Ma possiamo dire, papale papale, che Beppe Grillo che sbatte la mani sul tavolo ha perso la testa?
Che è incompatibile con qualsiasi forma di politica nell’ambito democratico?
Possiamo toglierci quella specie di nefasta soggezione che (a qualcuno, ma non sono pochi) incute un personaggio così inquietante?
Possiamo considerare con sgomento che la politica italiana dell’ultima dozzina di anni è stata pesantemente condizionata da una persona che ha in spregio qualsiasi logica di comportamento che non sia il suo interesse personale (manettaro o garantista, secondo la convenienza), che non dimostra alcuna capacità di analisi equilibrata della realtà?
Perché tanta cautela nel denunciare ciò che è così evidente? Nel prendere definitivamente le distanze da tanta protervia?
Abbiamo dimenticato il trattamento riservato dal soggetto in questione e dai suoi accoliti a chiunque degli avversari sia stato anche solo sfiorato da un sospetto di colpevolezza? Le campagne di stampa, le aggressioni, i giudizi sommari, ben sostenuti da tenutar* compiacenti di talk show tramutati in aule da processo di Norimberga, per accuse che, nella stragrande maggioranza dei casi, si sono per giunta rivelate in seguito del tutto inconsistenti?
C’è bisogno di fare i nomi? C’è bisogno di ricordare?
E adesso dobbiamo subire le esplosioni di ira di un ex-comico con il timore di non eccedere nei commenti, di andarci piano con i giudizi, di essere misurati?
Ma chi ha imbarbarito il clima della politica italiana se non Beppe Grillo con il suo nefasto Movimento?
Movimento che adesso rantola, senza idee, senza programmi, senza leader, senza dignità, mentre qualcuno ancora si preoccupa di trovare il modo di farci “alleanze strutturali”? E attende la Carta dei Valori …
Pane al pane, vino al vino.
La verità è che siamo stati menati per il naso per anni da un sistema ben congegnato, che ha distrutto quel poco che l’Italia stava producendo, per emanciparsi verso un ruolo di democrazia occidentale moderna.
Come Mani Pulite distrusse la prima Repubblica, mentre la politica era colpevolmente incapace di difendersi e autoregolarsi, così Grillo e i cinquestelle hanno distrutto la seconda, con la complicità di una campagna mediatica irresponsabile che sostanzialmente ha badato solo a mantenere posizioni di potere consolidate, ma comunque messe in pericolo da quel poco di riformismo che si stava cercando di introdurre.
(Per maggiore chiarezza, sto parlando del referendum, e dei governi Renzi e Gentiloni).
Tutto è servito a colpire una Casta, nel mucchio, senza distinzioni, pur di mantenere integre ed in vita tutte le altre, evidentemente più forti: dalla Magistratura ai media, dai sindacati agli insegnanti, da poteri finanziari oscuri ai dirigenti pubblici.
Trovato il capro espiatorio, la Politica, tutto poteva tranquillamente restare come prima, tanto le urla, gli improperi, le mattane di Grillo ed i suoi sodali avrebbero confuso e nascosto il panorama dietro al fumo delle loro improbabili esternazioni.
L’Esperimento (copyright, J. Iacoboni) diventava l’Esecuzione (idem) e tutto poteva continuare come prima.
Poi però è arrivata la realtà, questo scomodo dettaglio, che ha messo in spietata evidenza l’assoluta incapacità di quel simulacro di classe politica di fare politica.
La storia, dopo il trionfo del 2018, è troppo nota per tornarci su, ma resta l’amara constatazione che era tutto un bluff, una gigantesca bolla, ora scoppiata con l’ingresso di Mario Draghi sulla scena politica.
Professionisti in luogo dei dilettanti allo sbaraglio, serietà e competenza invece che sparate situazioniste come l’abolizione della povertà per decreto, l’uno vale uno ed altre simili minchiate.
Sono rimasti dei cadaveri sul campo, ci sono state perdite, che dovrebbero ammonirci per il futuro, ma chi resiste al cambiamento continuerà a resistere, con tutti i mezzi.
