riporto qui l’odierno elzeviro di Giuseppe Turani per la giustezza della sua impietosa analisi sui dirigenti 5 Stelle. Dissento invece totalmente dal finale, almeno come scelta operativa. A mio avviso ce l’abbiamo già in nuce una sinistra liberal-democratica nella quale gli esponenti più importanti si chiamano Bonino, Sala e Calenda. Questa forza liberal-democratica è la migliore alleata della nostra sinistra riformista (non vetero-marxista, caro Turani, bensì riformista). Riformista per me significa non solo difendere e ampliare la democrazia e i diritti civili ma lavorare anche contro le disuguaglianze sociali generate dal sistema capitalistico. Ecco perché sono molto fiducioso in Zingaretti e spero tanto che l’irruento Renzi non riesca a portare avanti il suo disegno che risulterebbe altamente riduttivo e dannoso.
Sergio
Il cuore immacolato di Maria
Chi aveva visto un Salvini disperato non si era sbagliato. Dopo aver tentato il colpo di andare di corsa alle elezioni per liberarsi dei 5 stelle, e aver capito che non dipendeva da lui, ha fatto marcia indietro e adesso offre a Di Maio, che si preparava a tornare allo stadio San Paolo, qualsiasi cosa allo stesso Di Maio possa venire in mente. Persino la presidenza del Consiglio.
Insomma, come dire alla fidanzata: “Vai via, brutta troia”, e subito dopo accorgersi che era l’unica disponibile a andare al cinema con lui.
Un’idiota completo. Ha fatto tutto da solo. E questo sarebbe l’uomo che domani potrebbe governare l’Italia?
D’altra parte, Di Maio non è da meno. Rigenerato dall’idea di avere due forni (il Pd e la Lega) si abbandona alle sue note cretinate. C’è una recessione in arrivo (la signora Merkel ha già stanziato 50 miliardi extra di euro), ma per lui è fondamentale il taglio di 345 parlamentari o l’introduzione del salario minimo.
Tutte cose che non hanno niente a che fare con la congiuntura (il salario minimo rischia addirittura di aggravarla).
Ma i 5 stelle sono fatti così, sono dei talebani convinti che le loro idee salveranno il mondo (invece lo affosseranno). Se Salvini è convinto che si possa amministrare l’Italia brandendo un rosario e baciandolo in pubblico, Di Maio è convinto che basterebbe introdurre qualche criterio “morale” in più per sistemare l’Italia.
Fino a ieri, ero convinto che pur di cacciare via Salvini dal ministero dell’Interno qualunque compromesso sarebbe stato accettabile.
Oggi di fronte alla stronzaggine dei 5 stelle (se Di Maio è un’idiota, Casaleggio è il suo compare), pregusto una scena immaginaria. Zingaretti che pretende una diretta streaming per l’incontro decisivo e che in diretta streaming dice una sola cosa: “Di Maio, vada a cagare”. A quel punto Giggino sviene in diretta streaming. Quando si riprende, va a fare i conti con il Bullo padano, che lo obbligherà a saltare attraverso il cerchio di fuoco e anche a indossare una camicia di orbace, e a fare esercizi ginnici tutte le mattine in piazza del Popolo insieme al suo staff.
Purtroppo, non c’è niente da fare. Sono dei dementi.
Ma anche il Pd non sta tanto bene. Renzi avrà avuto tante colpe e avrà fatto tanti sbagli, ma ha il merito storico di aver immaginato che potesse esistere una sinistra liberal-democratica. Zingaretti ci sta riportando al più frusto vetero-marxismo anni ’50, e da lì sembra non essere capace di schiodarsi.
Chi è credente si rivolga al cuore immacolato di Maria. Tutti gli altri cerchino un amico o un’amica per farsi consolare.
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