In occasione della canonizzazione di san Paolo VI, molto si è rievocato della volta in cui disse che “il fumo di Satana” era entrato in chiesa. Non avendo poi mai nessuno certificato che ne sia uscito, restiamo in attesa, e sul chi va là. Nel frattempo par di capire che qualcuno quel fumo se l’è proprio fumato, tipo quelli che avevano scritto a Sergio Staino, vecchio buon diavolo di vignettista, cose tipo “aspetto il giorno di vederla bruciare nelle Fiamme dell’inferno accanto a quell’attorucolo che oggi siede sul seggio di San Pietro”. Era un anno che Staino disegnava le sue vignette per Avvenire, il giornale dei vescovi, e ovviamente non tutto il pubblico della testata (ma anche quelli che non leggono un tubo, però stanno sempre attaccati ai social e ai siti tradizionalisti) aveva gradito, né apprezzato. Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso, qualche giorno fa, è stata una story in cui Staino attaccava Salvini, quello che insegue i negher col rosario, in cui gli dava più o meno dell’indemoniato. E’ allora che è scoppiato il pandemonio. Perché, vedete, a certi veri credenti puoi toccare tutto, ma non Salvini. Salvini per loro è il nuovo Carlo Magno, o il nuovo De Gasperi. Così il diavolo ha mandato una garbata lettera ad Avvenire e a quel pericoloso Frate Mitra del suo direttore, Marco Tarquinio, per dire che la collaborazione finisce qui, mica vuole provocare uno scisma, lui. C’è chi ha twittato: “#Tarquinio e #Staino sono due mascalzoni. Non si gioca e non si vilipende in modo irriverente il nome Santo di Gesù. Questa non è satira, è disprezzo del suo nome e di quello che ha fatto per la nostra salvezza. Si vergognino in eterno. Hanno tutto il mio disprezzo”. Amen. E Bannon santo subito.
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