Sarà una lotta senza quartiere: il meglio (o il peggio) deve ancora venire …
Certo che si può dire, anzi, caro Ernesto, lo dobbiamo dire. Comunque in molti lo abbiamo detto fin dal primo giorno della sua scesa in politica. Io l’ho conosciuto personalmente essendo stato direttore del Teatro Puccini dove lui si esibiva, ma anche chi non lo aveva conosciuto e solo sentito parlare, aveva tutte le possibilità di capire che razza di ignorante tronfio, egoista, tirchio e falso, fosse ed è questo personaggio. Mi dispiace tanto quando penso a tanti onesti compagni che si sono fatti irretire da lui. Un’unica cosa vorrei sottolineare per correggere il tuo discorso, Ernesto: non usare il sostantivo “comico” come un qualcosa di degenerativo. I comici e i fumettisti possono essere persone di grandissimo valore culturale e politico, pensa a Chaplin o a Bisio o Altan, ma anche a Staino se vuoi.
Un abbraccio,
Sergio
Caro Sergio, figurati se non porto rispetto ai comici …!
Cosa sarebbe il mondo senza “Il dittatore” di Chaplin, o senza Mark Twain, senza Woody Allen, senza Roberto Benigni, Corrado Guzzanti, Altan, Staino, …
Mi preoccupano invece molto gli EX-comici, che pretendono di passare senza soluzione di continuità dal palcoscenico alla politica, come se fosse lo stesso linguaggio, utilizzandolo in una mistificazione pericolosissima (come s’è visto …).
Non apprezzo chi usa il linguaggio “comico” per fare comizi, come non ho mai apprezzato le orribili sparate di Crozza, per fare un esempio di un epigono mancato di Grillo (e meno male, ne è bastato uno …!).
Il comico vero è anarchico, coglie aspetti pre politici, anche post politici, ma mai politici in senso stretto. Quello è un altro mestiere, che richiede altre caratteristiche, un’altra professionalità. A ognuno il suo.
Scusa, il discorso è complicato e meriterebbe uno spazio maggiore e più articolato di queste poche righe confuse.
Chissà se un giorno potremo farlo in un modo più strutturato.
Sergio Staino
22 April 2021 at 12:29
Chiarissimo, son d’accordo. Però devi ammettere che non si critica mai un politico dicendo “questo è un ex giornalista” o “questo ex professore” etc, si sottolinea solo quando c’è una professione considerata culturalmente inadeguata. Tutto qui.
Gli esseri umani passano e spariscono, ma le idee radicate, razionali ed attraenti restano e si rafforzano. Grillo Bebbe, ha perso la testa spinto, forse, dall’amore per suo figlio e nel tentativo maldestro di aiutarlo ha definitivamente evidenziato la propria incapacità politica ed evidenziato la sua grande passione per i suoi interessi personali. Ovviamente tutti coloro che hanno votato il suo movimento erano, sono e saranno sicuramente in buona fede: pensavano che il movimento 5 stelle riducesse la povertà, portasse una giustizia più equilibrata e razionale, ma soprattutto riducesse i grandi privilegi. I suddetti ideali, secondo me, nei cosiddetti grillini, resisteràno, ma dobbiamo aiutarli a ravvedersi per diventare una forza politica affidabile e razionale, come hanno iniziato a fare. Quindi, mai come in questo momento, l’alleanza tra PD e movimento 5 stelle, secondo me, devi e dovrà realizzarsi. Buona giornata Antonio De Matteo MI
Hai ragione: avrei dovuto dire: “ex-pessimo comico”.
Quanto ai politici, con molti di loro, specie in quell’area lì, sarebbe difficile dire “ex-qualcosa”, solo perché quasi sempre sono “ex-nulla”.
Un abbraccio.
Scusate se mi permetto di approfittare del blog, vorrei porre una questione che non riesco a spiegarmi da qualunque parti la osservi. Riguarda i ristori che il governo applica alle partite iva (commercianti, artigiani, professionisti ecc). Perché si è scelto di aiutare le suddette categorie in base alla diminuzione del fatturato e non prendendo come base di calcolo del ristoro la denuncia dei redditi presentata l’anno precedente? Sono io che non capisco o c’è qualche cosa che non quadra? Perché se un commerciante ha denunciato un reddito di 20.000,00 euro non lo aiutiamo dando un aiuto in proporzione al reddito denunciato. Qualcuno me lo può spiegare per favore? o penso male se ritengo che per il 90% stiamo aiutando gli evasori fiscali? grazie per eventuali spiegazioni e chiarimenti.
