornando ai pasdaran renziani, che pure mediamente vengono da una scuola e da una storia di dibattiti e di confronti, stupisce questa loro violenza (solo verbale per fortuna) contro chiunque alzi una critica a Renzi.
Le spiegazioni possibili sono due.
La prima è che, da persone di sinistra o comunque democratiche, sanno che senza Renzi non hanno molto futuro, e quindi lo difendono al di là del bene e del male.
La seconda è che la sinistra e l’area democratica fino all’arrivo del ragazzo di Rignano navigavano verso il proprio affondamento nelle mani di vecchi personaggi del Pci. Con Matteo è cambiato tutto. Si è scoperto che poteva esistere una sinistra liberal-democratica, dotata quindi di un suo futuro. Il miracolo di Renzi è stato proprio questo: ha ridato un futuro a una vasta area di cittadini (13 milioni quelli del sì), che pensava di non averne più e che fosse più sensato ormai occuparsi dei nipotini invece che di politica.
Quando ha perso il referendum del 4 dicembre e si poi dimesso da tutto, loro, i talebani e le talebane, hanno pensato che valesse la pena di giocare un’altra partita. E, come ha scritto Mara Stecchini (brava e non talebana), “Ce lo siamo andati a riprendere a casa”. Consapevoli che sinistra liberal-democratica e Renzi sono quasi sinonimi, la stessa cosa.
Anzi, molti gli rimproverano di non aver lasciato il Pd al suo inglorioso destino per fondare un movimento tutto renziano, una sorta di En Marche all’italiana.
Insomma, Renzi è il messia, è il salvatore, è una sinistra che non muore, non si spegne, ma si rinnova e va avanti.
Per questo non tollerano attacchi o critiche. Lo vedo io stesso, dopo credo 500 articoli pro-Renzi. Se appena azzardo una critica, vengo aggredito e accusato di fare il gioco delle banche, dei grandi potentati editoriali, o di chissà chi altro. E i toni sono spesso indecenti. Insopportabili, grillini appunto.
E, esattamente come questi ultimi, credono a qualunque favola. Compresa quella, messa in giro per ragioni di campagna elettorale, che sarebbe stato Renzi a portare il paese fuori dalla crisi.
Allora, con pazienza, gli spieghi che c’è stata la ripresa mondiale, che metà dei paesi dell’Unione europea era finita in recessione, come l’Italia, ma che ne sono usciti tutti e, anzi, sono già più avanti di noi, pur senza aver mai conosciuto Matteo Renzi. Niente: se dici questo, allora sei un traditore.
Sfugge a tutti questi amici che sono la storia e il caso a produrre i Renzi, non i Renzi medesimi. E sfugge anche che una sinistra liberal-democratica per essere davvero tale deve accettare il dibattito (anche feroce) e la critica. Prima non era ammesso, oggi dovrebbe esserlo.
Senza aria fresca non si va da nessuna parte.
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4 Comments
Caro Turani, ma allora aveva ragione Napoleone? Quando gli chiesero come voleva un generale rispose: fortunato. Il ragazzotto di Rignano è uscito fuori al momento giusto per vedere la ripresa italiana , in fondo come quella europea, anzi un po’ meno? Trascuri che la crisi italiana era infinitamente più grave di quelle di altri Paesi europei. Il Paese non era in crisi, stava proprio affondando. Tutti gli indicatori puntavano disastrosamente in basso tranne uno, quello dell’imbecillità politica di politici e Governi che invece svettava imperterrito. E’ merito di Matteo Renzi e di tutto il Partito e della squadra selezionata se gli indici economici si sono invertiti, anche se quello della stupidità politica è sempre molto alto. Metterei anche nel conto le decine di leggi dei diritti, prima del PD serenamente dimenticate in faldoni e cassetti. E veniamo al tema talebano. Caro Turani, non devi sottovalutare la sindrome da accerchiamento. Quando vedi lo schieramento imponente che spara su Renzi per distruggere lui ma sopratutto il PD, quando vedi ogni pretesto ( Tiziano Renzi, Elena Boschi ecc.ecc. ) per affossarci, beh, diventi un poco nervoso e quelli più nervosi tra noi, vedendo un volto creduto amico che spara critiche o consigli, si confonde. Chiedo perdono, ci staremo più attenti. Del resto la storia sta per chiudersi con le prossime elezioni . Renzi è generoso ma non stupido e noi talebani anche.
Caro Turani,
io parlo per me e rispondo solo per quello che scrivo io.
Non mi iscrivo a nessuna setta talebana, così come non brandisco ombrellini (risulterei oltremodo ridicolo).
