Il compagno Franco Quercioli invia dall’Isolotto questa lettera aperta al Sindaco di Firenze. La faccio mia e la invio anch’io a sindaco@comune.fi.it. Vorrei fossimo in tanti a farlo.
Gerusalemme: 4 maggio 2018
Lettera al Sindaco di Firenze
Caro Sindaco
‘Non in mio nome’ direbbe Gino Bartali riferendosi alla partenza del Giro d’Italia 2018 da Gerusalemme, dedicata a lui come Giusto tra le Nazioni. Dal 2013 il suo nome si trova infatti nello Yad Vashem, il museo dell’Olocausto di Gerusalemme. A Gino non piacerebbe di sicuro la tappa a cronometro di Gerusalemme che attraversa anche i territori della Gerusalemme Est.
Lo Stato di Israele occupa militarmente quella parte della città a maggioranza araba, fin dalla guerra dei sei giorni del 1967. Da allora il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha chiesto di cessare quella occupazione per avviare le trattative di pace e in quel contesto rendere possibile l’assegnazione di quella zona al costituendo Stato della Palestina che lo rivendica nella prospettiva della soluzione ‘due popoli, due stati’.
Non solo Israele continua l’occupazione, ma intensifica progressivamente gli insediamenti abitativi in quella zona considerata dalla legge fondamentale del Parlamento israeliano del 1980 facente parte del suo territorio, legge che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (risoluzione 478 del 1980) ha definito ‘nulla e priva di validità’…’ una violazione del diritto internazionale’ e…’ un serio ostacolo al raggiungimento della pace in Israele’.
Il Giro d’Italia, organizzato dalla RCS MEDIA GROUP, non può avallare nel nome di Bartali una scelta unilaterale che offende la parte palestinese.
Gerusalemme è ancora una città drammaticamente divisa, alla ricerca di una pacificazione che l’ONU ancora ritiene possibile. Questa divisione che continua a provocare sofferenze inenarrabili tra i due popoli non può essere ignorata da un evento sportivo come il Giro d’Italia. Lo sport e il ciclismo in particolare, è nato per unire non per dividere.
Gino che salvò tanti ebrei a rischio della sua vita, lo fece in silenzio e mal sopporterebbe che il suo nome venisse usato clamorosamente per coprire una realtà di sofferenza e di divisione.
Gino oggi sarebbe dalla parte degli israeliani e dei palestinesi che vogliono la pace subito e che sono ancora in minoranza.
Gino sarebbe dalla parte delle donne che hanno visto negli anni morire i loro figli, mariti e padri in una inutile guerra e che nel settembre del 2017 hanno dato vita allo Women Wage Peace. Nella Marcia che tutte insieme hanno fatto percorrendo 30 chilometri nel deserto del Nagev, hanno chiesto ai loro capi di stato Abu Mazen, Mahmud Abbas, Benjamin Netanyahu di riprendere al più presto le trattative di pace. Gino, anche oggi come allora, starebbe con chi soffre e non con chi ha il potere.
Sarebbe bello che il 4 maggio, alla partenza del Giro d’Italia 2018, il Sindaco di Firenze, la città di Gino Bartali, Elia Dalla Costa e Giorgio La Pira facesse sentire la sua voce esprimendo il suo dissenso sulla valenza politica che questa scelta assume e che evidenzia la divisione fra i due popoli in conflitto.
Sarebbe bello inviare al Sindaco di Gerusalemme un segno di pace, accogliendo il messaggio di ‘Women Wage Peace’ e dei movimenti pacifisti isrealiani e palestinesi per sollecitare nel nome di Gino Bartali la riaperture delle trattative di pace.
Sarebbe bello che Gerusalemme potesse diventare un giorno il simbolo dell’unità tra i popoli del Mediterraneo. E che in quel giorno a Gerusalemme si potesse correre il mondiale di ciclismo.
Franco Quercioli
Comment
Spero vivamente che il Sindaco Nardella accolga l’invito di Quercioli.
Camillo Repetti