Marco Sironi
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Ma possiamo dire, papale papale, che Beppe Grillo che sbatte la mani sul tavolo ha perso la testa?
Che è incompatibile con qualsiasi forma di politica nell’ambito democratico?
Possiamo toglierci quella specie di nefasta soggezione che (a qualcuno, ma non sono pochi) incute un personaggio così inquietante?
Possiamo considerare con sgomento che la politica italiana dell’ultima dozzina di anni è stata pesantemente condizionata da una persona che ha in spregio qualsiasi logica di comportamento che non sia il suo interesse personale (manettaro o garantista, secondo la convenienza), che non dimostra alcuna capacità di analisi equilibrata della realtà?
Perché tanta cautela nel denunciare ciò che è così evidente? Nel prendere definitivamente le distanze da tanta protervia?
Abbiamo dimenticato il trattamento riservato dal soggetto in questione e dai suoi accoliti a chiunque degli avversari sia stato anche solo sfiorato da un sospetto di colpevolezza? Le campagne di stampa, le aggressioni, i giudizi sommari, ben sostenuti da tenutar* compiacenti di talk show tramutati in aule da processo di Norimberga, per accuse che, nella stragrande maggioranza dei casi, si sono per giunta rivelate in seguito del tutto inconsistenti?
C’è bisogno di fare i nomi? C’è bisogno di ricordare?
E adesso dobbiamo subire le esplosioni di ira di un ex-comico con il timore di non eccedere nei commenti, di andarci piano con i giudizi, di essere misurati?
Ma chi ha imbarbarito il clima della politica italiana se non Beppe Grillo con il suo nefasto Movimento?
Movimento che adesso rantola, senza idee, senza programmi, senza leader, senza dignità, mentre qualcuno ancora si preoccupa di trovare il modo di farci “alleanze strutturali”? E attende la Carta dei Valori …
Pane al pane, vino al vino.
La verità è che siamo stati menati per il naso per anni da un sistema ben congegnato, che ha distrutto quel poco che l’Italia stava producendo, per emanciparsi verso un ruolo di democrazia occidentale moderna.
Come Mani Pulite distrusse la prima Repubblica, mentre la politica era colpevolmente incapace di difendersi e autoregolarsi, così Grillo e i cinquestelle hanno distrutto la seconda, con la complicità di una campagna mediatica irresponsabile che sostanzialmente ha badato solo a mantenere posizioni di potere consolidate, ma comunque messe in pericolo da quel poco di riformismo che si stava cercando di introdurre.
(Per maggiore chiarezza, sto parlando del referendum, e dei governi Renzi e Gentiloni).
Tutto è servito a colpire una Casta, nel mucchio, senza distinzioni, pur di mantenere integre ed in vita tutte le altre, evidentemente più forti: dalla Magistratura ai media, dai sindacati agli insegnanti, da poteri finanziari oscuri ai dirigenti pubblici.
Trovato il capro espiatorio, la Politica, tutto poteva tranquillamente restare come prima, tanto le urla, gli improperi, le mattane di Grillo ed i suoi sodali avrebbero confuso e nascosto il panorama dietro al fumo delle loro improbabili esternazioni.
L’Esperimento (copyright, J. Iacoboni) diventava l’Esecuzione (idem) e tutto poteva continuare come prima.
Poi però è arrivata la realtà, questo scomodo dettaglio, che ha messo in spietata evidenza l’assoluta incapacità di quel simulacro di classe politica di fare politica.
La storia, dopo il trionfo del 2018, è troppo nota per tornarci su, ma resta l’amara constatazione che era tutto un bluff, una gigantesca bolla, ora scoppiata con l’ingresso di Mario Draghi sulla scena politica.
Professionisti in luogo dei dilettanti allo sbaraglio, serietà e competenza invece che sparate situazioniste come l’abolizione della povertà per decreto, l’uno vale uno ed altre simili minchiate.
Sono rimasti dei cadaveri sul campo, ci sono state perdite, che dovrebbero ammonirci per il futuro, ma chi resiste al cambiamento continuerà a resistere, con tutti i mezzi.