Ho già espresso un mio commento articolato, appunto sul post dei suddetti parapioggia (o parasole, dipende dalla propensione personale), commento al quale rimando.
Sono di sinistra, liberal-democratico, o liberal-socialista (adesso si può dire: una volta sembrava una bestemmia), da quando avevo 16 anni, per istinto e per ragione, e tale sono rimasto attraverso 50 anni di storia.
Aborro i dogmi, i culti della personalità, sono laico fino al midollo.
Comunque è vero, sottoscrivo la tua analisi: Renzi ci ha ridato voce, ha avuto coraggio, energia, ha messo un bel po’ di pepe nel sonnacchioso e cinico mondo politico italiano. L’hai scritto anche tu in 500 articoli.
A me dispiace quindi che oggi venga bombardato in modo così violento (non da te, magari, ma da molti altri sì).
Ha fatto errori, come ne fa sempre chi mette al fuoco tanta roba, ma dio solo sa se il nostro Paese non aveva bisogno di una scossa (e continua ad averne). Ha pagato, e paga ancora oltre ogni ragionevolezza, l’ansia di riforma.
L’Italia è migliorata per cause SOLO esogene e non per l’azione di Governo? Sei troppo onesto intellettualmente per sostenerlo davvero. Certo, la congiuntura favorevole è stata importante, ma la situazione italiana non era proprio riconducibile ad un “normale” stato di crisi. Qui le tare storiche erano e sono pesantissime: una stratificazione di problemi che vengono da lontano, e da tutta la società civile, non solo dalla classe politica.
Renzi ha pestato piedi? Sì, tanti; e adesso i proprietari dei piedi vanno all’attacco, tutti insieme, brandendo non ombrellini ma clave nodose.
Non puoi non aver notato quanta malafede ed accanimento c’è in molte posizioni del sistema mediatico.
Conosci troppo bene l’ambiente per stupirtene.
E allora, e per concludere, un conto è criticare, e ci mancherebbe altro!, un conto è montare il flamba mediatico di questi ultimi mesi, per il quale qualsiasi problema è ricondotto a Renzi, ai suoi collaboratori o al PD tout court.
E’ a questo che mi ribello, perché ci vedo con chiarezza una formidabile voglia restauratrice dei tempi andati.
Credimi, non è infatuazione per un boy scout di Rignano, è solo la smania, per tanti anni repressa, di vedere delle riforme arrivare in porto. Nessun altro in Italia può continuare questo lavoro: lo sappiamo tutti benissimo, sia quelli “pro” che, soprattutto, quelli contro.
(Che poi sia Gentiloni o Del Rio a fare il front man, poco importa).
Con stima.
Ernesto Trotta
Torino
Ringrazio Ernesto Trotta per aver risposto con calma e adducendo argomenti politici, non propagandistici, all’ articolo di Turani. Chi ha una storia di appartenenza alle spalle non diventa talebano se rispetta la linea del partito : come fa Turani a dimenticare le tante diverse sfumature di adeguamento/convincimento con cui si accoglievano gli orientamenti dei vari leader della sinistra? Si marcavano le differenze tra i partiti vicini, ma non si arrivava a scambiare il competitore per un nemico. Tante cose sono cambiate ma il nemico di classe è ancora ben riconoscibile. Per quanto mi riguarda io non ho dubbi nel ritrovare nei profili dei seguaci di Salvini, di Melloni, di Casaleggio/Grillo, di Berlusconi il marchio dei nemici della classe dei lavoratori, dei proletari. Uso vecchie terminologie perché, alla fine, questi sono i nostri compagni. Negli imbrogli delle banche mi sembra che tutti i giornali ( è cambiato molto da quando si parlava di stampa dei padroni?) siano ben felici di raccontarci tutti i particolari deli movimenti di M. E. Boschi, per non indagare meglio sui veri puffaroli.
Bersani era un compagno, ma da qualche tempo sta infangando il suo passato.
Sandra Festi laica, non talebana.
Ringrazio anch’io Ernesto Trotta e anche Sandra Festi per aver parlato di”politica”. Non sono,e non sono mai stata “talebana”. Sono e sono sempre stata laica e di sinistra e credo fermamente nella discussione, il rispetto delle opinioni altrui,”varie e diverse sfumature di convincimento e adeguamento( sopratutto adeguamento alla realtà del momento…)” come dice Sandra. Quello che non tollero è l’insulto fine a se stesso, la mala fede, il coro generale di indignazione, l’analisi presuntuosa e distorta della realtà,l’ammiccamento,le battute ecc.Anche io,come Trotta,ho la smania di vedere delle riforme arrivare in porto!!!un abbraccio e tanti auguri a tutti. Rossana