Sarà una lotta senza quartiere: il meglio (o il peggio) deve ancora venire …
Certo che si può dire, anzi, caro Ernesto, lo dobbiamo dire. Comunque in molti lo abbiamo detto fin dal primo giorno della sua scesa in politica. Io l’ho conosciuto personalmente essendo stato direttore del Teatro Puccini dove lui si esibiva, ma anche chi non lo aveva conosciuto e solo sentito parlare, aveva tutte le possibilità di capire che razza di ignorante tronfio, egoista, tirchio e falso, fosse ed è questo personaggio. Mi dispiace tanto quando penso a tanti onesti compagni che si sono fatti irretire da lui. Un’unica cosa vorrei sottolineare per correggere il tuo discorso, Ernesto: non usare il sostantivo “comico” come un qualcosa di degenerativo. I comici e i fumettisti possono essere persone di grandissimo valore culturale e politico, pensa a Chaplin o a Bisio o Altan, ma anche a Staino se vuoi.
Un abbraccio,
Sergio
Caro Sergio, figurati se non porto rispetto ai comici …!
Cosa sarebbe il mondo senza “Il dittatore” di Chaplin, o senza Mark Twain, senza Woody Allen, senza Roberto Benigni, Corrado Guzzanti, Altan, Staino, …
Mi preoccupano invece molto gli EX-comici, che pretendono di passare senza soluzione di continuità dal palcoscenico alla politica, come se fosse lo stesso linguaggio, utilizzandolo in una mistificazione pericolosissima (come s’è visto …).
Non apprezzo chi usa il linguaggio “comico” per fare comizi, come non ho mai apprezzato le orribili sparate di Crozza, per fare un esempio di un epigono mancato di Grillo (e meno male, ne è bastato uno …!).
Il comico vero è anarchico, coglie aspetti pre politici, anche post politici, ma mai politici in senso stretto. Quello è un altro mestiere, che richiede altre caratteristiche, un’altra professionalità. A ognuno il suo.
Scusa, il discorso è complicato e meriterebbe uno spazio maggiore e più articolato di queste poche righe confuse.
Chissà se un giorno potremo farlo in un modo più strutturato.
Chiarissimo, son d’accordo. Però devi ammettere che non si critica mai un politico dicendo “questo è un ex giornalista” o “questo ex professore” etc, si sottolinea solo quando c’è una professione considerata culturalmente inadeguata. Tutto qui.
Gli esseri umani passano e spariscono, ma le idee radicate, razionali ed attraenti restano e si rafforzano. Grillo Bebbe, ha perso la testa spinto, forse, dall’amore per suo figlio e nel tentativo maldestro di aiutarlo ha definitivamente evidenziato la propria incapacità politica ed evidenziato la sua grande passione per i suoi interessi personali. Ovviamente tutti coloro che hanno votato il suo movimento erano, sono e saranno sicuramente in buona fede: pensavano che il movimento 5 stelle riducesse la povertà, portasse una giustizia più equilibrata e razionale, ma soprattutto riducesse i grandi privilegi. I suddetti ideali, secondo me, nei cosiddetti grillini, resisteràno, ma dobbiamo aiutarli a ravvedersi per diventare una forza politica affidabile e razionale, come hanno iniziato a fare. Quindi, mai come in questo momento, l’alleanza tra PD e movimento 5 stelle, secondo me, devi e dovrà realizzarsi. Buona giornata Antonio De Matteo MI
Hai ragione: avrei dovuto dire: “ex-pessimo comico”.
Quanto ai politici, con molti di loro, specie in quell’area lì, sarebbe difficile dire “ex-qualcosa”, solo perché quasi sempre sono “ex-nulla”.
Un abbraccio.
Scusate se mi permetto di approfittare del blog, vorrei porre una questione che non riesco a spiegarmi da qualunque parti la osservi. Riguarda i ristori che il governo applica alle partite iva (commercianti, artigiani, professionisti ecc). Perché si è scelto di aiutare le suddette categorie in base alla diminuzione del fatturato e non prendendo come base di calcolo del ristoro la denuncia dei redditi presentata l’anno precedente? Sono io che non capisco o c’è qualche cosa che non quadra? Perché se un commerciante ha denunciato un reddito di 20.000,00 euro non lo aiutiamo dando un aiuto in proporzione al reddito denunciato. Qualcuno me lo può spiegare per favore? o penso male se ritengo che per il 90% stiamo aiutando gli evasori fiscali? grazie per eventuali spiegazioni e chiarimenti.
Marco Sironi
Lo mando a Tommaso Nannicini, già responsabile economia del PD, lui se ne intende.
Sergio